Quinto Festival del SedicidAgosto
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– Agosto 11, 2022
100 anni dai Fatti dell’Agosto 1922 – Per Filippo Filippetti, per ricordare il primo antifascismo
A 100 anni dai fatti dell’agosto del 1922, dall’assalto fascista a Livorno per stroncare lo sciopero generale, dall’assassinio di Filippo Filippetti e degli altri antifascisti
1922- 2022 In memoria di Filippo Filippetti
anarchico livornese, antifascista, ucciso dai fascisti
Martedì 2 agosto 2021 ore 19
Commemorazione presso la lapide
Via Provinciale Pisana 354, Livorno
(andando verso Via Firenze, alla ex-scuola Camilli)
dalle 20:30 nel giardino della FAL in Via degli Asili 33 per un momento conviviale
Filippo Filipetti, giovane anarchico, viene ucciso il 2 agosto 1922 dai fascisti mentre si oppone, assieme ad altri antifascisti, ad una spedizione punitiva contro Livorno.
Il 2 Agosto 1922 un gruppo di giovani antifascisti, tra i quali alcuni anarchici, ingaggia uno scontro armato nei pressi di Pontarcione con i camion dei fascisti. Muore nella sparatoria Filippo Filippetti, membro degli Arditi del Popolo, sindacalista dell’USI per il settore edile
Nell’estate del 1922 si giocano le ultime carte per fermare la reazione antiproletaria: il paese è attraversato da un crescendo di aggressioni compiute dai fascisti nei confronti delle organizzazioni del movimento operaio e dei singoli militanti; si contano decine di morti fra gli antifascisti.
Da mesi l’Unione Anarchica Italiana e il giornale “Umanità Nova” si battono a sostegno del movimento degli Arditi del Popolo, per costituire un fronte unico proletario che organizzi la difesa. Su iniziativa del Sindacato Ferrovieri Italiano è costituita l’Alleanza del Lavoro, a cui partecipano tutti i sindacati, con l’appoggio dell’Unione Anarchica, del Partito Repubblicano, del Partito Comunista e del Partito Socialista.
L’Alleanza del Lavoro indice uno sciopero generale ad oltranza per fermare le violenze fasciste a partire dalla mezzanotte del 31 luglio.
I fascisti finanziati da agrari e industriali, armati da Carabinieri ed Esercito, protetti dalla monarchia e dalla Chiesa, aggrediscono le roccaforti operaie.
In molte città, fra cui Piombino, Ancona, Parma, Civitavecchia, Bari i fascisti vengono respinti anche grazie all’azione degli Arditi del Popolo. Nel momento in cui la resistenza operaia cresce, CGL e PSI, sperando in un ennesimo compromesso, si ritireranno dalla lotta, aprendo la strada alla rappresaglia armata del Governo.
Livorno è uno dei centri dello scontro. Tra il 1° e il 2 Agosto 1922 squadre fasciste provenienti da tutta la Toscana lanciano la caccia agli antifascisti livornesi, facendo irruzione nei quartieri popolari che resistono all’invasione.
Molti furono gli assassinati in quei giorni. Popolani, militanti comunisti, anarchici, repubblicani e socialisti, tra i quali Luigi Gemignani, Gilberto Catarsi, Pietro Gigli, Pilade Gigli, Oreste Romanacci, Bruno Giacomini e Genoveffa Pierozzi, oltre al giovane anarchico Filippo Filippetti.
Oggi, in un periodo di crescente militarizzazione, di guerra, di rilancio di nazionalismo e patriottismo, di autoritarismo sempre più forte e di attacco feroce alle condizioni di vita e di lavoro è ancora più importante riaffermare il nostro antifascismo. Lo facciamo con la pratica quotidiana, ma anche attraverso la memoria di chi, senza cedere a compromessi o seduzioni istituzionali, volle realmente impedire l’affermazione del fascismo, la dittatura, la miseria e l’orrore della guerra.
Il movimento anarchico invita tutti i soggetti antifascisti a partecipare alla commemorazione.
Federazione Anarchica Livornese // cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it // federazioneanarchica.org
Collettivo Anarchico Libertario // collettivoanarchico@hotmail.it // collettivoanarchico.noblogs.org/
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– Luglio 20, 2022
22/07 PRESIDIO: Basta missioni militari, basta guerre!
spedisce all’estero salgono a 12000, e la spesa per le missioni cresce fino a oltre 1 miliardo e 681 milioni di euro. Le nuove missioni in Bulgaria, Ungheria, Qatar e Mozambico confermano la politica imperialista e neocoloniale dell’Italia. Facciamo sentire la nostra opposizione alla spirale di guerra!
reddito di cittadinanza e pensioni. I limiti al debito vengono mantenuti con continui tagli ai servizi sociali, alla scuola, alla sanità, all’assistenza. Tutto ciò provoca miseria crescente e aumento delle differenze sociali: la “coesione sociale” diviene sempre più una questione di ordine pubblico.
Movimento No Base!
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– Luglio 20, 2022
Lina Antonelli
Con dolore annunciamo che la compagna Lina Antonelli ci ha lasciato questa mattina, 13 luglio 2022, per un improvviso aggravamento delle patologie di cui soffriva da lungo tempo.
Trasferitasi a Roma negli anni sessanta, è stata fra le animatrici della Federazione Anarchica Giovanile, del convegno giovanile internazionale e del campeggio tenutosi a Marina di Massa. Dopo gli attentati dell’aprile 1969 e la Strage di Stato, fu punto di riferimento per le iniziative a sostegno degli anarchici arrestati e per denunciare l’assassinio di Giuseppe Pinelli, anche all’interno della redazione di Umanità Nova.
Tornata a Livorno Lina non ha mai fatto mancare il suo sostegno, fino all’ultimo, alla Federazione Anarchica sia a livello nazionale che locale.
È rimasta sempre punto di riferimento per tanti compagni e compagne, molto conosciuta dentro e fuori dal movimento anche per il suo carattere unico.
La saluteremo con le bandiere rosse e nere domani 14 luglio. Fino alle ore 11.30 saremo presso la camera mortuaria dell’ospedale di Livorno, da dove Lina verrà trasportata presso la Cremazione del Cimitero comunale dei Lupi.
Invieremo nei prossimi giorni un ricordo compiuto della nostra compagna e comunicheremo una data in cui potremo ricordarla insieme nel giardino della sede della Federazione Anarchica Livornese, via degli Asili 33.
Federazione Anarchica Livornese
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– Luglio 13, 2022
PRESIDIO – No all’accordo tra Svezia, Finlandia e Turchia sulla pelle del movimento curdo
Collettivo Anarchico Libertario
Ex Caserma Occupata
PRC Livorno
Coordinamento cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero
Coordinamento contro le guerre
Sinistra Anticapitalista Livorno
AMR Controvento
Federazione Anarchica Livornese
Rete Jin
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– Luglio 1, 2022
25 Giugno – Assemblea a Livorno: Rilanciamo l’antimilitarismo!
RILANCIAMO L’ANTIMILITARISMO
25 GIUGNO A LIVORNO
dalle ore 10:30 presso l’Ex Caserma Occupata a Livorno in Via Adriana 16
È convocata a Livorno il 25 giugno la prossima riunione dell’Assemblea Antimilitarista. Mentre crescono il clima di guerra e le politiche di riarmo, vediamo i segnali di una ripresa dei movimenti contro la guerra e le installazioni militari, in questo contesto è centrale il ruolo dell’antimilitarismo. Un nuovo momento assembleare in cui fare incontrare le tante realtà attive sul territorio che già animano questo percorso e aprire il confronto con nuove situazioni, è un passo fondamentale per continuare a tessere questa rete di solidarietà, confrontarsi sulle tante iniziative che si terranno nel corso dell’estate, e rilanciare nuovi momenti di lotta comuni nei prossimi mesi.
Livorno è stata confermata come località per ospitare questa assemblea anche sulla spinta della grande manifestazione del 2 giugno a Coltano, tra Livorno e Pisa. Un corteo convocato dal Movimento No Base per contestare il progetto di costruzione di una nuova megacaserma dei Carabinieri paracadutisti del Tuscania e del GIS. Una base dove si addestreranno le truppe che l’Italia spedisce in giro per il mondo con le sue missioni all’estero. L’intera zona è fortemente militarizzata, e sta diventando sempre più un vero e proprio hub della guerra, con la presenza del COMFOSE, di Camp Darby, dell’Aeroporto militare di Pisa, della Brigata Folgore, dell’Accademia Navale, oltre che dello stesso porto di Livorno da cui transitano regolarmente carichi di armi.
Quindi la questione delle missioni all’estero rimane centrale se si guarda al movimento contro la base di Coltano, come ad altre lotte in corso. Dopotutto il governo italiano si prepara a dare il via a nuove missioni militari all’estero: con l’invio di un gruppo aereo in Niger, il Task group Air-Sahel con velivoli C-27J, in sostegno alla missione militare già presente nel paese, dove l’Italia ha pure aperto una propria base; con nuove missioni in Europa orientale per rafforzare il dispositivo NATO sul lato sud-est, 500 militari italiani in Bulgaria, 600 tra Romania e Ungheria. In sei mesi è aumentato significativamente il numero di soldati spediti all’estero per combattere per gli interessi di chi ci governa, tra cui anche per quelli dell’ENI.
L’assemblea che si terrà il 25 giugno a Livorno cercherà di proseguire il lavoro di ricomposizione delle forze che si impegnano sul terreno dell’antimilitarismo. Dalla prima assemblea del 9 ottobre scorso a Milano presso il Laboratorio Kasciavit molte cose sono cambiate. Se lo scorso autunno si sono dovute dedicare molte energie anche solo per sollevare all’interno dei movimenti la questione della guerra, delle missioni militari e della militarizzazione, adesso invece la guerra è al centro del dibattito pubblico. Certo, di fronte ai “pacifisti con l’elmetto” e a chi pensa che si possa sostenere uno dei campi imperialisti in guerra, l’antimilitarismo ha il compito di far chiarezza e il lavoro di studio e di denuncia sulle missioni militari è ancora fondamentale per darsi strumenti efficaci, ma al contempo si moltiplicano anche le scadenze di lotta. Dopo lo sciopero generale del 20 maggio e la manifestazione del 2 giugno di Coltano, che hanno visto l’impegno anche dell’Assemblea Antimilitarista, è in programma il 19 giugno la manifestazione contro la base aerea USAF di Aviano, dove sono stoccate anche le bombe atomiche, organizzata dal Coordinamento Libertario Regionale FVG. Ci sarà poi il 2 luglio a Torino un’iniziativa di piazza contro la cittadella dell’aerospazio e l’acceleratore di innovazione della NATO. Ci sono poi le iniziative attorno al campeggio NO MUOS del 5-7 agosto che si concluderà con una importante manifestazione. Si tratta di capire quali prospettive dare partendo proprio da queste esperienze Oltre a mettere insieme le diverse esperienze radicate sui territori si tratta di capire quali prospettive dare all’Assemblea Antimilitarista.
La manifestazione contro la mostra-mercato delle armi del 20 novembre a Torino, la giornata di studi su Energia e guerra a Milano il 19 marzo e il corteo contro l’ENI del 2 aprile a Milano partito da Piazza Affari, hanno segnato tappe importanti nell’attività di questi mesi. Ritroviamoci a Livorno per decidere come andare avanti, per preparare nuove iniziative, per rilanciare l’antimilitarismo.
Proposta odg:
– resoconto iniziative e report locali
– missioni militari e guerre in corso
– lotte contro le basi e militarizzazione dei territori
– prossime iniziative
L’assemblea inizierà alle 10:30 presso la Ex Caserma Occupata, pranzeremo insieme presso lo spazio per poi continuare l’assemblea nel pomeriggio. Invitiamo a comunicare la propria presenza per facilitare l’organizzazione al Coordinamento livornese per il ritiro delle missioni militari che ospiterà l’assemblea, al quale si può scrivere anche per avere informazioni o per eventuali richieste di ospitalità: no_missioni_livorno@anche.no
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– Giugno 23, 2022
21 Giugno – dibattito “Una base per cosa?” Opporsi alla militarizzazione a Coltano e altrove
Martedì 21 giugno altro appuntamento con l’aperipizza benefit all’Ex Caserma Occupata!
Programma:
– Ore 19:00 apertura
– Ore 19:30 dibattito “Una base per cosa?”
Opporsi alla militarizzazione a Coltano e altrove
Lo scorso due giugno in tantx da Livorno abbiamo partecipato alla manifestazione organizzata dal Movimento No Base a Coltano contro il progetto di una nuova megacaserma per le truppe speciali dei Carabinieri che sono spedite a combattere nelle missioni di guerra che lo stato italiano conduce in giro per il mondo.
Una manifestazione che ha portato in piazza migliaia di persone e che ha riunito una grande varietà di forze che vogliono opporsi alla guerra e alla militarizzazione dei territori, in una zona come quella compresa tra Pisa e Livorno già estremamente militarizzata. I motivi dell’opposizione al progetto della nuova base sono chiari, no alle basi di guerra, no alla devastazione ambientale, no alle spese militari.
Enti e amministrazioni locali, carabinieri e governo parlano di una base “green”, di un semplice centro addestrativo, di servizi aperti alla cittadinanza. Sappiamo bene che sono tutte falsità. Ma a cosa e a chi servirà questa nuova base militare?
Ne parliamo con attivistə del Movimento No Base e del Coordinamento livornese per il ritiro delle missioni militari
A seguire Musica Live con:
Alpha Zombies acoustic set
Pizza, birra e bevute a prezzi popolari
Vi aspettiamo!
Il ricavato andrà a sostenere le spese processuali delle compagne e dei compagni colpitə dalla repressione
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– Giugno 20, 2022
18 giugno a Livorno: TegAmə – tutto fa frociə
De’ che fai il 18 giugno??
Il 18 giugno scendiamo in strada a Livorno con una spezzona fro.ciah antagonista e transfemminista che non si accontenta di chiedere diritti. Vogliamo essere i sassolini nella scarpa del cis-tema eteronormato ed omonormato: non saremo l3 vostr3 brav3 cittadin3 rispettabili e smanios3 di conformarsi a quello che un uomo o una donna dovrebbe essere. Riconosciamo la violenza dello stato nei confronti delle donne e soggettività lgbtqia+ di cui l’applauso in senato durante l’affossamento del ddl Zan rappresenta solo la punta dell’iceberg. Riconosciamo la violenza di genere e del genere e di come i suoi confini sentenzino chi o cosa sia socialmente accettabile e chi o cosa non lo è, cosa ci può succedere se oltrepassiamo i confini della cosiddetta normalità, che altro non è che la norma bianca – cisgender – eterosessuale ed abilista. Anche per questo, pur comprendendo la volontà e la necessità di alcune soggettività di sentirsi tutelat3 dalle istituzioni, siamo consapevoli che non può essere sufficiente.
Vogliamo ridisegnare le nostre vite secondo la più strabiliante varietà di desideri, bisogni e possibilità che ogni essere umano può immaginare nel proprio destino, con l’unica regola del consenso dellə partecipanti. Rompere gli schemi significa ricordare che, oltre all’opzione del matrimonio e di mettere al mondo altri esseri umani, esistono tante altre possibilità di esistere. Vogliamo sovvertire l’esistente e lo vogliamo subito. Ci rivendichiamo il transfemminismo queer come spazio di libertà dove esondare e autodeterminarci, sperimentare, tessere alleanze e relazioni altre non necessariamente legate da vincoli biologici, sfro.ciare affossando le categorie stagnanti che ci opprimono.
Vogliamo sottolineare l’intersezione delle nostre lotte contro ogni tipo di oppressione, segregazione e colonialismo che voglia sottomettere i corpi e i pensieri. Come spezzona queer sfidiamo la pratica di dividerci in compartimenti separati per farci entrare in una o più particolari categorie (pre)definite. Ecco perché il tema delle soggettività diverse e divergenti include per noi i migranti e le persone razzializzate, le loro storie e la loro realtà attuale.
Nonostante i progressi fatti riguardanti la salute mentale e sessuale delle persone lgbtqia+, continuiamo a riscontrare grandi problematiche all’interno del sistema sanitario italiano. Condanniamo la patologizzazione delle persone trans, ancora oggi presente all’interno dei manuali diagnostici per la salute mentale con cui viene formato il personale sanitario, così come la medicalizzazione delle persone intersessuali, che spesso si traduce in vere e proprie mutilazioni genitali senza il consenso dellə direttə interessatə. Denunciamo lo stigma e l’invisibilizzazione delle persone che vivono con HIV, la scarsa informazione sul tema e la carenza di servizi sul territorio. Il diritto alla salute non dovrebbe essere un privilegio, dovrebbe essere appannaggio di tuttə. Vogliamo guardare al concetto di salute come un concetto più ampio che non si limiti al mero aspetto fisico o all’accettazione di una norma sociale, ma che porti le persone ad un equilibrio e ad un benessere mentale e fisico persistente nel tempo. Il diritto alla salute non dovrebbe essere limitato dai pregiudizi, dalle discriminazioni, dall’omolesbobitransfobia o da una poca conoscenza: dovrebbe essere un diritto che davvero comprenda tuttə e che ci dia la possibilità di avere cure adeguate, adeguata assistenza, ascolto, comprensione e fiducia. Se la salute comprende dimensioni psicologiche, sociali, fisiche, spirituali chiediamo che questo costrutto sia davvero seguito e interiorizzato anche dalla nostra società!
Schifiamo la retorica pacifista: tutta la nostra solidarietà va ai popoli che subiscono le guerre. Ci stringiamo allə femministə e ai popoli che in ogni parte del mondo ripudiano la guerra, che lottano e resistono contro la dura repressione interna, a tuttə coloro che disertano, che lottano contro il capitalismo, il razzismo, il patriarcato. Per non lasciare nessunə indietro, per costruire una società diversa nella quale nessuna vita sia ritenuta sacrificabile.
La nostra Pride è antimilitarista perché sappiamo che la guerra definisce nuove strategie di profitto, impoverimento, devastazione ambientale. La nostra Pride è antimilitarista perché vediamo tutti i giorni che anche nei contesti cosiddetti di pace nelle nostre città – sempre più attraversate da militari armati – come donne siamo strumentalizzate per giustificare operazioni dal calibro di ‘strade sicure’, invocate ora come angeli del focolare da proteggere, ora come le cause dirette del disordine e del degrado se pratichiamo sex work, se ci sbronziamo e/o vestiamo come ci pare. La verità invece è sempre la solita: che i soldi per i militari nelle strade, per costruire nuove basi militari e per finanziare le guerre ci sono, ma non si può dire lo stesso per scuole e ospedali, per i centri antiviolenza, per garantire a tuttə una casa e un reddito minimo, perché l’economia di chi ci governa si fonda sulla guerra e sul nostro sfruttamento. Sappiamo anche che se la violenza ti arriva da un militare, come raccontano le centinaia di testimonianze raccolte durante l’ultima adunata degli alpini, è ‘solo’ goliardia, e fattela una risata, forse te la sei cercata. Non ci sentiamo più sicurə davanti ad un soldato con il mitra. Le strade sicure le fanno le donne e lə translellebifr0ce che le attraversano.
STAY TUNED PER I PROSSIMI AGGIORNAMENTI
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– Giugno 12, 2022
Spezzone anarchico alla manifestazione del 2 giugno a Coltano contro le basi e la guerra
Contro la guerra e chi la arma!
Fermiamo la nuova base a Coltano (Pisa) smantelliamo quelle già esistenti
SPEZZONE ROSSONERO ANARCHICO
alla manifestazione nazionale
“Nessuna base per nessuna guerra”
2 Giugno ore 14:30 a Coltano (Pisa)
Il governo vuole costruire una nuova base militare nei pressi di Pisa, ennesimo tassello di militarizzazione del territorio, che ospiterà le “eccellenze” dei carabinieri: il 1° reggimento carabinieri paracadutisti “Tuscania”, il Gruppo di Intervento Speciale, il centro cinofili. Che venga realizzato a Coltano o altrove, questo progetto va nella direzione di rendere più efficiente la proiezione militare neocoloniale dello stato italiano. Infatti proseguendo un piano di lungo periodo, il governo sta costruendo un vero e proprio polo della guerra, e quello della nuova base si aggiunge all’ampliamento dell’aeroporto militare di Pisa, all’ampliamento della base USA di Camp Darby e alla costruzione del Comando delle Forze Speciali dell’Esercito.
Opporsi alla guerra significa agire là dove comincia la guerra, spesso proprio dietro casa nostra. Da questa nuova base partiranno i paracadutisti del “Tuscania” per le missioni militari in Mali, in Libia, oppure in Romania o Lituania, alimentando la spirale di guerra nell’Est dell’Europa. Opporsi al militarismo significa opporsi alla massiccia propaganda di guerra che accompagna la presenza di installazioni militari sul territorio, ma opporsi anche al dominio patriarcale su cui si incardina il militarismo stesso. Significa opporsi al disciplinamento e al controllo sociale, alla violenza di una società gerarchica modellata sull’esercito. Opporsi alla militarizzazione significa anche opporsi alla devastazione ecologica e sociale dei territori, perché attività e progetti “strategici” specie se militari seguono procedure rapide ed eccezionali in cui vertici aziendali e militari sono sempre tutelati per garantire profitti e privilegi sulla pelle delle popolazioni. Opporsi al militarismo significa proporre una società liberata, significa non solo respingere le decisioni imposte da chi governa, ma anche costruire l’autogestione dal basso.
Se vogliamo fermare la base possiamo affidarci solo all’autorganizzazione, all’azione diretta, alla creazione di un ampio movimento di lotta.
Circolo Anarchico di Vicolo del Tidi – Pisa
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– Giugno 1, 2022
Nessuna base per nessuna guerra. Contro la nuova base militare di Coltano
Con un DPCM, il 14 gennaio scorso, il governo ha deciso di finanziare la costruzione di una nuova grande base militare a Coltano, località nella campagna bonificata tra Pisa e Livorno, all’interno del Parco di San Rossore, vicino all’aeroporto di Pisa e alla base militare USA di Camp Darby. Contro il progetto sta montando una diffusa e variegata opposizione. Chi vive e lavora nella zona si è organizzato nel Comitato Permanente per la Difesa di Coltano, mentre il Movimento No Base, che tra Pisa e Livorno riunisce collettivi, associazioni, realtà politiche e sindacali, oltre a molte singol*, sta cercando di costruire un movimento più ampio contro la base.
Le ragioni dell’opposizione sono semplici, chiare e determinate: no a una nuova base di guerra né a Coltano né altrove, no allo scempio ecologico, no alle spese militari. La stampa racconta che le autorità ci avrebbero già ripensato, che la base se si farà non si farà certo più a Coltano ma intanto il DPCM è sempre lì, il governo vuole andare avanti per la sua strada, sopra la volontà della popolazione.
Si tratta dell’ennesima struttura di guerra in un’area già estremamente militarizzata. In questa nuova base dovrebbero essere collocate alcune delle “eccellenze” dei Carabinieri: il Centro cinofili, che ha attualmente sede a Firenze, il Gruppo di Intervento Speciale GIS dei Carabinieri, ora a Livorno presso la Caserma “Amico”, il 1° reggimento Carabinieri paracadutisti “Tuscania” che ha anch’esso attualmente sede a Livorno presso la Caserma “Vannucci”. Proprio i paracadutisti del “Tuscania” sono tra le unità più impiegate nelle missioni all’estero, come in Kosovo, Iraq e Libia, ed anche le unità dei GIS sono state inviate, al fianco di altre forze speciali, in Mali per l’operazione Takuba.
La base dovrebbe occupare un’area di 73 ettari, equivalente a 140 campi da calcio. Saranno gettati 440 mila metri cubi di cemento, in una zona agricola dal fragile equilibrio ecologico, che verrebbe definitivamente compromessa con la costruzione di piste per elicotteri, poligoni di tiro, circuiti per gli esercizi di guida, aree addestrative, magazzini, alloggi, piscine, villette per gli ufficiali. Senza contare tutte le strade, i parcheggi, le recinzioni e le infrastrutture interne necessarie al funzionamento della nuova mega caserma.
Il costo stimato è di 190 milioni di euro, che il governo ha deciso di reperire tramite il PNRR, nel caso non fosse chiaro chi continuerà a guadagnare grazie alla pioggia di soldi tanto propagandata dal governo come panacea per la “ripresa economica” dopo la pandemia. Questa è solo la spesa iniziale per la costruzione del complesso, ci saranno anche spese per l’adeguamento dei collegamenti alla rete viaria nazionale, poi però i soldi veri ci vorranno per far funzionare la base.
Dopo le prime iniziative di protesta che hanno portato alla luce il progetto, di cui neanche la stampa locale aveva dato notizia, politicanti e amministratori si sono affrettati nel dichiararsi contrari, uniti nel coro: noi non sapevamo niente! Non potevano però esserne all’oscuro: tra Comune, Provincia e Regione già da almeno un anno circolavano documenti ufficiali, come quello inviato a inizio aprile 2021 che riporta un dettagliato studio di fattibilità del progetto della base, la cui prima versione sarebbe datata 12 luglio 2019.
Dopotutto la località in cui edificare la base è decisa da molto tempo. Già il 23 dicembre 2019 alla Camera veniva approvato un chiaro ordine del giorno presentato dal deputato M5S Rizzo, presidente della IV Commissione Difesa, che impegnava il Governo a valutare la destinazione dei fondi necessari per finanziare la costruzione di una nuova base. Il testo del documento approvato, che in quei giorni veniva battuto anche dalle agenzie di stampa, parla chiaro: “È stata individuata un’area adiacente al perimetro della base USA di ‘Camp Darby’ che, per la sua collocazione geografica (vicinanza all’aeroporto di Pisa e alle aree addestrative del CISAM) e per la sua estensione, appare idonea ad ospitare i due reparti”. Quindi quando i partiti di governo e i loro esponenti locali e nazionali, che siano di Lega, PD, M5S o LEU si dichiarano contrari al progetto, stanno mentendo. Il progetto tra l’altro potrà godere di procedure semplificate anche grazie al decreto legge 31 maggio n. 77 del 2021 sulla governance del PNRR che permette l’accelerazione e lo snellimento delle procedure.
Hanno provato a far passare questo progetto con il silenzio e con l’imposizione, impedendo che si creasse un dibattito, che qualcuno potesse sollevare obiezioni. Gli stessi vertici del Parco di San Rossore, che pure hanno dichiarato parere contrario, non hanno reso pubblica la faccenda quando sono stati interpellati ad aprile 2021. C’è però chi vuole avere voce in capitolo ed è chiaro che solo un’opposizione popolare, organizzata dal basso, può riuscire a mettersi in mezzo e fermare questo progetto.
Per fare questo c’è bisogno ancora di lavorare molto sul territorio, nelle città limitrofe, nei quartieri, nei paesi e costruire, di là delle sigle di parte, assemblee permanenti dal basso, che organizzino l’opposizione popolare alla base militare, alla militarizzazione e alla guerra che è già presente e radicata nella società.
Non sarà facile impedire la costruzione di questa base, perché si inserisce in un processo di lungo periodo di riorganizzazione delle forze armate ed in particolare delle forze speciali e di intervento rapido. Possiamo però farlo perché in una zona così militarizzata chi governa forse non si aspettava un’opposizione che andasse al di là dei consueti circuiti militanti, perché debole è stata l’opposizione negli ultimi anni a progetti altrettanto devastanti: l’allargamento dell’aeroporto militare, la dismissione del reattore nucleare sperimentale CISAM con lo sversamento di acque radioattive nel Canale dei Navicelli, l’ampliamento della base USA di Camp Darby, la costruzione della nuova base del Comando delle forze speciali dell’esercito.
Questa volta però non sembra che andrà così. Il clima di opposizione alla guerra che monta alla luce del contesto internazionale, la più radicata e rinnovata sensibilità ecologista, la voglia di reagire alle imposizioni del potere, mentre in questi anni abbiamo visto aumentare le spese militari di fronte allo sprofondamento delle condizioni di vita e di lavoro, dell’accesso ai servizi e alla cura, insieme alla spinta data dalla lenta ripresa dei movimenti ha dato forza ad una nuova opposizione. Un’opposizione che si schieri chiaramente contro il progetto ma anche contro il sistema di guerra, devastazione, sfruttamento e oppressione che muove queste scelte di governo.
Bisogna aver chiaro che quello che stanno portando a termine tra Pisa e Livorno con il progetto della nuova base di Coltano è un grande polo logistico della guerra. Lo scalo aeroportuale pisano, controllato dall’Aeronautica Militare dove è collocata la 46ª brigata aerea con i cargo C-130 è Main Operating Base per l’invio di truppe e materiali bellici all’estero ed è stato ampliato negli ultimi anni per diventare hub nazionale. Nei pressi dell’aeroporto è già presente la Brigata paracadutisti Folgore ma sono presenti presso il COMFOSE anche le truppe speciali del 9° rgt. d’assalto paracadutisti “Col Moschin”, il 185° rgt. Paracadutisti RAO, il 4° rgt. Alpini paracadutisti. A queste si andrebbero ad aggiungere con la nuova base il “Tuscania” e i GIS, come forze speciali dell’arma dei Carabinieri.
Già da decenni il territorio tra Pisa e Livorno svolge un ruolo centrale nelle politiche di proiezione militare dell’Italia all’estero. Questi progetti non faranno che sviluppare e rendere più efficiente tale dispositivo, aprendo quindi la strada ad un sempre maggiore interventismo dell’Italia fuori dai confini nazionali. Inoltre favorirà il compimento del progetto di costruzione di forze speciali separate, specialisti della guerra e della morte al servizio del governo, per tutelare interessi e privilegi dei potenti in spedizioni sia all’estero, sia dentro i confini del paese se necessario, come in Val di Susa.
Una prima manifestazione nazionale si terrà giovedì 2 giugno a Coltano, appuntamento alle 14:30 presso la Villa Medicea al centro dell’abitato. Il 2 giugno è una giornata significativa per i movimenti antimilitaristi che da anni contestano quella che ormai è diventata la seconda festa delle forze armate. Quel giorno ci saranno tante altre manifestazioni e iniziative in giro per l’Italia e forse la partecipazione non potrà essere ampia quanto si vorrebbe. Si tratta però di un primo passo per lanciare la costruzione di un movimento di opposizione e sarà importante legare anche concretamente e in modo solidale la manifestazione del 2 giugno con le tante iniziative che si terranno in altri territori.
In un mese sono stati fatti grandi passi, è stato costruito un organismo unitario, è iniziata una capillare campagna di controinformazione, sono stati costruiti momenti di lotta e di confronto assembleare. Si è riusciti a riunire l’opposizione alla base sotto lo slogan “né qui né altrove”, respingendo i tentativi dei politicanti e maneggioni di turno che hanno provato a parlare di compensazioni e riqualificazioni per spezzare il movimento. Si è individuato un obiettivo politico chiaro sul breve periodo, il ritiro del DPCM, per smascherare i vuoti annunci della stampa ufficiale che per conto dei partiti e delle istituzioni prova a far passare il messaggio che “la base non si farà più a Coltano” per provare a disinnescare il movimento. Non ci sono riusciti, almeno per ora, e il 2 giugno sarà un’occasione per tessere legami di solidarietà e dare una nuova spinta.
Il 2 giugno si aprirà anche il XXXI Congresso della FAI a Empoli e molt* compagn* saranno impegnat* nell’avvio dei lavori. Tant* anarchic* saranno comunque in piazza anche a Coltano, attiv* nelle tante realtà che partecipano al movimento, con i propri contenut*, dando uno specifico contributo antimilitarista alla giornata. Consapevoli che la vera sfida adesso sta nell’impegno quotidiano per impedire la costruzione della base, nella formazione di comitati locali, di assemblee, nella capacità di costruire forme di autogestione negli spazi di ingovernabilità che saprà aprire il movimento, nella possibilità di rilanciare, dopo l’importante sciopero generale del 20 maggio, la lotta antimilitarista in strati sempre più ampi della società.
Dario Antonelli
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– Giugno 1, 2022