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Comunicato dell’assemblea contro i Centri di Espulsione sui fatti di via dei Mulini

Venerdì 3 settembre si è tenuta una riunione straordinaria dell’assemblea cittadina contro la costruzione di un Centro di espulsione in Toscana.
I compagni presenti hanno discusso dei fatti avvenuti mercoledì 1° settembre in Via dei Mulini. Nel dibattito è stato sottolineato il clima di tensione e di violenza che si è manifestato in città, e che è simile a quello che si respira in altre città.
Questo clima è il risultato della politica dei governi succedutisi in questi anni. Da una parte criminalizzazione degli stranieri sostenuta da una deriva razzista alimentato dai mezzi di comunicazione, che si fa strada anche nei ceti popolari.
Dall’altra il taglio dei servizi sociali, della scuola, della sanità,
dell’assistenza, sostituiti da forme crescenti di repressione fino alla
militarizzazione del territorio, per impedire possibili ribellioni popolari di fronte al continuo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
La crescente miseria del proletariato, salari insufficienti, lavori instabili, tagli alle pensioni, apre la strada alla diffusione del razzismo, del sessismo, del fascismo.
E’ in questo brodo di coltura che episodi come quello di Via dei Mulini, si sviluppano in modo da poter essere sfruttati dal governo, dalle questure e dalle amministrazioni locali per alimentare le divisioni tra gli sfruttati e per deviare ogni forma di malcontento popolare.
La costruzione di una nuova socialità può avvenire solo all’interno di una ricostruita solidarietà fra sfruttati locali e migranti, il miglioramento delle condizioni di vita si avrà con l’abolizione del monopolio dei mezzi di produzione e di scambio in mano ai capitalisti, la libertà e la sicurezza si avranno ritorcendo contro il governo quella violenza che fa subire ai ceti popolari.
I compagni dell’assemblea contro i Centri di Espulsione, individuano nella lotta contro la costruzione di un C.I.E. in Toscana un passo importante della lotta contro la deriva razzista imposta dal governo e un momento simbolico del percorso che porta ad una nuova solidarietà fra gli sfruttati.
Non possiamo fare a meno di denunciare il comportamento del sindaco che, di fronte ad una situazione di disagio provocata anche dalla politica della Giunta municipale, pensa solo ad indossare la divisa dello sceriffo per garantire la rendita dei proprietari immobiliari.
Sulla stessa linea la fiaccolata del Popolo della Libertà prevista per
mercoledì: di fronte alla violenza, di fronte a persone all’ospedale, altre finite in carcere e che rischiano l’espulsione, il partito dei garantisti si preoccupa solo che questi fatti mettono a rischio il valore degli investimenti immobiliari.
Il partito trasversale degli speculatori allunga le sue mani su Piazza XX Settembre e dintorni: ecco cosa si nasconde dietro le telecamere, i vigili e i poliziotti di quartiere. Sicuramente queste speculazioni avranno una risposta. 

Assemblea contro i Centri di Espulsione

04/09/10

Posted in Antirazzismo.

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da:http://clic.noblogs.org/
Solidarietà antifascista

In questo mese di luglio 2010 sono state tante le notizie riguardanti la repressione nei confronti di compagni e compagne sparsi/e in tutta Italia che si oppongono alle politiche fasciste, sessiste, razziste, contro studenti, lavoratori e immigrati, portato avanti dalle istituzioni e dai partiti di maggioranza anche con l’utilizzo dei soliti gruppuscoli squadristi con il culo parato: arresti in carcere, denunce, rinvii a giudizio piovono su chi non si piega a subire in silenzio le molteplici situazioni che viviamo quotidianamente nei luoghi di studio, di lavoro, nelle città in cui viviamo e che sarebbe impossibile elencare.
A questi, vanno aggiunti i diversi licenziamenti ai danni di quei lavoratori “colpevoli” di voler fermare l’avanzata dello sfruttamento ai danni degli operai nelle fabbriche FIAT, operata dal padronato di concerto con il governo e i sindacati compiacenti. Senza dimenticare quanto avviene dei lager di stato, i CIE, dove i tentativi di fuga si susseguono e vengono duramente repressi nel sangue, sfociando in ulteriori arresti e privazioni nei confronti di persone che si trovano rinchiusi alla mercé di chi ci marcia.

Dal nostro ateneo, dove le prove di coordinamento istituzioni-fascisti-polizia si sono concretizzate il 15 e 16 marzo per poi avere anche un seguito nelle restrizioni alla libertà di alcuni di noi il mese successivo, vogliamo esprimere la nostra solidarietà a tutti coloro stanno subendo sulla propria pelle le conseguenze del proprio impegno diretto nel contrastare la violenza di chi vorrebbe comandare le nostre vite e ricondurle all’interno del recinto dell’assoggettamento passivo.
A 30 e 36 anni dalle stragi fasciste di Bologna e del treno “Italicus”, ampiamente coperte dagli apparati statali dell’epoca, dalla P2 e da Gladio e supportati  dai media attuali nella loro continua opera di revisione, ancora non è domata la voglia di riscatto di chi si ribella alle imposizioni di una società basata sul continuo sfruttamento delle classi subalterne.

La querela del mercenario fascista a capo della Onlus “Popoli”, Franco Nerozzi, nei confronti di “Umanità Nova” proprio per l’articolo riguardante lo schifo visto e vissuto qui a Tor Vergata grazie ai suoi “bravi” ingaggiati per l’occasione ci fa sentire ancor più vicini a chi raccontando la verità dei fatti senza troppi giri di parole cerca di squarciare il muro della disinformazione di massa subordinata alle esigenze dei padroni.

Gli stessi padroni di cui sono al servizio i “burattini del potere”, siano essi in toga, in divisa o in borghese, comunque “conformi” a quanto prescritto dai loro padrini mafiosi e pidduisti.

Il gesto di due partigiani di 83 e 87 anni che a Grosio (Sondrio) hanno festeggiato il 25 luglio nel miglior modo possibile, per il quale è “ovviamente” scattata la denuncia, ci piace evidenziarlo come una sorta di continuità nelle idee e nelle azioni che esistono e resistono nel nostro Paese, spesso con differenze enormi tra singoli e strutture, all’interno delle stesse città, degli stessi luoghi di lavoro e delle stesse aule delle università

Se proprio vogliamo trovare qualcosa di positivo nella stretta repressiva, oltre ad accomunare ed appiattire le differenze enormi di cui sopra e con cui abbiamo a che fare continuamente, è nel ricevere sempre più spesso una risposta unitaria che si rigira come un boomerang contro i mandanti e i beneficiari di simili provvedimenti.

Un abbraccio e un saluto a pugno chiuso a tutti/e, in particolare ai compagni di Napoli!

Libertà per Tonino!

Libertà per Tutti/e!

Da Teramo, a Napoli, da Verona a Firenze, da L’Aquila a Roma, da Pistoia a Livorno, dalla Sardegna a Catanzaro, nessuno è solo.

Antifascisti e Antifasciste di Tor Vergata (Roma)

Di seguito alcuni link di riferimento dove poter leggere le vicende susseguitesi in luglio o che si protraggono da  mesi e che hanno subito degli sviluppi di recente:

Napoli – 2 arrestati per il corteo del primo maggio

http://napoli.indymedia.org/node/13261
http://www.toninolibero.org

Napoli – 2 arrestati (ora liberati) e 150 denunce per i lavoratori/disoccupati

http://napoli.indymedia.org/node/13251

http://napoli.indymedia.org/node/13247

Verona – 8 denunce agli antifascisti per presidio fuori tribunale in solidarietà a 2 compagni arrestati

http://roma.indymedia.org/node/22524

Roma – 1 arresto e 5 perquisizioni a casa di “appartenenti all’area antagonista”

http://roma.indymedia.org/node/22698

Fossanova (Latina) – 2 compagni denunciati perché manifestavano alla Nexans contro i licenziamenti e la delocalizzazione

http://roma.indymedia.org/node/22850

L’Aquila – 24 denunce ai compagni per manifestazione contro il 41bis

http://lombardia.indymedia.org/node/30993

L’Aquila – 2 denunce per scontri a Roma il 7 luglio

http://abruzzo.indymedia.org/article/7811

Firenze – 19 compagni anarchici rinviati a giudizio per “associazione sovversiva”

http://toscana.indymedia.org/article/9801

Teramo – CocaPound accoltella, arrestati i compagni

http://roma.indymedia.org/node/22861

Pistoia – 3 arresti , 8 denunce, il PM Boccia si dimette

http://toscana.indymedia.org/article/9715

Sardegna-Catanzaro: 5 arresti, si apre il processo, mobilitazione

http://www.manca-indipendentzia.org/libertade%20pro%20Bruno.html

Articolo di Umanità Nova per cui è scattata la querela del merce-fascio
http://www.umanitanova.org/node/17252

Articolo sul gesto dei partigiani di Grosio (Sondrio)

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/08/01/news/i_vecchi_partigiani_diventano_writer_che_vergogna_quel_motto_del_duce-5989747/

Posted in Antifascismo, Repressione.

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MELFI: PROSEGUE LA LOTTA ALLA COMMER TGS

da: http://www.operaicontro.it/


Non si ferma la lotta degli operai della COMMER TGS,
fabbrica dell'indotto della FIAT di Melfi dove si
 producono imbottiture per sedili.
Subito prima delle ferie, due operai, Antonio Girola di
45 anni e Giuseppe Carrillo di 33, affetti da asma da
isocianati, una malattia professionale molto diffusa fra chi è
 stato esposto ad alcune sostanze chimiche presenti
abbondantemente in fabbrica, sono stati licenziati
e sbattuti fuori.
La tesi dell’azienda è che non ha dove collocarli.
I padroni prima ti fanno ammalare e poi ti gettano via come
un panno vecchio. Questa volta però le cose non sono andate
lisce per il padrone. I compagni di lavoro di Antonio e
Giuseppe hanno risposto subito.
Si sono fermati immediatamente e hanno bloccato
completamente la produzione.
Una risposta che l'azienda Commer non si attendeva.
Né si attendeva che gli operai avessero la costanza e la
determinazione di proseguire la lotta per tutti questi
giorni e con tutti i tre turni impegnati nel presidio.
Con le spalle al muro, l’azienda ha allora convocato i
sindacati proponendo la riassunzione dei due licenziati
nell’azienda terziarizzata che gestisce il magazzino
interno alla fabbrica.
Ma si tratta di una piccola azienda con meno di 15
dipendenti, che potrebbe tranquillamente licenziare i due
nuovi assunti, limitati fisici, a distanza di qualche mese.
I due licenziati rifiutano con sdegno la proposta aziendale.
Gli operai del turno di mattina continuano allora lo
sciopero ad oltranza.
Anche quelli del turno di pomeriggio si pronunciano per il
prosieguo della lotta. Lo stesso fanno quello del turno di
notte.

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Discarica di Limoncino: la calma prima della tempesta?

limoncino_monte_la_poggia

da senzasoste.it

Ieri mattina il comitato dei residenti ha incontrato le istituzioni al Palazzo Comunale e sono venute fuori tre sostanziali proposte e novità riguardo alla situazione ormai di stallo dei lavori alla discarica.

E’ chiaro che il Comitato sà che può giocarsi le proprie carte visto che sindaco e presidente della provincia rischiano di uscire da questa vicenda con un grosso danno d’immagine e con il definitivo smascheramento dei metodi oligarchici con cui gestiscono la “cosa pubblica”

Le tre questioni emerse sono le seguenti:

1. Il Comune, d’intesa con la Provincia, ha proposto al Comitato di indicare una rosa di professionisti tra i quali il Comune sceglierà il tecnico addetto ai controlli.

2. E’ emerso in modo prorompente il problema della via di accesso alla cava visto che si tratta di una strada privata e oltretutto poco adatta al passaggio continuativo di camion. La strada è di proprietà dei vari residenti e Bellabarba ha una concessione di passaggio ma solo per i lavori di cava, non certo per il trasporto di rifiuti industriali. Il sindaco ha dichiarato di non essere a conoscenza dei problemi relativi alla strada.

3. Visti i due punti precedenti, il sindaco chiederà a Bellabarba di sospendere il passaggio dei camion fino a giovedì (tra l’altro il passaggio è già praticamente bloccato dalla presenza del presidio e il Comitato non è intenzionato a smantellarlo) quando istituzioni e tecnici (anche indicati dal Comitato) faranno un sopralluogo nella cava/discarica.

Infine una parentesi sul ruolo patetico dell’IdV (Italia dei Veleni). Secondo una strategia appresa dai cugini della Lega, il partito di Di Pietro gioca come sempre un doppio ruolo: uno istituzionale dove avalla tutte le decisione dell’alleato Pd e contribuisce al silenzio (tra l’altro in Provincia l’assessore all’ambiente è in quota IdV) mentre sulla stampa si scatena con dichiarazioni roboanti a favore dei vari Comitati. Non per nulla questo ruolo a Livorno spetta a tale Andrea Romano, ex segretario della Lega Nord convertitosi poi alle ben più ospitali poltrone di centrosinistra.

L’Italia dei Veleni in questo territorio ha sempre giocato il ruolo del fedelissimo e mutissimo alleato incarnato nella persona di Marta Gazzarri che si era conquistata anche il ruolo di vicesindaco prima di passare alle ultime elezioni in Consiglio regionale. La nouvelle vague dipietrista ora ha scelto però una nuova strategia per riuscire a rastrellare i voti di un Pd sempre più sgretolato e privo di identità e la aveva già messa in atto sulla questione delle due centrali a biomasse.

Insomma, informarsi e partecipare alla vita politica di una città senza delegare rappresenta anche una discreta difesa immunitaria per difendersi da questi personaggi. Noi speriamo di darvi una mano in questo senso.

red 31 agosto 2010

Posted in Nocività-Salute.

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riunione Assemblea contro i centri di espulsione

Lunedì 9 agosto (domani), alle 21:30, si riunisce l’assemblea contro i CIE presso la F.A.L. in Via degli Asili 33.

Posted in Antirazzismo, Iniziative.

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Azione simbolica contro i CIE al monumento dei 4 Mori

Il Governo e la giunta regionale intendono costruire entro il 2010 un
centro di espulsione per immigrati anche in Toscana. In queste strutture
si viene rinchiusi per la sola colpa di non avere i documenti in
regola. In attesa di essere deportati nel paese di provenienza si vive
in condizioni disumane, sorvegliati da militari, costretti a subire
abusi e violenze.
Nella nostra città, negli ultimi mesi, si sono svolte numerose
iniziative contro la costruzione di un Centro di Identificazione ed
Espulsione in toscana; presidi e volantinaggi portati avanti da varie
realtà del territorio sono stati preludio alla nascita di un’assemblea
cittadina contro i centri d’espulsione. Assemblea nata per lottare,
anche in collaborazione con altre realtà toscane, contro la segregazione
dei migranti in questi nuovi “lager della sicurezza”, per ribadire il
nostro NO a simili strutture, in Toscana ed ovunque.
Noi riteniamo che la mobilitazione e la sensibilizzazione su questa
tematica passino tramite l’informazione e l’azione diretta, anche
simbolica.
Con l’azione di oggi, condanniamo la politica razzista con cui le
istituzioni calpestano i più elementari diritti dell’uomo, nel silenzio
più totale delle testate giornalistiche maggiori e dei media nazionali.
Continueremo a mobilitarci per impedire la costruzione del lager toscano e per la chiusura di quelli già esistenti.

Assemblea contro i centri di espulsione.

Posted in Antirazzismo, Carcere, Iniziative.

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Carlo è vivo! i morti siete voi!

Posted in Generale.

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Rassegna stampa sulla rivolta al CIE di Gradisca

da:  www.info-action.net

Da Il Piccolo del 19/07/10

Scoppia la rivolta al Cie, ustionato un algerino

di STEFANO BIZZI

GRADISCA È di un ferito il bilancio della rivolta scoppiata la scorsa
notte al Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca. Si tratta
di un nordafricano di 51 anni. L’uomo, di nazionalità algerina, si è
ustionato dopo aver dato fuoco insieme ai compagni a dei materassi al
centro del cortile della zona Blu, una delle tre in cui è diviso il Cie.
Nelle stesse ore al Cie di Milano si è scatenata una rivolta analoga:
un gruppo di oltre 100 immigrati ha inscenato un sit-in sul tetto e ha
distrutto distributori di bevande, porte, suppellettili e arredi vari.
C’è il sospetto che non siano state casuali le simultanee rivolte nei
Cie di Milano e di Gradisca. L’algerino ustionatosi a Gradisca dopo aver
ricevuto le prime cure da parte dei sanitari della struttura e dei
sanitari del 118, considerata la gravità delle ferite, ieri mattina è
stato trasferito all’ospedale di Udine dove ora si trova ricoverato nel
reparto ustionati. All’origine della rivolta scatenata dagli immigrati
ospiti a Gradisca d’Isonzo ci sarebbe il timore di imminenti rimpatri.
Da quanto si è potuto apprendere da fonti non ufficiali, a innescare la
protesta sarebbe stata proprio l’espulsione di un nordafricano a tre
giorni dalla scadenza dei sei mesi di trattenimento previsti dalla
normativa attuale. Secondo la ricostruzione, dei 140 clandestini
presenti nella struttura, a tentare la fuga sarebbe stata una trentina
di persone. I disordini sono iniziati intorno alle 21 e l’attività è
andata avanti fino alle 3 di notte. In principio la rabbia degli
immigrati si è scatenata contro le vetrate anti-sfondamento che
circondano il campetto da calcio. L’obiettivo era quello di abbattere i
vetri per poi scappare in massa scavalcando la recinzione esterna della
struttura sul lato posteriore. L’intervento degli agenti di polizia e
dei militari della Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” ha fatto
desistere il gruppo che è quindi arretrato e ha avviato un’azione
diversiva. Ammassati i materassi nel cortile della zona Blu, hanno prima
incendiato le suppellettili quindi hanno alimentato le fiamme con
l’olio da condimento della mensa che avevano conservato nelle camerate.
Una parte degli immigrati è salita sui tetti, un’altra parte, in segno
di sfida, si letteralmente messa a giocare con il fuoco. È a questo
punto che l’algerino si è provocato le ustioni. Prima di entrare
all’interno dell’area gestita dal consorzio trapanese Connecting people,
gli agenti di guardia hanno atteso l’arrivo dei colleghi del turno
successivo per avere maggiore forza d’urto. Nonostante i rinforzi, al
loro ingresso nella zona Blu i poliziotti sono stati aggrediti con
oggetti contundenti. Nessuno degli immigrati è comunque riuscito a
fuggire. Per domare l’incendio sono intervenuti anche i vigili del fuoco
del comando provinciale di Gorizia. I pompieri hanno lavorato fino alle
3 di notte. Una squadra è tornata a Gradisca anche ieri mattina per
smassare il materiale in cenere. I danni sono ancora da quantificare, ma
da una prima valutazione sarebbero ingenti. Tra le altre cose sono
state distrutte due videocamere di sorveglianza e il sistema di
controllo è stato compromesso in modo definitivo. «Sarebbe bene dividere
i soggetti pericolosi e non metterli tutti assieme a Gradisca – osserva
in proposito il segretario provinciale del Sap, il sindacato autonomo
di polizia, Angelo Obit -. Tra gli altri, al Cie di via Udine si trovano
anche soggetti sospettati di terrorismo. Sono stati spostati qui da
Bergamo».

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Da Il Messaggero Veneto del 19/07/10

Controlli a filmati e telefonate

GORIZIA.

La questura di Gorizia ha acquisito le immagini riprese dalle
telecamere del circuito di sorveglianza del Cie di Gradisca d’Isonzo,
con l’obiettivo di risalire ai responsabili dei disordini avvenuti nella
notte di sabato all’interno del centro. Gli investigatori non escludono
che la rivolta possa essere in qualche modo collegata agli episodi
avvenuti contemporaneamente nell’analoga struttura di Milano: sono in
corso accertamenti da parte della Digos anche sulle telefonate. Secondo
la ricostruzione fornita dagli uffici della Prefettura di Gorizia, nei
disordini sono stati coinvolti una settantina di ospiti del centro, di
cui una trentina ha invano tentato di scavalcare le recinzioni,
incendiando materassi e suppellettili e rendendo necessario l’intervento
dei Vigili del Fuoco. Attualmente in Italia, secondo quanto riporta il
sito del ministero dell’Interno, ci sono 13 Centri di identificazione
temporanea con una capacità complessiva di 1.920 posti, una capienza che
è comunque soggetta a variazioni in caso di eventuali lavori di
manutenzione. Si tratta di Bari-Palese (196 posti), Bologna (95),
Caltanissetta (96), Lamezia Terme (75), Gradisca d’Isonzo (248), Milano
(132), Modena (60), Roma (364), Torino (204), Trapani (43), Brindisi
(83), Lampedusa (200) e Crotone (124). A questi, ha detto il ministro
dell’Interno Roberto Maroni lo scorso 5 luglio a Trieste, se ne
aggiungeranno entro la fine dell’anno altri quattro: uno in Veneto, uno
in Toscana, uno nelle Marche e uno in Campania.

Dal centro di Milano scappano in tre: una coincidenza che
insospettisce

MILANO. Non si esclude una «regia» unica tra la rivolta di Milano e
quella avvenuta, la scorsa notte alla stessa ora al centro di Gradisca. A
Milano la rivolta è scoppiata al Cie di via Corelli che ospita poco più
di 100 immigrati attorno a mezzanotte e mezza di sabato. Un gruppo ha
distrutto suppellettili e ha inscenato un sit-in sul tetto. Alcuni
immigrati hanno tentato di scavalcare le recinzioni e la fuga. In un
primo momento il peggio sembrava scongiurato, ma poi si sono perse le
tracce di tre immigrati. Nel frattempo altri due immigrati erano
ricoverati per accertamenti rispettivamente al San Raffaele e al
Policlinico, mentre sei poliziotti e un militare erano costretti a cure
mediche. Secondo quanto si è appreso la protesta sarebbe stata motivata
da quelle che sono definite le «pessime condizioni» di accoglienza nel
Cie di Milano. Sono state danneggiate le macchine di distribuzione di
bevande, porte, suppellettili e arredi del Cie. I tentativi di fuga dai
Centri di identificazione di Milano e Gradisca d’Isonzo sono l’ennesimo
campanello d’allarme: la situazione nei Cie, dopo l’entrata in vigore
del pacchetto sicurezza che ha allungato da 2 a 6 mesi i tempi di
trattenimento dei clandestini, «rischia di rivelarsi esplosiva». Medici
senza frontiere aveva dato l’allarme già a febbraio, pubblicando il
rapporto «Al di là del muro», un viaggio all’interno dei Centri per gli
immigrati svolto tra l’inverno del 2008 e l’estate del 2009. E sono
diversi i motivi per i quali i 13 Cie italiani, sottolinea Msf nel suo
rapporto, rischiano di esplodere: la «mancanza di linee guida per la
pianificazione e la gestione dei servizi, elevata presenza di stranieri
ex detenuti (40%), promiscuità tra trattenuti con condizioni sociali,
legali e psicofisiche eterogenee». Ma soprattutto, segnalava Msf,
«l’allungamento da 60 a 180 giorni del limite massimo di trattenimento
sembra determinare uno stravolgimento definitivo della funzione
originaria della detenzione amministrativa: non più una misura
straordinaria e temporanea di limitazione della libertà per attuare
l’allontanamento, ma una sanzione, estranea tuttavia alle garanzie e ai
luoghi del sistema penale». Una misura che «se attuata con rigore,
rischia di rendere ancora più esplosivo il clima all’interno dei
centri». Proprio la «carenza di attività ricreative» per occupare gli
immigrati, «obbligandoli ad un’inattività forzata» è, secondo Msf, il
punto su cui bisognerebbe intervenire con la massima attenzione. Nel Cie
di Gradisca d’Isonzo, per esempio, spazi abitativi e bagni «sono molto
spaziosi e in buone condizioni» ma «le condizioni di trattenimento
appaiono seriamente compromesse dall’assenza di attività ricreative».

Disordini e tentativo di fuga al Cie di Gradisca

GRADISCA D’ISONZO. Disordini e un tentativo di fuga, da parte di una
settantina di persone, sono avvenute nella notte fra sabato e domenica
all’interno del Cie di Gradisca d’Isonzo. La protesta –
contemporaneamente organizzata al Cie di Milano – è stata inscenata sui
tetti della struttura, che ospita circa 140 immigrati clandestini. I
protagonisti dell’episodio, fallito il tentativo di scavalcare la
recinzione del centro, hanno dato fuoco ad alcune suppellettili. Ha
avuto la peggio un algerino di 51 anni, trasportato d’urgenza al reparto
di chirurgia plastica dell’ospedale di Udine, per ustioni diffuse su
tutto il corpo. Stando alle prime ricostruzioni i primi disordini si
sono registrati poco dopo le 21.30, coinvolgendo i circa settanta
clandestini ospitati in quel momento nella cosiddetta “zona blu”, una
delle due sezioni in cui è diviso il Cie di via Udine, dove sono
complessivamente trattenute circa 140 persone (a fronte di una capacità
di 195 posti). A scatenare la sommossa, l’imminente avvio di una serie
di rimpatri da parte delle forze dell’ordine. La rivolta si è quindi
estesa anche al di fuori della zona notte, con gli immigrati che, una
volta guadagnati gli spazi esterni, hanno a più riprese tentato di
sfondare le lastre antisfondamento che separano la zona notte dal
campetto di calcio. Una trentina ha quindi preso di mira le grate
posizionate sui soffitti delle camerate e dei corridoi, riuscendo a
guadagnare il tetto, da dove ha tentato, inutilmente, la fuga.
L’immediato intervento delle forze dell’ordine ha impedito un’evasione
di massa, ma non ha impedito che i rivoltosi distruggessero
definitivamente il sistema anti-intrusione a infrarossi (già danneggiato
nel corso di precedenti rivolte e per questo non attivato al momento
della rivolta) e due telecamere del circuito interno. In più zone, poi,
sono stati bruciati materassi e altre suppellettili, rendendo necessario
l’intervento dei Vigili del Fuoco di Gorizia, arrivati nella struttura
isontina verso le 23.30. Nell’occasione un 51enne immigrato algerino,
per protesta, si è gettato sul fuoco, rimediando ustioni su tutto il
corpo. Immediatamente soccorso e trasferito nel centro medico interno al
Cie, l’uomo è stato medicato e, su indicazione del personale medico,
trasferito all’ospedale di Udine, dove è stato accolto nel reparto di
chirurgia plastica. Poco dopo l’una di notte, sfruttando il cambio del
turno e una forza operativa praticamente doppia rispetto alla norma,
finalmente le forze dell’ordine sono potute intervenire all’interno
della struttura per placare i rivoltosi. Voci ancora non confermate
riferiscono di scontri tra le parti, con i poliziotti che avrebbero
trovato una decisa resistenza da parte degli immigrati, armati di
spranghe e altri oggetti contundenti. Soltanto verso le 2 di notte,
confinati gli immigrati in alcune camerate, i vigili del fuoco sono
intervenuti all’interno della struttura, completando la messa in
sicurezza un’ora più tardi, poco prima delle tre di notte. Gli
inquirenti della Questura isontina stanno, ora, analizzando i filmati
della rivolta e i tabulati delle utenze telefoniche degli ospiti del
Cie: si ritiene ci possa essere una connessione con l’analoga rivolta
avvenuta nel Cie di Milano pressappoco la stessa ora. Marco Ceci

Posted in Antirazzismo, Carcere.

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La Crisi continua…e noi continuiamo a pagarla. Martedì 20 incontro all’Arena Astra

lavoro_precarioLIVORNO. Quasi quattromila unità di lavoro in
meno in due anni  con centinaia di cassintegrati che diventeranno a
breve disoccupati e con un costo economico che, mediamente, si aggirerà
sui 5mila euro a testa. E, nonostante le stime parlino di una leggera
ripresa già per quest’anno, la situazione non è destinata a raddrizzarsi
né in tempi brevi né in modi semplici: per arrivare ai livelli del 2007
si dovrà attendere almeno il 2015…..questo il Tirreno il 13
luglio…

In realtà i posti persi sono di più :
contratti a termine non rinnovati, classi delle scuole ridotte con
insegnanti precari e personale tecnico della scuola mandato a casa….ecc…

Inoltre i lavoratori sono colpiti
duramente dalla finanziaria di Tremonti: direttamente quelli del
pubblico impiego con il blocco dei contratti , indirettamente tutti con i
tagli ai servizi sociali….

C’è la necessita di una risposta forte e
unita dei lavoratori per rispondere a questa situazione, unificare le
lotte fra lavoratori, comprendere che ogni posto di lavoro perso è un
indebolimento di tutti e di tutte.

Per questo bisogna essere solidali
,sostenere  le vertenze e mobilitazioni di lavoratrici e lavoratori
spesso scollegate tra loro e in settori differenti, accomunati
però dalla materiale condizione di vita e di sfruttamento e dalla
volontà di resistere agli effetti devastanti della crisi, che i padroni,
i banchieri e gli speculatori stanno facendo pagare alle classi
lavoratrici e alle loro famiglie.

Il Comitato per la difesa del diritto al
lavoro chiama i lavoratori e le lavoratrici ad un incontro per
discutere della situazione di crisi che viviamo in città e provincia,
per cercare di costruire un fronte di lotta e le risposte di
mobilitazione  costruite dal basso che unifichino le vertenze.

Martedi 20 ore 21,00 Arena Astra
(davanti al cantiere) incontro organizzato dal Comitato Per la difesa
del diritto al Lavoro

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TRE GIORNI DI FESTA PER UMANITA’ NOVA A TORANO (Carrara)

Tre giornate di iniziative
e propaganda a
sostegno
di UMANITA’ NOVA 

Carrara
fraz.
Torano
Ex scuola
elementare Domenico Guidi
16/17/18 luglio
2010

Programma
Venerdì 16 luglio
Ore 17.30 Incontro con la
Redazione di Umanità Nova
Ore 19.00 Presentazione del libro “Parole
in libertà” di Massimiliano Ilari. Sarà presente l’autore.
Ore 20.30
Cena
Ore 22.00 Concerto
Addetti alla nostalgia Soc. Coop.
Sabato
17 luglio
Ore 11.30 Incontro/Dibattito con il Comitato di difesa del
Palazzo del Politeama.
Ore 12.30 Pranzo
Ore 17.00
Incontro/dibattito su C.I.E.: situazione Toscana
Ore 20.30 Cena
Ore
22.00 Concerto
RadioZero;
Ore 23.30 Concerto
Antica Rumeria
Lagrima de Oro
Domenica 18 luglio
Ore 11.30 Assemblea conclusiva
della festa
Ore 12.30 Pranzo

a cura di:
Gruppo Germinal
FAI, Carrara
Circolo Goliardo Fiaschi, Carrara
Associazione
Archivio Germinal, Carrara
Gruppo E.Malatesta FAI, Gragnana
Circolo
Lodovici Vico, Torano

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