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All’arrembaggio del futuro! Incontro-discussionesu trasformazione sociale e fase di transizione

All’arrembaggio del futuro

Mercoledì 13 novembre ore 18
Incontro-discussione alla FAL
Via degli Asili 33, Livorno

La crisi economica e la crisi climatica, sempre più devastanti a livello globale, possono essere risolte solo con il superamento del regime capitalista e della proprietà privata. Riteniamo importante individuare prospettive e problematiche collegate ad un modo di produzione superiore basato sulla libertà e la solidarietà.

In vista del prossimo congresso della Federazione Anarchica Italiana, organizziamo un incontro sui temi della trasformazione sociale e della fase di transizione. La discussione partirà da alcuni testi che abbiamo ritenuto possano servire da spunto.

Federazione Anarchica Livornese

 

Di seguito alcuni brevi testi per stimolare la discussione, commentati nell’ultimo numero di Umanità Nova (n. 34 del 10/11/24) “Necessità e problemi del superamento del capitalismo, All’arrembaggio del futuro”

– David Bidussa, “il futuro se n’è ghiuto, e soli ci ha lasciato”, gli statigenerali –

La scomparsa del futuro come scansione temporale, la dimensione dominante di “presente eterno”, include infatti non solo la abolizione della capacità di percepire la mutazione, ma anche l’incapacità o il congelamento di una qualsiasi aspirazione di cambiamento. (…)
Abbiamo ancora un’attesa? Verrebbe da chiedersi O l’attesa si è eclissata o è stata allontanata per non cadere vittima di delusione?
Ma senza attesa è possibile pensare a un investimento di miglioramento?

– Ernest Mandel, “Trattato marxista di economia”

La terza rivoluzione industriale può dunque portare all’abbondanza o alla distruzione della libertà, della civiltà e dell’umanità. Per evitare il peggio, bisogna subordinare il suo impiego alla direzione cosciente degli uomini. Il contrasto tra il trionfo delle scienze naturali e l’abbandono delle faccende umane all’automatismo del mercato o all’egoismo dei possidenti, devi essere superato. Per non trasformarsi in forze di distruzione universale, le forze produttive liberate dalla terza rivoluzione industriale devono essere addomesticate, rese mansuete, Civilizzate tramite un piano mondiale di sviluppo economico. Devono arrivare ad una gestione cosciente delle faccende umane, cioè a una società socialista. Questo risultato e d’altronde facilitato da certi aspetti della tecnica nuova, dato che le macchine calcolatrici elettroniche facilitano enormemente i lavori di pianificazione.

– Programma anarchico

L’insurrezione vittoriosa è il fatto più efficace per l’emancipazione popolare, poiché il popolo, scosso il giogo, diventi libero di darsi a quelle istituzioni che egli crede migliori, e la distanza che passa tra la legge, sempre in ritardo, ed il grado di civiltà a cui è arrivata la massa della popolazione, è varcata d’un salto. L’insurrezione determina la rivoluzione, cioè il rapido attuarsi delle forze latenti accumulate durante la precedente evoluzione.
Tutto sta in ciò che il popolo è capace di volere. Nelle insurrezioni passate il popolo, inconscio delle ragioni vere dei suoi mali, ha voluto sempre molto poco, e molto poco ha conseguito.
Che cosa vorrà nella prossima insurrezione? Ciò dipende in parte dalla nostra propaganda e dall’energia che sapremo spiegare.
Noi dovremmo spingere il popolo ad espropriare i proprietari e mettere in comune la roba, ed organizzare la vita sociale da sé stesso, mediante associazioni liberamente costituite, senza aspettare gli ordini di nessuno e rifiutando di nominare o riconoscere qualsiasi governo, qualsiasi corpo costituito, che sotto un nome qualunque (costituente, dittatura ecc.) si attribuisca, sia pure a titolo provvisorio, il diritto di far la legge ed imporre agli altri con la forza la propria volontà.
E se la massa dei popolo non risponderà all’appello nostro, noi dovremo – in nome del diritto che abbiamo di esser liberi anche se gli altri vogliono restare schiavi e per l’efficacia dell’esempio – attuare da noi quanto più potremo delle nostre idee, e non riconoscere il nuovo governo, e mantenere viva la resistenza, e far si che le località dove le nostre idee saranno simpaticamente accolte si costituiscano in comunanze anarchiche, respingano ogni ingerenza governativa, stabiliscano libere relazioni con le altre località e pretendano di vivere a modo loro.
Noi dovremo, soprattutto, opporci con tutti i mezzi alla ricostituzione della polizia e dell’esercito, e profittare dell’occasione propizia per eccitare i lavoratori delle località non anarchiche a profittare della mancanza di forza repressiva per imporre quelle maggiori pretese che a noi riesca indurli ad avere

Posted in Anarchismo, Generale, Iniziative.

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