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Occupazione di via Bonomo. Emergenza casa, i nodi vengono al pettine

da: senzasoste.it

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Nei mesi scorsi abbiamo più volte affrontato il problema dell’emergenza abitativa nella nostra città. Abbiamo più volte ragionato di come l’amministrazione non sia più in grado di gestire il problema in maniera efficace a causa del palese disinteresse nei confronti dei diritti elementari di ogni cittadino, cittadina a favore del guadagno di pochi speculatori e lobbies economiche.
Ieri abbiamo assistito alla prima dimostrazione “pubblica” ·di quanto avevamo in precedenza spiegato. Una famiglia con un bambino di tre anni è stata sfrattata per morosità incolpevole dopo diversi anni·di regolare pagamento dell’affitto. Il padre del bambino ha perso il lavoro trovandosi di fatto nell’impossibilità di continuare a pagare l’affitto.
Dopo innumerevoli incontri infruttuosi con l’assessore e alcuni dirigenti dell’ufficio casa e visto l’imminete rischio di finire per strada, la famiglia ha deciso di occupare un fondo comunale sfitto da diversi anni che ospitava in precedenza un’associazione. Dopo alcuni giorni dall’occupazione si presentano alla porta tre vigili in borghese spacciandosi come semplici incaricati dell’ufficio emergenza abitativa. Una volta dentro si qualificano e comunicano alla mamma del bambino che se non fosse uscita entro l’una avrebbero proceduto con uno sgombero coatto. In cambio offrono 5 giorni d’albergo.
In maniera molto spontanea, davanti all’appartamento si raccolgono numerosi aderenti dell’Assemblea cittadina sugli spazi sociali ed esponenti dell’unione inquilini. Come di consueto i presenti hanno dovuto putroppo assistere all’inettitudine e all’inesperienza dei vigili urbani livornesi che hanno subito perso la calma minacciando tutti di arresto e denunce se non avessero sciolto immediatamente il picchetto. Contemporaneamente si tenta di trovare una soluzione politica che puntualmente non arriva. Il sindaco ha confermato quanto detto dall’assessore: il comune non può offrire più di una settimana di albergazione. Nel tardo pomeriggio, intanto, il numero dei funzionari di polizia aumenta. Si presentano i famosi o famigerati vigili appartenenti al gruppo sicurezza e decoro urbano, ai quali si aggiungono Carabinieri, Guardia di finanza e la Polizia provinciale. Tutta questa militarizzazione di fronte ad una giovane famiglia con bambino così piccolo non ha certamente aiutato il clima e la ricerca di una soluzione. Solo in serata è stato possibile ottenere altre 24 ore per permettere alla famiglia di avere un ulteriore incontro con l’assessore.
Tralasciando i numerosi particolari che hanno caratterizzato in modo spiacevole la giornata di ieri – prima di tutto l’atteggiamento arrogante ed aggressivo della Municipale – è doveroso testimoniare di come, dirigenti e politici in primis, si cerchi di criminalizzare un comportamento indiscutibilmente pacifico come quello tenuto dalla famiglia in questione. La scelta di occupare un immobile da parte della famiglia è stata una scelta imposta dalla realtà. O così o per strada. Nella nostra città ci sono centinaia di locali pubblici tenuti sfitti, ma fino ad ora sono state fatte solo semplici promesse e un nulla di fatto. Ci chiediamo che fine facciano le decine di famiglie che ogni settimana affrontato situazioni simili a quella descritta, senza poter contare su un appoggio istituzionale e umano come avvenuto in questo caso, (per ora solo umano visto la latitanza delle istituzioni).
Attualmente, la famiglia si è trovata costretta ad accettare l’albergazione per non incorrere in inutili denunce. Purtroppo tra una settimana il rischio concreto è quello di finire in mezzo ad una strada. L’assemblea spazi sociali continuerà a seguire la faccenda monitorando i comportamenti e le eventuali proposte dell’Amministrazione.
Resta la consapevolezza che un problema reale è scoppiato e non si vedono soluzioni dalla politica istituzionale nel breve periodo. E’ importante che chiunque si trovi in questa situazione prenda il coraggio di uscire fuori e denunciare. Soluzioni individuali non portano da nessuna parte, cause collettive possono seriamente cambiare il destino dei tanti edifici pubblici sfitti e vuoti, in attesa magari di concorrere nell’ennesima speculazione edilizia. (red)

6 luglio 2011

Posted in Casa, Generale, Iniziative, Lavoro, Repressione.

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