da: senzasoste.it
Ci risiamo. L’ennesimo episodio di tensione tra vigili urbani e ambulanti senegalesi nella zona del Mercato ha portato all’arresto di un giovane, con l’accusa, prontamente rilanciata dalla stampa locale, di aver addirittura tentato di strangolare una vigilessa.
Nessuno di noi era presente, ma chi conosce i senegalesi sa che si tratta di persone tranquille e benvolute da tutti. Si contano sulle dita di una mano gli episodi di violenza in cui sono rimasti coinvolti. Sappiamo però che da una vita è in corso una vera e propria persecuzione a danno degli ambulanti, con uno spreco di risorse pubbliche che ha dell’assurdo e metodi da ronde leghiste da parte di alcuni poliziotti e poliziotte municipali.
Questa guerra ai senegalesi non si giustifica neanche con la necessità di rispondere a richieste o petizioni dei cittadini. La popolazione livornese ha sempre solidarizzato con gli ambulanti, aiutandoli a nascondere la merce, avvertendoli della presenza delle “ronde”, protestando vivacemente con i vigili, inviando alla stampa locale lettere di protesta e appelli alla tolleranza. Tranne qualche isolato razzista: guarda caso quando succede qualche tafferuglio al mercato è sempre presente il solito commerciante, sempre pronto a testimoniare contro gli immigrati e a scrivere alla stampa locale lettere di fuoco contro l’abusivismo.
La filastrocca della legalità che viene usata per giustificare queste indegne retate non regge: se davvero si vuole colpire la vendita di merci contraffatte si vada a sequestrarle a chi le produce e le mette in circolazione, e non a lavoratori che le hanno già pagate e dalle quali dipende la loro sopravvivenza. Si dice che dietro ci sia la camorra: forse tremano le gambe? È più facile fare i Rambo con chi deve vendere quattro accendini per arrivare in fondo al mese?
Questo dovrebbe essere l’ABC per un’amministrazione che si dice di sinistra, ma forse il recente incontro tra il sindaco Cosimi e il suo collega fascista veronese Tosi ha partorito più frutti di quanti ce ne potessimo aspettare. E ci sarebbe da fare un discorso, una volta per tutte, su quali e quanti progetti di cooperazione internazionale e di integrazione degli immigrati ha promosso negli ultimi anni il Comune di Livorno. Ricordando, come ultimo esempio poco edificante, la gestione cialtrona dell’emergenza immigrati dal Nordafricacon quattro ragazzi relegati nelle campagne di Monterotondo senza neanche il minimo tentativo di accoglierli nella nostra comunità (e di questo ne parleremo a tempo debito visto che pochi giorni fa membri della maggioranza stessa hanno criticato l’operato dell’amministrazione).
Ma tornando ai vigili, qui ormai il problema non è più soltanto quello del rapporto con gli immigrati: non si contano più gli episodi in cui semplici cittadini lamentano atteggiamenti di arroganza e ottusità da parte della Polizia municipale. Ma fanno dei corsi di formazione? Glielo insegnano in Comune a tenere atteggiamenti provocatori? Dov’è scritto che l’intervento dei vigili debba immancabilmente creare situazioni di tensione? Dov’è scritto che questo corpo di polizia debba venire usato contro i cittadini e non per offrire un servizio alla comunità?
Molto tempo fa, a seguito di un altro episodio come quello che stiamo commentando, scrivevamo: “gli fanno fare gli agguati agli immigrati e alle macchine in divieto di sosta anziché mandarli a fare vigilanza contro la speculazione edilizia, le discariche abusive, i reati ambientali, o tanti altri problemi su cui hanno competenze specifiche. Ci piacerebbe sapere quante risorse vengono impiegate per la verifica di irregolarità nell’edilizia e quante per tartassare i senegalesi”. Non solo da allora la situazione non è migliorata ma è gravemente peggiorata.
Perché, a dire la verità, ora i vigili ci vanno a occuparsi dei problemi ambientali: al Limoncino ad esempio, dove hanno fatto i controlli a quelli che hanno firmato la petizione contro la discarica, seguendo una lista fornita dal padrone. E ci vanno ai blocchi organizzati dai livornesi per difendere il loro territorio, ma per multare i pedoni per intralcio alla circolazione e chiedere i documenti a chi protesta. Legalità, certo. L’utilizzo dei vigili in termini sempre più esplicitamente repressivi è una dimostrazione evidente di quanto questa amministrazione non si ponga più neanche il problema del consenso ma si muova sul territorio come un potere coloniale con il solo obiettivo di imporre balzelli e di garantire i profitti dei suoi “grandi elettori”. Sarà un caso, ma l’ultimo articolo sul manganello ai vigili è uscito subito dopo la contestazione del Comitato del Limoncino in Consiglio comunale. La contestazione è dell’11 luglio e il 16 il Tirreno “lancia un messaggio” riprendendo la questione.
Eppure, come ricordavamo qualche giorno fa sul nostro sito, il sindaco Cosimi nel 2003 dichiarava che i vigili a Livorno non avrebbero avuto i manganelli ma le triglie. Forse è per condire le triglie che gli hanno dato in dotazione lo spray al peperoncino. Oltre naturalmente ai manganelli, a riprova di un’amministrazione che nel rapporto con i livornesi si sente tranquillamente in diritto di dire tutto e il contrario di tutto, promettere e non mantenere, inventarsi balle. O di esultare scompostamente per un referendum che non ha raggiunto il quorum, alla faccia di chi dovrebbe promuovere la partecipazione e su di essa basare la propria legittimità politica. Attenzione, perché in futuro, con una crisi sempre più grave che acuirà il disagio sociale, la tentazione sarà quella di rispondere con un controllo del territorio in chiave esclusivamente repressiva. Le stellette e gli stivaloni al posto dell’assistente sociale, del medico, dell’autista dell’autobus.
La responsabilità della situazione che si è creata è quindi dell’amministrazione comunale, ma prima che succeda il peggio è necessario dare un segnale inequivocabile e arrivare alle dimissioni del comandante dei vigili. L’opposizione per una volta faccia il suo, magari si organizzi una raccolta di firme, ma si intervenga prima che qualcuno si comprometta o succeda qualcosa di grave. (red.)
4 agosto 2011
In foto il comandante della Polizia Municipale Riccardo Pucciarelli (foto tratta da edipol.it)