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Dentro al campo profughi di Manduria

da: http://www.senzasoste.it/migranti/dentro-al-campo-profughi-di-manduria

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Lo  scenario che si presenta a Manduria , nel campo profughi,  è quello di uno schieramento di macchine della polizia, camionette e poliziotti a cavallo ( per poter prendere più facilmente i migranti in fuga ). Uno schieramento che non può che provocare un insito terrore nelle menti delle persone, come se fra quelle mura e quel filo spinato si nascondessero i peggiori criminali del mondo, controllati dall’esterno dalle nostre forze dell’ordine, pronte a salvaguardare la cittadinanza da quel  mostro, definito “extra comunitario o immigrato”. Un profondo contro senso, perché in questa contorta Italia, che protegge politici corrotti e mafia, si controllano persone, che non hanno nessun tipo di pericolosità, che scappano dalle loro terre per avere una seconda vita, per poter trovare un luogo dove si respiri libertà e non oppressione di un regime di tipo dittatoriale.

I ragazzi del campo profughi , appena scendiamo dalla macchina, si avvicinano subito a noi, si presentano, sorridono tutti quanti, hanno voglia di comunicare, di parlare di condividere ciò che stanno vivendo giorno per giorno dentro a questo lager. Offriamo a loro sigarette, cibo e vino, ma non siamo gli unici. Tutte ,o quasi, le persone che vivono nei paesi intorno a Manduria, portano ai ragazzi del campo profughi ogni tipologia di cibo, bevande, vestiario, offrendo loro la più completa disponibilità per qualsiasi tipo di favore da quello economico a quello di tipo comunicativo, per poterli mettere in contatto, con i loro cari tramite internet o tramite vie telefoniche. Vi è perfino un panificio, che per questi ragazzi, ha ridotto il prezzo di pane, schiacciata, pizza…rispetto al costo normale.  Fortunatamente, nonostante le mosse messe in campo da  questo governo di terrore verso i migranti, le persone del luogo si dimostrano molto accoglienti verso i ragazzi, e cercano in tutti i modi di poterli aiutare. 

Un ragazzo, Mohammed, ci parla brevemente della loro situazione. Ci racconta delle sue aspettative, prima di partire dalla Tunisia, che nutriva verso l’Italia, aspettative puntualmente deluse. La permanenza nel campo non è semplice , ma al limite dell’immaginabile.

Sono costretti a dormire dentro a delle tende, in nove persone, dove è raro trovare dei materassi su cui poter sdraiarsi, e dunque,  costretti a riposare per terra, tra umido,acqua e sporco.  Nei loro bagni non vi è acqua, anche se sono muniti di finiti rubinetti, e l’unico modo con cui possono lavarsi è tramite le docce, che sono dotate solo ed esclusivamente di acqua gelida. Mohammed, mi dice che da quando è qua, soffre di tosse e raffreddore cronico, difficile da poter superare, vivendo in condizioni simili…in condizioni che neanche un animale da macello è costretto a dover superare.

Il cibo è molto scarso, e per poterlo prendere, come per fare qualunque altra cosa (dalla doccia all’accesso dei wc) , devono affrontare file chilometriche di persone. Basti immaginare, che all’interno del campo vi sono 2.500 persone, per poter capire quanto può essere impossibile compiere un gesto, anche quello che a noi risulta il più comune, come quello di mangiare un piatto di pasta.

La comunicazione, inoltre, all’interno del campo tra forze dell’ordine e immigrati, è inesistente. I ragazzi non  si fidano della polizia. Come mi dice Mohammed, ci sono stati molteplici episodi , nei quali, la polizia ha picchiato e maltrattato i ragazzi del campo. Sia quando volevano scappare,dove  sono stati picchiati dalla polizia che li ha rincorsi a cavallo, sia quando noi eravamo proprio fuori dal campo profughi, dove un ragazzo, dopo aver fatto una lunghissima fila per prendere la sua dose di cibo, è stato spintonato dalle forze dell’ordine svariate volte. E questo ultimo particolare ci è stato riportato proprio da un altro ragazzo del campo, che ha assistito a tutta la scena.

Mohammed ci dice, che la loro domanda più frequente è : “Perché ci fanno questo?! Perché ci trattano così?! Noi non siamo animali “

Infatti questi ragazzi non sono animali, ne  tanto meno degli assassini o dei terroristi, sono persone, normali … che vengono costrette a sopravvivere in lager e sotto una mentalità fascista, esercitata dalle forze dell’ordine italiane, nonché esercitata dallo Stato italiano.

Questo è stato soltanto il primo giorno che io sono arrivata al campo, e questi ragazzi mi hanno subito comunicato la loro voglia di far sapere che cosa accade dietro quel filo spinato e che cosa sono costretti a subire giornalmente, senza far sì che le atrocità delle forze dell’ordine, restino rinchiuse dentro a quelle tende, in mezzo a quelle file e scolpite sui quei corpi… ma provando a urlare a tutte le persone una parola sola “LIBERTà!” .

NESSUN UOMO è ILLEGALE !!!!

per Senza Soste, Irene C.

Posted in Antirazzismo, Carcere, Generale, Internazionale, Repressione.

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