Durante la violenta libecciata della notte di venerdì 17 dicembre il cargo “Venezia” della compagnia armatrice Grimaldi, “perde” al largo della Gorgona due semirimorchi con 189 fusti di rifiuti tossici (catalizzatori di monossido di cobalto e molibdeno) provenienti da un raffineria siciliana. Il comandante della nave sostiene di essersene accorto solo all’arrivo al porto di Genova, la mattina dopo. Capitaneria e Prefettura hanno atteso ben 11 giorni prima di divulgare la notizia del disastro, ma solo ai Comuni di Cecina e Bibbona. Soltanto grazie a fonti giornalistiche e alla controinformazione di comitati e associazioni ecologiste si è venuti a conoscenza del pericolo: il materiale contenuto nei bidoni “persi” al contatto con l’aria può infiammarsi, sprigionando polveri e gas nocivi, ed è tossico per la fauna marina.
E’ vergognoso il silenzio che si è cercato di tenere su tutta la vicenda. Mentre, ci si dice, aerei e motovedette cercavano i fusti, le popolazioni erano tenute all’oscuro del pericolo e non erano messe in condizione di gestire la situazione. E’ poi incomprensibile perché Capitaneria e Prefettura si siano limitati ad informare i sindaci dei Comuni di Cecina e Bibbona, quando solo un calcolo probabilistico poteva indicare in quelle due zone costiere i luoghi dove si potevano spiaggiare i fusti con il loro micidiale contenuto.
Come sempre le istituzioni (Capitaneria, enti locali, Prefettura) tutelano il profitto dell’armatore, del produttore e trasportatore delle sostanze tossiche, invece della salute delle popolazioni.
La storia si ripete, anche se con le dovute distinzioni.
Come in Val Susa, come a Napoli, come all’Aquila, come a Casale Monferrato, come nella Livorno rigassificata col consenso della stragrande maggioranza dei partiti politici: da parte delle istituzioni solo disinteresse, minimizzazioni, imposizione di nocività.
Il diritto alla salute dei singoli e della collettività può essere tutelato solo attraverso l’autorganizzazione e l’azione diretta.
La Grimaldi ha tenuto un pesante silenzio su tutta la vicenda eppure l’armatore napoletano è il maggiore responsabile del disastro ambientale.
Deve spiegare con dovizia di particolari l’accaduto e deve, soprattutto, fugare ogni ragionevole dubbio sul fatto che i semirimorchi non si siano staccati dalle loro catene per le intemperie, cosa comunque gravissima perché materiale così particolare come rifiuti tossici e nocivi dovrebbero essere ricoverati in modo da dare tutte le garanzie di sicurezza ma che sia stato il capitano della nave, nel pieno della tempesta, ad aver deciso, per motivi di opportunità, di scaricare in mare i due semirimorchi con il loro pericoloso contenuto.
La Grimaldi si deve attivare da subito per il recupero dei bidoni prima che accada l’irreparabile (ammesso che non sia già accaduto)
Il sindaco di Livorno e in generale i responsabili della sanità e dell’ambiente del Comune hanno la gravissima responsabilità di aver taciuto alla popolazione il rischio che stava correndo, rendendosi complici dei silenzi di Prefettura e Capitaneria.
Solo impegnandosi in prima persona e lottando fuori e contro le istituzioni si può imporre:
- CHE SI METTANO IN AZIONE TUTTE LE MISURE PER RECUPERARE I BIDONI,
- CHE SI FACCIA LUCE SU COSA EFFETTIVAMENTE E’ ACCADUTO SUL CARGO VENEZIA LA NOTTE DEL 17 DICEMBRE,
- CHE’ I RESPONSABILI DEI SILENZI E DELLE OMISSIONI SIANO MESSI DI FRONTE ALLE LORO RESPONSABILITA’
Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.
cdcfedanarchicalivornese@ virgilio.it
Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@ hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org
si devono quantomeno FRUGARE !!!!
http://www.senzasoste.it/internazionale/il-buon-esempio-dellequador-chevron-dovra-pagare-18-miliardi-di-dollari-per-linquinamento-della-foresta-amazzonica