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18 giugno a Livorno: TegAmə – tutto fa frociə

De’ che fai il 18 giugno??

Il 18 giugno scendiamo in strada a Livorno con una spezzona fro.ciah antagonista e transfemminista che non si accontenta di chiedere diritti. Vogliamo essere i sassolini nella scarpa del cis-tema eteronormato ed omonormato: non saremo l3 vostr3 brav3 cittadin3 rispettabili e smanios3 di conformarsi a quello che un uomo o una donna dovrebbe essere. Riconosciamo la violenza dello stato nei confronti delle donne e soggettività lgbtqia+ di cui l’applauso in senato durante l’affossamento del ddl Zan rappresenta solo la punta dell’iceberg. Riconosciamo la violenza di genere e del genere e di come i suoi confini sentenzino chi o cosa sia socialmente accettabile e chi o cosa non lo è, cosa ci può succedere se oltrepassiamo i confini della cosiddetta normalità, che altro non è che la norma bianca – cisgender – eterosessuale ed abilista. Anche per questo, pur comprendendo la volontà e la necessità di alcune soggettività di sentirsi tutelat3 dalle istituzioni, siamo consapevoli che non può essere sufficiente.

Vogliamo ridisegnare le nostre vite secondo la più strabiliante varietà di desideri, bisogni e possibilità che ogni essere umano può immaginare nel proprio destino, con l’unica regola del consenso dellə partecipanti. Rompere gli schemi significa ricordare che, oltre all’opzione del matrimonio e di mettere al mondo altri esseri umani, esistono tante altre possibilità di esistere. Vogliamo sovvertire l’esistente e lo vogliamo subito. Ci rivendichiamo il transfemminismo queer come spazio di libertà dove esondare e autodeterminarci, sperimentare, tessere alleanze e relazioni altre non necessariamente legate da vincoli biologici, sfro.ciare affossando le categorie stagnanti che ci opprimono.

Vogliamo sottolineare l’intersezione delle nostre lotte contro ogni tipo di oppressione, segregazione e colonialismo che voglia sottomettere i corpi e i pensieri. Come spezzona queer sfidiamo la pratica di dividerci in compartimenti separati per farci entrare in una o più particolari categorie (pre)definite. Ecco perché il tema delle soggettività diverse e divergenti include per noi i migranti e le persone razzializzate, le loro storie e la loro realtà attuale.

Nonostante i progressi fatti riguardanti la salute mentale e sessuale delle persone lgbtqia+, continuiamo a riscontrare grandi problematiche all’interno del sistema sanitario italiano. Condanniamo la patologizzazione delle persone trans, ancora oggi presente all’interno dei manuali diagnostici per la salute mentale con cui viene formato il personale sanitario, così come la medicalizzazione delle persone intersessuali, che spesso si traduce in vere e proprie mutilazioni genitali senza il consenso dellə direttə interessatə. Denunciamo lo stigma e l’invisibilizzazione delle persone che vivono con HIV, la scarsa informazione sul tema e la carenza di servizi sul territorio. Il diritto alla salute non dovrebbe essere un privilegio, dovrebbe essere appannaggio di tuttə. Vogliamo guardare al concetto di salute come un concetto più ampio che non si limiti al mero aspetto fisico o all’accettazione di una norma sociale, ma che porti le persone ad un equilibrio e ad un benessere mentale e fisico persistente nel tempo. Il diritto alla salute non dovrebbe essere limitato dai pregiudizi, dalle discriminazioni, dall’omolesbobitransfobia o da una poca conoscenza: dovrebbe essere un diritto che davvero comprenda tuttə e che ci dia la possibilità di avere cure adeguate, adeguata assistenza, ascolto, comprensione e fiducia. Se la salute comprende dimensioni psicologiche, sociali, fisiche, spirituali chiediamo che questo costrutto sia davvero seguito e interiorizzato anche dalla nostra società!

Schifiamo la retorica pacifista: tutta la nostra solidarietà va ai popoli che subiscono le guerre. Ci stringiamo allə femministə e ai popoli che in ogni parte del mondo ripudiano la guerra, che lottano e resistono contro la dura repressione interna, a tuttə coloro che disertano, che lottano contro il capitalismo, il razzismo, il patriarcato. Per non lasciare nessunə indietro, per costruire una società diversa nella quale nessuna vita sia ritenuta sacrificabile.

La nostra Pride è antimilitarista perché sappiamo che la guerra definisce nuove strategie di profitto, impoverimento, devastazione ambientale. La nostra Pride è antimilitarista perché vediamo tutti i giorni che anche nei contesti cosiddetti di pace nelle nostre città – sempre più attraversate da militari armati – come donne siamo strumentalizzate per giustificare operazioni dal calibro di ‘strade sicure’, invocate ora come angeli del focolare da proteggere, ora come le cause dirette del disordine e del degrado se pratichiamo sex work, se ci sbronziamo e/o vestiamo come ci pare. La verità invece è sempre la solita: che i soldi per i militari nelle strade, per costruire nuove basi militari e per finanziare le guerre ci sono, ma non si può dire lo stesso per scuole e ospedali, per i centri antiviolenza, per garantire a tuttə una casa e un reddito minimo, perché l’economia di chi ci governa si fonda sulla guerra e sul nostro sfruttamento. Sappiamo anche che se la violenza ti arriva da un militare, come raccontano le centinaia di testimonianze raccolte durante l’ultima adunata degli alpini, è ‘solo’ goliardia, e fattela una risata, forse te la sei cercata. Non ci sentiamo più sicurə davanti ad un soldato con il mitra. Le strade sicure le fanno le donne e lə translellebifr0ce che le attraversano.

STAY TUNED PER I PROSSIMI AGGIORNAMENTI

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Spezzone anarchico alla manifestazione del 2 giugno a Coltano contro le basi e la guerra

Contro la guerra e chi la arma!
Fermiamo la nuova base a Coltano (Pisa) smantelliamo quelle già esistenti

SPEZZONE ROSSONERO ANARCHICO
alla manifestazione nazionale

“Nessuna base per nessuna guerra”

2 Giugno ore 14:30 a Coltano (Pisa)

Il governo vuole costruire una nuova base militare nei pressi di Pisa, ennesimo tassello di militarizzazione del territorio, che ospiterà le “eccellenze” dei carabinieri: il 1° reggimento carabinieri paracadutisti “Tuscania”, il Gruppo di Intervento Speciale, il centro cinofili. Che venga realizzato a Coltano o altrove, questo progetto va nella direzione di rendere più efficiente la proiezione militare neocoloniale dello stato italiano. Infatti proseguendo un piano di lungo periodo, il governo sta costruendo un vero e proprio polo della guerra, e quello della nuova base si aggiunge all’ampliamento dell’aeroporto militare di Pisa, all’ampliamento della base USA di Camp Darby e alla costruzione del Comando delle Forze Speciali dell’Esercito.

Opporsi alla guerra significa agire là dove comincia la guerra, spesso proprio dietro casa nostra. Da questa nuova base partiranno i paracadutisti del “Tuscania” per le missioni militari in Mali, in Libia, oppure in Romania o Lituania, alimentando la spirale di guerra nell’Est dell’Europa. Opporsi al militarismo significa opporsi alla massiccia propaganda di guerra che accompagna la presenza di installazioni militari sul territorio, ma opporsi anche al dominio patriarcale su cui si incardina il militarismo stesso. Significa opporsi al disciplinamento e al controllo sociale, alla violenza di una società gerarchica modellata sull’esercito. Opporsi alla militarizzazione significa anche opporsi alla devastazione ecologica e sociale dei territori, perché attività e progetti “strategici” specie se militari seguono procedure rapide ed eccezionali in cui vertici aziendali e militari sono sempre tutelati per garantire profitti e privilegi sulla pelle delle popolazioni. Opporsi al militarismo significa proporre una società liberata, significa non solo respingere le decisioni imposte da chi governa, ma anche costruire l’autogestione dal basso.

Se vogliamo fermare la base possiamo affidarci solo all’autorganizzazione, all’azione diretta, alla creazione di un ampio movimento di lotta.

Circolo Anarchico di Vicolo del Tidi – Pisa

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Nessuna base per nessuna guerra. Contro la nuova base militare di Coltano

da Umanità Nova n. 18 del 30 maggio 2022

Nessuna base per nessuna guerra. Contro la nuova base militare di Coltano

Con un DPCM, il 14 gennaio scorso, il governo ha deciso di finanziare la costruzione di una nuova grande base militare a Coltano, località nella campagna bonificata tra Pisa e Livorno, all’interno del Parco di San Rossore, vicino all’aeroporto di Pisa e alla base militare USA di Camp Darby. Contro il progetto sta montando una diffusa e variegata opposizione. Chi vive e lavora nella zona si è organizzato nel Comitato Permanente per la Difesa di Coltano, mentre il Movimento No Base, che tra Pisa e Livorno riunisce collettivi, associazioni, realtà politiche e sindacali, oltre a molte singol*, sta cercando di costruire un movimento più ampio contro la base.

Le ragioni dell’opposizione sono semplici, chiare e determinate: no a una nuova base di guerra né a Coltano né altrove, no allo scempio ecologico, no alle spese militari. La stampa racconta che le autorità ci avrebbero già ripensato, che la base se si farà non si farà certo più a Coltano ma intanto il DPCM è sempre lì, il governo vuole andare avanti per la sua strada, sopra la volontà della popolazione.

Si tratta dell’ennesima struttura di guerra in un’area già estremamente militarizzata. In questa nuova base dovrebbero essere collocate alcune delle “eccellenze” dei Carabinieri: il Centro cinofili, che ha attualmente sede a Firenze, il Gruppo di Intervento Speciale GIS dei Carabinieri, ora a Livorno presso la Caserma “Amico”, il 1° reggimento Carabinieri paracadutisti “Tuscania” che ha anch’esso attualmente sede a Livorno presso la Caserma “Vannucci”. Proprio i paracadutisti del “Tuscania” sono tra le unità più impiegate nelle missioni all’estero, come in Kosovo, Iraq e Libia, ed anche le unità dei GIS sono state inviate, al fianco di altre forze speciali, in Mali per l’operazione Takuba.

La base dovrebbe occupare un’area di 73 ettari, equivalente a 140 campi da calcio. Saranno gettati 440 mila metri cubi di cemento, in una zona agricola dal fragile equilibrio ecologico, che verrebbe definitivamente compromessa con la costruzione di piste per elicotteri, poligoni di tiro, circuiti per gli esercizi di guida, aree addestrative, magazzini, alloggi, piscine, villette per gli ufficiali. Senza contare tutte le strade, i parcheggi, le recinzioni e le infrastrutture interne necessarie al funzionamento della nuova mega caserma.

Il costo stimato è di 190 milioni di euro, che il governo ha deciso di reperire tramite il PNRR, nel caso non fosse chiaro chi continuerà a guadagnare grazie alla pioggia di soldi tanto propagandata dal governo come panacea per la “ripresa economica” dopo la pandemia. Questa è solo la spesa iniziale per la costruzione del complesso, ci saranno anche spese per l’adeguamento dei collegamenti alla rete viaria nazionale, poi però i soldi veri ci vorranno per far funzionare la base.

Dopo le prime iniziative di protesta che hanno portato alla luce il progetto, di cui neanche la stampa locale aveva dato notizia, politicanti e amministratori si sono affrettati nel dichiararsi contrari, uniti nel coro: noi non sapevamo niente! Non potevano però esserne all’oscuro: tra Comune, Provincia e Regione già da almeno un anno circolavano documenti ufficiali, come quello inviato a inizio aprile 2021 che riporta un dettagliato studio di fattibilità del progetto della base, la cui prima versione sarebbe datata 12 luglio 2019.

Dopotutto la località in cui edificare la base è decisa da molto tempo. Già il 23 dicembre 2019 alla Camera veniva approvato un chiaro ordine del giorno presentato dal deputato M5S Rizzo, presidente della IV Commissione Difesa, che impegnava il Governo a valutare la destinazione dei fondi necessari per finanziare la costruzione di una nuova base. Il testo del documento approvato, che in quei giorni veniva battuto anche dalle agenzie di stampa, parla chiaro: “È stata individuata un’area adiacente al perimetro della base USA di ‘Camp Darby’ che, per la sua collocazione geografica (vicinanza all’aeroporto di Pisa e alle aree addestrative del CISAM) e per la sua estensione, appare idonea ad ospitare i due reparti”. Quindi quando i partiti di governo e i loro esponenti locali e nazionali, che siano di Lega, PD, M5S o LEU si dichiarano contrari al progetto, stanno mentendo. Il progetto tra l’altro potrà godere di procedure semplificate anche grazie al decreto legge 31 maggio n. 77 del 2021 sulla governance del PNRR che permette l’accelerazione e lo snellimento delle procedure.

Hanno provato a far passare questo progetto con il silenzio e con l’imposizione, impedendo che si creasse un dibattito, che qualcuno potesse sollevare obiezioni. Gli stessi vertici del Parco di San Rossore, che pure hanno dichiarato parere contrario, non hanno reso pubblica la faccenda quando sono stati interpellati ad aprile 2021. C’è però chi vuole avere voce in capitolo ed è chiaro che solo un’opposizione popolare, organizzata dal basso, può riuscire a mettersi in mezzo e fermare questo progetto.

Per fare questo c’è bisogno ancora di lavorare molto sul territorio, nelle città limitrofe, nei quartieri, nei paesi e costruire, di là delle sigle di parte, assemblee permanenti dal basso, che organizzino l’opposizione popolare alla base militare, alla militarizzazione e alla guerra che è già presente e radicata nella società.

Non sarà facile impedire la costruzione di questa base, perché si inserisce in un processo di lungo periodo di riorganizzazione delle forze armate ed in particolare delle forze speciali e di intervento rapido. Possiamo però farlo perché in una zona così militarizzata chi governa forse non si aspettava un’opposizione che andasse al di là dei consueti circuiti militanti, perché debole è stata l’opposizione negli ultimi anni a progetti altrettanto devastanti: l’allargamento dell’aeroporto militare, la dismissione del reattore nucleare sperimentale CISAM con lo sversamento di acque radioattive nel Canale dei Navicelli, l’ampliamento della base USA di Camp Darby, la costruzione della nuova base del Comando delle forze speciali dell’esercito.

Questa volta però non sembra che andrà così. Il clima di opposizione alla guerra che monta alla luce del contesto internazionale, la più radicata e rinnovata sensibilità ecologista, la voglia di reagire alle imposizioni del potere, mentre in questi anni abbiamo visto aumentare le spese militari di fronte allo sprofondamento delle condizioni di vita e di lavoro, dell’accesso ai servizi e alla cura, insieme alla spinta data dalla lenta ripresa dei movimenti ha dato forza ad una nuova opposizione. Un’opposizione che si schieri chiaramente contro il progetto ma anche contro il sistema di guerra, devastazione, sfruttamento e oppressione che muove queste scelte di governo.

Bisogna aver chiaro che quello che stanno portando a termine tra Pisa e Livorno con il progetto della nuova base di Coltano è un grande polo logistico della guerra. Lo scalo aeroportuale pisano, controllato dall’Aeronautica Militare dove è collocata la 46ª brigata aerea con i cargo C-130 è Main Operating Base per l’invio di truppe e materiali bellici all’estero ed è stato ampliato negli ultimi anni per diventare hub nazionale. Nei pressi dell’aeroporto è già presente la Brigata paracadutisti Folgore ma sono presenti presso il COMFOSE anche le truppe speciali del 9° rgt. d’assalto paracadutisti “Col Moschin”, il 185° rgt. Paracadutisti RAO, il 4° rgt. Alpini paracadutisti. A queste si andrebbero ad aggiungere con la nuova base il “Tuscania” e i GIS, come forze speciali dell’arma dei Carabinieri.

Già da decenni il territorio tra Pisa e Livorno svolge un ruolo centrale nelle politiche di proiezione militare dell’Italia all’estero. Questi progetti non faranno che sviluppare e rendere più efficiente tale dispositivo, aprendo quindi la strada ad un sempre maggiore interventismo dell’Italia fuori dai confini nazionali. Inoltre favorirà il compimento del progetto di costruzione di forze speciali separate, specialisti della guerra e della morte al servizio del governo, per tutelare interessi e privilegi dei potenti in spedizioni sia all’estero, sia dentro i confini del paese se necessario, come in Val di Susa.

Una prima manifestazione nazionale si terrà giovedì 2 giugno a Coltano, appuntamento alle 14:30 presso la Villa Medicea al centro dell’abitato. Il 2 giugno è una giornata significativa per i movimenti antimilitaristi che da anni contestano quella che ormai è diventata la seconda festa delle forze armate. Quel giorno ci saranno tante altre manifestazioni e iniziative in giro per l’Italia e forse la partecipazione non potrà essere ampia quanto si vorrebbe. Si tratta però di un primo passo per lanciare la costruzione di un movimento di opposizione e sarà importante legare anche concretamente e in modo solidale la manifestazione del 2 giugno con le tante iniziative che si terranno in altri territori.

In un mese sono stati fatti grandi passi, è stato costruito un organismo unitario, è iniziata una capillare campagna di controinformazione, sono stati costruiti momenti di lotta e di confronto assembleare. Si è riusciti a riunire l’opposizione alla base sotto lo slogan “né qui né altrove”, respingendo i tentativi dei politicanti e maneggioni di turno che hanno provato a parlare di compensazioni e riqualificazioni per spezzare il movimento. Si è individuato un obiettivo politico chiaro sul breve periodo, il ritiro del DPCM, per smascherare i vuoti annunci della stampa ufficiale che per conto dei partiti e delle istituzioni prova a far passare il messaggio che “la base non si farà più a Coltano” per provare a disinnescare il movimento. Non ci sono riusciti, almeno per ora, e il 2 giugno sarà un’occasione per tessere legami di solidarietà e dare una nuova spinta.

Il 2 giugno si aprirà anche il XXXI Congresso della FAI a Empoli e molt* compagn* saranno impegnat* nell’avvio dei lavori. Tant* anarchic* saranno comunque in piazza anche a Coltano, attiv* nelle tante realtà che partecipano al movimento, con i propri contenut*, dando uno specifico contributo antimilitarista alla giornata. Consapevoli che la vera sfida adesso sta nell’impegno quotidiano per impedire la costruzione della base, nella formazione di comitati locali, di assemblee, nella capacità di costruire forme di autogestione negli spazi di ingovernabilità che saprà aprire il movimento, nella possibilità di rilanciare, dopo l’importante sciopero generale del 20 maggio, la lotta antimilitarista in strati sempre più ampi della società.

Dario Antonelli

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2 GIUGNO: SPEZZONE ANTIMILITARISTA E PARTENZA DA LIVORNO

pubblichiamo dal Coordinamento livornese contro le missioni militari

Si può fare! Smantellare e riconvertire le basi militari
SPEZZONE ANTIMILITARISTA
alla manifestazione nazionale del 2 giugno a Coltano
h 14:30 Coltano (Pisa) – Villa Medicea, Via Palazzi 21
Nessuna base per nessuna guerra!
Contro l’apertura della nuova base del “Tuscania”
Per la chiusura di quelle già esistenti
Per il ritiro delle missioni militari all’estero
Basta spese militari, basta tagli ai servizi sociali
No alle politiche di riarmo, alla produzione bellica e al mercato degli armamenti
Per la solidarietà internazionalista contro tutte le guerre e gli imperialismi
Coordinamento cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero – Livorno
——————–
Chiudiamo il polo della guerra
Basi e caserme non ne vogliamo, né a Coltano né all’Ardenza, né altrove
Il progetto di costruzione di una gigantesca base militare nei pressi di Coltano, tra Pisa e Livorno, ha sollevato un’ampia opposizione. Il governo ha decretato il 14 gennaio scorso con un DPCM l’intervento infrastrutturale per la costruzione della base che sarà destinata al I Rgt. Carabinieri paracadutisti “Tuscania”, al GIS, e al Centro cinofili. Ma è da oltre due anni in realtà che l’area per la mega caserma è stata individuata, è scritto negli atti parlamentari e nei documenti ufficiali della pubblica amministrazione. Perciò quando esponenti politici dei partiti che partecipano al governo o amministratori locali affermano che non ne sapevano niente, se non che addirittura che sono contrari, non la raccontano giusta. Queste informazioni erano pubbliche da tempo.
Si sta formando un movimento di opposizione al progetto, per rifiutare l’ennesimo scempio ecologico e l’ennesima base di guerra che incrementerà la militarizzazione della zona. L’uso dei fondi del PNRR per la transizione ecologica per realizzare la base è una beffa, e il fragile equilibrio del territorio sarà definitivamente compromesso da una progetto che prevede 440 mila metri cubi di nuove edificazioni da costruire all’interno di un Parco protetto, su una area complessiva di 730 mila metri quadrati. Questo progetto devastante si inserisce in un quadro già molto grave, segnato dall’ampliamento in corso della base USA di Camp Darby e dall’apertura circa due anni fa della base del COMFOSE (Comando delle Forze Speciali dell’Esercito). Progetti spesso accompagnati dalla grande menzogna della transizione ecologica, vero e proprio greenwashing del settore bellico, come il progetto “caserme verdi” che ha finanziato interamente la costruzione della base del COMFOSE. Si tratta di un piano complessivo di riorganizzazione dei reggimenti che compongono forze speciali e di intervento rapido e che sono in via di trasferimento dalle sedi di Livorno all’area compresa tra San Piero a Grado e Coltano, dove si sposteranno tutte le attività addestrative. Questi reggimenti, impiegati nelle missioni di guerra fuori dai confini nazionali, saranno concentrati attorno alla base di Camp Darby, che già oggi è uno dei principali arsenali statunitensi nel mondo, rifornisce di armi e materiale bellico tutta l’area mediterranea e mediorientale e si prepara ad incrementare questo ruolo. La creazione di un vero e proprio polo della guerra tra Livorno e Pisa era già stato annunciato dall’allargamento dell’Aeroporto militare di Pisa con il progetto dell’Hub militare circa dieci anni fa.
Rifiutiamo la nuova gigantesca base a Coltano, insieme all’ampliamento di Camp Darby e alla nuova sede del COMFOSE. Lottiamo per una smilitarizzazione del nostro territorio, perché a Livorno, come anche a Pisa, sappiamo bene cosa significa subire la presenza di questi reggimenti in città: la continua propaganda di guerra, per celebrare le missioni a cui partecipano; le parate nostalgiche e l’esaltazione della dittatura fascista; le prepotenze dei militari; la devastazione ecologica e sociale che accompagna la militarizzazione del territorio. Per questo sosteniamo le iniziative contro questo progetto. In questi mesi la guerra in Ucraina e il riarmo degli stati europei che l’accompagna, prefigura una possibile espansione del conflitto. La partecipazione dell’Italia con l’invio di militari ai confini con l’Ucraina a potenziare le missioni NATO si inserisce in un più generale inasprimento della politica militare italiana, particolarmente evidente nell’impegno neocoloniale condotto dallo stato italiano in Libia, nel Sahel, e in altre zone dell’Africa, spesso al fianco dell’ENI. Missioni ormai presentate secondo una nuova retorica guerrafondaia, non più come “umanitarie”, ma come interventi per la “difesa dell’interesse nazionale”, rendendo chiaro il rinnovato carattere predatorio e aggressivo della politica estera dell’Italia. Abbiamo costituito mesi fa il Coordinamento proprio per opporci a questa nuova prospettiva di guerra. Su queste premesse ci uniamo a chi sul piano antimilitarista si oppone a questo progetto, ribadendo che basi e caserme non le vogliamo né all’Ardenza, né a Coltano, né altrove.
Coordinamento cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero
no_missioni_livorno@anche.no

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DAL PRESIDIO ASSEMBLEA DI PIAZZA GRANDE VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 2 GIUGNO “NESSUNA BASE PER NESSUNA GUERRA”!

DAL PRESIDIO ASSEMBLEA DI PIAZZA GRANDE VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 2 GIUGNO “NESSUNA BASE PER NESSUNA GUERRA”!
2 GIUGNO: ORE 12:30 ALLA STAZIONE DI LIVORNO PER ANDARE INSIEME A COLTANO
ORE 14:30 SPEZZONE ANTIMILITARISTA ALLA MANIFESTAZIONE A COLTANO, VILLA MEDICEA, VIA PALAZZI 21
Oggi 30 maggio in Piazza Grande a Livorno presidio/assemblea per lanciare la partecipazione da Livorno alla manifestazione nazionale del 2 giugno contro la base militare di Coltano e per avviare anche in città la campagna contro la militarizzazione del territorio tra Pisa e Livorno. Una settantina i presenti, molti interventi, tra cui anche quello di compagnx da Pisa del Movimento No Base a cui partecipiamo come Coordinamento livornese.
Molte persone ci hanno chiesto indicazioni per partire insieme il 2 giugno per raggiungere Coltano. Per questo abbiamo lanciato in piazza un appuntamento alle 12:30 alla stazione di Livorno per partire insieme condividendo il viaggio in auto. Invitiamo comunque a contattarci attraverso questa pagina o attraverso la mail no_missioni_livorno@anche.no per segnalare sia esigenze di passaggi sia la possibilità di mettere a disposizione posti in macchina.
In ogni caso dalle 11 a Coltano saranno già presenti stand, attività e l’accoglienza preparata dal Movimento No Base. l’appuntamento per il corteo è per le 14.30 alla Villa Medicea.
Il Coordinamento sarà presente in manifestazione con un proprio striscione e invita le realtà antimilitariste a unirsi in uno spezzone contro la guerra e antimilitarista.
Si può fare! Smantellare e riconvertire le basi militari
SPEZZONE ANTIMILITARISTA
alla manifestazione nazionale del 2 giugno a Coltano
h 14:30 Coltano (Pisa) – Villa Medicea, Via Palazzi 21
Nessuna base per nessuna guerra!
Contro l’apertura della nuova base del “Tuscania”
Per la chiusura di quelle già esistenti
Per il ritiro delle missioni militari all’estero
Basta spese militari, basta tagli ai servizi sociali
No alle politiche di riarmo, alla produzione bellica e al mercato degli armamenti
Per la solidarietà internazionalista contro tutte le guerre e gli imperialismi
Coordinamento cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero – Livorno
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Chiudiamo il polo della guerra
Basi e caserme non ne vogliamo, né a Coltano né all’Ardenza, né altrove
Il progetto di costruzione di una gigantesca base militare nei pressi di Coltano, tra Pisa e Livorno, ha sollevato un’ampia opposizione. Il governo ha decretato il 14 gennaio scorso con un DPCM l’intervento infrastrutturale per la costruzione della base che sarà destinata al I Rgt. Carabinieri paracadutisti “Tuscania”, al GIS, e al Centro cinofili. Ma è da oltre due anni in realtà che l’area per la mega caserma è stata individuata, è scritto negli atti parlamentari e nei documenti ufficiali della pubblica amministrazione. Perciò quando esponenti politici dei partiti che partecipano al governo o amministratori locali affermano che non ne sapevano niente, se non che addirittura che sono contrari, non la raccontano giusta. Queste informazioni erano pubbliche da tempo.
Si sta formando un movimento di opposizione al progetto, per rifiutare l’ennesimo scempio ecologico e l’ennesima base di guerra che incrementerà la militarizzazione della zona. L’uso dei fondi del PNRR per la transizione ecologica per realizzare la base è una beffa, e il fragile equilibrio del territorio sarà definitivamente compromesso da una progetto che prevede 440 mila metri cubi di nuove edificazioni da costruire all’interno di un Parco protetto, su una area complessiva di 730 mila metri quadrati. Questo progetto devastante si inserisce in un quadro già molto grave, segnato dall’ampliamento in corso della base USA di Camp Darby e dall’apertura circa due anni fa della base del COMFOSE (Comando delle Forze Speciali dell’Esercito). Progetti spesso accompagnati dalla grande menzogna della transizione ecologica, vero e proprio greenwashing del settore bellico, come il progetto “caserme verdi” che ha finanziato interamente la costruzione della base del COMFOSE. Si tratta di un piano complessivo di riorganizzazione dei reggimenti che compongono forze speciali e di intervento rapido e che sono in via di trasferimento dalle sedi di Livorno all’area compresa tra San Piero a Grado e Coltano, dove si sposteranno tutte le attività addestrative. Questi reggimenti, impiegati nelle missioni di guerra fuori dai confini nazionali, saranno concentrati attorno alla base di Camp Darby, che già oggi è uno dei principali arsenali statunitensi nel mondo, rifornisce di armi e materiale bellico tutta l’area mediterranea e mediorientale e si prepara ad incrementare questo ruolo. La creazione di un vero e proprio polo della guerra tra Livorno e Pisa era già stato annunciato dall’allargamento dell’Aeroporto militare di Pisa con il progetto dell’Hub militare circa dieci anni fa.
Rifiutiamo la nuova gigantesca base a Coltano, insieme all’ampliamento di Camp Darby e alla nuova sede del COMFOSE. Lottiamo per una smilitarizzazione del nostro territorio, perché a Livorno, come anche a Pisa, sappiamo bene cosa significa subire la presenza di questi reggimenti in città: la continua propaganda di guerra, per celebrare le missioni a cui partecipano; le parate nostalgiche e l’esaltazione della dittatura fascista; le prepotenze dei militari; la devastazione ecologica e sociale che accompagna la militarizzazione del territorio. Per questo sosteniamo le iniziative contro questo progetto. In questi mesi la guerra in Ucraina e il riarmo degli stati europei che l’accompagna, prefigura una possibile espansione del conflitto. La partecipazione dell’Italia con l’invio di militari ai confini con l’Ucraina a potenziare le missioni NATO si inserisce in un più generale inasprimento della politica militare italiana, particolarmente evidente nell’impegno neocoloniale condotto dallo stato italiano in Libia, nel Sahel, e in altre zone dell’Africa, spesso al fianco dell’ENI. Missioni ormai presentate secondo una nuova retorica guerrafondaia, non più come “umanitarie”, ma come interventi per la “difesa dell’interesse nazionale”, rendendo chiaro il rinnovato carattere predatorio e aggressivo della politica estera dell’Italia. Abbiamo costituito mesi fa il Coordinamento proprio per opporci a questa nuova prospettiva di guerra. Su queste premesse ci uniamo a chi sul piano antimilitarista si oppone a questo progetto, ribadendo che basi e caserme non le vogliamo né all’Ardenza, né a Coltano, né altrove.
Coordinamento cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero
no_missioni_livorno@anche.no

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Nessuna base per nessuna guerra! 30/05 Presidio assemblea in P Grande verso la manifestazione del 2 giugno

segnaliamo questa iniziativa del Coordinamento di cui facciamo parte
Nessuna base per nessuna guerra!
Lunedì 30 maggio h 17.30
Presidio-assemblea
In Piazza Grande
Il governo vuole costruire una nuova grande base militare tra Livorno e Pisa, a Coltano. Sarà un ulteriore luogo militarizzato sul nostro territorio da cui partiranno missioni di guerra. Da poco più di un mese si è costituito per opporsi al progetto il “Movimento No Base – né a Coltano né altrove”, di cui facciamo parte come Coordinamento livornese.
Una manifestazione nazionale contro questo progetto si terrà il 2 giugno alle 14.30 proprio a partire dalla Villa Medicea di Coltano. Lanciamo un appuntamento di piazza per preparare la partecipazione alla manifestazione del 2 giugno e costruire anche a Livorno l’opposizione alla nuova base militare.
Saranno presenti attivistx del Movimento No Base
Coord. Cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero

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20 Maggio sciopero generale contro la guerra

Pubblichiamo il comunicato per lo sciopero del 20 maggio redatto dal Coordinamento livornese per il ritiro delle missioni militari di cui facciamo parte.
20 Maggio sciopero generale contro la guerra
Sosteniamo lo sciopero generale convocato dalle sigle del sindacalismo di base e conflittuale che ha trovato larga adesione tra realtà antimilitariste, associazioni, collettivi, movimenti e organizzazioni. In questi mesi tante iniziative, manifestazioni, blocchi, scioperi, assemblee sparse sui territori e nelle città hanno mostrato che ci sono forze pronte a dar voce ad un’opposizione alla guerra che è radicata e diffusa nella società.
Lo sciopero del 20 maggio è una prima occasione per aggregare quelle forze che pur da diversi punti di vista si oppongono alla guerra, che vogliono fermare il conflitto in Ucraina che per centinaia di milioni di proletar* significa fuga dalle proprie case, paura, morte, distruzione, miseria, peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, carovita, tagli alla spesa sociale, militarizzazione e repressione. Un disastro che colpisce non solo chi vive nei paesi direttamente coinvolti nella guerra e viene arruolato e mandato al macello dai propri governanti, ma che seppur con intensità diversa colpisce tutt* noi.
La guerra scatenata dall’invasione da parte della Russia il 24 febbraio e alimentata dalla politica del governo italiano che assieme all’UE e alla NATO invia armi, soldi e truppe, non è l’unica né certo la prima guerra in corso. Già in occasione dello sciopero generale dell’11 ottobre avevamo sollecitato le organizzazioni sindacali ad estendere la piattaforma di sciopero anche alla questione della guerra, della spesa bellica, delle missioni militari all’estero, richiesta accolta in molte città nella convocazione delle manifestazioni. La politica di riarmo e di interventismo militare all’estero condotta dai governi che si sono succeduti nell’ultimo decennio in Italia, con missioni neocoloniali in Libia, Mali, Niger, Golfo di Guinea, Iraq, e in molti altri paesi ha bisogno di un’opposizione determinata. Questa rinnovata strategia militare aggressiva dello stato italiano non è presentata ormai neanche più dalla propaganda ufficiale con la bugia delle “missioni umanitarie” ma con il nuovo paradigma delle “missioni per la difesa dell’interesse nazionale”. In realtà sono missioni di guerra per tutelare gli interessi e i privilegi di chi ci governa e ci sfrutta quotidianamente.
Il nuovo interventismo bellico, aggressivo e predatorio dello stato italiano non può che fallire nel suo disegno neocoloniale. Ma rischia comunque di condurre la società nel vicolo cieco della guerra, rischio concreto nel contesto di grande tensione internazionale in cui l’estensione del conflitto in Ucraina ad altre regioni dell’Europa viene presentato come una minaccia reale.
Scioperiamo il 20 maggio per dare un forte segnale contro la guerra, partecipiamo alle manifestazioni.
Contro la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra
No all’invio di armi e all’aumento delle spese militari
Si all’aumento delle spese sociali
Contro tutte le guerre, per un’opposizione di classe internazionalista
Contro ogni forma di imperialismo
Disertiamo i posti di lavoro per prepararci a disertare la guerra!
Coordinamento cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero

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PRIMO MAGGIO ANARCHICO A CARRARA 2022

PRIMO MAGGIO ANARCHICO A CARRARA 2022
No alle guerre tra i popoli
Si alla lotta di classe
Contro i padroni e il capitalismo
Contro le guerre e chi le arma
Per un mondo senza sfruttati e sfruttatori
Ore 9.30 concentramento in p.zza Battisti
Ore 10.00 interventi dal palco
Ore 11.30 corteo lungo le strade del centro che si concluderà in Piazza Matteotti sotto la sede del Germinal
Gruppi Anarchici Riuniti

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Ucraina, Russia, Kazakistan – Nella morsa degli imperialismi

Ucraina, Russia, Kazakistan
Nella morsa degli imperialismi

– Dalle ore 17:30 ne parliamo con:

Yuri Colombo, giornalista, saggista abitante a Mosca ed esperto delle società post-sovietiche

– Dalle 20 apericena

– Dalle 22 musica live con Obverse Drive
Alternative Rock da Livorno

– A seguire Radio Rom Dj set
(Post Punk / ’80 / Atomic Wave / Electronic / EBM)

Radio Rom: fondatore dell’etichetta discografica livornese Blackash Records, label indipendente che si occupa di produzione di musica ambient noise e sonorizzazione sperimentale di film.

Contro tutte le guerre, per un’opposizione di classe internazionalista

Coordinamento cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero

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MANIFESTAZIONE A PISA 07/05: Per Franco Serantini, contro il fascismo e la guerra

 

Ricordare e continuare a lottare

Nel 2022 come nel 1972,
contro il fascismo e contro la guerra
Franco Serantini è ancora con noi

SABATO 7 MAGGIO
PISA
MANIFESTAZIONE
ore 15 P.zza XX Settembre

Parole e musica per Franco Serantini
in P.za Serantini (già S. Silvestro)

Circolo Anarchico Vicolo del Tidi – Pisa,
Federazione Anarchica Livornese – FAI,
FAI Empoli e Valdelsa,
Gruppo Germinal FAI Carrara

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