Sono state giornate di resistenza e solidarietà.
In Val di Susa sono iniziati da lunedì 27 febbraio gli espropri dei terreni per ampliare il cantiere dell’alta velocità ferroviaria. Per questo la Valle è stata invasa per l’ennesima volta da mezzi e uomini delle forze dell’ordine.
Quella che il Governo propaganda come una azione necessaria per garantire la prosecuzione dei lavori per il TAV, è in realtà un’occupazione militare dallo scopo puramente repressivo, organizzata per difendere gli interessi dei padroni del cemento e del tondino che vedono moltiplicare i propri profitti grazie al TAV.
Il cosiddetto “cantiere”, aperto a colpi di manganelli e gas lacrimogeni questa estate, non è altro che un fortino chiuso da mura, reti, recinzioni e filo spinato. Centinaia di uomini armati a guardia di un cantiere fantasma, in cui nessun lavoro è mai cominciato. Lo stesso avvocato D’Amelio che fa parte del pool di avvocati della LTF (Lyon Turin Ferroviaire), la società incaricata di promuovere la realizzazione de TAV Torino-Lione, afferma: “Il cantiere non esiste, o meglio, esiste un cantiere nel senso della delimitazione territoriale. Non esiste un cantiere attrezzato e operativo.”
Le operazioni di polizia di questi giorni quindi non serviranno a far procedere i lavori, perché i lavori neanche sono cominciati. Perché il cantiere non è neanche attrezzato per lavorare!
E’ chiaro allora che quella che si sta svolgendo in Val di Susa è un’operazione repressiva e nient’altro.
Il movimento popolare NO TAV è infatti un esempio per tutte le lotte popolari contro gli ecomostri, per la salute e la difesa dei territori, ma anche contro la crisi e lo sfruttamento, contro la repressione.
E’ un esempio che fa paura ai potenti.
Per questo, lo scorso 26 gennaio, con un’operazione che ha portato all’arresto di 26 compagne e compagni NO TAV lungo tutta la penisola, si è cercato per l’ennesima volta di criminalizzare il movimento e di dividere la protesta. Ma è stato inutile. La risposta è stata decisa e popolare.
Infatti in Val di Susa sabato 25 febbraio oltre 80000 persone hanno attraversato gli 8 km che separano Bussoleno da Susa, una grande dimostrazione di forza del movimento NO TAV che da anni si oppone al devastante ed inutile progetto di costruzione della linea dell’Alta Velocità ferroviaria.
Una dimostrazione di forza che il Governo e le mafie del TAV non hanno accettato. Per questo già dalla sera di sabato 25, al termine della manifestazione, hanno caricato con violenza ed a freddo i manifestanti all’interno della stazione ferroviaria di Torino Porta Susa, con lanci di lacrimogeni fin dentro i vagoni dei treni.
Gli espropri che sarebbero dovuti cominciare martedì 28, sono partiti già dal lunedì, con un ordine prefettizio che vieta la circolazione e lo stazionamento su quei terreni, in barba alla legalità.
E’ in una delle prime operazioni di occupazione di questi terreni da parte delle forze dell’ordine, che avevano scatenato una vera e propria caccia all’uomo, che Luca Abbà, attivista NO TAV resta gravemente ferito. Luca era salito su un traliccio dell’elettricità per protesta, inseguito dalla polizia fin sul traliccio, è rimasto folgorato ed è caduto. E’ ancora ricoverato in gravi condizioni.
Nonostante questo terribile fatto, quella mattina sono continuate le cariche, i lanci di lacrimogeni, gli espropri. Mentre i NO TAV hanno iniziato i blocchi delle principali vie di comunicazione della zona.
Già il giorno stesso, lunedì 27, in tutte le città d’Italia si sono svolte iniziative di solidarietà e di sostegno a Luca e al movimento NO TAV. Con una forza ed una solidarietà che in questi anni non si era mai espressa.
Questi giorni si sono susseguiti tra resistenza e solidarietà. In Valle la resistenza dei presidi permanenti, delle barricate, delle assemblee popolari gremite, degli scioperi, dei blocchi stradali, autostradali e ferroviari, dei canti e dei fuochi. Nel resto d’Italia la solidarietà. Con le occupazioni delle stazioni, con i cortei spontanei, i presidi, le assemblee, i blocchi, le manifestazioni.
Il Governo, i padroni e le mafie del TAV stanno giocando tutte le proprie carte:
Dall’uso spregiudicato della violenza e della forza militare, alla continua propaganda dei giornali e della televisione, impegnati al massimo nel dar voce a criminalizzazioni, falsità, teoremi repressivi e deliri dei potenti di turno, come quelli di Manganelli e D’Alema.
Napolitano e Monti hanno deciso l’innalzamento del livello di scontro in Val Susa, con lo scopo di mettere a tacere anche le critiche che si sono levate all’interno della stessa maggioranza, e per superare le spaccature nel PD, con un gruppo dirigente legato strettamente agli interessi della lobby delle costruzioni ferroviarie.
E’ necessario organizzare la solidarietà, perché la lotta del movimento NO TAV non è la lotta della Val di Susa ma è la lotta di tutti.
Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese