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Comunicato e PRESIDIO del Coordinamento Studentesco Livornese contro gli arresti del 6/07

riceviamo e pubblichiamo

LIBERTA’ PER TUTTI GLI ARRESTATI!


Nella mattina di lunedì 6 luglio, un’ondata di arresti e perquisizioni
di proporzioni clamorose ha colpito compagni di Torino, Padova, Bologna
e Napoli, attivi esponenti del movimento studentesco e dell’area dei
centri sociali. Sono finiti agli arresti 21 ragazzi, accusati di vari
reati, tra cui resistenza, danneggiamento e lesioni, in merito agli
scontri avvenuti il 17 maggioa Torino durante il g8 delle università.
Il Governo ha voluto colpire il movimento studentesco. Ormai da alcuni
mesi, con pestaggi e denunce, la repressione ha iniziato a colpire gli
studenti in molte città. Abbiamo già avuto occasione, purtroppo, di
capire che l’intenzione è quella di stroncare un movimento; quello che
in autunno dalle scuole e dalle università di tutta italia ha dato vita
ad una mobilitazione di massa, decisa, autoorganizzata e spontanea.
Probabilmente temono un altro autunno di lotta, un conflitto sociale di
portata più ampia. Non è quindi che l’ultimo tentativo da parte di
Governo e padroni, di reprimere la lotta studentesca per una scuola
libera ed autogestita.
Questi arresti e denunce, non faranno abbassare la testa agli studenti,
a Livorno come nel resto d’Italia, la repressione e la violenza dello
stato altro non hanno ottenuto che infondere sempre più la certezza di
quanto sia necessario rilanciare la mobilitazione, sia per spezzare
ogni tentativo di criminalizzazione ed isolamento, sia per portare
avanti la lotta contro una scuola e un’università sempre più asservite
agli interessi del governo e dei padroni.
E’ necessario precisare che in questi ultimi arresti si aggiunge però
anche il senso provocatorio e intimidatorio di un’operazione repressiva
così vasta alla vigilia del g8. Stampa e televisione hanno infatti fin
da subito utilizzato la notizia per aumentare la tensione attorno alle
manifestazioni dei prossimi giorni e per riproporre la mistificante
divisione tra "buoni" e "cattivi". Esprimiamo la nostra solidarietà ed
il nostro sostegno a chi è stato arrestato, denunciato e perquisito, ed
a chi in molte città ha saputo fin da subito rispondere con cortei,
presidii, occupazioni.

MERCOLEDI’ 8 LUGLIO, ORE 18
SOTTO LA PREFETTURA DI LIVORNO
PRESIDIO DI SOLIDARIETA’

NO ALLA REPRESSIONE!
LIBERTA’ PER GLI ARRESTATI!
ESTENDERE LA SOLIDARIETA’
RILANCIARE LA LOTTA

Coordinamento Studentesco Livornese

Posted in Scuola/Università.


21 ARRESTI. ANCORA REPRESSIONE CONTRO IL MOVIMENTO STUDENTESCO

da infoaut.org
 
06.07.2009

[No G8 Torino] L’Onda non si arresta! 21 arresti a Torino Bologna Napoli e Padova per gli scontri di corso Marconi

Questa mattina la digos di Torino, in coordinamento con la Direzione
centrale della polizia di prevenzione, ha eseguito 21 arresti in
diverse città d’Italia contro l’Onda Anomala. Le misure repressive
fanno riferimento agli scontri studenti-polizia del 19 maggio scorso a
Torino, in occasione del corteo in opposizione al G8 University Summit.

A Torino, Padova, Napoli e Bologna sono stati arrestati studenti e
studentesse protagonisti della, già soprannominata, "rivolta di
Torino". 12 di questi sono stati realizzati nel capoluogo piemontese,
gli altri nel resto d’Italia. Il compagno napoletano è stato fermato a
L’Aquila, trovandosi lì in occasione delle mobilitazioni contro il G8
abruzzese.

Arresti più che attesi dall’Onda: la mannaia della repressione non ha
bloccato la rabbia degli studenti e delle studentesse, che in 10mila
hanno attraversato Torino il 19 maggio contro il G8 dell’università,
che in migliaia si sono scontrati con le forze dell’ordine, che
compatti hanno rivendicato in toto la giornata di conflitto. Gli
arresti dell’oggi quindi non possono che essere considerati come il
conseguente costo della rottura di piazza esercitata, dell’esondante
segnale politico lanciato il 19 maggio. "Noi la crisi non la paghiamo,
noi la crisi ve la creiamo!", questo quello che l’Onda ha gridato per
le strade di Torino, questo quello che ha fatto e si prepara a fare per
l’autunno che viene.

Le misure contro l’Onda arrivano, non casualmente, poco prima del G8 de
L’Aquila: fin troppo scontata la tempistica del ministro dell’interno
Roberto Maroni, in combutta con la cabina di regia della "procura
democratica" di Giancarlo Caselli, con quest’ultimo al servizio del duo
Berlusconi-Maroni nella fabbricazione della risposta da dare alla
mareggiata di maggio.

L’Onda non arretra, affronterà anche questo scoglio, non facendosi in
alcun modo intimorire dagli arresti e dalle perquisizioni operate su
scala nazionale, cosciente di aver intrapreso la direzione giusta visti
i risultati politici ottenuti dall’Onda perfetta, nella scelta di un
piano di conflitto e contrapposizione ad una realtà, universitaria e
sistemica, colma e da traformare. L’Onda non si arresta, liber* tutt*.




COMUNICATO DELL’ONDA ANOMALA DI TORINO


Questa mattina la magistratura torinese ha eseguito numerose
perquisizioni ed applicato 21 misure cautelari nei confronti di diversi
studenti ed alcuni militanti del network antagonista torinese che
avevano partecipato alla mobilitazione contro il g8 dell’università di
Torino del 19 maggio scorso.

L’operazione su scala nazionale ha colpito anche studenti di Padova,
Bologna, Milano e Napoli. La magistratura, con un atto più che
scontato, soggiace direttamente alle direttive ministeriali, cercando
di reprimere il movimento di dissenso che, dall’autunno in poi, ha
coinvolto migliaia di studenti in tutta Italia: l’Onda anomala.

Il mandante di questa operazione è evidentemente il ministro Maroni
che, oltre a reprimere il dissenso, compie un’operazione preventiva in
vista dell’imminente g8 dell’Aquila. Tutto troppo scontato. La
prevedibilità di quest’operazione non ci ha certamente colto di
sorpresa: le pratiche repressive utilizzate da governo, magistratura e
polizia si ripetono, ma non riusciranno certamente ad ingabbiare quello
straordinario movimento che da settembre ad oggi ha "inondato" le
scuole, le università e le strade delle nostre città. Gli arresti
dell’oggi contro l’Onda, non possiamo che leggerli ed interpretarli
come attesa conseguenza della rottura di piazza esercitata da migliaia
di studenti e studentesse nella giornata del 19 maggio, che si sono
andati a scontrare con la polizia in opposizione al G8 University
Summit, lanciando segnali ben precisi, di avversione al summit, di
indisponibilità a pagare la crisi, ma anzi di crearla.

Questa operazione non ci farà arretrare di un passo.
Continueremo come sempre, inesorabili, a riprenderci i nostri spazi.
L’Onda non si arresta! Tutti liberi. Subito!


ONDA ANOMALA – TORINO

 

 

Onda vs repressione. Occupazioni a Roma e Venezia


L’Onda Anomala si è subito attivata contro gli arresti degli studenti e
delle studentesse per gli scontri in corso Marconi in opposizione al G8
University Summit di Torino. Tutte le articolazioni dell’Onda sono in
mobilitazione e fermento, per organizzare la risposta alla repressione,
coscienti di essere nel giusto, tranquille nel ritenere le misure
cautelari come l’attesa conseguenza della rottura fatta in piazza, del
segnale politico lanciato in faccia a chi vuole scaricare sempre verso
il basso i costi di una crisi sistemica che debbono pagare coloro che
l’hanno generata.

L’Onda veneziana ha occupato a metà mattina il rettorato
dell’università, lo stesso ha fatto l’Onda romana. A Torino alle 14 è
fissata una conferenza stampa, a Bologna è stato lanciato un
appuntamento alle 12 in via Zamboni, a Napoli a Palazzo Corigliano alle
14, anche a Padova si terrà una conferenza stampa alle 12:30.

Gli arresti non fermano l’Onda, che non si farà ingabbiare dei
meccanismi repressivi, pronta a riprendere il largo per una nuova
mareggiata: iniziando una campagna nazionale per la liberazione dei
compagni e delle compagne arrestati, preprarando una nuova inondazione
per un autunno che viene e che si annuncia bollente!

Posted in Scuola/Università.


Comunicato C.d.c. della F.A.L. sulla contestazione antifascista a Montenero

La commissione di corrispondenza della
F.A.L., venuta a conoscenza di quanto accaduto sabato mattina a
Montenero,

denuncia l’uso da parte degli aderenti a Forza Nuova di una copertura religiosa per cercare spazio politico in città;

chiede se il vescovo di Livorno fosse a conoscenza del sostegno ufficiale e dell’”appello ai camerati” alla partecipazione lanciato dall’organizzazione neofascista alla manifestazione religiosa prevista per sabato 13;

chiede inoltre che rapporto può esserci fra l’impegno espresso più volte dai rappresentanti della
Chiesa Cattolica Italiana a favore dei migranti e il programma razzista di Forza Nuova;

rileva che questo atteggiamento equivoco ha provocato critiche fra quei cattolici più impegnati nel sociale;

condanna    l’atteggiamento dei mezzi di comunicazione (AGI, Il Tirreno, Il Corriere, La Nazione) che hanno dato credito alla versione degli estremisti di destra, criminalizzando la protesta spontanea di giovani antifascisti, cattolici e non;

esprime solidarietà ai giovani presenti sabato mattina a montenero per testimoniare il proprio antifascismo;

invita le organizzazioni antifascistee del movimento operaio a vigilare contro ogni tentativo di
        infiltrazione sotto qualsiasi forma si manifesti;

invita il vescovo in futuro ad essere più cauto nell’autorizzare manifestazioni religiose propagandate da organizzazioni      estremiste.

Posted in Antifascismo.


COMUNICATO DEL COLLETTIVO ANARCHICO LIBERTARIO SULLA CONTESTAZIONE ATIFASCISTA A MONTENERO DI SABATO MATTINA

Giovani e residenti hanno dato luogo sabato mattina a Montenero ad una
contestazione antifascista, per denunciare l’ufficiale adesione del
gruppo neofasista Forza Nuova ad una manifestazione religiosa. Il
Collettivo Anarchico Libertario esprime la propria solidarietà nei
confronti degli antifascisti.
Il Collettivo inoltre denuncia la criminalizzazione dei manifestanti da parte della stampa locale.
Riteniamo
necessario che il Vescovo Giusti chiarisca i rapporti esistenti tra la
Chiesa e l’organizzazione di estrema destra,  e che ponga attenzione
all’uso strumentale che tali formazioni politiche sono solite fare
delle manifestazioni religiose; in Italia infatti, sempre più spesso,
organizzazioni fasciste usano una copertura religiosa per ricercare uno
spazio politico che evidentemente non hanno in altro modo.


Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org/

Posted in Antifascismo.


Assemblea Dibattito sulle elezioni

Di fronte alle elezioni comunali, la
posizione degli anarchici non cambia: votare è inutile, è la lotta
che decide.

Qual è  infatti il reale spazio delle
amministrazioni locali, di fronte a problemi come quello della
gestione del territorio, della casa, della sanità, della sicurezza?
Qual’è la natura di classe delle scelte che vengono compiute dai
comuni, dalle provincie?

Il governo centrale, su questioni come
quella dei rifiuti, dell’impatto ambientale, dei trasporti rosicchia
progressivamente i poteri di controllo delle autorità locali; dove
questi poteri non sono limitati da nuove leggi sono limitati dalla
mancanza di risorse, come per la sanità e l’istruzione.

I provvedimenti presi dalle
amministrazioni locali sono incapaci poi di affrontare la cronica
carenza di case per i proletari: la costruzione di case popolari è
ferma, il patrimonio pubblico viene svenduto, sulla crisi dei mutui
gli enti locali non hanno i mezzi per incidere. I provvedimenti presi
hanno l’unico risultato di distribuire in modo diverso la rendita
immobiliare.

La rendita immobiliare, prodotto
mostruoso della proprietà privata, è  una questione con cui
l’analisi di classe, in Italia, non si misura mai. La rendita e i
suoi percettori sono ignorati ufficialmente da politici, sociologi ed
economisti; in realtà sono i protagonisti reali della politica
locale. Chi vuole partecipare alla sua spartizione partecipi pure
alle elezioni comunali; chi vuole cambiare realmente non può che
affidarsi all’autorganizzazione e all’azione diretta.

 

A S S E M B L E A  D I BA T T I T O
Per discuterne insieme

venerdì 29 alle ore 21:30

presso la F.A.L. – Via degli Asili 33 57126 Livorno

Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario

Posted in Iniziative.


[Torino] aggiornamento arresto di Fabio e Marco

Domani udienza di convalida

Domani 25 maggio 2009 alle ore 10.30, ci sarà l’udienza di convalida degli arresti di Fabio e Marco.
Non saranno processati per direttissima quindi l’udienza sarà a porte chiuse.

Appuntamento alle ore 10.00 davanti al tribunale in Corso Vittorio Emanuele II, 130.

——————————————————————————————————–

I fatti:
Sabato mattina, 23 maggio 2009, il gazebo elettorale de La Destra a
Porta Palazzo è stato ribaltato da un gruppo di giovani frequentatori
del mercato e i fascisti sono stati anche oggetto di un lancio di
verdure avariate.
Subito dopo, però, un gruppo interforze di vigili, poliziotti e alpini
è riuscito a bloccare due dei contestatori: Fabio e Marco. Gli altri
invece si sono dileguati, aiutati anche dalla gente, che li ha coperti
nella fuga.

Mentre un po’ di compagni, un’ora dopo, si stavano riunendo al Balon
per protestare sono arrivate due notizie: la prima, pessima, era che i
due erano stati portati alle Vallette mentre la seconda, ottima, era
che degli sconosciuti poco prima erano riusciti a mandare in aria un
gazebo di Fiamma Tricolore in corso Palestro, di fronte agli occhi
attoniti della Polizia che lo proteggevano.

Nel primo pomeriggio, un volantinaggio/corteo con una quarantina di
compagni ha fatto il giro di Porta Palazzo per informare gli abitanti
dell’accaduto, e poi anche a San Salvario ci sono stati un paio di
comizi di strada in solidarietà con gli arrestati e contro la presenza
fascista in città.

In solidarietà, mandate loro dei telegrammi a questo indirizzo:

Fabio Milan
C.C. Lo Russo e Cotugno
via Pianezza 300 – 10151 Torino

Marco Da Ros
C.C. Lo Russo e Cotugno
via Pianezza 300 – 10151 Torino

Posted in Repressione.


Sabato 23 a Torino arrestati due antirazzisti

Torino. Arrestati due antirazzisti

Solidarietà degli anarchici della FAI torinese a Marco e Fabio, arrestati
sabato mattina a Porta Palazzo, in seguito ad una contestazione al Gazebo
de la Destra.

C’è stato un tempo che i fascisti, in certi quartieri, non si facevano
vedere. Sapevano bene che in periferia la gente ha la memoria lunga e loro
non erano graditi.
Poi il tempo passa, la memoria sbiadisce, la guerra di classe cede il
passo alla guerra tra poveri, i militari girano per le strade. I fascisti
rimettono fuori il naso.
Ma c’è chi, come gli antirazzisti, alla guerra tra poveri, ai militari
nelle strade, alle retate di immigrati, alle leggi razziste, al fascismo
che avanza non è disposto a rassegnarsi.
Sabato mattina, è il 23 maggio ma a Torino fa caldo come ad agosto,
all’angolo tra piazza della Repubblica e via Milano, c’è un gazebo de la
Destra. A metà mattina il gazebo rovina a terra. In giro ci sono gli
alpini. Due antirazzisti, Marco e Fabio, sono fermati e poi arrestati e
portati al carcere delle Vallette.
Potrebbero essere processati per direttissima già lunedì.
Nel pomeriggio alcuni antirazzisti, accorsi alla notizia degli arresti,
hanno fatto un giro informativo per il mercato di Porta Palazzo e per il
Balon.

Oggi – domenica 24 maggio – alle 13 presidio solidale a Porta Palazzo.

Marco e Fabio liberi!

Chi volesse inviare telegrammi scriva a:
Marco Da Ros / Fabio Milan
Casa Circondariale Lo Russo e Cotugno
via Pianezza 300 – 10151 Torino

Federazione Anarchica Torinese – FAI
c.so Palermo 46 – la sede è aperta ogni giovedì dopo le 21
fai_to@inrete.it
338 6594361

Posted in Repressione.


Ulteriori tasselli allo stato di polizia

Da:Umanità Nova, n.20
del 24 maggio 2009,
anno 89

 

 

Il 14 maggio ’09 la camera ha approvato il disegno di legge (DDL) C.
2180 titolato "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", meglio
noto come "disegno di legge sicurezza". Al senato la normativa era
stata approvata il 5 febbraio come DDL S. 733: alla camera ha subito
modifiche ed integrazioni e quindi torna al senato per l’approvazione
definitiva come DDL 733bis. La canea mediatica di questi ultimi giorni
intorno a questo disegno di legge ha fatto pensare che l’approvazione
della camera il 14 maggio fosse l’atto definitivo della vicenda, ma non
è così: perché le aberranti norme del DDL
sicurezza diventino legge dello stato bisognerà aspettare almeno
un mesetto, anche se certo l’approvazione in senato pare scontata.
Ricordiamo anche che il DDL in questione contiene quelle norme che
erano state stralciate dal cosiddetto pacchetto sicurezza approvato
prima dell’estate con decreto legge (d.l. 23.5.08 n. 92, convertito in
l. 24.7.08 n. 125).
Il testo che torna al senato è frutto dei lavori parlamentari di
questi mesi, ma in realtà il governo, all’inizio di maggio, ha
deciso di scrivere tre maxi emendamenti in cui far confluire tutte le
norme su cui la maggioranza aveva trovato un’intesa, e di porre quindi
la questione di fiducia per evitare sorprese, sorprese che non potevano
che arrivare dall’interno della maggioranza stessa e cioè dal
Pdl: come noto, infatti, alcuni dei punti tristemente qualificanti del
DDL sicurezza sono stati fortemente voluti dalla Lega e dal ministro
Maroni e l’approvazione o non approvazione prima delle elezioni europee
del DDL aveva ed ha certamente un peso negli equilibri tra Lega e Pdl.
Come detto, il testo che ritorna al senato consta di soli tre articoli
in cui sono stati stipati i 66 articoli con cui il testo era arrivato
alla camera dopo la prima approvazione al senato: quindi gli articoli
del DDL 733 sono diventati commi dei tre articoli nel DDL 733bis, con
difficoltà di lettura del testo acuita da modifiche,
spostamenti, aggiunte, soppressioni.
Preliminarmente, va ancora una volta ribadito che nel disegno di legge
in questione si ritrovano norme che rispecchiano le paranoie
securitarie di questo governo e del suo elettorato, da un lato, e che
costituiscono dall’altro nuovi tasselli dello stato di polizia che la
destra nostrana ha in progetto di perfezionare. Non solo sono evidenti
il razzismo, le fobie, le, dicevamo, paranoie che sono stati nutriti e
pian piano fatti crescere in questi ultimi anni: non è solo di
triviale razzismo. Insieme e accanto a questo c’è un disegno
inequivocabile di inasprimento del controllo sociale che intende
colpire direttamente ed indirettamente ogni forma di dissenso che
intenda rompere con il teatrino dell’opposizione "democratica" in un
tempo in cui ormai fascisti e clericali spadroneggiano a viso scoperto
con la protervia che solo loro sanno avere.
Molte norme tendono quindi ad inasprire la situazione degli stranieri
ed in particolare degli extracomunitari anche nella loro vita
quotidiana. Dai 200 euro per la domanda di cittadinanza, al maggior
periodo di residenza regolare sul territorio nazionale per contrarre
matrimonio, matrimonio che potrà essere celebrato solo esibendo
il regolare permesso di soggiorno. In ogni occasione di rapporto con la
pubblica amministrazione (salvo la scuola dell’obbligo e le prestazioni
sanitarie di base) sarà necessario esibire il permesso di
soggiorno: quindi anche per i servizi pubblici essenziali e per il
riconoscimento di un figlio. Gli stranieri potranno essere soggetti,
quando chiedono la residenza, a controllo delle condizioni
igienico-sanitarie dei loro alloggi. Test di lingua per soggiornanti di
lungo periodo e da 80 a 200 euro per il rilascio o rinnovo del permesso
di soggiorno. E così via.
Ma su tutto ciò spiccano l’introduzione del "reato di
clandestinità" e il prolungamento della detenzione massima negli
ex cpt ora "centri di identificazione ed espulsione" da 60 gg. a 18
mesi. Interessante che queste norme si sposino con un piccolo anticipo
della riforma della giustizia contenuta negli articoli che modificano
le norme sul processo davanti al giudice di pace, consentendo alle
forze di polizia, semplicemente chiedendo un’autorizzazione formale al
pubblico ministero, di portare direttamente davanti al giudice di pace
gli arrestati in flagranza per reati come: "ingresso e soggiorno
illegale nel territorio dello Stato", cioè il reato di
"clandestinità" (nuovo art. 10bis del T.U. Immigrazione): rapido
giro dal Giudice di pace e rapida espulsione; o, più
realisticamente, permanenza temporanea fino a 18 mesi in un cpt/cie. La
cosa è stata ottenuta senza prevedere la reclusione per il reato
di "clandestinità": basta rendere la condotta una fattispecie
penale, seppur contravvenzionale, punita con sola ammenda (comunque una
rilevante somma da euro 5000 a 10000 e non oblazionabile, cioè
non se ne può pagare una parte per estinguere il reato), ma con
un apparato sanzionatorio che marcia a tappe forzate con l’unica
finalità dell’espulsione o dell’internamento nel centro di
permanenza temporanea.
Una parte del DDL sicurezza è dedicata alla "criminalità
comune": sono previste norme che aggravano le pene e l’apparato
repressivo di reati come la violazione di domicilio (art. 614 c.p.), il
furto (art. 625 c.p.), la rapina (art. 628 c.p.), la truffa (art. 640
c.p.), prevedono un’aggravante per l’aggressione di anziani o per
l’aggressione nelle vicinanze di posta, banca, ecc.; altre norme vanno
a colpire "l’insozzamento delle strade" o l’occupazione di suolo
pubblico per il commercio ambulante o l’uso dei minori per
l’accattonaggio; diverse norme riguardano i reati di mafia, le misure
di prevenzione, il "carcere duro" per mafiosi e terroristi (art. 41bis
legge sull’ordinamento penitenziario).
Dure pene per chi scrive sui muri e inserimento di un nuovo articolo
del codice penale (art. 341bis) che prevede nuovamente (era stato
abrogato dieci anni fa) il reato di "oltraggio a pubblico ufficiale"
punito con reclusione fino a tre anni per chi offenda l’onore di un
pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni: una bella
fattispecie penale utilizzabile con grande elasticità per
colpire ad esempio i manifestanti che lanciano slogan "oltraggiosi"…
L’esperimento di perseguitare e criminalizzare un soggetto a
prescindere dalla sua commissione di fatti o di reato specifici, ma per
quello che è, cioè in questo caso un migrante, prosegue e
si lega al dilatarsi dei poteri della polizia, delineando, se ancora ve
ne fosse bisogno, i contorni netti di un vero e proprio stato di
polizia.

W.B.

Posted in Generale.


Percorsi di lotta dal campo di Fossa

Da: Umanità Nova, n.20
del 24 maggio 2009,
anno 89

 

Giorno dopo giorno, sia l’attenzione dell’opinione pubblica sia i
riflettori dei media vanno gradualmente spegnendosi sul disastro che ha
colpito i territori dell’aquilano, contribuendo (volutamente?) a
determinare una pericolosa involuzione delle politiche di intervento in
atto. Giustificando il tutto con l’urgenza di gestire una "fase di
transizione verso la normalità", alla popolazione e alla
comunità vengono quotidianamente sottratte le proprie
capacità organizzative e gestionali, nonché la
volontà di essere soggettività attive, partecipi e
determinanti nella riorganizzazione della vita sociale e politica del
proprio territorio. La situazione, inoltre, se inserita e analizzata
nel quadro complessivo regionale, è di gran lunga più
grave di quanto si possa immaginare: la regione Abruzzo, infatti, con
un deficit pubblico che ammonta (ad oggi) a quasi 4 miliardi di euro,
è impegnata con il Commissario di governo nella realizzazione di
un Piano di Rientro caratterizzato da una politica di tagli
indiscriminati alla spesa pubblica che, in relazione alla situazione
determinatasi con il sisma, rappresenta un elemento di forte
destabilizzazione sociale.
Dal nostro punto di vista, per noi, abitanti di questo territorio,
lavoratori di questo territorio, studenti di questo territorio,
s’impone l’urgenza di:
 1.    definire concretamente le priorità e
gli aiuti indispensabili per la più veloce ripresa di una
quotidianità che si avvicini ad una qualche forma di
normalità;
2.    elaborare un piano d’intervento capace di dare
risposte concrete alle esigenze e ai bisogni reali dei lavoratori e
della popolazione colpita dal sisma.
 Il superamento dell’attuale condizione non passa affatto
attraverso l’idea di una "new town", quale risposta
all’inagibilità di fatto dell’intera città de l’Aquila e
dei centri abitati limitrofi, ma necessariamente per quelli che sono i
reali bisogni della collettività. Da questo punto di vista non
possiamo non rimarcare l’assoluta inadeguatezza delle risorse (5
miliardi circa) stanziate dal governo con il decreto n. 39/2009 per la
ricostruzione – diluite, fra l’altro, in 24 (ventiquattro) anni, e, per
di più, subordinate a giochi di prestigio e ad esperimenti
artistico-creativi quali nuove lotterie, giochi a premi, crediti
d’imposta che non vi sono, innalzamento dei ticket, etc… – che,
nonostante il gran da farsi dell’apparato propagandistico governativo,
risultano, agli occhi di tutti, evidentemente insufficienti.
Non dimenticando mai che l’attuale spaventoso deficit della regione si
è fortemente aggravato negli ultimi 10 anni a causa della
gestione "familiare" della sanità, sia di centrodestra che di
centrosinistra (Pace-Del Turco), che, concedendo nel nome di una
libertà senza uguaglianza privilegi ai privilegiabili, con
immense regalie e determinando il crescente disservizio di cui noi
paghiamo e subiamo sulla nostra pelle le conseguenze, riteniamo che per
superare questo tragico momento sia indispensabile sviluppare
immediatamente percorsi di mobilitazione e lotta per imporre ai governi
regionale e nazionale:
•    di intraprendere azioni necessarie alla ripresa
economica (molte sono le aziende che hanno chiuso e altre che chiedono
aiuto per non farlo), di ricostruzione delle abitazioni e degli edifici
pubblici distrutti, il monitoraggio e la messa in sicurezza degli
edifici di tutto il territorio regionale (dichiarato ad alto rischio
sismico) stanziando i necessari fondi;
•    il diritto alla casa per tutti, per rispondere alla
crisi abitativa e per porre fine al disumano fenomeno di "deportazione"
verso il territorio della riviera regionale;
•    l’immediata assunzione di tutti i precari del
pubblico impiego, a cominciare da quelli della sanità,
impegnati, come tanti, nell’emergenza causata dal disastroso sisma;
•    il blocco immediato del taglio di circa 1.400 posti
di lavoro nella scuola (tra insegnanti ed amministrativi) operati dal
Decreto Gelmini nella nostra regione e l’assunzione di altri precari
nella scuola, al fine di evitare l’esodo massiccio di studenti dalle
scuole aquilane;
•    il mantenimento dell’Università degli Studi
de l’Aquila nel territorio, con l’assunzione di tutti i precari e
l’applicazione di un vero diritto allo studio, attraverso l’erogazione
di borse di studio in termini di gratuità dei servizi quali
trasporti, mensa, libri, alloggio, etc, per tutti gli studenti colpiti
direttamente e indirettamente dal sisma;
•    l’estensione dell’indennità di
disoccupazione di € 800 non solo agli operatori commerciali ma a tutti
i lavoratori che a far data dal 6 aprile 2009 erano ufficialmente in
attività lavorativa e che attualmente sono senza lavoro. Tale
indennità dovrà essere erogata senza sospensioni fino
alla ripresa dell’attività lavorativa;
•    il ripristino e il mantenimento del sistema
sanitario e assistenziale, che non può essere scaricato sulle
altre ASL, che vivono il dramma storico della carenza di personale, e
non può assolutamente essere delegato a strutture sanitarie da
"campo".
Se non si vuol fare solo demagogia e/o propaganda, riteniamo che su
queste fondamentali esigenze è necessario focalizzare e
programmare gli interventi, tenendo conto che i tempi sono sempre
più ristretti e che le risorse economiche ci sono: il governo
deve solo avere voglia di trovarle.
 
Edoardo

Posted in Generale.


Oggi 23/05 Presidio Astensionista e contro le politiche securitarie

OGGI SABATO 23 ORE 17:30 P.zza Attias
PRESIDIO ASTENSIONISTA E CONTRO LE POLITICHE SECURITARIE

Segue il testo del volantino che sarà distribuito:

Il Governo crea l’ "emergenza sicurezza" per distruggere i legami di solidarietà e colpire indiscriminatamente
tutti i lavoratori e gli sfruttati, sia italiani che stranieri.
Quindi il "Pacchetto Sicurezza", da oco approvato, e l’attuale questione dei respingimenti,
non
servono solo a fare propaganda elettorale, ma soprattutto a dividere
ancora di più gli sfruttati e ad arginare il malcontento sociale che
avanza.
Il Governo vuole difendersi perché è attaccato da piùfronti:
dalle lotte per la difesa dei posti di lavoro alle rivolte dei clandestini nei centri di identificazione ed espulsione,
dai profughi e rifugiati che rivendicano i propri dritti alla mobilitazione studentesca.

CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA
NO A RAZZISMO, SFRUTTAMENTO E REPRESSIONE DEL DISSENSO

PER LA SOLIDARIETA’ TRA GLI SFRUTTATI
PER LA DIFESA DEL DIRITTO DI ESPRESSIONE, DI MANIFESTAZIONE E DI SCIOPERO

E’ LA LOTTA CHE DECIDE,
NON VOTARE, LOTTA!

Venerdì 29 Maggio ore 21:30 Presso la F.A.L. in V.degli Asili 33
ASSEMBLEA PUBBLICA ASTENSIONISTA
sui temi: AMBIENTE, CASA, SICUREZZA

Fedeazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario

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