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Buon anno?

da: Umanità Nova, n. 1 del 15 gennaio 2012

Vi ha spaventato il 2011? Tranquilli, il 2012 sarà peggio!
Monti crisi

L’anno nuovo è cominciato peggio di come era finito quello vecchio.
Dalla mezzanotte del 31 dicembre sono aumentate le tariffe di luce (+ 4,9%), gas (2,7%) ed autostrade (3,52%). Si tratta di tariffe amministrate, decise cioè direttamente dai pubblici poteri.
Ci sono stati poi altri aumenti di altre tariffe amministrate, come il canone RAI (per chi lo paga), e di tariffe controllate, come quelle delle assicurazioni per le auto. In sei regioni sono aumentate anche le accise regionali sulla benzina.Il grosso degli aumenti di capodanno riguarda l’autotrasporto e questo, in un paese dove l’80% delle merci viaggia su gomma, si trasformerà in un ulteriore aumento dell’inflazione. L’ennesimo aumento delle tariffe autostradali merita qualche considerazione specifica, visto che si tratta di una delle più cospicue rendite percepite da pochi “imprenditori” privati (in particolare la famiglia Benetton) a scapito della collettività.
Dal 2000 (anno successivo alla privatizzazione della società Autostrade) i pedaggi autostradali sono aumentati del 52,6% (in media per tutta la rete, in alcuni tratti di più, in altri meno). Nello stesso periodo il costo della vita è aumentato del 27,1%.
Nel 2011, utilizzando come riferimento i dati dei primi 9 mesi del 2011 e quelli dell’anno precedente, la società Atlantia (proprietaria della società Autostrade S.p.A., concessionaria di una grossa parte della rete autostradale) dovrebbe avere incassi da pedaggi pari a 3 miliardi 400 milioni di euro. Di tutti questi soldi allo stato vanno solo 309 milioni di euro come oneri concessori. La redditività è altissima: il margine operativo lordo è del 62,1% pari a 2 miliardi 413 milioni di Euro. Né vale il discorso che la società Autostrade effettua investimenti sulla rete. Ad oggi hanno completato – secondo quanto dichiara la stessa società Atlantia – solo il 62% del piano di investimento elaborato nel 1997 (quando Autostrade era ancora di proprietà dell’IRI) e il 33% del piano del 2002. Secondo la Banca d’Italia i dati più recenti sono anche peggiori: “sono stati completati meno del tre per cento degli investimenti decisi nel programma del 2004, il programma più recente, quello del 2008, è ancora in fase di studio”.
Nel 2011 Gilberto Benetton (proprietario di Atlantia, insieme alla sua famiglia) ha così incrementato il proprio patrimonio personale di 300 milioni sul 2010: adesso possiede un patrimonio personale di 2,4 miliardi di dollari. E poco meno hanno i suoi tre fratelli Giuliana, Carlo e Luciano. Nessuno dei loro patrimoni è stato intaccato in alcun modo di tutte le manovre economiche varate sia da Berlusconi, che, anzi, gli ha prolungato le concessioni autostradali da trenta a cinquanta anni, sia da Monti.
Dopo non averli toccati nella “fase uno” delle lacrime e sangue ai danni di lavoratori e pensionati adesso il governo provvederà a fargli fare altri soldi con la “fase due” delle feste e regali per ricchi e potenti. Spacciano la “fase due” come quella del rilancio dell’economia, solo per mascherare la stessa formula che da circa trenta anni sta mettendo in ginocchio il paese: precarietà, privatizzazioni e liberalizzazioni gattopardesche.
Gli unici ad avere i soldi per poter acquistare a prezzo stracciato i servizi di pubblica utilità che saranno privatizzati sono proprio quelli (come i Benetton per autostrade) che si sono arricchiti con la crisi. Abbiamo già visto a cosa servono le privatizzazioni: a regalare pezzi di patrimonio pubblico a pochi privati che sfruttano situazioni di monopolio (o fanno accordi di “cartello” come per banche, benzina e assicurazioni) per trarne profitti altissimi.
Lo stesso vale per le case degli enti regalate ai politici. In questo governo c’è chi lo sa bene: Filippo Patroni Griffi, Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, è proprietario di una casa, con vista sul Colosseo e sul Palatino, a 50 metri di distanza da quella comprata da Scajola “a sua insaputa”. Patroni Griffi la casa l’ha comprata “in piena consapevolezza” dall’INPS. Il problema è che ha pagato, per una casa di 109 metri quadrati con vista Colosseo e Palatino, solo 177 mila 754 euro nel 2008. Il valore commerciale dell’appartamento, tanto per capire di quanto stiamo parlando, supera il milione di euro. Oltre ad avere il dubbio di come mai abbia pagato così poco, resta il mistero di come uno che faceva il giudice abbia ottenuto una casa qualificata come “popolare” con un canone d’affitto intorno agli 850 euro l’anno. Sarà per l’eccessivo dispendio di denaro dovuto all’acquisto della casa che mantiene, nonostante sia da anni in aspettativa e fuori ruolo, lo stipendio di presidente di sezione del Consiglio di Stato, a cui ha cumulato – in omaggio alla lotta ai privilegi – lo stipendio di ministro.
Le altre privatizzazioni, quelle dei terreni demaniali, stanno facendo rinascere il latifondo, che finirà per uccidere la già stremata agricoltura italiana. Per quanto riguarda le liberalizzazioni faranno la solita manfrina per fare poco o nulla. Del resto hanno annunciato che adotteranno “i suggerimenti provenienti dall’Autorità Antitrust”, cioè quella stessa Autorità che in questi anni si è contraddistinta per non aver fatto nulla contro il cartello delle assicurazioni, delle banche, dei petrolieri e della televisione. Si limiteranno ad abolire le tariffe minime decise dagli ordini professionali e non toccheranno nessuno dei privilegi, tanto per non far esempi, dei notai. Sull’orario dei negozi, punteranno a favorire la grande distribuzione commerciale a scapito dei piccoli esercenti, come se il problema del crollo dei consumi fosse che i negozi sono chiusi la notte e non che non ci sono soldi. L’unico elemento di incertezza è nello scontro tra la grande distribuzione commerciale e i petrolieri per la liberalizzazione della vendita di carburante. Devono trovare un modo per abbassare i prezzi perché il consumo di carburanti è crollato dopo gli ultimi aumenti ed hanno paura che non entrino in bilancio tutti i soldi iscritti per l’aumento delle accise.
Il nodo “politico” vero della “fase due” sarà la riforma del mercato del lavoro. La presa in giro è che la stanno presentando come “riorganizzazione degli ammortizzatori sociali”. Peccato che i soldi non ci siano e si limiteranno a redistribuire la miseria! Fa addirittura ridere la proposta del “modello danese”: libertà di licenziamento e un’indennità di disoccupazione molto alta con una struttura statale di riqualificazione e di ricollocamento efficace. Peccato che per adesso approvino solo la libertà di licenziamento. Per il resto non ci sono i soldi, tra due mesi diranno che “l’Italia non è la Danimarca” e rimarrà solo la disoccupazione. Se proprio vogliono adottare il “modello danese”, comincino con una alta indennità di disoccupazione e poi parliamo del resto! Un’escamotage per abolire l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori ed il conseguente divieto di licenziamenti discriminatori (checché ne dicano, quelli per motivi economici già li possono fare ed infatti li fanno) è la proposta di abolirlo solo per i nuovi assunti. Tempo un paio d’anni, ci sarà un valzer di attività tra un’impresa e un’altra dello stesso padrone e diventeranno tutti “nuovi assunti”.
In ogni caso, mentre aspettate la “fase due”, non vi crediate che, con il capodanno, sia finita la “fase uno”. Gli effetti delle manovre economiche varate nel corso del 2011 si devono ancora vedere tutti. Nel 2011, l’impatto della manovra è stato di 2,8 miliardi, nel 2012 la manovra sarà di 48,3 miliardi di Euro: 17 volte di più e nei due anni successivi sarà ancora peggio fino ad arrivare agli 81,2 miliardi di Euro nel 2014. Non è neanche detto che tutti questi soldi bastino ad evitare il default dell’Italia.
L’Italia è in recessione. I consumi del periodo natalizio sono calati di quasi il 20% (tra l’altro aumentando molto gli acquisti “made in China” – più economici – per i regali). Nel mese di novembre 2011, prima dei recenti aumenti, è addirittura diminuito il consumo di benzina (-8,1%) e gasolio (-4,2%), oltre ai consumi elettrici (-2%). L’ISTAT ha certificato il calo del PIL nel terzo trimestre (subito dopo le manovre estive) di -0,2%. Il quarto trimestre sarà andato sicuramente peggio, alla luce della diminuzione dei consumi (nel terzo trimestre erano scesi “solo del -0,4%). Questo significa che il PIL italiano nel 2011, invece di crescere dell’1,1% (come previsto nelle manovre estive) o dello 0,6% (come avevano previsto a settembre) crescerà di meno dello 0,5% (addirittura diminuirà su base annua se dovessero avverarsi le previsioni di confindustria di un calo del PIL del -0,7% nel quarto trimestre).
Nel 2012 andrà anche peggio. Ad oggi le previsioni sono per una diminuzione del PIL del 2%, ma tendono a peggiorare (un mese fa parlavano di diminuzione dell’1%, quest’estate di crescita dell’1,3%). Siccome il problema è il rapporto deficit/PIL, se diminuisce il PIL deve diminuire anche il deficit per mantenere il valore inalterato. Oltretutto, diminuendo il PIL, diminuiscono le entrate e il deficit peggiora. In linea di massima ogni punto di PIL in meno obbliga a fare una manovra aggiuntiva di 8 miliardi di Euro. Il che significa una manovra aggiuntiva tra i 16 e i 24 miliardi di euro per il 2012.
Inoltre, nonostante tutti i proclami di avvenuto risanamento, il tasso di interesse sui BTP rimane superiore al 7%. Nella manovra economica di Monti hanno stimato che il tasso d’interesse fosse al 5,8% nel 2012 con una spesa per interessi di 94,2 miliardi. Se i tassi si manterranno al 7% la spesa per interessi diventerà di circa 112 miliardi di Euro. Con un ulteriore aggravio per 17,8 miliardi di euro. E non è finita. Il nuovo trattato europeo “fiscal compact”, che verrà discusso alla fine di gennaio per essere firmato a marzo prevede, oltre a un rapporto deficit/PIL massimo dello -0,5% annuo, che ci sia un rientro verso il rapporto debito/PIL del 60% con una progressione di un ventesimo l’anno. Per l’Italia, che ha un rapporto debito/PIL del 120% significa una manovra di 46 miliardi di euro per il 2012, altrimenti scatteranno le sanzioni automaticamente.
Insomma ci sarà obbligatoriamente una manovra per un ammontare tra i 20 e gli 87 miliardi di euro per il 2012, in un paese in recessione questo significa accentuare la recessione, dover fare un’altra manovra e finire in quella spirale recessiva da “tragedia greca” da cui non si esce. Questi fattori, noti a tutti gli operatori economici, sono quelli mantengono alto lo spread: se i mercati credessero davvero che l’Italia possa arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 e possa tener fede al fiscal compact, lo spread sarebbe poco superiore allo zero. Non ci credono quelli che investono i soldi, guadagnandoci dalla crisi e non ci crediamo neanche noi, che della crisi paghiamo il conto. Insomma, aspettiamoci il peggio.
E nel massacro sociale che si prepara, aspettiamoci anche una svolta autoritaria. Ormai, quando anche le banche non escludono la possibile uscita dall’euro, la paura del default potrebbe non bastare, a un governo che non ha il consenso sociale, per imporre questi sacrifici.
Ricordiamoci che, in questi casi, fa molto comodo un “nemico interno”: il clandestino, la criminalità, il terrorismo, gli anarchici.

Fricche

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Sgombero Conciatori: comunicato del Circolo Anarchico Fiorentino

riceviamo e pubblichiamo!

 

Il giorno 19/01/2012 il comune di firenze, con ampio dispiegamento di forze della questura, ha militarmente sgomberato la sede del circolo Anarchico fiorentino di Via dei Conciatori, unitamente agli altri spazi occupati da altre realtà presenti da tempo nell’intera palazzina.

Dalle 05.30 della mattina tutta quanta la strada è stata accerchiata e gli accessi delle vie limitrofe bloccati nell’intero quartiere.

Alcuni compagni sono saliti sul tetto con l’intento di resistere allo sgombero ed hanno tenuto la posizione fino dopo mezzogiorno.

La celere ha forzato il copioso presidio creatosi, guadagnando vigliaccamente le porte di accesso allo stabile, successivamente forzate.

Il presidio si è poi concluso con una manifestazione lungo le vie del quartiere.
L’immobile è stato consegnato dal comune e dalla questura alla società immobiliare TOSCO TRE, intenta a portare avanti una spietata speculazione edilizia nel quartiere storico centrale di santa croce.

Il circolo Anarchico fiorentino porterà avanti ad ogni costo le battaglie e le lotte sinora intraprese nelle forme e nei modi necessari.

RINGRAZIAMO TUTTI I COMPAGNI PER LA SOLIDARIETÀ DIMOSTRATA E PER IL CONCRETO APPOGGIO NELLE FUTURE AZIONI DI RISPOSTA A QUESTO INFAME SGOMBERO!

– 
Circolo Anarchico Fiorentino
di Via dei Conciatori 2/R

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Comunicato: solidarietà ai compagni sgomberati a Firenze

SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI DI VIA DEI CONCIATORI

Giovedì 19 gennaio 2012. A Firenze, in via dei Conciatori è stata sgomberata con la violenza dalla polizia la palazzina sede del Circolo Anarchico Fiorentino, dell’Unione Sindacale Italiana e del Progetto Conciatori.
Mentre le compagne ed i compagni erano saliti sul tetto, nella strada la polizia ed i carabinieri hanno caricato le decine di persone in presidio, accorse per opporsi allo sgombero.
Oltre 150 tra occupanti e solidali, hanno tentato fino all’ultimo di difendere lo stabile occupato di proprietà del Comune.
Il quartiere per l’occasione è stato militarizzato, via dei Conciatori è stata completamente blindata dalle camionette e dagli agenti in tenuta antisommossa.
Quanto è avvenuto è estremamente grave. Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi con la sua firma ha fatto sgomberare con la violenza una sede politica, una sede sindacale, uno spazio autogestito motore di attività culturali, politiche e aggregative.

Uno sgombero che il buon Renzi ha voluto nel nome del mattone e della repressione.
Quello stabile, a due passi dal centro della città vetrina, sarà infatti oggetto di una speculazione edilizia che renderà moltissimo a chi ci sfrutta e ci governa.
Profitti che non andranno mai nelle tasche degli sfruttati! Anzi, come sempre saranno lavoratori, precari, migranti, disoccupati, studenti a dover pagare il costo delle speculazioni, mentre allo stesso tempo saranno privati di uno spazio liberato e autogestito.

Con questo sgombero si è voluto chiudere un’importante esperienza di autogestione come quella del Progetto Conciatori, si è voluto chiudere la sede del Circolo Anarchico Fiorentino e dell’Unione Sindacale Italiana. Con questo sgombero si tenta ancora una volta di soffocare la voce degli anarchici. Si tenta di soffocare la voce di chi lotta, di chi si organizza dal basso. Si tenta di soffocare la voce di coloro che trovano nelle realtà di via de Conciatori un punto di riferimento.

Sostegno e Solidarietà
al Circolo Anarchico Fiorentino
all’Unione Sindacale Italiana (AIT)
al Progetto Conciatori

Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.
cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

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Livorno: oggi alle 17:30 presidio in solidarietà dei compagni sgomberati a Firenze

Venerdì 20 Gennaio 2012
ore 17:30 – Piazza Grande, angolo Via Pieroni (Livorno)
PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI SGOMBERATI DALLA POLIZIA IERI A FIRENZE

Sono invitati a partecipare tutti coloro che vogliono esprimere solidarietà ai compagni fiorentini.

SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI DI VIA DEI CONCIATORI

Giovedì 19 gennaio 2012. A Firenze, in via dei Conciatori è stata sgomberata con la violenza dalla polizia la palazzina sede del Circolo Anarchico Fiorentino, dell’Unione Sindacale Italiana e del Progetto Conciatori.
Mentre le compagne ed i compagni erano saliti sul tetto, nella strada la polizia ed i carabinieri hanno caricato le decine di persone in presidio, accorse per opporsi allo sgombero.
Oltre 150 tra occupanti e solidali, hanno tentato fino all’ultimo di difendere lo stabile occupato di proprietà del Comune.
Il quartiere per l’occasione è stato militarizzato, via dei Conciatori è stata completamente blindata dalle camionette e dagli agenti in tenuta antisommossa.
Quanto è avvenuto è estremamente grave. Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi con la sua firma ha fatto sgomberare con la violenza una sede politica, una sede sindacale, uno spazio autogestito motore di attività culturali, politiche e aggregative.

Uno sgombero che il buon Renzi ha voluto nel nome del mattone e della repressione.
Quello stabile, a due passi dal centro della città vetrina, sarà infatti oggetto di una speculazione edilizia che renderà moltissimo a chi ci sfrutta e ci governa.
Profitti che non andranno mai nelle tasche degli sfruttati! Anzi, come sempre saranno lavoratori, precari, migranti, disoccupati, studenti a dover pagare il costo delle speculazioni, mentre allo stesso tempo saranno privati di uno spazio liberato e autogestito.

Con questo sgombero si è voluto chiudere un’importante esperienza di autogestione come quella del Progetto Conciatori, si è voluto chiudere la sede del Circolo Anarchico Fiorentino e dell’Unione Sindacale Italiana. Con questo sgombero si tenta ancora una volta di soffocare la voce degli anarchici. Si tenta di soffocare la voce di chi lotta, di chi si organizza dal basso. Si tenta di soffocare la voce di coloro che trovano nelle realtà di via de Conciatori un punto di riferimento.

Sostegno e Solidarietà
al Circolo Anarchico Fiorentino
all’Unione Sindacale Italiana (AIT)
al Progetto Conciatori

Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.
cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

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Comunicato dell’USI-AIT sullo sgombero dello stabile occupato a Firenze

da: http://www.usi-ait.org/

Sgombero!!!!!

Stamattina all’alba è cominciato, a Firenze, lo sgombero dello stabile occupato in via Conciatori n.4, sede tra l’altro dell’Unione Sindacale Italiana (USI-AIT),  del Circolo Anarchico Fiorentino e del “Progetto Conciatori” A questo sgombero è stata opposta resistenza, alcuni compagni sono saliti sul tetto cercando di resistere; mentre le cariche della polizia colpivano i compagni in strada che manifestano contro lo sgombero. L’Unione Sindacale Italiana condanna come fatto gravissimo l’attacco poliziesco alla sede di un sindacato di lavoratori e ne denuncia il livello di repressione che questo sgombero comporta, a maggior ragione quando ciò avviene ad opera del rappresentante di un partito che si dice dalla parte dei lavoratori. Il sindaco della città non ha mai voluto ascoltare la proposta di autorecupero dello stabile da parte del “Progetto Conciatori”, ma ha abdicato ai voleri della speculazione privata. Con lo sgombero di via dei Conciatori Firenze perde un’esperienza di autogestione che le ha dato importanti iniziative culturali e un progetto politico e sindacale unico per la difesa degli spazi sociali, del territorio e di tutti gli sfruttati. Ancora una volta come Unione Sindacale Italiana siamo colpiti dalla speculazione che attacca le nostre sedi, esattamente come avvenne nel 1925 quando il regima fascista requisì tutte le sedi dell’USI, sedi che mai lo stato democratico ha pensato di restituire.La Segreteria Nazionale e la Commissione Esecutiva dell’USI-AIT esprimono ai compagni fiorentini e toscani a nome di tutta l’USI-AIT la vicinanza e solidarietà e dichiarano il proprio sostegno a tutte le iniziative che i compagni fiorentini e toscani decideranno di mettere in atto. Analoga solidarietà e vicinanza va anche a tutte le altre realtà presenti oggi all’interno dello stabile in via dei conciatori.

Segreteria Nazionale e Commissione Esecutiva USI-AIT

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FIRENZE: CONCIATORI ORA SOTTO SGOMBERO! (IN AGGIORNAMENTO…)

E’ in queste ore sotto sgombero a Firenze lo stabile occupato in via dei Conciatori. Sede del Circolo Anarchico Fiorentino, dell’Unione Sindacale Italiana e del Progetto Conciatori. NO AGLI SGOMBERI!!

 

-IN VIA DEI CONCIATORI A FIRENZE I COMPAGNI E E COMPAGNE SONO SUL TETTO. E’ IN CORSO LO SGOMBERO ADESSO. FACCIAMO GIRARE LA NOTIZIA. PORTIAMO SOLIDARIETA’.

-PARE CI SANO STATE DELLE CARICHE

-LE COMPAGNE E I COMPAGNI SONO ANCORA SUL TETTO, PARE CHE ABBIANO CARICATO, C’E’ L’ANTISOMMOSSA. IN VIA DEI CONCIATORI C’E’ UN PRESIDIO CONTRO LO SGOMBERO. SOSTENIAMO I CONCIATORI, FACCIAMO GIRARE LA NOTIZIA, PORTIAMO SOLIDARIETA’ CONCRETA!

-VIA DEI CONCIATORI E’ STATA SGOMBERATALE COMPAGNE E I COMPAGNI STANNO FACENDO UN CORTEO NEL QUARTIERE
SOLIDARIETA!

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AUTOSPED Gavio SPA Livorno la lotta non si ferma. Mercoledì presidio dalle ore 8,00 davanti allo Stanic

da: senzasoste.it
lavoratori
La sospensione del lavoro degli impiegati e degli autisti che operano nel ramo container dellla filiale Autosped di Livorno è iniziata alla mezzanotte tra il 15 ed il 16 gennaio 2012 e durerà ad oltranza. La mattina di lunedì è avvenuta una manifestazione con occupazione degli uffici e del piazzale. Nei giorni scorsi, la società aveva comunicato alle organizzazioni sindacali l’avvio di un processo di ristrutturazione, che prevede anche la chiusura della filiale di Livorno ed il trasferimento di tutto il personale che opera nei container nella sede di Tortona. Resta escluso dal provvedimento il personale che opera nella distribuzione dei carburanti. Lo scorso dicembre, era stato siglato un accordo tra sindacati ed impresa per aumentare la professionalità ed il rendimento dei lavoratori dell’Autosped. Secondo i rappresentanti sindacali FILT, il lavoro a Livorno non mancherebbe, anzi sul porto toscano opererebbero anche automezzi delle altre filiali di Autosped.
Il lavoratori dell’ Autosped G Spa che stanno occupando la loro sede di Via Sacco E Vanzetti (angolo Via Aiaccia – dove c’ è il terminale del rigassificatore) a Stagno, stanno presidiando (occupando la sede stradale) le vie vicine e necessitano di un appoggio immediato.
Questi lavoratori sono tutti dipendenti autotrasportatori del Gruppo Gavio legato alla holding Aurelia S.p.A. di settori diversificati, implicata nella tangentopoli che ha visto implicato l’ esponente del PD Penati. Ora il Gruppo ha chiuso la sede di Livorno obbligando questi lavoratori ad accettare il trasferimento in una sede del Nord o licenziarsi (quindi un licenziamento mascherato).
Tutto questo perché il gruppo li vuole sostituire con padroncini non sindacalizzati in una realtà con forte richiesta di trasporti e non assolutamente in crisi.
Sono in trenta: hanno passato le prime notti di lotta occupando gli uffici e non demordono. L’ occupazione è a oltranza. Ieri c’ è stata molta tensione tra i lavoratori in lotta e gli autisti delle cisterne bloccati non coinvolti nei provvedimenti. Infatti la direzione aziendale ha cercato provocatoriamente lo scontro tra gli stessi lavoratori.
Questa è una lotta che necessita del massimo di solidarietà e sostegno. Domenica sera/notte mentre i lavoratori occupavano il piazzale della ditta e in un clima di forte tensione, le segreterie CGIL avevano tutte i telefoni spenti.
red. 17 gennaio 2011

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Assemblea cittadina aperta contro il disastro ambientale dei fusti tossici al cobalto

riceviamo e pubblichiamo

 

Assemblea cittadina aperta contro il disastro ambientale dei fusti tossici al cobalto

Il 17 dicembre l’Eurocargo “Venezia” perde due semirimorchi carichi di 45 tonnellate di cobalto e molibdeno durante una violenta tempesta. E’ incomprensibile perché una nave carica di materiale tossico abbia affrontato un viaggio così pericoloso, viste che tutte le previsioni meteo annunciavano da giorni tempesta nell’alto Tirreno: è chiaro che viste le condizioni proibitive del mare la nave sarebbe dovuta  stare in porto. Fatto sta che il carico tossico viene “perso” in mare al largo della isola di Gorgona e la cittadinanza viene per giorni tenuta all’oscuro senza allertare la protezione civile che comunque in casi come questi ci sembra non adeguatamente strutturata per far fronte a disastri ambientali di tale portata.

Se l’incidente avesse riguardato il futuro  rigassificatore con molta probabilità ci si sarebbe trovati nelle stesse condizioni d’impotenza che ci sono verificate con i bidoni tossici al cobalto. Capitaneria, Prefettura, Comune, Provincia e Regione hanno atteso ben 11 giorni prima di divulgare la notizia del disastro. Solo grazie alla controinformazione dei comitati e associazione ecologiste si è venuti a conoscenza del pericolo: il materiale contenuto nei bidoni “persi” al contatto con l’aria può infiammarsi sprigionando polveri e gas nocivi, è tossico per fauna  e flora marina e può entrare attraverso la catena alimentare con pericolose conseguenze per la salute umana. Si tratta di un disastro ambientale di cui non si riesce ancora a capire le dimensioni , le ricadute ambientali e quelle a livello economico-turististico. Occorre ricordare che sulla vicenda la Grimaldi ha tenuto un pesante silenzio che rimanda a forti responsabilità  dell’armatore napoletano per il disastro ambientale che ha colpito il nostro mare.

Pertanto riteniamo opportuno indire un assemblea cittadina aperta a tutti in vista di una manifestazione cittadina per chiedere :

  1. CHE SI METTANO IN AZIONE TUTTE LE MISURE PER INDIVIDUARE E RECUPERARE I BIDONI A SPESE DELLA GRIMALDI;
  2. CHE SI FACCIA LUCE SU COSA EFFETTIVAMENTE E’ ACCADUTO SUL CARGO VENEZIA LA NOTTE DEL 17 DICEMBRE E SUL MOTIVO DEI SILENZI E DEI RITARDI NELL’INFORMAZIONE ALLE POPOLAZIONI;
  3. CHE SI DIMETTANO I SINDACI DI LIVORNO E PISA ASSIEME AI LORO ASSESSORI ALL’AMBIENTE RESPONSABILI DI AVER TACIUTO ALLE POPOLAZIONI IL DISASTRO DI CUI ERANO VENUTI A CONOSCENZA FIN DAL 17 DICEMBRE;
  4. CHE COMANDANTE DELLA CAPITANERIA E PREFETTO SIANO IMMEDIATAMENTE RIMOSSI DAI LORO INCARICHI;
  5. CHE SIA APERTA UN INCHIESTA AMBIENTALE IN TEMPI BREVI CHE DETERMINI I POSSIBILI EFFETTI  E CONTROMISURE NECESSARIE AD EVITARE PERICOLOSI DANNI ALLA SALUTE DEI CITTADINI
  6. CHE SIANO DETERMINATE RESPOSABILITA POLITICHE E  RIVISTA L’ATTUALE STRUTTURA DELLA PROTEZIONE CIVILE CHE IN QUESTO CASO NON SI E’ DIMOSTRATA ALL’ALTEZZA DELLA SITUAZIONE

GIOVEDI’ 19 GENNAIO, ORE 21,15 ASSEMBLEA CITTADINA PRESSO SALONE DELLA CIRCOSCRIZIONE 4, VIA MENASCI – COLLINE

Vertenza Livorno , rete per la difesa dell’ambiente e della salute

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In 300 in presidio perché venga fatta luce sull’inabissamento dei fusti tossici

da: senzasoste.it

presidio_porto

 

Circa 300 persone hanno partecipato stamani al Porto Mediceo di Livorno al presidio organizzato per chiedere che venga fatta luce sull’inabissamento dalla nave Venezia della Grimaldi Lines di un numero imprecisato di fusti (si parla di oltre 200) contenenti sostanze pericolose avvenuto – sembra – il 17 dicembre scorso a nord dell’isola di Gorgona.  Alla protesta hanno aderito comitati, associazioni e partiti, preoccupati per un mare diventato una discarica e indignati per il modo con cui il grave episodio è stato prima nascosto e poi gestito dalle autorità.

“Sul sito internazionale che riporta tutte le rotte e dunque anche quella del cargo Venezia – dice Maurizio Zicanu del coordinamento di Vertenza Livorno uno dei comitati promotore dell’iniziativa – la nave della Grimaldi stranamente non segue la rotta annunciata e passa molto più vicino alla costa. Vorremmo sapere il motivo di questa decisione del comandante a nostro avviso molto pericolosa”.

Secondo la ricostruzione fornita dalla Grimaldi, la nave cargo Veneziasarebbe partita da Catania per Genova con mare forza 10 e onde alte più di otto metri. Ma invece di ripararsi in un porto avrebbe sfidato la tempesta nel luogo più delicato per l’ecosistema, quel Santuario dei cetacei tra l’isola di Gorgona e l’Elba che si trova a 22 miglia al largo dalle coste toscane già minacciato dall’ormai prossima costruzione del pericolosissimo e inutile rigassificatore offshore. Insomma, avrebbe rischiato di affondare perdendo incredibilmente due carichi con almeno due centinaia di fusti contenenti 40 tonnellate di cobalto e molibdeno, due metalli tossici altamente inquinanti. Che magicamente si sarebbero inabissati in uno dei punti più profondi dell’alto Tirreno, a 500 metri di profondità, dove guarda caso il fondale è fangoso e sabbioso (in poche parole in un punto dove è quasi impossibile recuperarli.

Tra gli intervenuti anche la consigliera comunale livornese del PD, Arianna Terreni, contestatissima dai manifestanti presenti. “Comandano Livorno e la Regione – questa l’accusa rivoltale – e si indigna promettendo di portare la protesta all’interno delle istituzioni? E cosa ha fatto finora il suo partito se non contribuire a trasformare il mare livornese in una discarica? Ci vuole veramente faccia tosta. Gli organismi istituzionali dovrebbero tutelare l’ambiente e in un’area che dovrebbe essere protetta come il Santuario dei cetacei, un accordo internazionale che è stato ratificato dall’Italia più di 10 anni fa, cos’hanno fatto i suoi compagni di partito? Hanno pianificato l’installazione di un rigassificatore e permesso la contaminazione dell’intera area marina.

Sul banco degli imputati anche la Capitaneria di porto, che incredibilmente non ha bloccato la navigazione del cargo.  “Abbiamo la sensazione che neppure le autorità marittime sappiano bene che cosa sia successo – ha detto Alessandro Gianni, direttore campagne di Greenpeace Italia -. E questa è una cosa gravissima, che ci preoccupa molto. Devono dirci ancora come intendono recuperare questi fusti. Che cosa contengono esattamente e che pericoli ci sono per il mare e la catena alimentare”.

I fusti inabissatisi sarebbero di proprietà di una società con sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo e conterrebero materiale altamente tossico proveniente dalla raffineria di Priolo Gargallo, vicino Siracusa. La magistratura ha aperto un’inchiesta indagando il comandante del cargo. L’ipotesi di reato, per ora, riguarda violazioni dei sistemi di sicurezza del carico, ma se la situazione dovesse precipitare si potrebbero ipotizzare reati ambientali anche gravissimi. (red.)

08 gennaio 2012

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RIFIUTI TOSSICI E VELENI NEL MARE DI LIVORNO: VOLANTINO

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