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Azione simbolica contro i CIE al monumento dei 4 Mori

Il Governo e la giunta regionale intendono costruire entro il 2010 un
centro di espulsione per immigrati anche in Toscana. In queste strutture
si viene rinchiusi per la sola colpa di non avere i documenti in
regola. In attesa di essere deportati nel paese di provenienza si vive
in condizioni disumane, sorvegliati da militari, costretti a subire
abusi e violenze.
Nella nostra città, negli ultimi mesi, si sono svolte numerose
iniziative contro la costruzione di un Centro di Identificazione ed
Espulsione in toscana; presidi e volantinaggi portati avanti da varie
realtà del territorio sono stati preludio alla nascita di un’assemblea
cittadina contro i centri d’espulsione. Assemblea nata per lottare,
anche in collaborazione con altre realtà toscane, contro la segregazione
dei migranti in questi nuovi “lager della sicurezza”, per ribadire il
nostro NO a simili strutture, in Toscana ed ovunque.
Noi riteniamo che la mobilitazione e la sensibilizzazione su questa
tematica passino tramite l’informazione e l’azione diretta, anche
simbolica.
Con l’azione di oggi, condanniamo la politica razzista con cui le
istituzioni calpestano i più elementari diritti dell’uomo, nel silenzio
più totale delle testate giornalistiche maggiori e dei media nazionali.
Continueremo a mobilitarci per impedire la costruzione del lager toscano e per la chiusura di quelli già esistenti.

Assemblea contro i centri di espulsione.

Posted in Antirazzismo, Carcere, Iniziative.

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Carlo è vivo! i morti siete voi!

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Rassegna stampa sulla rivolta al CIE di Gradisca

da:  www.info-action.net

Da Il Piccolo del 19/07/10

Scoppia la rivolta al Cie, ustionato un algerino

di STEFANO BIZZI

GRADISCA È di un ferito il bilancio della rivolta scoppiata la scorsa
notte al Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca. Si tratta
di un nordafricano di 51 anni. L’uomo, di nazionalità algerina, si è
ustionato dopo aver dato fuoco insieme ai compagni a dei materassi al
centro del cortile della zona Blu, una delle tre in cui è diviso il Cie.
Nelle stesse ore al Cie di Milano si è scatenata una rivolta analoga:
un gruppo di oltre 100 immigrati ha inscenato un sit-in sul tetto e ha
distrutto distributori di bevande, porte, suppellettili e arredi vari.
C’è il sospetto che non siano state casuali le simultanee rivolte nei
Cie di Milano e di Gradisca. L’algerino ustionatosi a Gradisca dopo aver
ricevuto le prime cure da parte dei sanitari della struttura e dei
sanitari del 118, considerata la gravità delle ferite, ieri mattina è
stato trasferito all’ospedale di Udine dove ora si trova ricoverato nel
reparto ustionati. All’origine della rivolta scatenata dagli immigrati
ospiti a Gradisca d’Isonzo ci sarebbe il timore di imminenti rimpatri.
Da quanto si è potuto apprendere da fonti non ufficiali, a innescare la
protesta sarebbe stata proprio l’espulsione di un nordafricano a tre
giorni dalla scadenza dei sei mesi di trattenimento previsti dalla
normativa attuale. Secondo la ricostruzione, dei 140 clandestini
presenti nella struttura, a tentare la fuga sarebbe stata una trentina
di persone. I disordini sono iniziati intorno alle 21 e l’attività è
andata avanti fino alle 3 di notte. In principio la rabbia degli
immigrati si è scatenata contro le vetrate anti-sfondamento che
circondano il campetto da calcio. L’obiettivo era quello di abbattere i
vetri per poi scappare in massa scavalcando la recinzione esterna della
struttura sul lato posteriore. L’intervento degli agenti di polizia e
dei militari della Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” ha fatto
desistere il gruppo che è quindi arretrato e ha avviato un’azione
diversiva. Ammassati i materassi nel cortile della zona Blu, hanno prima
incendiato le suppellettili quindi hanno alimentato le fiamme con
l’olio da condimento della mensa che avevano conservato nelle camerate.
Una parte degli immigrati è salita sui tetti, un’altra parte, in segno
di sfida, si letteralmente messa a giocare con il fuoco. È a questo
punto che l’algerino si è provocato le ustioni. Prima di entrare
all’interno dell’area gestita dal consorzio trapanese Connecting people,
gli agenti di guardia hanno atteso l’arrivo dei colleghi del turno
successivo per avere maggiore forza d’urto. Nonostante i rinforzi, al
loro ingresso nella zona Blu i poliziotti sono stati aggrediti con
oggetti contundenti. Nessuno degli immigrati è comunque riuscito a
fuggire. Per domare l’incendio sono intervenuti anche i vigili del fuoco
del comando provinciale di Gorizia. I pompieri hanno lavorato fino alle
3 di notte. Una squadra è tornata a Gradisca anche ieri mattina per
smassare il materiale in cenere. I danni sono ancora da quantificare, ma
da una prima valutazione sarebbero ingenti. Tra le altre cose sono
state distrutte due videocamere di sorveglianza e il sistema di
controllo è stato compromesso in modo definitivo. «Sarebbe bene dividere
i soggetti pericolosi e non metterli tutti assieme a Gradisca – osserva
in proposito il segretario provinciale del Sap, il sindacato autonomo
di polizia, Angelo Obit -. Tra gli altri, al Cie di via Udine si trovano
anche soggetti sospettati di terrorismo. Sono stati spostati qui da
Bergamo».

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Da Il Messaggero Veneto del 19/07/10

Controlli a filmati e telefonate

GORIZIA.

La questura di Gorizia ha acquisito le immagini riprese dalle
telecamere del circuito di sorveglianza del Cie di Gradisca d’Isonzo,
con l’obiettivo di risalire ai responsabili dei disordini avvenuti nella
notte di sabato all’interno del centro. Gli investigatori non escludono
che la rivolta possa essere in qualche modo collegata agli episodi
avvenuti contemporaneamente nell’analoga struttura di Milano: sono in
corso accertamenti da parte della Digos anche sulle telefonate. Secondo
la ricostruzione fornita dagli uffici della Prefettura di Gorizia, nei
disordini sono stati coinvolti una settantina di ospiti del centro, di
cui una trentina ha invano tentato di scavalcare le recinzioni,
incendiando materassi e suppellettili e rendendo necessario l’intervento
dei Vigili del Fuoco. Attualmente in Italia, secondo quanto riporta il
sito del ministero dell’Interno, ci sono 13 Centri di identificazione
temporanea con una capacità complessiva di 1.920 posti, una capienza che
è comunque soggetta a variazioni in caso di eventuali lavori di
manutenzione. Si tratta di Bari-Palese (196 posti), Bologna (95),
Caltanissetta (96), Lamezia Terme (75), Gradisca d’Isonzo (248), Milano
(132), Modena (60), Roma (364), Torino (204), Trapani (43), Brindisi
(83), Lampedusa (200) e Crotone (124). A questi, ha detto il ministro
dell’Interno Roberto Maroni lo scorso 5 luglio a Trieste, se ne
aggiungeranno entro la fine dell’anno altri quattro: uno in Veneto, uno
in Toscana, uno nelle Marche e uno in Campania.

Dal centro di Milano scappano in tre: una coincidenza che
insospettisce

MILANO. Non si esclude una «regia» unica tra la rivolta di Milano e
quella avvenuta, la scorsa notte alla stessa ora al centro di Gradisca. A
Milano la rivolta è scoppiata al Cie di via Corelli che ospita poco più
di 100 immigrati attorno a mezzanotte e mezza di sabato. Un gruppo ha
distrutto suppellettili e ha inscenato un sit-in sul tetto. Alcuni
immigrati hanno tentato di scavalcare le recinzioni e la fuga. In un
primo momento il peggio sembrava scongiurato, ma poi si sono perse le
tracce di tre immigrati. Nel frattempo altri due immigrati erano
ricoverati per accertamenti rispettivamente al San Raffaele e al
Policlinico, mentre sei poliziotti e un militare erano costretti a cure
mediche. Secondo quanto si è appreso la protesta sarebbe stata motivata
da quelle che sono definite le «pessime condizioni» di accoglienza nel
Cie di Milano. Sono state danneggiate le macchine di distribuzione di
bevande, porte, suppellettili e arredi del Cie. I tentativi di fuga dai
Centri di identificazione di Milano e Gradisca d’Isonzo sono l’ennesimo
campanello d’allarme: la situazione nei Cie, dopo l’entrata in vigore
del pacchetto sicurezza che ha allungato da 2 a 6 mesi i tempi di
trattenimento dei clandestini, «rischia di rivelarsi esplosiva». Medici
senza frontiere aveva dato l’allarme già a febbraio, pubblicando il
rapporto «Al di là del muro», un viaggio all’interno dei Centri per gli
immigrati svolto tra l’inverno del 2008 e l’estate del 2009. E sono
diversi i motivi per i quali i 13 Cie italiani, sottolinea Msf nel suo
rapporto, rischiano di esplodere: la «mancanza di linee guida per la
pianificazione e la gestione dei servizi, elevata presenza di stranieri
ex detenuti (40%), promiscuità tra trattenuti con condizioni sociali,
legali e psicofisiche eterogenee». Ma soprattutto, segnalava Msf,
«l’allungamento da 60 a 180 giorni del limite massimo di trattenimento
sembra determinare uno stravolgimento definitivo della funzione
originaria della detenzione amministrativa: non più una misura
straordinaria e temporanea di limitazione della libertà per attuare
l’allontanamento, ma una sanzione, estranea tuttavia alle garanzie e ai
luoghi del sistema penale». Una misura che «se attuata con rigore,
rischia di rendere ancora più esplosivo il clima all’interno dei
centri». Proprio la «carenza di attività ricreative» per occupare gli
immigrati, «obbligandoli ad un’inattività forzata» è, secondo Msf, il
punto su cui bisognerebbe intervenire con la massima attenzione. Nel Cie
di Gradisca d’Isonzo, per esempio, spazi abitativi e bagni «sono molto
spaziosi e in buone condizioni» ma «le condizioni di trattenimento
appaiono seriamente compromesse dall’assenza di attività ricreative».

Disordini e tentativo di fuga al Cie di Gradisca

GRADISCA D’ISONZO. Disordini e un tentativo di fuga, da parte di una
settantina di persone, sono avvenute nella notte fra sabato e domenica
all’interno del Cie di Gradisca d’Isonzo. La protesta –
contemporaneamente organizzata al Cie di Milano – è stata inscenata sui
tetti della struttura, che ospita circa 140 immigrati clandestini. I
protagonisti dell’episodio, fallito il tentativo di scavalcare la
recinzione del centro, hanno dato fuoco ad alcune suppellettili. Ha
avuto la peggio un algerino di 51 anni, trasportato d’urgenza al reparto
di chirurgia plastica dell’ospedale di Udine, per ustioni diffuse su
tutto il corpo. Stando alle prime ricostruzioni i primi disordini si
sono registrati poco dopo le 21.30, coinvolgendo i circa settanta
clandestini ospitati in quel momento nella cosiddetta “zona blu”, una
delle due sezioni in cui è diviso il Cie di via Udine, dove sono
complessivamente trattenute circa 140 persone (a fronte di una capacità
di 195 posti). A scatenare la sommossa, l’imminente avvio di una serie
di rimpatri da parte delle forze dell’ordine. La rivolta si è quindi
estesa anche al di fuori della zona notte, con gli immigrati che, una
volta guadagnati gli spazi esterni, hanno a più riprese tentato di
sfondare le lastre antisfondamento che separano la zona notte dal
campetto di calcio. Una trentina ha quindi preso di mira le grate
posizionate sui soffitti delle camerate e dei corridoi, riuscendo a
guadagnare il tetto, da dove ha tentato, inutilmente, la fuga.
L’immediato intervento delle forze dell’ordine ha impedito un’evasione
di massa, ma non ha impedito che i rivoltosi distruggessero
definitivamente il sistema anti-intrusione a infrarossi (già danneggiato
nel corso di precedenti rivolte e per questo non attivato al momento
della rivolta) e due telecamere del circuito interno. In più zone, poi,
sono stati bruciati materassi e altre suppellettili, rendendo necessario
l’intervento dei Vigili del Fuoco di Gorizia, arrivati nella struttura
isontina verso le 23.30. Nell’occasione un 51enne immigrato algerino,
per protesta, si è gettato sul fuoco, rimediando ustioni su tutto il
corpo. Immediatamente soccorso e trasferito nel centro medico interno al
Cie, l’uomo è stato medicato e, su indicazione del personale medico,
trasferito all’ospedale di Udine, dove è stato accolto nel reparto di
chirurgia plastica. Poco dopo l’una di notte, sfruttando il cambio del
turno e una forza operativa praticamente doppia rispetto alla norma,
finalmente le forze dell’ordine sono potute intervenire all’interno
della struttura per placare i rivoltosi. Voci ancora non confermate
riferiscono di scontri tra le parti, con i poliziotti che avrebbero
trovato una decisa resistenza da parte degli immigrati, armati di
spranghe e altri oggetti contundenti. Soltanto verso le 2 di notte,
confinati gli immigrati in alcune camerate, i vigili del fuoco sono
intervenuti all’interno della struttura, completando la messa in
sicurezza un’ora più tardi, poco prima delle tre di notte. Gli
inquirenti della Questura isontina stanno, ora, analizzando i filmati
della rivolta e i tabulati delle utenze telefoniche degli ospiti del
Cie: si ritiene ci possa essere una connessione con l’analoga rivolta
avvenuta nel Cie di Milano pressappoco la stessa ora. Marco Ceci

Posted in Antirazzismo, Carcere.

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La Crisi continua…e noi continuiamo a pagarla. Martedì 20 incontro all’Arena Astra

lavoro_precarioLIVORNO. Quasi quattromila unità di lavoro in
meno in due anni  con centinaia di cassintegrati che diventeranno a
breve disoccupati e con un costo economico che, mediamente, si aggirerà
sui 5mila euro a testa. E, nonostante le stime parlino di una leggera
ripresa già per quest’anno, la situazione non è destinata a raddrizzarsi
né in tempi brevi né in modi semplici: per arrivare ai livelli del 2007
si dovrà attendere almeno il 2015…..questo il Tirreno il 13
luglio…

In realtà i posti persi sono di più :
contratti a termine non rinnovati, classi delle scuole ridotte con
insegnanti precari e personale tecnico della scuola mandato a casa….ecc…

Inoltre i lavoratori sono colpiti
duramente dalla finanziaria di Tremonti: direttamente quelli del
pubblico impiego con il blocco dei contratti , indirettamente tutti con i
tagli ai servizi sociali….

C’è la necessita di una risposta forte e
unita dei lavoratori per rispondere a questa situazione, unificare le
lotte fra lavoratori, comprendere che ogni posto di lavoro perso è un
indebolimento di tutti e di tutte.

Per questo bisogna essere solidali
,sostenere  le vertenze e mobilitazioni di lavoratrici e lavoratori
spesso scollegate tra loro e in settori differenti, accomunati
però dalla materiale condizione di vita e di sfruttamento e dalla
volontà di resistere agli effetti devastanti della crisi, che i padroni,
i banchieri e gli speculatori stanno facendo pagare alle classi
lavoratrici e alle loro famiglie.

Il Comitato per la difesa del diritto al
lavoro chiama i lavoratori e le lavoratrici ad un incontro per
discutere della situazione di crisi che viviamo in città e provincia,
per cercare di costruire un fronte di lotta e le risposte di
mobilitazione  costruite dal basso che unifichino le vertenze.

Martedi 20 ore 21,00 Arena Astra
(davanti al cantiere) incontro organizzato dal Comitato Per la difesa
del diritto al Lavoro

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TRE GIORNI DI FESTA PER UMANITA’ NOVA A TORANO (Carrara)

Tre giornate di iniziative
e propaganda a
sostegno
di UMANITA’ NOVA 

Carrara
fraz.
Torano
Ex scuola
elementare Domenico Guidi
16/17/18 luglio
2010

Programma
Venerdì 16 luglio
Ore 17.30 Incontro con la
Redazione di Umanità Nova
Ore 19.00 Presentazione del libro “Parole
in libertà” di Massimiliano Ilari. Sarà presente l’autore.
Ore 20.30
Cena
Ore 22.00 Concerto
Addetti alla nostalgia Soc. Coop.
Sabato
17 luglio
Ore 11.30 Incontro/Dibattito con il Comitato di difesa del
Palazzo del Politeama.
Ore 12.30 Pranzo
Ore 17.00
Incontro/dibattito su C.I.E.: situazione Toscana
Ore 20.30 Cena
Ore
22.00 Concerto
RadioZero;
Ore 23.30 Concerto
Antica Rumeria
Lagrima de Oro
Domenica 18 luglio
Ore 11.30 Assemblea conclusiva
della festa
Ore 12.30 Pranzo

a cura di:
Gruppo Germinal
FAI, Carrara
Circolo Goliardo Fiaschi, Carrara
Associazione
Archivio Germinal, Carrara
Gruppo E.Malatesta FAI, Gragnana
Circolo
Lodovici Vico, Torano

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Da Tychy, una lettera di solidarietà ai licenziati fiat

Colleghi di Fiat Italia,

noi ammiriamo enormemente la vostra lotta contro gli attacchi alle
vostre condizioni di lavoro e i vostri diritti fondamentali.

Il licenziamento di Pino Capozzi mostra la vera natura dell’azienda
per cui lavoriamo. E’ un attacco al diritto basilare dei lavoratori di
poter protestare e dissentire con le scelte della dirigenza.
Stiamo assistendo alla crescita di un nuovo totalitarismo – quello che
viene chiamato “Corporate Power”. Nei luoghi in cui i lavoratori sono
troppo deboli per resistere esso si configura come un vero e proprio
sistema di terrore.

Disgraziatamente i sindacati qui a Tychy hanno deciso che noi
dobbiamo starcene tranquilli, da bravi servi, e pregare Fiat di non
toglierci il lavoro.
Ma alcuni di noi domani lavoreranno molto, molto lentamente. Sarà un
piccolo segno di solidarietà verso di voi.

Tychy, 15 luglio 2010
(http://libcom.org/news/strikes-fiat-letter-solidarity-…)

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SOSTEGNO AI COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE


Il Collettivo
Anarchico Libertario e la Federazione Anarchica Livornese
tornano ad esprimere il proprio sostegno a tutti i compagni colpiti
dalla repressione per i fatti dell’11 ottobre 2009 a Pistoia. In
particolare si rende necessario denunciare, ancora una volta,
l’atteggiamento persecutorio nei confronti dei quattro livornesi che
ancora dopo mesi, subiscono il regime delle misure di sorveglianza.
Sin dall’11 ottobre, con l’irruzione delle forze dell’ordine
nell’assemblea che si teneva presso l’ex circolo Primo Maggio, con il
sequestro di tutti i presenti, portati nella Questura di Pistoia, è
stato chiaro che si stava preparando una montatura, una vera e propria
operazione repressiva.
L’uso stesso del reato di devastazione e saccheggio, applicato per i
responsabili della strage del Vajont, non è che un modo per colpire più
duramente chi è solo colpevole di portare avanti percorsi di lotta
sociale e politica, questo reato infatti è stato spesso utilizzato negli
ultimi anni, col solo scopo di criminalizzare le lotte.

Nel denunciare questa grave montatura che sta colpendo compagni di varie
località della toscana, ci impegnamo a sostenere Alessandro,
Elisabetta, Selvaggio e Vittorio affinché si possa al più presto far
crollare l’intera operazione repressiva, a cominciare dalla fine delle
misure di sorveglianza.

Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

16/07/2010

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LIVORNO: SABATO 17 SERATA DI MOBILITAZIONE CONTRO I CENTRI DI ESPULSIONE

SABATO 17 SERATA DI MOBILITAZIONE CONTRO I CENTRI DI ESPULSIONE  IN PIAZZA XX SETTEMBRE DALLE ORE 18:30

Negli ultimi mesi anche a Livorno, come
in altre località della toscana, è iniziata una mobilitazione
contro la costruzione di un Centro di Identificazione ed Espulsione
(C.I.E.) nel territorio regionale.

Con il varo del pacchetto
sicurezza da parte del governo Berlusconi, quelli che erano
stai creati come Centri di Permanenza Temporanea con la legge
Turco-Napolitano sotto il governo di centro sinistra nel 1998, sono
diventati C.I.E., confermando il loro ruolo di strumento di ricatto
nei confronti della popolazione immigrata. I migranti, sempre più
sfruttati, sono costretti a vivere sotto la minaccia della detenzione
amministrativa fino a sei mesi e alla deportazione nei paesi dai
quali sono fuggiti. Le notizie che giungono dai 13 centri già
esistenti in Italia parlano di continue rivolte, proteste e scioperi
della fame contro le condizioni disumane e le violenze subite.
Già da inizio anno il ministro dell’interno Maroni aveva annunciato
la costruzione di un C.I.E. in Toscana entro il 2010, decisione
sostenuta anche dalla giunta regionale. Sembra che negli ultimi giorni
si sia sciolto il nodo del luogo di realizzazione del C.I.E. toscano,
Maroni ha infatti comunicato di aver individuato un area presso Campi
Bisenzio. E’ ancora più urgente quindi che tutti gli antirazzisti si
mobilitino per impedire la costruzione del C.I.E.

Il percorso di mobilitazione
sviluppatosi nella nostra città, è composto da diverse
organizzazioni e singoli che intendono lottare contro l’apertura di
un lager per migranti in toscana e per la chiusura di tutti quelli
già esistenti. Dopo una serie di iniziative e presidi in centro, si
è formata in città l’ Assemblea contro i Centri di Espulsione. Dopo aver
contestato sabato scorso la politica razzista della regione
toscana al Meeting Antirazzista, l’Assemblea sarà nuovamente in piazza
sabato
prossimo, 17 luglio, per una serata di mobilitazione contro i C.I.E.

Sabato 17, in Piazza XX settembre,
saremo presenti dal tardo pomeriggio fino a tutta la serata con una
mostra contro i centri di espulsione, musica, dibattito ed interventi
al microfono. Alle ore 18:30 si aprirà il dibattito che vedrà la
presenza di Antonio D’errico del Comitato Antirazzista di Milano.

Dalle 20:30 cena sociale in piazza ed a
seguire musica dal vivo con canti popolari. Invitiamo tutti gli
antirazzisti e le antirazziste a partecipare al dibattito ed agli
altri momenti della serata, ed a seguire le prossime iniziative
dell’Assemblea contro i Centri di Espulsione per bloccare la
costruzione di un nuovo lager anche in toscana.


Assemblea contro i Centri di Espulsione

15/07/2010

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Rivolte nei cie di Torino e Trapani

Torino. Rivolta al CIE, occupata la Croce Rossa

Torino 14 luglio.
Oggi la deportazione tocca a tre “ospiti” del CIE, ma
nei prossimi
giorni potrebbero essere molti di più, perché l’accordo
stretto dal
governo con l’Algeria e la Tunisia consente espulsioni di
massa verso
i due paesi del nordafrica.
Il 12 luglio in un’intervista a “La
Padania” Maroni aveva dichiarato: è
“un passo meno eclatante dal
punto di vista mediatico rispetto all’accordo
con la Libia e tuttavia
è ugualmente, e sottolineo ugualmente,
importante”.

Intorno
alle 15 divampa la rivolta al CIE di corso Brunelleschi.
Alla fine la
polizia porta via due “ospiti” su tre. Gli immigrati dentro
riferiscono
che uno esce dal CIE pesto e sanguinante.
I prigionieri reagiscono
spaccando suppellettili e dando fuoco ai
materassi. Un’intera sezione
del CIE è resa inagibile: a nulla valgono gli
sforzi dei vigili del
fuoco chiamati a spegnere l’incendio. Alcuni
immigrati salgono sul
tetto.
Intorno alle 17 davanti al CIE si raduna un presidio di una
cinquantina di
solidali, che batte sui pali, fischia, urla per oltre
due ore, nonostante
il temporale che si abbatte sulla zona. I ragazzi
sul tetto si sbracciano
per salutare.
Si ha notizia di vari
feriti, forse portati in ospedale. Solo più tardi si
saprà che ci
sono feriti lasciati senza cure.
Un immigrato egiziano si taglia con
le lamette le braccia e il corpo: 10
poliziotti lo pestano a sangue.
Viene portato in ospedale intorno alle 21.
Ai volontari
dell’ambulanza viene imposto di non portarlo all’ospedale più
vicino,
il Martini di via Tofane, ma alle Molinette. Viene spiegato loro
che
si tratta di motivi di “ordine pubblico”. L’unico motivo di “ordine
pubblico”
è evitare la presenza degli antirazzisti. La notizia filtra
ugualmente:
la solidarietà è più forte dei trucchi della polizia.
Gli immigrati
pesti e bagnati vengono lasciati nel cortile sino alle 20,
quando
sono rinchiusi nella sezione femminile. Non ricevono né cibo né
acqua
sino alle 21,30, quando – da sotto le porte – viene passato loro
qualcosa
da mangiare. “Ce l’hanno allungato come ai cani” dicono. Uno di
loro
si è ustionato alle mani e ai piedi durante l’incendio della sezione:
chiede
aiuto ma nessuno lo ascolta.

Un gruppo di antirazzisti della
rete “10luglioAntirazzista” decide di
occupare il cortile della Croce
Rossa in via Bologna, consentendo
ovviamente alle ambulanze ed alle
auto di entrare e uscire.
Gli antirazzisti entrano nel cortile,
aprono lo striscione “Torino è
antirazzista” e chiedono inutilmente
di parlare con un responsabile per
avere spiegazioni sulle cure
negate ai feriti nel CIE. Quelli della Croce
Rossa, con
l’imperturbabilità di chi gestisce un lager, chiamano la
polizia.
Gli
antirazzisti decidono di restare finché non siano garantite le cure ai
reclusi
del CIE.
Dopo un po’ oltre alla digos arrivano anche quelli
dell’antisommossa.
La digos inizialmente nega la presenza di feriti,
poi l’ammette
minimizzando, infine, dopo tre lunghe ore, annuncia che
la guardia medica
visiterà l’immigrato ustionato.
È l’una quando
chiamano dal CIE per annunciare che finalmente è arrivato
il medico e
il ragazzo ferito è stato portato in infermeria.

Per info e
contatti:
“10luglioAntirazzista”
www.no-cie.noblogs.org
noracism@inventati.org
338
6594361

Trapani. Rivolta al CIE

Si è conclusa con quattro arresti la
rivolta divampata al CIE “Serraino
Vulpitta” dopo un tentativo di
fuga fallito.

Riportiamo di seguito il comunicato del
Coordinamento per la pace di
Trapani e due lanci di agenzia sulla
vicenda.

Rivolta al CIE “Serraino Vulpitta” – solidarietà agli
immigrati

La rabbia e la disperazione tornano a esplodere nel CIE
“Serraino
Vulpitta” di Trapani: l’ennesima rivolta che dimostra
quanto sia forte la
voglia di libertà di chi desidera vivere
degnamente la propria vita fuori
da queste strutture detentive,
contro le leggi razziste e le criminali
frontiere della Fortezza
Europa. Un episodio che conferma la quotidiana
insostenibilità delle
politiche repressive nei confronti degli immigrati.
Repressione che
non accenna a esaurirsi ma che, anzi, il governo intende
rilanciare.
Non solo con l’apertura di nuovi Centri di Identificazione ed
Espulsione
in tutta Italia, ma anche con l’annunciata esecuzione urgente
dei
rimpatri di massa di immigrati tunisini e algerini in virtù dei
recenti
accordi tra Italia, Tunisia e Algeria. Dal Viminale fanno sapere
che
le deportazioni – perché di questo si tratta – saranno giornaliere
fino
a “esaurimento delle persone raggiunte da espulsione che si trovano
nei
CIE”.
Un’altra vergognosa dichiarazione di guerra a un’umanità
schiacciata
dall’ingiustizia e dallo sfruttamento.

Coordinamento
per la Pace – Trapani
coordinamentoperlapace@yahoo.it
http://coordinamentoperlapacetp.wordpress.com
14/07/2010

AGI
15:52
14 LUG 2010
(AGI) – Trapani, 14 lug. – Si e’ concluso con quattro
nordafricani
arrestati e alcuni agenti di polizia contusi un
tentativo di fuga attuato
da almeno cinquanta extracomunitari nel
centro di trattenimento temporaneo
“Serraino Vulpitta” di Trapani.
L’episodio sarebbe avvenuto ieri sera, ma
non trova ancora conferme
ufficiali da parte della Questura. Gli
extracomunitari avrebbero
comunque aggredito in massa uno schieramento di
agenti di polizia,
anche con lanci di suppellettili. I poliziotti sono
riusciti infine a
sedare la rivolta, bloccando quattro rivoltosi, tunisini
e
marocchini.
Sono accusati di e resistenza e lesioni a pubblico
ufficiale.
Gli agenti rimasti contusi nello scontro sono stati
medicati al pronto
soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate di
Trapani e dimessi con
prognosi di pochi giorni. I quattro
nordafricani sono stati invece reclusi
nella casa circondariale
trapanese e sono in attesa del giudizio
direttissimo. (AGI)
Cli/Pa/Rap

http://www.agi.it/palermo/notizie/201007141552-cro-rt10204-immigrati_tentano_fuga_in_massa_da_cpt_trapani_4_arresti

(ANSA)
– TRAPANI, 14 LUG – Un tentativo di fuga dal Cie ”Serraino
Vulpitta”
di Trapani, organizzato da un gruppo di extracomunitari è stato
bloccato
sul nascere. Vedendo i poliziotti gli immigrati si sarebbero
scagliati
contro di loro e nella colluttazione, alcuni agenti sono rimasti
leggermente
feriti. Quattro immigrati sono stati arrestati con l’accusa di
resistenza
a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento.

Per info e
contatti:
Federazione Anarchica Torinese
Corso Palermo 46 –
riunioni ogni giovedì dalle 21
338 6594361 – fai_to@yahoo.it

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SABATO SERATA CONTRO I CENTRI DI ESPULSIONE IN PIAZZA XX SETTEMBRE

 

 

 

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