Presidio venerdì 1 giugno dalle ore 17:30
in Via Grande, angolo via del Giglio
2 giugno: No al militarismo – No alla guerra!
Il 2 giugno, festa della Repubblica, si celebra con parate militari e sfoggio di armi.
Lo scontro degli ultimi mesi per la formazione di un nuovo governo mostra la lotta per il potere in corso all’interno della classe dirigente, per il controllo di istituzioni la cui rappresentatività è in crisi dopo anni di intense politiche antiproletarie. La “volontà del popolo” a cui hanno fatto appello Di Maio e Salvini non esiste, non è che una manciata di voti, qualche migliaio in più della metà di quelli che sono andati a votare. Dall’altro lato la “responsabilità” di Mattarella dimostra ancora una volta che il potere si esercita con atti autoritari e rapporti di forza. È bastato spostare qualche pedina per dare una poltrona a tutti e fare un nuovo governo. Sappiamo che solo prendendo in mano le nostre vite e lottando in prima persona fuori dal gioco delle parti elettorale e istituzionale possiamo cambiare le cose. Nessun governo lo farà al posto nostro. Ogni governo si impegnerà a garantire la stabilità di questo ordine sociale basato sulla sopraffazione e l’ingiustizia, con ogni mezzo, anche con la guerra.
Grandi manovre all’ombra del (non) Governo
Mentre in Italia la crisi politica si sta avvitando, lo Stato italiano aumenta la sua partecipazione alla militarizzazione dell’Unione Europea. Alla fine del 2017, gli Stati membri dell’Unione Europea decidono di costituire una struttura di comando militare europea sotto l’acronimo di PESCO (Permanent Structured Cooperation). Il mito di un’Unione Europea fondata sull’impegno per la pace mondiale nasconde i veri caratteri di questa struttura. PESCO è il primo nucleo di un esercito europeo; perché appare oggi, qual è il suo scopo, qual è il ruolo dell’Italia? Dietro la costituzione di PESCO c’è la spinta della NATO affinché le spese militari degli stati europei aumentino, per poterne controllare l’orientamento, specie nella ricerca militare e nell’acquisto nuovi armamenti. Inoltre PESCO collabora strettamente con la NATO in tutte le attività collegate al militare.
Un’alleanza ferrea nelle varie zone del mondo come in Italia, dove le basi militari come Camp Darby vengono estese aumentando il rischio per la popolazione e la presenza di armi e truppe sul territorio, reso di fatto un obiettivo militare
L’Unione Europea mette le mani sull’Africa
Il processo di Karthoum è un accordo tra gli stati membri dell’Unione Europea e molti paesi africani. L’obiettivo è trasferire in Africa le frontiere dell’UE, con presenze militari e di polizia. La scusa per questa operazione è l’emergenza migranti e il blocco delle partenze. In realtà si tratta di un intervento militare in Africa per difendere le fonti di materie prime (coltan, diamanti, petrolio) e i mercati di sbocco dall’influenza di altri paesi imperialisti, in primo luogo la Cina.
Il coinvolgimento dell’Italia
Lo scorso 17 gennaio la Camera dei Deputati ha approvato, nel silenzio dei media, l’inizio di nuove missioni militari in Africa – 118 milioni, circa 1000 soldati e 200 mezzi militari . Raddoppierà in questo modo la presenza militare italiana in Africa, cresciuta moltissimo dopo il 2011, quando l’Italia ha aggredito la Libia con bombardamenti aerei. Le missioni in Tunisia e Niger sono in stallo, ma in Libia già da tempo sono presenti le truppe italiane per difendere gli interessi dei padroni del petrolio e partecipare al saccheggio neocoloniale della regione. Una presenza che si inquadra negli obiettivi dell’Unione Europea e della NATO.
Le forze politiche che hanno basato la loro proposta elettorale sul “prima gli italiani” e “aiutiamoli a casa loro” (dal PD alla Lega passando per i 5Stelle) alimentano contemporaneamente il razzismo e la politica estera imperialista e guerrafondaia dell’Italia e dell’Unione Europea.
E in un clima di crisi politica la crescente militarizzazione della società e l’aumento delle spedizioni militari all’estero vengono gestiti come normale amministrazione, così come è normale amministrazione lo sfruttamento e l’ingiustizia sociale che la macchina dello stato continua a produrre. Opponiamoci a tutto questo!
CONTRO TUTTI I GOVERNI ! CONTRO TUTTI GLI ESERCITI !
Federazione Anarchica Livornese
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Collettivo Anarchico Libertario
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