Livorno 25 maggio: per la libertà di scelta!
Quarant’anni fa una grande stagione di lotte costrinse lo Stato a depenalizzare l’aborto. Le donne nelle piazze affermavano principi di libertà, nelle varie strutture autogestite costruivano esperienze di autodeterminazione.
La libertà di scelta sul proprio corpo è stata affermata come valore collettivo e come pratica di solidarietà in grado di rompere le segregazioni di classe, non come principio egoistico e borghese.
La legge che regolamentò l’aborto cercò di porre fine a queste esperienze di libertà, ponendo l’autodeterminazione della donna sotto la tutela degli esperti, medici, psicologi, magistrati; cercò di vanificare il nuovo diritto con l’obiezione degli operatori sanitari, ma la vigilanza delle donne ha bloccato le manovre reazionarie.
Oggi la violenza contro le donne assume anche la forma dell’attacco all’interruzione volontaria della gravidanza, ed in prima fila ci sono le organizzazioni clericali e fasciste.
Le anarchiche e gli anarchici sostengono le lotte per l’autodeterminazione, la difesa e l’allargamento degli spazi di libertà, contro ogni forma di violenza e contro il patriarcato.
Per questo sosteniamo le iniziative organizzate da NonUnaDiMeno e partecipiamo al presidio indetto per venerdì 25 maggio.
FEDERAZIONE ANARCHICA LIVORNESE
cdcfederazioneanarchica@virgilio.it
federazioneanarchica.org
COLLETTIVO ANARCHICO LIBERTARIO
collettivoanarchico@hotmail.it
collettivoanarchico.noblogs.org
“Quando il potere legislativo ed il governo accettano e soddisfano sotto forma di legge o di decreto qualche nuova domanda sorta dalla coscienza pubblica, ciò è sempre in seguito a reclami innumerevoli, ad agitazioni straordinarie, a sacrifici non indifferenti del popolo. E quando i governanti si sono decisi a dire di sì, a riconoscere un diritto nei loro sudditi, e mutilato ed irriconoscibile, lo promulgano nelle carte, nei codici, quasi sempre quel diritto è già sorpassato, l’idea è già vecchia, il bisogno pubblico di quella tal cosa non è più sentito; e la nuova legge serve allora a reprimere altri bisogni più urgenti che si affacciano, che devono attendere di essere sterilizzati, ipertrofici, prima di essere riconosciuti da una legge successiva.”
(Pietro Gori)