da: http://www.senzasoste.it
Volevano per forza uno stadio e alla fine sono andati a Pisa. Per il 70esimo anniversario della battaglia di El Alamein la Folgore voleva per forza uno stadio e aveva chiesto l’Armando Picchi. Ma Livorno-Verona del 20 ottobre e Livorno-Cesena del 26 ottobre hanno messo i bastoni fra le ruote. L’unica ipotesi era uno spostamento di una delle partite ma motivi di ordine pubblico e la sicura contestazione che avrebbero subito in città li hanno fatto desistere. E anche a Pisa continueranno la tradizione della contestazione a questa assurda e costosa commemorazione. Invitiamo, dunque, i livornesi che in questi anni si sono sempre presentati numerosi in occasione della manifestazione “No El Alamein” a recarsi a Pisa per gridare “No El Alamein ne’ qui ne’ altrove”. red 17 ottobre 2012
Di seguito l’appello di “Pisa contro la guerra” er la manifestazione del 27 ottobre e l’articolo di Senza Soste.
Nella foto la manifestazione a Livorno del 23 ottobre 2010
NO ALLA GUERRA!
NO ALLE SPESE MILITARI! NO EL ALAMEIN!
Sabato 27 ottobre a Pisa la Brigata Paracadutisti Folgore commemorerà il 70° anniversario della battaglia di El Alamein, nella quale venne sconfitta assieme alle forze naziste. Si tratta di una parata nostalgica, di uno sfoggio di armi e strumenti di morte che radunerà fascisti, estremisti di destra e guerrafondai da tutta Italia. Una vergogna per la città, che vedrà l’occupazione e la militarizzazione dello stadio, di Piazza dei Miracoli, dove si svolgeranno le celebrazioni e delle zone circostanti.
Nella guerra non c’è niente di valoroso, niente da festeggiare, tanto meno in una guerra fascista.
Ma queste non sono soltanto celebrazioni nostalgiche: da sempre celebrare le guerre del passato serve a giustificare quelle del presente, a preparare le guerre di domani.
La Folgore è stata infatti in prima fila in numerose missioni “umanitarie”, tra cui le guerre di occupazione in Afghanistan e Iraq, ed è stata spesso protagonista di violenze e brutalità contro la popolazione civile. Intanto il governo ha deciso negli scorsi mesi di bombardare l’Afghanistan e dopo l’attacco alla Libia, in Siria si aprono nuovi scenari di guerra. Monti lo ha detto chiaramente più volte: “Siamo in guerra”.
È la guerra condotta dal governo contro lavoratori e lavoratrici per aumentare i profitti delle banche e degli industriali, per proteggere i privilegi della Chiesa e della casta militare. È la guerra del governo contro qualsiasi dissenso interno, che militarizza i territori e reprime chi solleva la testa.
Quella che si terrà a Pisa il 27 ottobre sarà la celebrazione della rapina quotidiana nei confronti dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, degli studenti e delle fasce più deboli della popolazione. Il governo Monti e l’UE impongono sempre maggiori sacrifici, ci dicono che le casse sono vuote, ma i soldi ci sono!
Infatti mentre crollano salari e diritti, mentre aumentano licenziamenti, tasse e tagli al sociale ed all’istruzione, la casta militare non rinuncia alle proprie autocelebrazioni ed ai propri privilegi. Le spese militari complessive per il 2012 in Italia sono di 30 miliardi, oltre 10 miliardi nei prossimi anni per l’acquisto di cacciabombardieri F35, per le missioni all’estero sono spesi 1,4 miliardi di euro, e intanto l’industria bellica fa affari d’oro.
A Pisa in questi anni i militari, le istituzioni locali e la stampa hanno imbastito una campagna per mostrare il lato “sportivo” e “umanitario” dell’esercito, coinvolgendo nella propaganda militarista anche i bambini delle scuole elementari. Una propaganda che serve a far passare una nuova idea di città, la città militare. La città dell’Hub, il nuovo aeroporto militare in costruzione, secondo in Europa, che arriverà a movimentare fino a trentamila militari al mese. A Pisa è dunque fondamentale opporsi alla commemorazione di El Alamein.
È arrivato il momento di dire basta! Basta alla guerra, al militarismo, al nazionalismo! Basta al governo Monti, ai sacrifici, alle politiche di austerità! Basta alle spese militari, ai tagli, ai licenziamenti! Basta alla militarizzazione e alla repressione del dissenso! Basta deliri nostalgici e relitti del fascismo! Basta El Alamein!
La giornata del 27 ottobre vedrà manifestazioni in diverse città europee contro le politiche operate dai diversi governi subalterni alle imposizioni della Banca Centrale Europea, a Roma si svolgerà una manifestazione nazionale per il NOMonti day. Tutte queste mobilitazioni possono divenire l’inizio di un nuovo grande movimento contro la guerra e le politiche antipopolari dei governi europei.
Scendiamo in piazza sabato 27 ottobre con un corteo contro la guerra, la crisi, il militarismo, contro ogni fascismo. Prepariamo questa giornata con iniziative e assemblee. El Alamein: non c’è niente da commemorare!
CORTEO ORE 15
P.zza XX Settembre – Logge di Banchi
Pisa contro la guerra
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Le vostre feste nelle vostre caserme
Il 27 ottobre la Folgore vuole commemorare El Alamein allo stadio. Ma la sera prima c’è Livorno-Cesena
Probabilmente quando uscirà questo articolo la notizia sarà già di dominio pubblico, ma nel momento in cui scriviamo non è più solo una voce il fatto che il comando della Folgore abbia chiesto ufficialmente al Comune di Livorno l’utilizzo dello stadio per la giornata del 27 ottobre (con annessa disponibilità di un altro paio di giorni per montaggio e smontaggio). Ma la sera prima, in anticipo, è prevista in calendario allo stadio Livorno-Cesena, per cui girano già voci di spostamento della partita. Inizialmente la scelta era ricaduta sul 20 ottobre, ma quel sabato sarebbe stato in programma Livorno-Verona, partita difficile da ricollocare in altra data per vari e ovvi motivi.
Non ci dilunghiamo certo sulla questione delle possibili date di rinvio della partita perché il nocciolo della questione è un altro. Ed è sia simbolico che sostanziale. In un momento in cui ai lavoratori vengono tagliati diritti, stipendi e pensioni, ai cittadini vengono tagliati scuola, sanità e servizi, ai giovani e ai disoccupati viene tagliato welfare e futuro, la casta dell’esercito viene ad occupare il territorio livornese per una commemorazione nostalgica e fascista e per autocelebrare le proprie gesta, inutili, mortali e costose, nei conflitti di mezzo mondo.
Ma andiamo con ordine, perché la questione dello sbarco di nostalgici fascisti che commemorano una battaglia combattuta al fianco di Hitler non è certo nuova ed in questi anni ha creato polemiche, e scontri in città.
La storia
La Campagna del Nord Africa, conosciuta anche come Guerra nel Deserto, si riferisce ad un teatro di guerra in cui si confrontarono italo-tedeschi da una parte e Alleati dall’altra tra il 1940 e il 1943.
L’esercito italiano in Libia, forte di 200mila uomini, ma del tutto impreparato ad una guerra moderna, aveva invaso, nel settembre del 1940, l’Egitto, difeso da 30mila soldati inglesi, con lo scopo di impossessarsi del canale di Suez. Dopo qualche successo iniziale nel dicembre dello stesso anno gli inglesi iniziarono la loro controffensiva. Quando Mussolini chiese aiuto ad Hitler, la Germania inviò alcuni reparti della Luftwaffe e l’Afrika Korps con al comando di Erwin Rommel, che sarebbe divenuto celebre come la Volpe del Deserto. Dopo una serie di offensive in Libia e in Egitto, la decisiva vittoria degli inglesi di Montgomery ad El Alamein costrinse le forze italo-tedesche ad abbandonare la Libia e ad attestarsi in Tunisia.
Tensioni in città
Durante la ricorrenza di El Alamein la città si è spesso riempita di giovani ex parà o nostalgici combattenti che cercavano gadgets, teschi e magliette della XMAS (La Russa in un appassionato discorso di 3 anni fa elogiò questa milizia di massacratori di partigiani e antifascisti) aell’ex mercatino di piazza XX settembre. Nel 2006 però avvenne il primo scontro. Un gruppetto di ex parà di Verona con tanto di magliette con celtiche e simboli fascisti vari, si scontrò con un gruppo di livornesi dopo essere stato protagonista di varie provocazioni proprio nella zona di Piazza XX Settembre nei pressi del Csa Godzilla. I veronesi furono costretti a lasciare la città scortati dalla polizia fino all’autostrada. Nel 2007 invece la sede delle tensioni si spostò alla Rotonda d’Ardenza. Infatti la Folgore aveva deciso di uscire dai confini della propria caserma e mettere in bella mostra tendoni proprio alla Rotonda con tanto di bambini in posa che si facevano fotografare impugnando mitragliatrici e “cavalcando” carri armati. Un presidio di protesta sfociò presto in rissa, sedata con l’arrivo della celere che si schierò ai 3 ponti per dividere i gruppi (vedi foto). Dalla parte del parco gli antifascisti, alla Rotonda giovani e meno giovani con saluti romani in bella mostra difesi dalla polizia. Negli ultimi due anni invece la città ha risposto alla commemorazione con cortei partecipatissimi che avevano come oggetto il No ai tagli della spesa sociale e SI ai tagli della spesa militare. Ma la Folgore, con al fianco le istituzioni locali, si è allargata, e per il rientro dei contingenti dall’Afghanistan ha sempre voluto lo stadio. Quest’anno invece ricorre il settantesimo anniversario di El Alamein e il comando della Folgore vuole rilanciare con un’altra presa dello stadio.
Media e politica
Sorprende, ogni anno, l’enfasi con cui il sindaco Cosimi ricorda questa ricorrenza. Commemorare una guerra è già un errore, lo è ancor più quando il ruolo avuto nella guerra in questione è quello di aggressori e per di più senza alcun risultato. E come se non bastasse gli fa eco Kutufà e il sempre fedele Tirreno che addirittura confeziona paginate sul ruolo benefico della Folgore nel mondo in quanto portatori di pace, fino ad auspicarne una presenza nelle scuole per raccontare ai bambini le loro splendide avventure nel segno della solidarietà e della democrazia.
Ma ancora più grave è la presenza dell’Anpi, l’associazione partigiani o meglio la succursale storico-retorica del Pd, che si presenta ogni anno al fianco della Folgore durante la commemorazione. Se oggi la presenza della Folgore è diventata visibile, ingombrante e costosa è anche colpa dell’attuale sindaco che ha sempre dato la sua benedizione politica all’evento ed ha messo sempre a disposizione strutture e uomini per l’organizzazione. Per altri tipi di manifestazione, sportiva o politica che sia, c’è difficoltà anche a farsi portare le seggiole…
La casta dei militari
Fra tutte le campagne anticasta, politica o sindacale che sia, nessuno osa toccare quella che veramente ci costa di più, quella militare. Poche settimane fa è scoppiato lo scandalo dei cappellani militari che ci costano la bellezza di 12 milioni di euro l’anno. Tutti pagati dallo Stato italiano e non con l’8×1000 della Chiesa. In Italia i generali delle Forze armate sono 425. Negli Stati Uniti gli alti ufficiali sono 900, ma comandano 1 milione e 400 mila uomini, sette volte più di noi. Le pensioni si aggirano intorno ai 15mila euro e per le alte cariche c’è una buonuscita aggiuntiva di 409mila euro lorde. Ma lo scandalo più grande sono i 30 miliardi complessivi di spesa (fonte Sipri) nel 2012, oltre 10 miliardi nei prossimi anni per i cacciabombardieri F35 e ben 1,4 miliardi di euro per le missioni militari all’estero.
Messaggio finale
Il messaggio quindi è chiaro. Che facciano le loro commemorazioni nelle loro caserme. Chi permetterà che le facciano altrove saranno loro complici. Livorno sveglia
tratto da Senza Soste n.74 (settembre 2012)
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