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SABATO 5 PRESIDIO INFORMATIVO SULLA REPRESSIONE-MERCOLEDI’ 9 ASSEMBLEA APERTA CONTRO LA REPRESSIONE

Per oggi, sabato 5 dicembre, il Collettivo Anarchico Libertario, ha organizzato un presidio informativo contro la repressione.
saremo in Piazza Grande, all’angolo con V.Pieroni, dalle ore 16.
Mercoledì 9/12, ALLE ORE 21:30, invece ci sarà presso la FAL in V.degli Asili una assemblea aperta
contro la repressione, in vista del corteo del 12 dicembre.
L’assemblea è organizzata sia dal Collettivo Anarchico Libertario che dalla Federazione Anarchica Livornese.

Segue il testo del volantino che sarà distribuito:

Libertà per gli arrestati!


CORTEO CONTRO LA REPRESSIONE ED IL
FASCISMO A FIRENZE

12 DICEMBRE ORE 15:30 P.ZZA S. MARCO


-PER ANDARE IN TRENO ORE 13:30 STAZIONE
DI LIVORNO


L’11 ottobre a Pistoia viene
danneggiata una sede fascista, all’interno c’è anche un consigliere
comunale pistoiese del PDL.

La Questura per dare una risposta,
scatena, dopo poche ore, una vera e propria operazione repressiva,
facendo irruzione in una

assemblea regionale contro le ronde che si
stava svolgendo a poche centinaia di metri da dove è avvenuto il
fatto.

Vengono perquisiti i locali ed
identificati i partecipanti. I presenti vengono poi condotti

In questura, dove passeranno la notte,
9 di loro saranno poi denunciati, di questi 3 saranno posti agli
arresti.

Questi provvedimenti vengono presi
nonostante le perquisizioni non abbiano fatto emergere prove sul
coinvolgimento

di queste persone e nonostante le stesse, proprio al
momento in cui è stato compiuto il danneggiamento, stessero
partecipando all’assemblea.

Il 9 novembre altri 4 tra i denunciati
vengono posti agli arresti. Sono quindi in tutto 7 arrestati, 6 ai
domiciliari ed uno in carcere.

Questi gravi fatti si inseriscono in un
più ampio quadro nazionale, che vede una repressione sempre più
dura nei confronti di tutte quelle forze

che lottano sul proprio
territorio contro lo sfruttamento e contro una società sempre più
autoritaria e xenofoba. Per dare una risposta a questa situazione,

è
stata indetta da varie realtà della Toscana una mobilitazione per
sabato 12 dicembre a Firenze. Saremo in piazza anche noi,

a
quarant’anni dalla strage impunita di Piazza Fontana, per la
liberazione degli arrestati ed il ritiro delle denunce per i fatti di
Pistoia,

e contro la generale stretta repressiva.


MERCOLEDI’ 9 DICEMBRE ore 21:30

ASSEMBLEA APERTA CONTRO LA REPRESSIONE

IN VISTA DEL CORTEO DEL 12 A FIRENZE

Presso la F.A.L. in V.degli Asili 33



Collettivo Anarchico Libertario

Federazione Anarchica Livornese -F.A.I.

Posted in Iniziative.


CORTEO REGIONALE CONTRO LA REPRESSIONE

12 dicembre 1969 – 12 dicembre 2009
L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA
LIBERTA’ PER GLI ARRESTATI


A 40 anni dalla strage impunita di Piazza Fontana, che segnò
l´inizio della strategia della tensione e l´uso dei teoremi giudiziari
e dei gruppi neofascisti come manovalanza reazionaria, saremo in piazza
a manifestare perché oggi è necessario ribadire che l´antifascismo è
una pratica quotidiana di aggregazione, impegno e socialità, antidoto
ad un clima generale fatto di "pacchetti sicurezza" e campagne di odio
alimentate ormai da anni da un ceto politico screditato che attraverso
la criminalizzazione di gruppi etnici, settori sociali ed esperienze
politiche di base, cerca consensi e legittimità.
In un paese in profonda crisi politica, economica e culturale, sono
infatti la repressione, l´intolleranza e l´odio per un presunto diverso
che stanno prevalendo. Si scaricano così tensioni sociali sulle
categorie più deboli come gli immigrati e si reprime ogni forma di
resistenza sul territorio. Un paese dove si muore pestati nelle celle,
dove le carceri scoppiano, dove vige la caccia al rom, dove un gruppo
di squadristi con a capo il padrone fa irruzione in una fabbrica
occupata dai lavoratori senza stipendio da mesi – come all´Eutelia di
Roma – e dove continuano a morire tre lavoratori al giorno. Un paese
dove 5 studenti sono arrestati per rapina per non avere pagato 500
fotocopie. Un paese dove gli immigrati sono soggetti a leggi speciali,
con carceri speciali, extragiudiziali come CPT e CIE, continuamente
vessati nei loro diritti ed affetti, forza lavoro da sfruttare
attraverso il ricatto. Un paese dove immigrati, omosessuali e trans
sono vittime continuamente di aggressioni fasciste. Dove il ruolo della
donna è relegato tra la "velina" e la brava casalinga.
Non può stupire quindi che si legalizzino le ronde dei "cittadini" e
che i nuovi gruppi fascisti siano protetti e finanziati in tutta
Italia, usati nel tentativo di intercettare consenso e disagio tra i
giovani e nei quartieri popolari.


Questo sta accadendo anche in Toscana: 7 persone arrestate tra
Pistoia e Livorno per i danneggiamenti della sede di Casapound Pistoia,
1 ragazzo arrestato per aver messo un petardo a Firenze ed 11
antifascisti accusati di tentata rissa perquisiti con cani
antiesplosivo e costretti al prelievo del DNA semplicemente per aver
risposto ad una chiamata d´aiuto di una ragazza minacciata da un gruppo
di neofascisti. Appare chiara la strumentalizzazione di queste
operazioni di Procure e polizie toscane, in cui si continua a costruire
teoremi, usando categorie come quella del terrorismo per isolare e
indicare al pubblico disprezzo compagni antifascisti e militanti
politici, per ridurre al silenzio tutto un movimento forte e radicato,
garantendo invece legittimità, soldi e agibilità a gruppuscoli
fascisti. Una regione in cui 90 militari dell´Arma fanno irruzione
nelle case occupate dal Movimento di Lotta per la Casa dove vivono
rifugiati politici ed immigrati, spaccando tutto e denunciando gli
abitanti con il solo scopo intimidatorio, mentre in galera vengono
lasciati morire ragazzi come Yassin, 17 anni, suicida a Firenze nel
carcere minorile. Dove altri ragazzi 17enni sono invece colpiti da
denunce, avvisi orali, intimidazioni per frenarne l´impegno e
l´attività politica.
Una regione dove però esiste ancora un tessuto sociale e popolare
antifascista ed antirazzista, che rifiuta i fascisti, che rifiuta i
CIE, che parla di unità oltre i colori della pelle, dove le
mobilitazioni per la libertà degli antifascisti arrestati sono
partecipate e diffuse.
Il 12 dicembre la Toscana antifascista ed antirazzista sarà in piazza
perché di fronte a tutto questo non si può più stare in silenzio!!!!


Saremo in piazza contro arresti, perquisizioni, inchieste e teoremi,
per la libertà delle persone arrestate, per dire che continueremo le
nostre lotte sul territorio, nelle scuole e nei posti di lavoro e
contro la costruzione di un CIE in Toscana; saremo in piazza perché per
noi sicurezza significa un posto di lavoro sicuro, una casa per tutti,
una scuola pubblica, per rafforzare reti e relazioni sociali capaci di
rispondere alla gravità di quanto sta accadendo.


12 DICEMBRE 2009 MANIFESTAZIONE REGIONALE
ORE 15.30 Piazza San Marco – Firenze


TOSCANA ANTIFASCISTA

Posted in Repressione.


Riunione anarchica toscana sulla repressione il 6 novembre a Firenze

 6 DICEMBRE (domenica)

a partire dalle ore 12

al "circolino anarchico"

via dei conciatori 2 Firenze.


 

è convocata una riunione toscana anarchica,

per discutere della Repressione

in atto in Toscana,

sulle iniziative in futuro.

Posted in Iniziative.


Sabato 28 presidio informativo contro la repressione

Il Collettivo Anarchico
Libertario di Livorno organizzerà per sabato 28 novembre e sabato 5
dicembre dei presidi in P.zza Grande contro la repressione, per la
liberazione degli arrestati di Pistoia, anche in vista del corteo
contro il fascismo e la repressione che si terrà a Firenze il 12
dicembre.

Domani
saremo in P.zza Grande dalle ore 16:30 con stampa, striscioni e
volantini. Segue il testo del volantino che sarà distribuito.

 

 

LIBERTA’
PER I COMPAGNI ARRESTATI!


Sono
ancora agli arresti le persone accusate di aver danneggiato una sede
fascista a Pistoia.

Sono
4 livornesi e 2 Pistoiesi ai domiciliari ed un giovane di Colle Val
d’Elsa in carcere.

 

Contro queste persone
, che al momento dei fatti stavano partecipando ad una assemblea, la
Questura di Pistoia ha scatenato una vera e propria operazione
repressiva.


Segue
un breve riassunto dei fatti:

-L’11
ottobre scorso, a Pistoia, si svolge, in un circolo ARCI, una
assemblea contro le ronde, alla quale partecipano persone da diverse
località della toscana.


-Nel
pomeriggio dello stesso giorno viene danneggiata la sede di un
circolo neofascista, all’interno c’era anche un consigliere comunale
del PDL di Pistoia.


-La
Questura di Pistoia, non riuscendo a trovare i responsabili dei
fatti, scatena subito un’operazione repressiva.


-Tre
ore dopo i fatti in questione, le “forze dell’ordine” fanno
irruzione nel circolo ARCI, interrompendo l’assemblea in corso,
identificando tutti i presenti ed effettuando perquisizioni che non
fanno emergere alcun rapporto tra i presenti ed i danneggiamenti alla
sede fascista.


-Ciò
nonostante, tutti i presenti vengono portati in Questura per
accertamenti, dove rimarranno tutta la notte mentre fuori avrà luogo
un presidio per l’immediato rilascio dei fermati.


-All’alba
del 12 ottobre sono 9 le persone denunciate. Gli arrestati, che
inizialmente erano 3, dopo quasi un mese salgono a 7, delle quali 6
ai domiciliari ed una in carcere. Sette persone private della propria
libertà per reati che non hanno mai commesso.


-Immediatamente,
in tutta la regione, si sono svolte mobilitazioni in tutta la
regione. Ci sono state, a diversi livelli, iniziative di solidarietà
a favore della liberazione degli arrestati, contro l’ennesima
operazione repressiva nei confronti di chi lotta.


Questi
gravi fatti si inseriscono in un più ampio quadro nazionale, che
vede una repressione sempre più dura nei confronti di tutte quelle
forze che lottano sul proprio territorio contro lo sfruttamento e
contro una società sempre più autoritaria e xenofoba.

Ogni giorno ci giungono
notizie che confermano questa situazione politica e sociale. Basti
pensare alla repressione delle lotte operaie, con la polizia che
carica i lavoratori, con i padroni che usano polizia privata per
sgomberare con la forza gli stabilimenti occupati e minacciare gli
operai. Basti pensare a Firenze dove si perseguitano gli
antifascisti, gli studenti, gli immigrati e gli occupanti di case,
dove le autorità vorrebbero sgomberare gli spazi liberati. Basti
pensare a Milano dove 5 studenti sono stati denunciati per rapina
perché non avevano pagato 500 fotocopie. Basti pensare alla
condizione della popolazione immigrata, ridotta a forza lavoro da
sfruttare attraverso il ricatto, costretta a subire discriminazioni e
vessazioni istituzionalizzate da vere e proprie leggi speciali.

Per
dare una risposta a questa situazione, è stata indetta da numerose
realtà della toscana una mobilitazione per sabato 12 dicembre a
Firenze. Saremo in piazza anche noi, a quarant’anni dalla strage
impunita di Piazza Fontana, per la liberazione degli arrestati ed il
ritiro delle denunce per i fatti di Pistoia, contro la generale
stretta repressiva.


TUTTI
LIBERI SUBITO!

Non
c’è sbirro non c’è fascio che ci possa piegar mai”

Collettivo
Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it
– http://collettivoanarchico.noblogs.org/

 

 

Posted in Iniziative.


Scontri a Torino: calci e pugni tra politici mafiosi del Pdl e studenti

Posted in Scuola/Università.


Alcoa/ Alta tensione a Portovesme “sequestrata” la fabbrica

da: http://www.apcom.net/newscronaca/20091120_214800_3d845f8_76746.html

21:48 – CRONACA- 20 NOV 2009

Alcoa/ Alta tensione a Portovesme "sequestrata" la fabbrica
 
video di reivendicazione da cui è tratta l’immagine:

http://www.youtube.com/watch?v=_ZVFEjNHqjQ&feature=player_embedded


Rivendicazione video: presi i manager, ma Cgil frena:sono con noi


Milano, 20 nov. (Apcom) –
Una giornata di alta
tensione alla Alcoa di Portovesme, in provincia di Carbonia Iglesias,
dopo che la multinazionale dell’alluminio ha deciso di sospendere la
produzione nei due stabilimenti italiani, quello in Sardegna e quello
di Fusina in Veneto. L’azienda di Pittsburgh ha reagito così alla
decisione della Commissione europea che ha chiesto di restituire gli
aiuti ricevuti sul prezzo dell’elettricità. La notizia, ha fatto sapere
la Cgil Sarda, è arrivata improvvisa e inattesa e, come ha spiegato il
segretario regionale Enzo Costa, "Con una notizia come quella la
fabbrica si ferma".
Gli operai si sono subito riuniti in assemblea e la tensione è salita
al massimo quando i lavoratori hanno deciso di "sequestrare" lo
stabilimento e quindi è stato diffuso un video nel quale due uomini con
il volto coperto hanno rivendicato l’azione. "Abbiamo sequestrato lo
stabilimento con tutti i dirigenti dentro – hanno detto – la
dichiarazione dell’Alcoa che chiude gli stabilimenti non può essere
messa in atto. Togliamo il sequestro solamente dopo che l’Alcoa toglie
la dichiarazione". Con il passare delle ore la situazione è andata
tranquillizandosi e la Cgil ha ribadito che "non c’è nessun sequestro,
i dirigenti sono rimasti di loro iniziativa, è una decisione che
riguarda tutti e che ha sorpreso tutti. Domani mattina alle 9 – ha
spiegato Costa – ci sarà un’assemblea aperta a tutte le associazioni
del territorio e ci sarà un’analisi della situazione meno a caldo. La
decisione di chiudere lo stabilimento sindacalmente è da respingere".
Il problema, oltre che i lavoratori della Alcoa, riguarda l’intera
regione sarda del Sulcis dove, hanno sottolineato dalla Cisl, la
situazione "è disperata". "A Portovesme – ha spiegato il sindacalista
Rino Barca – lavorano circa 1000 unità, circa 2mila con l’indotto,
senza considerare la situazione di un territorio marcato dalla
disoccupazione, per noi l’Alcoa è come la Fiat a Torino. Le fabbriche
avevano dato un impulso a questo territorio dopo la chiusura delle
miniere. Che la fabbrica chiuda è un disastro".
Anche il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, è
intervenuto sulla vicenda: "Questo è il momento della fermezza, ma
anche del massimo senso di responsabilità da parte di tutti. Fare ora
qualcosa di diverso potrebbe mettere a rischio qualche migliaio di
posti di lavoro". Per il governatore "l’unico obiettivo che tutti
perseguiamo è la piena operatività dell’impianto e il mantenimento dei
livelli occupazionali, precondizione per un rilancio dell’intero polo
dell’alluminio". In attesa degli sviluppi, a partire dall’assemblea di
domani, la Alcoa avrebbe deciso di non fare nulla per 15 giorni. Ma la
mobilitazione dei lavoratori non si ferma.

 

Posted in Lavoro.


Milano odia, la polizia arresta

 

Milano, 13 Nov 2009 – Novanta tra
poliziotti, carabinieri e spie della Digos fanno irruzione nelle case
di Ripa di Porta Ticinese 83, occupate da alcuni studenti della
Statale. Gli sbirri perquisiscono le abitazioni e arrestano 5 studenti.
Ad uno di questi viene convalidato l’arresto e finisce diretto in
carcere, mentre agli altri quattro vengono costretti agli arresti
domiciliari.

La spettacolare operazione poliziesca viene giustificata come risposta ad un furto di fotocopie (!) all’interno della Libreria Universitaria del Culs, uno dei terminali della rete politica di Comunione e Liberazione all’interno dell’università.

Di fronte all’ennesima mossa repressiva,
che come quelle che si stanno susseguendo in tutta italia si aggrappa
ad ogni (anche minimo) pretesto per mettere in galera chi continua a
lottare in modo autonomo e radicale, la risposta degli studenti non si
è fatta attendere: striscioni, manifesti, volantini ed interruzioni
delle lezioni hanno iniziato a spezzare la normalità della vita
universitaria e hanno informato dei fatti gli altri studenti.

16 Nov 2009 – Gli studenti
tornano a fare visita al libreria Culs, portando un po di meritato
disordine alla «libreria cattomafiosa o cartoparrocchia legata a Cl» e
richiedendo con forza la liberazione dei «cinque studenti che non hanno
mai smesso di portare dentro l’università un agire critico verso
l’esistente e la sua miseria».

17 Nov 2009 – Anche a Milano gli
studenti scendono in piazza in concomitanza con la giornata di
mobilitazione mondiale. Dopo gli arresti della Statale e lo sgombero
del liceo Civico Gandhi, la rabbia degli studenti esplode: invece del
classico corteo, gli studenti decidono di effettuare diversi blocchi
stradali in grado di creare il maggiore disagio possibile. Tra i
cassonetti rovesciati dagli studenti, la polizia carica spaccando teste
e arrestando altri due studenti. Questa volta si tratta di due studenti
medi di 18 anni, che verranno rilasciati il giorno dopo senza la
convalida dell’arresto.

 tratto d: http://400colpi.org/

Posted in Scuola/Università.


Due pesi e due misure

Lo scorso 13 settembre, in occasione del rituale Padania Day a
Venezia, un manipolo di leghisti bergamaschi, in stato di esuberanza
alcolica e razzista, entrarono in un bel locale nel centro di Venezia,
da tempo gestito da alcuni immigrati, che già l’anno precedente
era stato teatro di una scena analoga: altri leghisti, dopo aver
mangiato e bevuto, se ne erano andati via senza pagare il dovuto.
Quest’anno gli squadristi bossiani invece prima hanno virilmente quanto
pesantemente importunato due giovani clienti americane, poi
perché erano stati allontanati dai titolari decisero di spaccare
tutto e mandare all’ospedale due camerieri, un algerino e un albanese,
gridando loro offese razziste; uno dei due ha riportato una prognosi di
un mese. Dopo appena qualche indagine, almeno 4 degli aggressori in
camicia verde sono stati identificati e recentemente denunciati dalla
Digos veneziana per lesioni, danneggiamento e furto, aggravati dalla
discriminazione etnica. I quattro aggressori in camicia verde sono
risultati essere tutti giovani leghisti della provincia bergamasca, tra
i quali un dirigente dei giovani padani, rapidamente scaricati dal
partito preoccupato della pessima ricaduta d’immagine.


Ora sono in attesa di processo e non ci risulta che siano stati
ordinati nei loro confronti provvedimenti restrittivi della
libertà; eppure la ben nota imputazione di "Devastazione e
saccheggio" era plausibile, visto che per una sede neofascista di Casa
Pound messa sottosopra a Pistoia ben 7 antifasciste/i toscani risultano
attualmente in stato di arresto proprio con l’imputazione suddetta che
prevede pene sino a 15 anni di detenzione.
Costituzione di associazione paramilitare: è l’accusa mossa
contro 13 appartenenti al sedicente "Autogoverno del popolo veneto",
gruppo venetista, che avrebbero promosso la costituzione di una
«polisia veneta» guidata da Paolo Gallina, comandante dei
vigili urbani di Cornuda, presso la cui abitazione sono state
sequestrate ben 9 pistole automatiche, due fucili e 727 proiettili. Tra
gli inquisiti risultano pure Sergio Bortotto, ex agente della Questura
di Treviso e designato quale ministro dell’interno dell’Autogoverno del
popolo veneto; Eros Biondo, poliziotto in servizio dell’aeroporto di
Venezia, e Daniele Quaglia, sino a pochi mesi fa presidente della LIFE.
Hanno dichiarato più o meno esplicitamente di non riconoscere lo
stato italiano e, in particolare, la legittimità del referendum
di annessione del Veneto allo Stato italiano svoltosi nel 1866; eppure
nonostante la gravità delle imputazioni, nessuno degli
"insorgenti" trevigiani risulta in stato d’arresto.
Invece, a Firenze, dopo una serie di perquisizioni presso abitazioni di
compagni e compagne appartenenti a centri sociali e non solo, è
stato arrestato un antifascista sulla base di un complesso inquisitorio
che va dalla detenzione di presunti esplosivi, ai rapporti di
solidarietà internazionale, alle iniziative contro la presenza
dei fascisti in città, alle iniziative contro Forza Nuova in
provincia di Firenze. Il GIP Pezzuti ha pensato bene di tentare la
carta dell’aggravante di terrorismo, utilizzando in maniera piuttosto
stravagante quanto previsto dal Decreto Pisanu sulla nuova definizione
di terrorismo stesso " Sono considerate con finalità di
terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono
arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale
e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i
poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o
astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere
le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e
sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale,
nonché le altre condotte definite terroristiche o commesse con
finalità di terrorismo da convenzioni o altre norme di diritto
internazionale vincolanti per l’Italia".
Poco da commentare, purtroppo: teoremi già visti, a senso unico.

Aranea – Info

Posted in Repressione.


Immagini della contestazione alla commemorazione di el alamein

Posted in Antimilitarismo.


Comunicato della F.A.L. sulla commemorazione di El Alamein

Lavoro per Livorno, libertà per l’Afghanistan.

La disoccupazione aumenta
ogni giorno nella nostra città; oltre alle aziende che chiudono e ai lavoratori
in cassa integrazione, ci sono i lavoratori a tempo determinato a cui non viene
rinnovato il contratto, ci sono i tagli nella scuola, veri e propri
licenziamenti mascherati.
Non arrivare alla fine del mese è un incubo sempre
più diffuso, tanti lavoratori non riscuotono la cassa integrazione per mancanza
di fondi, o devono anticipare il TFR, mancano i soldi per le varie forme di
integrazione del reddito per i più bisognosi, mentre sempre per mancanza di
fondi vengono tagliati i servizi sociali.
Gli sfratti sono un’altra minaccia:
è partita una campagna contro la morosità, che si aggiunge alla minaccia
incombente su chi ha sempre più problemi con le rate del mutuo.
La situazione
è chiara: il Governo non tirerà fuori un euro per nuovi investimenti, per i
serviizi sociali, per detassare le tredicesime.
Per le missioni militari
all’estero, per i piani di guerra, per le nuove armi e le ronde volute da Bossi
i soldi ci sono sempre.
I militari che torneranno sabato dall’Afghanistan si
portano dietro un bel gruzzolo, si dice 10.000 (diecimila) euro al mese di base,
per i graduati e gli ufficiali sicuramente di più in proporzione, oltre a tutto
quello che costano come armi, logistica ecc.
Ecco allora che il cerchio si
chiude: ecco dove vanno a finire i soldi delle tasse, ecco la causa del deficit
pubblico, ecco per che cosa facciamo i sacrifici.
Facciamo i sacrifici
affinché i governanti italiani possano sedersi al tavolo della spartizione
dell’Afghanistan, lucrare sui traffici e sulla ricostruzione. Facciamo i
sacrifici per permettere all’imperialismo italiano di opprimere un altro popolo,
un popolo indomito e geloso della propria libertà, che ha già sconfitto la
Russia, la Gran Bretagna e l’Unione Sovietica-
Il nostro lavoro, i nostri
salari, i nostri servizi sociali spariscono nell’abisso senza fondo della
guerra.
Le autorità locali, dopo un’estate passata a farsi vedere a fianco
dei lavoratori in lotta, vanno ad accogliere questi eroi del saccheggio del
pubblico denaro.
Il 14 novembre è una giornata internazionale di lotta, il
Day of Action, indetta dall’Internazionale delle Federazioni Anarchiche, contro
i centri di detenzione per i migranti; la Federazione Anarchica Livornese sarà
in piazza per protestare contro la guerra e il militarismo.
Libertà per
l’Afghanistan vuol dire, anche, lavoro e reddito, anche per
Livorno.
L’appuntamento è per le 10,00 alla Pinetina – Viale della
Libertà.


Per la Commissione di Corrispondenza
della Federazione
Anarchica Livornese
Tiziano Antonelli

 

Posted in Antimilitarismo.