da: senzasoste.it
Dopo che all’alba lo Stato con 2000 agenti delle forze dell’ordine ha attaccato la comunità della Val Susa sgomberando i terreni destinati all’alta velocità, in tutta Italia sono stati organizzati presidi e manifestazioni di solidarietà. E a Livorno, oggi, un centinaio di persone ha risposto alla mobilitazione in solidarietà ai NO Tav, con un corteo improvvisato che ha attraversato le strade della città. I manifestanti, partiti da piazza XX settembre, e distribuendo volantini durante il tragitto, si sono diretti alla sede del PD di Piazza Magenta. A quel punto la sede è stata simbolicamente chiusa con il nastro segnaletico. Una denuncia a chiare lettere per l’operato del partito di Bersani, che di fatto ha richiesto e ottenuto l’intervento delle forze dell’ordine in Val Susa. Un intervento contro la popolazione, in barba ai discorsi sulla democrazia, la legalità, la partecipazione. Parole gettate ancora una volta al vento per il Partito Democratico, che sceglie la linea degli affari, e non dello sviluppo come ci vorrebbero far credere, e rafforza la sua alleanza con la Lega Nord (che perde definitivamente la credibilità del suo slogan propagandistico “padroni a casa nostra”). Il ministro Maroni ha infatti accolto le richieste della galassia del PD piemontese, che con Fassino e Chiamparino su tutti, aveva richiesto al governo persino l’uso dell’esercito per iniziare finalmente i cantieri e ricevere i finanziamenti europei. E mentre 2000 agenti di polizia hanno inscenato una guerra, bombardando la valle con un’ora di lancio di lacrimogeni, e distruggendo i presidi NO TAV, il PD in giornata è riuscito solo a esprimere attestati di stima e solidarietà per quei pochi agenti feriti. Fiano, responsabile sicurezza PD, rovescia quasi la dinamica dei fatti, affermando che “non ci sono scuse per i violenti“. Bersani è sulla stessa scia. Questo è il Pd. Un comitato d’affari pronto ad appoggiare la peggiore delle repressioni quando c’è da salvaguardare il proprio tornaconto economico. E’ per questo che le sedi livornesi (come avvenuto in tutta Italia) sono state simbolicamente chiuse. Del resto anche il senatore livornese Filippi, in giornata, si è unito alla retorica condanna per chi difende energicamente le proprie terra dalla devastazione delle imprese, solidarizzando con le forze dell’ordine. Ma come hanno reagito i militanti del PD presenti alla sede del Partito Democratico per un giro di nastro isolante a chiudere la loro porta? 406 km tra Livorno e Chiomonte, ma le strategie e le risposte sono sempre le stesse. Chiamando la polizia e tentando in maniera goffa di allontanare a spinte i manifestanti. Il corteo è proseguito per via Magenta, ha attraversato Piazza Cavour, il Mercato Centrale e Piazza della Repubblica, poi ha imboccato Via Garibaldi. A metà della via, un’altra sede del PD è stata chiusa con il nastro. Poi il corteo è rientrato in Piazza XX Settembre. Una bella risposta cittadina, al tentativo di soffocare la lotta simbolo contro la devastazione dell’ambiente e la speculazione. E la giornata è stata è un chiaro segnale anche al PD livornese, complice delle scelte nazionali del partito e anch’esso impegnato nelle costruzione di grandi quanto inutili opere, come dimostra la scelta del rigassificatore off-shore. Da oggi, i nemici, son sempre meno all’ombra. (Orla. San.) 27 giugno 2011
Un video dell’iniziativa a cura di Giacomo Bazzi
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