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Primo Maggio in Turchia: sfida alla repressione statale

questo articolo comparirà sul numero 16 di Umanità Nova, in diffusione da domani.

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Primo Maggio in Turchia: sfida alla repressione statale

Anche in Turchia le manifestazioni del Primo Maggio quest’anno avranno un’importanza particolare.
Infatti la giornata internazionale dei lavoratori, che già in Turchia vede ogni anno grandi manifestazioni sfidare la repressione e i divieti imposti dallo Stato, acquisisce nell’attuale contesto politico e sociale del paese un significato ancora più forte. Ad oggi (27 aprile) non vi sono notizie chiare su come si svolgeranno le manifestazioni ad Istanbul e nelle altre città e sulle misure repressive che saranno messe in atto dal governo, possiamo però provare a delineare il complesso contesto in cui si terrà quest’anno il Primo Maggio in Turchia.

Lo Stato turco continua a fare la guerra, fuori ma soprattutto dentro i propri confini.
La forte militarizzazione del confine tra il territorio statale turco e quello siriano, in atto dallo scorso settembre per isolare la Rojava e sostenere lo Stato Islamico contro il processo rivoluzionario in corso nella Rojava, continua a fare strage. L’esercito turco ha ucciso nelle ultime settimane 4 persone che tentavano di attraversare il confine, gli arrestati sono invece 32. Alcuni episodi delle ultime settimane ci mostrano la brutalità dell’esercito turco, lo scorso 20 aprile ad esempio 5 giovani di origine araba sono stati torturati dopo essere stati arrestati mentre tentavano di entrare in territorio turco dalla zona di Cezire, nella Rojava – il kurdistan occidentale in territorio statale siriano. Un altro caso grave è quello avvenuto a Uludere, distretto della provincia di Şirnak, dove le truppe hanno aperto il fuoco su un gruppo di persone che svolgono attività di commercio transfrontaliero, ferendone 4.

La lotta contro le centrali nucleari in Turchia ha conosciuto nell’ultimo mese un certo sviluppo. Lo scorso 14 aprile durante la cerimonia di inaugurazione dei lavori per la costruzione della prima centrale nucleare turca ad Akkuyu, nel distretto di Mersin, un folto gruppo di contestatori ha bloccato i cancelli del sito di costruzione per impedire la cerimonia. La polizia è intervenuta con gli idranti per disperdere i manifestanti e aprire i cancelli. Il 25 aprile a Sinop, sul Mar Nero, dove è in programma la costruzione di un’altra centrale nucleare, si è tenuta una manifestazione alla quale ha partecipato, con uno striscione che riportava “Il nucleare è morte, il capitalismo è disastro”, anche Patika Ekoloji Kolektifi, collettivo anarchico ecologista legato al gruppo anarchico DAF (Azione Anarchica Rivoluzionaria) di Istanbul.

Tra il 24 e il 25 aprile, mentre la Repubblica Turca ha celebrato il centenario della battaglia di Gallipoli, la polizia ha represso molte delle manifestazioni che negli stessi giorni si tenevano per commemorare il centenario del genocidio degli armeni, perpetrato proprio nel 1915 dall’Impero ottomano. Ad Istanbul la polizia ha disperso una manifestazione di studenti all’interno dell’Università Tecnica ITU, ed ha attaccato la manifestazione che si è tenuta a Kadikoy, sulla sponda asiatica, arrestando sette persone.

Il 25 aprile scorso a Istanbul di fronte al consolato francese in Istiklal Caddesi, a poche decine di metri da Piazza Taksim, si è tenuta una conferenza stampa nella quale un ampio cartello di forze politiche e sindacali hanno dichiarato “Il Primo Maggio saremo in piazza Taksim”. Dichiarazione molto significativa se pensiamo che Piazza Taksim, oltre ad essere teatro della dura lotta contro la distuzione di Gezi Park nel 2013, è la piazza in cui il Primo Maggio del 1977 furono uccisi 34 lavoratori che partecipavano alla manifestazione, in una strage di stato che aprì la strado alla dittatura militare. Da allora, con l’unica eccezione di una parziale apertura della piazza ai manifestanti tra il 2010 ed il 2012, il Primo Maggio in Piazza Taksim è proibito e la polizia ogni anno scioglie con ogni mezzo i cortei che provano ad entrare nella piazza. La conferenza stampa era stata convocata da organizzazioni sindacali come DISK e KESK, dall’Ordine degli ingegneri e degli architetti, dall’ordine dei medici, da alcuni dei principali partiti d’opposizione, tra cui CHP e HDP, dai gruppi anarchici DAF e İstanbul Anarşİ İnİsİyatİfİ, e dagli altri gruppi della sinistra rivoluzionaria.

L’organizzazione studentesca LAF (Lise Anarşist Faaliyet) legata al gruppo anarchico DAF ha lanciato un appello agli studenti in vista del Primo Maggio, ricordando i giovani uccisi dallo Stato durante scontri e manifestazioni negli ultimi anni, e ricordando Ceylan Ozalp, combattente curda. Ecco il documento del LAF:

“C’è una lotta il Primo Maggio!

Questa lotta è la lotta di Ali Ismail che è stato picchiato ed ucciso, è la lotta di Berkin che fu colpito in testa da un candelotto lacrimogeno sparato dalla polizia, è la lotta di Ceylan che fu colpita dalle bombe di mortaio, è la lotta di Uğur a cui ha sparato l’esercito, è la lotta dei nostri fratelli che sono stati assassinati dagli stati.

Questa lotta è la lotta del Primo Maggio vietato nel sangue.
Questa lotta è la lotta della gente che ciononostante per anni è scesa in piazza per il Primo Maggio vietato.
Questa lotta è la lotta degli studenti delle scuole superiori, che rifiutano ogni autorità e scendono in strada.

Questa lotta è la lotta degli oppressi contro gli oppressori in ogni ambito della vita.

Il Primo Maggio saremo nelle strade per rifiutare ogni tipo di autorità, contro lo Stato e contro gli omicidi di stato e chiamiamo tutti gli studenti delle scuole superiori a “la lotta”.

C’è una lotta il Primo Maggio. Partecipa anche tu alla lotta!

Lise Anarşist Faaliyet
(Azione Anarchica delle scuole superiori)”

Ma sul Primo Maggio di quest’anno pesano in Turchia anche le prossime elezioni legislative, per il rinnovo del parlamento e dell’esecutivo, che si terranno ad inizio giugno. Dopo la vittoria alle presidenziali Erdoğan e il suo partito islamista-conservatore AKP (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo), anche se sembrano perdere un po’ di consenso, puntano ad una conferma del loro ruolo alla guida del paese, in modo da procedere con la revisione della costituzione. Ma chi sembra puntare di più su queste elezioni è l’HDP (Partito Democratico dei Popoli) il partito di opposizione che sostiene i diritti dei curdi, e che punta a superare la soglia di sbarramento – altissima – del 10% per entrare in parlamento. Sono già presenti in parlamento 29 deputati eletti nel 2011 come indipendenti e che costituiscono ora il gruppo parlamentare dell’HDP che è stato fondato nel 2013. Con le prossime elezioni l’HDP punta quindi a essere presente in parlamento come partito, per questo ha ottenuto il sostegno per le elezioni anche da altri partiti di sinistra. Anche il partito di opposizione CHP (Partito Repubblicano del Popolo) della sinistra autoritaria, laica e nazionalista di tradizione kemalista tende a vedere favorevolmente l’elezione di deputati HDP.
La tensione politica in Turchia sta crescendo con l’approssimarsi delle elezioni, i cui risultati potrebbero inasprire i conflitti in corso nella regione o aprirne di nuovi anche all’interno della Turchia.

Certo per molti questo Primo Maggio in Turchia sarà una partita da giocare sul piano della contesa elettorale, per gli anarchici invece il Primo Maggio sarà una giornata di lotta e di azione diretta, contro lo Stato e il Capitale, fuori e contro ogni inganno elettorale. Nella giornata del Primo Maggio gli Anarchici ad Istanbul come a Milano ed in centinaia di altre città del mondo saranno nelle strade con gli oppressi e gli sfruttati, per una società di liberi e di eguali.

Dario Antonelli

Posted in Anarchismo, Internazionale, Lavoro, Repressione.

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