Nello stesso giorno in cui i partiti di opposizione festeggiavano il ritorno ad una “giustizia uguale per tutti” grazie all’esito del referendum, la giustizia e lo stato hanno mostrato il loro vero volto. Lunedì 13 giugno 7 persone sono state arrestate, 6 ai domiciliari e 1 in carcere a San Vittore a Milano, ad altre 9 è stato imposto l’obbligo di firma. Questo è un altro tassello che va ad aggiungersi all’operazione repressiva nei confronti del movimento fiorentino iniziata il 4 maggio scorso.
Lo scorso mese infatti con 22 perquisizioni, 17 obblighi di firma, 5 arresti domiciliari e 78 indagati, si apriva a Firenze una nuova pagina della guerra dichiarata dal governo ad ogni forma di dissenso.
Negli ultimi mesi in tutta italia si sono susseguite azioni repressive, a Bologna, a Padova, a Firenze, a Torino e proprio in questi giorni in Val di Susa contro il movimento NO TAV.
Quello di Firenze è forse l’esempio più evidente del senso complessivo di queste ultime operazioni poliziesche. Nel capoluogo toscano infatti si sono voluti colpire compagni e compagne, studenti, lavoratori, si è voluto colpire, con una montatura da 90 indagati, chi negli ultimi due anni si è attivato nel movimento contro la “riforma Gelmini”, nelle mobilitazioni antifasciste e nella lotta antirazzista.
Attorno ai reati contestati (tra cui istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale, deturpamento e imbrattamento, manifestazione non autorizzata, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio), la questura, il PM ed il GIP hanno voluto costruire un’associazione a delinquere. Un vero e proprio tentativo di stroncare la Firenze che lotta, di attaccare ogni forma di dissenso, di colpire le realtà più attive per ostacolare nuove mobilitazioni e prevenire ogni forma di ribellione.
In un contesto come quello attuale, in cui la violenza dello stato e lo sfruttamento si fanno sempre più pesanti, in cui partiti ed istituzioni perdono sempre più consenso, in cui si vanno sviluppando e radicando nel paese numerose situazioni di lotta, cresce nel governo, nei partiti d’opposizione e nei padroni, la paura di una vera estensione e radicalizzazione delle lotte.
Nell’ultimo mese questa paura si è espressa nelle operazioni poliziesche in diverse città e nella richiesta di intervento dell’esercito, prima contro gli operai dei cantieri navali, poi contro il movimento popolare NO TAV in Val di Susa. Parallelamente si è tentato di catalizzare in senso elettorale il malcontento diffuso, sfruttando le elezioni amministrative ed il referendum.
E’ questo il senso dell’operazione repressiva a Firenze. E’ necessario adesso estendere la solidarietà e ripartire dalle lotte.
Come Collettivo Anarchico Libertario di Livorno siamo solidali e vicini a tutte le compagne ed i compagni arrestati.
LIBERTA’ PER TUTTE E PER TUTTI!
Collettivo Anarchico Libertario – Livorno
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