Venerdì 3 settembre si è tenuta una riunione straordinaria dell’assemblea cittadina contro la costruzione di un Centro di espulsione in Toscana.
I compagni presenti hanno discusso dei fatti avvenuti mercoledì 1° settembre in Via dei Mulini. Nel dibattito è stato sottolineato il clima di tensione e di violenza che si è manifestato in città, e che è simile a quello che si respira in altre città.
Questo clima è il risultato della politica dei governi succedutisi in questi anni. Da una parte criminalizzazione degli stranieri sostenuta da una deriva razzista alimentato dai mezzi di comunicazione, che si fa strada anche nei ceti popolari.
Dall’altra il taglio dei servizi sociali, della scuola, della sanità,
dell’assistenza, sostituiti da forme crescenti di repressione fino alla
militarizzazione del territorio, per impedire possibili ribellioni popolari di fronte al continuo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
La crescente miseria del proletariato, salari insufficienti, lavori instabili, tagli alle pensioni, apre la strada alla diffusione del razzismo, del sessismo, del fascismo.
E’ in questo brodo di coltura che episodi come quello di Via dei Mulini, si sviluppano in modo da poter essere sfruttati dal governo, dalle questure e dalle amministrazioni locali per alimentare le divisioni tra gli sfruttati e per deviare ogni forma di malcontento popolare.
La costruzione di una nuova socialità può avvenire solo all’interno di una ricostruita solidarietà fra sfruttati locali e migranti, il miglioramento delle condizioni di vita si avrà con l’abolizione del monopolio dei mezzi di produzione e di scambio in mano ai capitalisti, la libertà e la sicurezza si avranno ritorcendo contro il governo quella violenza che fa subire ai ceti popolari.
I compagni dell’assemblea contro i Centri di Espulsione, individuano nella lotta contro la costruzione di un C.I.E. in Toscana un passo importante della lotta contro la deriva razzista imposta dal governo e un momento simbolico del percorso che porta ad una nuova solidarietà fra gli sfruttati.
Non possiamo fare a meno di denunciare il comportamento del sindaco che, di fronte ad una situazione di disagio provocata anche dalla politica della Giunta municipale, pensa solo ad indossare la divisa dello sceriffo per garantire la rendita dei proprietari immobiliari.
Sulla stessa linea la fiaccolata del Popolo della Libertà prevista per
mercoledì: di fronte alla violenza, di fronte a persone all’ospedale, altre finite in carcere e che rischiano l’espulsione, il partito dei garantisti si preoccupa solo che questi fatti mettono a rischio il valore degli investimenti immobiliari.
Il partito trasversale degli speculatori allunga le sue mani su Piazza XX Settembre e dintorni: ecco cosa si nasconde dietro le telecamere, i vigili e i poliziotti di quartiere. Sicuramente queste speculazioni avranno una risposta.
I compagni presenti hanno discusso dei fatti avvenuti mercoledì 1° settembre in Via dei Mulini. Nel dibattito è stato sottolineato il clima di tensione e di violenza che si è manifestato in città, e che è simile a quello che si respira in altre città.
Questo clima è il risultato della politica dei governi succedutisi in questi anni. Da una parte criminalizzazione degli stranieri sostenuta da una deriva razzista alimentato dai mezzi di comunicazione, che si fa strada anche nei ceti popolari.
Dall’altra il taglio dei servizi sociali, della scuola, della sanità,
dell’assistenza, sostituiti da forme crescenti di repressione fino alla
militarizzazione del territorio, per impedire possibili ribellioni popolari di fronte al continuo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
La crescente miseria del proletariato, salari insufficienti, lavori instabili, tagli alle pensioni, apre la strada alla diffusione del razzismo, del sessismo, del fascismo.
E’ in questo brodo di coltura che episodi come quello di Via dei Mulini, si sviluppano in modo da poter essere sfruttati dal governo, dalle questure e dalle amministrazioni locali per alimentare le divisioni tra gli sfruttati e per deviare ogni forma di malcontento popolare.
La costruzione di una nuova socialità può avvenire solo all’interno di una ricostruita solidarietà fra sfruttati locali e migranti, il miglioramento delle condizioni di vita si avrà con l’abolizione del monopolio dei mezzi di produzione e di scambio in mano ai capitalisti, la libertà e la sicurezza si avranno ritorcendo contro il governo quella violenza che fa subire ai ceti popolari.
I compagni dell’assemblea contro i Centri di Espulsione, individuano nella lotta contro la costruzione di un C.I.E. in Toscana un passo importante della lotta contro la deriva razzista imposta dal governo e un momento simbolico del percorso che porta ad una nuova solidarietà fra gli sfruttati.
Non possiamo fare a meno di denunciare il comportamento del sindaco che, di fronte ad una situazione di disagio provocata anche dalla politica della Giunta municipale, pensa solo ad indossare la divisa dello sceriffo per garantire la rendita dei proprietari immobiliari.
Sulla stessa linea la fiaccolata del Popolo della Libertà prevista per
mercoledì: di fronte alla violenza, di fronte a persone all’ospedale, altre finite in carcere e che rischiano l’espulsione, il partito dei garantisti si preoccupa solo che questi fatti mettono a rischio il valore degli investimenti immobiliari.
Il partito trasversale degli speculatori allunga le sue mani su Piazza XX Settembre e dintorni: ecco cosa si nasconde dietro le telecamere, i vigili e i poliziotti di quartiere. Sicuramente queste speculazioni avranno una risposta.
Assemblea contro i Centri di Espulsione
04/09/10