da:http://noinonsiamocomplici.noblogs.org/post/2010/06/15/joy-libera
“Joy è libera!”. Venerdì 11 giugno la notizia rimbalzava qua e là sul
web prima ancora che Joy arrivasse in un primo luogo di sosta per
riposarsi per poi successivamente spostarsi in una “casa protetta”,
nonostante le preziose raccomandazioni date da Be Free all’epoca della
liberazione di Florence. Addirittura il giornale Liberazione ne
annunciava l’avvenuta “regolarizzazione”, mentre nel Cie di Modena Joy
ancora aspettava che le dessero il permesso di soggiorno.
Joy,
infatti, è uscita dal Cie di Modena, dopo aver aspettato per quattro
interminabili ore rispetto all’orario che le era stato comunicato, con
un permesso di “protezione umanitaria” – che è ben diverso dalla libertà
per come la intendiamo noi.
Ovviamente ci fa immenso piacere
che sia uscita dal circolo Cie-carcere-Cie. Ma la lotta contro i Cie non
deve fermarsi qui e i facili entusiasmi non ci appartengono.
L’undici
giugno abbiamo imparato quanto non sia facile garantire la sicurezza –
quella vera! – di una donna immigrata, in particolare se vittima di
tratta. E questo ci ha spinte ad una riflessione: se la vicenda di Joy
non fosse diventata “pubblica”, dando vita a mobilitazioni di piazza in
tante città italiane, molto probabilmente sarebbe già stata rimpatriata e
data in pasto ai suoi sfruttatori; ma, d’altra parte, questo esser
diventata una figura “pubblica” ha rappresentato per lei (e per chi era
con lei quel giorno), nel momento più delicato, un pericolo reale.
Dunque ci chiediamo se sia possibile agire con accortezza ed
intelligenza, senza perdere spessore politico e rispettando fino in
fondo la storia di una donna.
Noi crediamo di sì, e ringraziamo Joy
di avercelo insegnato.
Le auguriamo di cuore che possa al più
presto trovare la libertà, quella vera, al di là di percorsi protetti
che, se pure “per il suo bene”, ancora per molti mesi
sovradetermineranno la sua vita imponendole privazioni – ad esempio
l’impossibilità di tenere con sé il cellulare o di uscire, almeno i
primi tempi, per conto proprio.
Auguriamo di cuore a chi ha
accettato la sua presa in carico – a fronte di associazioni che si sono
vergognosamente arrampicate sui vetri per trovare pretesti e
giustificare il rifiuto – di poter a sua volta imparare da Joy con la
fiducia e la sensibilità necessarie.
Prima di partire per la
città in cui trascorrerà i prossimi mesi, Joy ha voluto lasciarci un
messaggio in più lingue per tutte e tutti coloro che, per quasi un anno,
non l’hanno mai lasciata sola nelle mani degli aguzzini – anche a costo
di denunce e manganellate.
Ringraziamo Macerie che si è data
disponibile per raccogliere questo saluto.
[Data la delicatezza
estrema della situazione, la scorsa settimana avevamo deciso che la
notizia dell’uscita di Joy l’avremmo data non prima di oggi. Chiara,
semplice, e con un invito a continuare la lotta femminista contro i Cie,
senza bisogno di aggiungere altro. Ma le cose sono andate diversamente e
allora ci è sembrato importante fare alcune considerazioni che speriamo
possano essere utili a tutte quelle che intendono proseguire la lotta
contro i Cie a fianco delle donne immigrate]