Da:Umanità Nova, n.20
del 24 maggio 2009,
anno 89
Il 14 maggio ’09 la camera ha approvato il disegno di legge (DDL) C.
2180 titolato "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", meglio
noto come "disegno di legge sicurezza". Al senato la normativa era
stata approvata il 5 febbraio come DDL S. 733: alla camera ha subito
modifiche ed integrazioni e quindi torna al senato per l’approvazione
definitiva come DDL 733bis. La canea mediatica di questi ultimi giorni
intorno a questo disegno di legge ha fatto pensare che l’approvazione
della camera il 14 maggio fosse l’atto definitivo della vicenda, ma non
è così: perché le aberranti norme del DDL
sicurezza diventino legge dello stato bisognerà aspettare almeno
un mesetto, anche se certo l’approvazione in senato pare scontata.
Ricordiamo anche che il DDL in questione contiene quelle norme che
erano state stralciate dal cosiddetto pacchetto sicurezza approvato
prima dell’estate con decreto legge (d.l. 23.5.08 n. 92, convertito in
l. 24.7.08 n. 125).
Il testo che torna al senato è frutto dei lavori parlamentari di
questi mesi, ma in realtà il governo, all’inizio di maggio, ha
deciso di scrivere tre maxi emendamenti in cui far confluire tutte le
norme su cui la maggioranza aveva trovato un’intesa, e di porre quindi
la questione di fiducia per evitare sorprese, sorprese che non potevano
che arrivare dall’interno della maggioranza stessa e cioè dal
Pdl: come noto, infatti, alcuni dei punti tristemente qualificanti del
DDL sicurezza sono stati fortemente voluti dalla Lega e dal ministro
Maroni e l’approvazione o non approvazione prima delle elezioni europee
del DDL aveva ed ha certamente un peso negli equilibri tra Lega e Pdl.
Come detto, il testo che ritorna al senato consta di soli tre articoli
in cui sono stati stipati i 66 articoli con cui il testo era arrivato
alla camera dopo la prima approvazione al senato: quindi gli articoli
del DDL 733 sono diventati commi dei tre articoli nel DDL 733bis, con
difficoltà di lettura del testo acuita da modifiche,
spostamenti, aggiunte, soppressioni.
Preliminarmente, va ancora una volta ribadito che nel disegno di legge
in questione si ritrovano norme che rispecchiano le paranoie
securitarie di questo governo e del suo elettorato, da un lato, e che
costituiscono dall’altro nuovi tasselli dello stato di polizia che la
destra nostrana ha in progetto di perfezionare. Non solo sono evidenti
il razzismo, le fobie, le, dicevamo, paranoie che sono stati nutriti e
pian piano fatti crescere in questi ultimi anni: non è solo di
triviale razzismo. Insieme e accanto a questo c’è un disegno
inequivocabile di inasprimento del controllo sociale che intende
colpire direttamente ed indirettamente ogni forma di dissenso che
intenda rompere con il teatrino dell’opposizione "democratica" in un
tempo in cui ormai fascisti e clericali spadroneggiano a viso scoperto
con la protervia che solo loro sanno avere.
Molte norme tendono quindi ad inasprire la situazione degli stranieri
ed in particolare degli extracomunitari anche nella loro vita
quotidiana. Dai 200 euro per la domanda di cittadinanza, al maggior
periodo di residenza regolare sul territorio nazionale per contrarre
matrimonio, matrimonio che potrà essere celebrato solo esibendo
il regolare permesso di soggiorno. In ogni occasione di rapporto con la
pubblica amministrazione (salvo la scuola dell’obbligo e le prestazioni
sanitarie di base) sarà necessario esibire il permesso di
soggiorno: quindi anche per i servizi pubblici essenziali e per il
riconoscimento di un figlio. Gli stranieri potranno essere soggetti,
quando chiedono la residenza, a controllo delle condizioni
igienico-sanitarie dei loro alloggi. Test di lingua per soggiornanti di
lungo periodo e da 80 a 200 euro per il rilascio o rinnovo del permesso
di soggiorno. E così via.
Ma su tutto ciò spiccano l’introduzione del "reato di
clandestinità" e il prolungamento della detenzione massima negli
ex cpt ora "centri di identificazione ed espulsione" da 60 gg. a 18
mesi. Interessante che queste norme si sposino con un piccolo anticipo
della riforma della giustizia contenuta negli articoli che modificano
le norme sul processo davanti al giudice di pace, consentendo alle
forze di polizia, semplicemente chiedendo un’autorizzazione formale al
pubblico ministero, di portare direttamente davanti al giudice di pace
gli arrestati in flagranza per reati come: "ingresso e soggiorno
illegale nel territorio dello Stato", cioè il reato di
"clandestinità" (nuovo art. 10bis del T.U. Immigrazione): rapido
giro dal Giudice di pace e rapida espulsione; o, più
realisticamente, permanenza temporanea fino a 18 mesi in un cpt/cie. La
cosa è stata ottenuta senza prevedere la reclusione per il reato
di "clandestinità": basta rendere la condotta una fattispecie
penale, seppur contravvenzionale, punita con sola ammenda (comunque una
rilevante somma da euro 5000 a 10000 e non oblazionabile, cioè
non se ne può pagare una parte per estinguere il reato), ma con
un apparato sanzionatorio che marcia a tappe forzate con l’unica
finalità dell’espulsione o dell’internamento nel centro di
permanenza temporanea.
Una parte del DDL sicurezza è dedicata alla "criminalità
comune": sono previste norme che aggravano le pene e l’apparato
repressivo di reati come la violazione di domicilio (art. 614 c.p.), il
furto (art. 625 c.p.), la rapina (art. 628 c.p.), la truffa (art. 640
c.p.), prevedono un’aggravante per l’aggressione di anziani o per
l’aggressione nelle vicinanze di posta, banca, ecc.; altre norme vanno
a colpire "l’insozzamento delle strade" o l’occupazione di suolo
pubblico per il commercio ambulante o l’uso dei minori per
l’accattonaggio; diverse norme riguardano i reati di mafia, le misure
di prevenzione, il "carcere duro" per mafiosi e terroristi (art. 41bis
legge sull’ordinamento penitenziario).
Dure pene per chi scrive sui muri e inserimento di un nuovo articolo
del codice penale (art. 341bis) che prevede nuovamente (era stato
abrogato dieci anni fa) il reato di "oltraggio a pubblico ufficiale"
punito con reclusione fino a tre anni per chi offenda l’onore di un
pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni: una bella
fattispecie penale utilizzabile con grande elasticità per
colpire ad esempio i manifestanti che lanciano slogan "oltraggiosi"…
L’esperimento di perseguitare e criminalizzare un soggetto a
prescindere dalla sua commissione di fatti o di reato specifici, ma per
quello che è, cioè in questo caso un migrante, prosegue e
si lega al dilatarsi dei poteri della polizia, delineando, se ancora ve
ne fosse bisogno, i contorni netti di un vero e proprio stato di
polizia.
W.B.