PER IL RILANCIO DELLE LOTTE SOCIALI CONTRO FASCISMO E REPRESSIONE
Tre persone in questo momento sono
private della loro libertà, tre compagni che nei loro territori sono
impegnati in percorsi di lotta sono stati colpiti dalla repressione.
La Questura di Pistoia, senza alcuna prova, ha voluto, con i tre
arresti e le otto denunce per la devastazione della sede fascista di
Casa Pound, criminalizzare i partecipanti all’assemblea contro le
ronde.
Questo attacco deve fermarsi ed i
compagni devono essere liberati.
Alla solidarietà si rende ovviamente
necessario affiancare l’antifascismo, come è avvenuto nelle
immediate mobilitazioni a sostegno dei compagni arrestati. La lotta
antifascista, per essere efficace, ossia per togliere effettivamente
ogni spazio politico a tali organizzazioni, non può essere separata
da un rilancio delle lotte e del conflitto sociale. L’antifascismo
non può avere basi legalitarie o costituzionaliste, questo non per
motivi ideologici o di principio, ma per motivi estremamente pratici:
leggi e costituzioni sono valide fino a quando chi governa lo ritiene
opportuno. L’antifascismo è nato per difendere i lavoratori e la
popolazione, per garantire uno spazio alle loro lotte, come
autodifesa di massa. Mentre la costituzione, non arrivò che molto
dopo.
L’antifascismo deve essere praticato
dagli organismi di base, dai collettivi delle scuole, dai comitati di
quartiere, dai lavoratori, non può divenire una semplice pratica di
controllo del territorio.
Deve essere una pratica diffusa di
autodifesa. Solo così, affiancato alle lotte in ogni ambito, può
efficacemente isolare i fascisti e chiudere loro ogni spazio. Là
dove si è lasciato spazio vuoto, abbandonando le lotte e il
conflitto sociale, i fascisti hanno avuto modo di stabilirsi. Là
dove ci si è ridotti ad una semplice pratica antifascista, più o
meno legalitaria, ma a senso unico, senza che serva a supportare
ulteriori lotte in altri campi, vi è stata maggiore difficoltà a
contrastare questi personaggi. Rilanciamo quindi percorsi di lotta
dal basso. Da questi, da una pratica diffusa ed antiautoritaria può
partire una posizione efficace contro il fascismo e contro la
repressione.
Apprendiamo dal recente documento
pubblicato in rete dal Movimento Antagonista Livornese, che la
mobilitazione antifascista regionale del 24 ottobre a Pistoia, decisa
in una assemblea alla quale hanno partecipato moltissime realtà e
singoli compagni da tutta la regione, sarebbe stata spostata a
Livorno per la stessa data. Dato che tale documento non sembra avere
la forma di una proposta, ma quella di una decisione già presa,
scavalcando di fatto quella che era stata l’assemblea di mercoledì
scorso, riteniamo che la convocazione del corteo a Livorno sia
avvenuta con dei metodi che non condividiamo.
Al di là dei motivi che hanno portato
a ritenere più adatto un corteo a Livorno, non è condivisibile che
una singola organizzazione politica decida di rovesciare la decisione
di una assemblea tanto ampia e varia senza convocare una nuova
assemblea per discutere la questione o senza quantomeno consultare
tutti coloro che avevano partecipato alla precedente decisione. Ferma
restando la nostra solidarietà e il nostro sostegno alle
mobilitazioni, riteniamo che, se si sceglie un percorso assembleare
ed unitario, i passaggi debbano essere rispondenti a tale scelta.
Collettivo Anarchico Libertario – Livorno
Federazione Anarchica Livornese (F.A.I.)