pubblicato sul settimanale Umanità Nova n. 4 del 13 febbraio 2022
Roberto Traverso “Kabuy”. Un ricordo.
Venerdì 21 gennaio ci ha lasciato Roberto Traverso detto Kabuy, portatoci via all’età di 46 anni da un male devastante che in poco meno di due mesi lo ha condotto alla morte. Kabuy aveva iniziato a frequentare gli anarchici da giovanissimo, quando poco più che quattordicenne bazzicava i locali occupati dagli anarchici in via San Martino 108 (dove allora aveva sede anche la Biblioteca Franco Serantini) e non aveva mai più abbandonato le idee libertarie e l’attivismo politico e sociale, partecipando attivamente a tutti i movimenti di lotta e di liberazione che negli ultimi trent’anni hanno rischiarato l’infinita notte neoliberista.
Coi suoi capelli folti, lunghi e scompigliati, la barba da vichingo, i suoi occhi luminosi e il suo sorriso gentile e sempre un po’ sorpreso che lo facevano assomigliare a una qualche creatura del Piccolo Popolo, Kabuy c’era sempre. Alle manifestazioni, ai presidi, alle Critical Mass (dalle CM pisane a cui aveva partecipato sin dalla prima fatta nel 1999 alla Ciemmona romana di fine maggio che per lui era un appuntamento immancabile), al G8 di Genova, in Val Susa, a pulire alla fine dei free parties di Canapisa molto dopo l’alba (ai tempi in cui ai free parties di CAnapisa partecipavano più di 10mila persone e i free parties finivano a notte fonda) alle manifestazioni di Non Una Di Meno e a quelle di Fridays For Future.
Appartenente alla generazione che faceva le scuole superiori ai tempi dell’esplosione del movimento dei centri sociali, Kabuy aveva partecipato molto attivamente in particolare all’esperienza di Rebeldia, prima nelle sedi dell’Ex Etruria e di via Battisti in cui insieme ad altr* attivist* della CM pisana ha dato vita alla Ciclofficina (che tuttora continua al Circolo Anarchico di Vicolo Del Tidi) e poi nelle occupazioni dell’ex Colorificio e dell’ex Distretto Militare. Era stato poi uno degli occupanti del Galeone, insieme ad un gruppo di compagne e compagni dell’area del Garage Anarchico, fino allo sgombero nell’estate del 2019. Più recentemente, era entrato a far parte del Cantiere Sanbernardo insieme agli altri membri di Istanti Sonori, un’associazione di musicisti dediti all’improvvisazione più estrema che da alcuni anni organizza un appuntamento mensile a Sanbernardo e di cui era stato uno dei fondatori. Kabuy, infatti, era anche un talentuoso batterista: il piccolo metallaro che aveva iniziato a frequentare San Martino 108 si era trasformato in un cultore del free jazz e della musica sperimentale.
Era una persona che nella vita era stato segnato anche da tutta una serie di traversie che però aveva sempre saputo affrontare senza rassegnazione, in qualche modo sempre indomabile con uno spirito curioso e ribelle che non abbandonava neanche nei momenti più difficili. Tra di noi le chiamavamo poi Le Avventure del Kabuy, perché era una persona capace di una grande ironia in ogni circostanza.
L’ultima avventura, purtroppo, ora però è finita male e lunedì 24 si sono tenuti i funerali di Roberto in forma civile, che hanno visto la partecipazione di tantissime persone ritrovatesi a ricordare, a piangere e ad onorare un compagno buono, intelligente e generoso e che sono stati chiusi da una performance di Istanti Sonori e dal coro di Addio Lugano bella. Che la terra Ti sia lieve, fratello, compagno, amico!…
rb