La lettera di un gruppo di lavoratori della fabbrica di Tychy, in
Polonia, ai colleghi di Pomigliano d’Arco che stanno per votare (il 22
giugno) se accettare o meno le condizioni della Fiat per riportare la
produzione della Panda in Italia.
(Questa lettera è stata scritta il 13 giugno, alla vigilia del
referendum a Pomigliano d’Arco in cui i lavoratori sono chiamati a
esprimersi sulle loro condizioni di lavoro. La Fiat ha accettato di
investire su questa fabbrica per la produzione della Panda che al
momento viene prodotta a Tychy in Polonia. I padroni chiedono ai
lavoratori di lavorare di sabato, di fare tre turni al giorno invece di
due e di tagliare le ferie. Tre sindacati su quattro hanno accettato
queste condizioni, la Fiom resiste)
La Fiat gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la
produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e
superato tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto
di lavoro e ne avrebbero creati degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto.
La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d’Europa e non sono
ammesse rimostranze all’amministrazione (fatta eccezione per quando i
sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o
contrattano i turni del weekend)
A un certo punto verso la fine dell’anno scorso è iniziata a girare
la voce che la Fiat aveva intenzione di spostare la produzione di nuovo
in Italia. Da quel momento su Tychy è calato il terrore. Fiat Polonia
pensa di poter fare di noi quello che vuole. L’anno scorso per esempio
ha pagato solo il 40% dei bonus, benché noi avessimo superato ogni
record di produzione.
Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere il
lavoro. Ma noi siamo davvero arrabbiati. Il terzo “Giorno di Protesta”
dei lavoratori di Tychy in programma per il 17 giugno non sarà educato
come l’anno scorso. Che cosa abbiamo ormai da perdere?
Adesso stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare
condizioni peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno
capire che se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è
disposto a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene spezzate
dei nostri colleghi italiani, proprio come facevano con le nostre.
In qusesti giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia
lottassero. Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy, ma per
mostrare alla Fiat che ci sono lavoratori disposti a resistere alle loro
condizioni. I nostri sindacati, i nostri lavoratori, sono stati deboli.
Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere
troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di lavoro. Abbiamo
lasciato soli i lavoratori italiani prendendoci i loro posti di lavoro, e
adesso ci troviamo nella loro stessa situazione.
E’ chiaro però che tutto questo non può durare a lungo. Non possiamo
continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci e
lottare per i nostri interessi internazionalmente.
Per noi non c’è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci e
iniziare a combattere. Noi chiediamo ai nostri colleghi di resistere e
sabotare l’azienda che ci ha dissanguati per anni e ora ci sputa
addosso.
Lavoratori, è ora di cambiare.
Il testo della lettera in inglese:
Letter to FIAT
The following is a letter sent from an underground group of workers
in Fiat Poland in Tychy.
It was written on June 13, on the eve of a referendum in Pomigliano
d’Arco near Naples. The workers there are being asked to decide about
their work conditions. Fiat agreed to invest money in this plant for
production of the Panda, which is currently produced in Tychy, Poland.
But the bosses would like people to agree to work on Saturday, to
increase the number of daily shifts from 2 to 3 and cut down on breaks.
Three of the four trade unions in Fiat’s Pomigliano d’Arco plant have
agreed to these conditions. Those three unions have agreed to let their
members vote in a referendum which will ask whether the veto of the
fourth trade union should be rejected or not.
LETTER FROM FIAT WORKERS
Fiat is playing games with the workers. First, it moves production to
Poland and tells its employees that they must work hard, be flexible
and exceed all production norms to keep their jobs. All is done very
well in Tychy – there can be no complaint of the management (… except
when unions ask for raises or bonuses for their very productive workers
or question work on the weekend.) Tychy plant is Fiat’s biggest and most
efficient in Europe.
At the end of last year, we began to hear rumors that now Fiat wants
to move jobs to Italy again and since that time there is some fear in
Tychy plant. Fiat Polska thinks now it can do as it likes with us. They
gave bonuses only 40% of last year, despite the fact that we broke all
records in production.
They think people won’t fight because they are afraid they will be
the ones to lose jobs. But we are angry. Third “Day of Protest’ of
workers in Tychy scheduled for June 17 will not be as polite as the
last. What do we have to lose now?
Workers in Italy are being asked to accept worse conditions. All the
time, Fiat shows workers that if they don’t agree, they will lose jobs.
If they don’t work like slaves, somebody else will. We know that the
hard work of our Italian colleagues is taken for granted by Fiat, just
like our work was.
We hoped that Fiat unions in Italy would fight. Not so we may keep
our jobs in Tychy, but to show resistance to such work conditions. Our
unions, our workers, have been weak. We felt we were not in a position
to fight, that we were poor, begging Fiat for any job. We let down
Italian workers, whose jobs we got. Now the same is happening to us.
It is clear that this is a no-win situation for any worker. We cannot
go on like this any longer, competing against each other for jobs. We
need to unite and fight for our interests internationally.
For us, there is nothing left to do in Tychy but go down fighting
instead of on our knees. We will encourage our colleagues to acts of
resistance and sabotage against the company which sucked us dry for
years and now spits us out.
Workers, it is time for change!
Tychy, June 13, 2010