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12 maggio manifestazione nazionale anarchica “Quello che mai potran fermare…”

da Umanità Nova n.16
 

Sabato 12 maggio si terrà a Pisa la manifestazione nazionale convocata dall’assemblea degli
Anarchici Toscani a quarant’anni dall’assassinio di Franco Serantini.
Franco era un compagno del gruppo anarchico Giuseppe Pinelli di Pisa. Il 5 di maggio del 1972 scese in piazza per opporsi ad un comizio fascista organizzato dal MSI. Gli agenti di PS, intervenuti in forze per difendere i fascisti, lo arrestano su Lungarno Gambacorti dopo averlo massacrato di botte. Senza cure, Franco muore nel carcere Don Bosco di Pisa due giorni dopo, il 7 maggio, il giorno delle elezioni politiche.
Scendere in piazza sabato 12 maggio per noi anarchici significa non solo ricordare Franco, ma soprattutto continuare la lotta contro ogni fascismo, contro la repressione ed il razzismo, per una società di liberi e di eguali.
Affermare la memoria collettiva nelle nostre lotte, continuando ad opporci ad ogni potere, è il solo modo per ricordare la figura di Franco, anarchico e rivoluzionario.
A quarant’anni di distanza la violenza dei governi è sempre la stessa.
Per questo è importante portare in piazza a Pisa la solidarietà per tutte le compagne ed i compagni arrestati, per tutti gli sfruttati che sui posti di lavoro, nei C.I.E., nelle carceri, nelle città militarizzate, vengono privati di libertà.
Viviamo tempi di attacco feroce da parte dello Stato e dei suoi apparati repressivi contro ogni manifestazione di dissenso.
Questo è evidente in tutti i contesti di lotta. In particolare in Val di Susa con l’occupazione militare di un’intera valle e gli arresti degli scorsi mesi ai danni delle compagne e dei compagni del movimento NO TAV.
Accanto alla repressione attuata con manganelli e lacrimogeni, troviamo quella diffusa e pervasiva del controllo sociale contro tutti coloro che muovono una critica radicale al paradigma dominante. Contro tutti coloro che desiderano sperimentare pratiche di libertà per affermare la giustizia sociale, l’eguaglianza reale e soprattutto la solidarietà.
Perché tutto questo è pratica rivoluzionaria.
La massima realizzazione della repressione si ha nelle istituzioni totali. Si ha nelle carceri e nelle strutture detentive come i C.I.E., veri e propri lager per donne e uomini migranti che sono reclusi e deportati. Un costante e terribile ricatto per l’anello più debole della catena dello sfruttamento capitalista.
La repressione è alla base anche di quanto sta avvenendo sul fronte del lavoro.
Dall’eliminazione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, alla disoccupazione, ai contratti di apprendistato, si mira a ridurre il costo del lavoro.
Libertà, conflittualità, autorganizzazione, solidarietà: la forza dei lavoratori e delle lavoratrici è un costo troppo alto per i padroni, per questo cercano di rafforzare l’organizzazione gerarchica del lavoro.
In nome della “coesione nazionale”, del “patto tra produttori”, si fa più duro l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro, in tutto questo è evidente la matrice repressiva, mirata a rendere gli sfruttati sempre più divisi e ricattabili.
Gli anarchici sono presenti ed attivi in tutte queste situazioni di lotta, per questo sono in prima fila contro la repressione e contro tutti i fascismi.
In periodi come questi gli anarchici sono i primi ad essere colpiti dalla violenza dello Stato.
La criminalizzazione del movimento anarchico è infatti la prima arma che usano i governi per preparare strette autoritarie, per inasprire lo sfruttamento e l’oppressione.
In febbraio il Capo della Polizia Antonio Manganelli affermava che gli anarchici erano “pronti ad uccidere”. Dopo meno di una settimana gli armati dello Stato per poco non hanno ucciso in Val di Susa Luca Abbà. In questo delirio repressivo, di fronte a blocchi e manifestazioni in tutta Italia in solidarietà con la lotta NO TAV, si giunse persino a parlare di leggi speciali per colpire gli anarchici.
La manifestazione del 12 maggio è in questo momento un appuntamento importante. Per affermare la memoria di Franco Serantini, ma soprattutto per affermare la libertà di manifestare degli anarchici, per affermare l’idea di una società di liberi e di eguali, per affermare la necessità dell’azione diretta a fronte della trappola elettorale, per essere in piazza come anarchici.
Il movimento anarchico ha saputo raccogliere e valorizzare la proposta di questa manifestazione. Oltre all’adesione di gruppi da tutta italia, e di realtà locali, anche la Federazione Anarchica Italiana e l’Unione Sindacale Italiana hanno aderito alla manifestazione del 12 maggio, mentre tutti i siti internet del movimento pubblicizzano l’appuntamento.
Sabato prossimo alle 15 in Piazza Sant’Antonio a Pisa saremo molti compagni e compagne, per una manifestazione comunicativa che attraverserà il centro della città per concludersi con interventi a microfono aperto in Piazza S. Silvestro, a tutti nota come Piazza Serantini.
Una manifestazione che non sarà un’isolata celebrazione commemorativa, ma un momento di lotta, un’occasione per il movimento anarchico di far sentire la propria voce di libertà.
Una manifestazione che si inserisce nella lotta quotidiana degli anarchici, dopo un “caldo” Primo Maggio e di fronte a nuove importanti scadenze di lotta.
Il Primo Maggio infatti ha visto anche quest’anno in molte città una forte presenza degli anarchici nelle piazze, per rovesciare la crisi sui padroni e per bloccare i meccanismi repressivi della violenza statale. A poco meno di due settimane da questa importante giornata di lotta, gli anarchici torneranno a manifestare, a dar voce alle loro idee di libertà.

Perché a quarant’anni dalla morte di Franco dobbiamo tornare ad affermare quella libertà che oggi viene negata ai compagni incarcerati, ai migranti deportati, ai lavoratori sfruttati e licenziati. Quella libertà che quarant’anni fa venne negata nella città di Pisa a centinaia di giovani antifascisti.
 

Quella che venne negata a Franco, compagno anarchico ucciso sulla strada della libertà.

Dario Antonelli

Posted in Anarchismo, Antifascismo, Generale, Iniziative.

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