Mercoledì 14 luglio ore 21:30 riunione dell’
Assemblea contro i centri di espulsione alla fal in Via degli Asili 33.
C’è da definire meglio la giornata del 17, organizzare il dibattito e la
logistica per la serata in piazza. C’è anche da fare il punto dopo la
contestazione di sabato e da parlare delle altre proposte che erano
emerse.
riunione dell’assemblea contro i centri di espulsione
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– Luglio 13, 2010
Non scordiamo Marcello – STATO ASSASSINO
11 luglio 2003 – 11 luglio 2010
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– Luglio 11, 2010
Contestato Rossi al Meeting Antirazzista a Livorno
Nella mattina del 10 luglio una
trentina di antirazzisti della Assemblea contro i centri di
espulsione ha contestato il presidente della regione Enrico Rossi,
che presenziava , nell’ambito dell’annuale meeting antirazzista,
alla assemblea regionale dei migranti Scopo principale dei
manifestanti era quello di denunciare la politica razzista della
giunta regionale toscana, che sostiene l’apertura di un Centro di
identificazione ed espulsione anche nella nostra regione. Al presidio
tenutosi all’esterno del meeting sono stati distribuiti volantini e
affissi striscioni che sono rimasti ben visibili; lo striscione
recante la scritta “smascheriamo la politica razzista della regione
toscana” ha costantemente seguito il presidente della regione nel
corso delle interviste e delle riprese effettuate dalle numerose reti
televisive presenti all’iniziativa. Da segnalare, oltre alla solita
presenza delle forze dell’ordine, l’atteggiamento ostile, rissoso e
provocatorio del presidente locale dell’ARCI, organizzazione che cura
il meeting, il quale ha tentato inutilmente di impedire ai
rappresentanti dell’assemblea contro i CIE l’ingresso a quella che
era un’iniziativa pubblica; il pretesto era quello di evitare una
contestazione a Rossi che peraltro si era già tenuta all’esterno,
negli spazi visibili che più era importante occupare.
I lavori di questa sessione del
meeting erano impostati in modo rigorosamente istituzionale:
interventi dei rappresentanti delle varie associazioni e comunità di
migranti e, a seguire, quelli delle istituzioni e amministrazioni
pubbliche (sindaco di Livorno, presidente della provincia, presidente
della regione). Nonostante il tono ingessato del dibattito, la
contestazione promossa dagli antirazzisti ha prodotto i suoi
effetti, poiché tutti gli interventi dei rappresentanti dei
migranti, pur ribadendo fiducia nelle amministrazioni locali, hanno
espresso ferma contrarietà ai CIE e in particolare alla costruzione
di un CIE in Toscana. I vari amministratori, a loro volta, sono stati
costretti a rispondere su questa tematica, opponendo miseramente alle
contestazioni la trita giustificazione delle competenze;l’intervento
di Rossi, contestato dagli antirazzisti presenti in sala, ha ribadito
che, in materia di CIE, le decisioni spettano al governo centrale,
che il governo regionale non può sottrarsi a doveri istituzionali
di adempimento, ma può solo attuare modalità di gestione
particolari : il famoso CIE dal volto umano, peraltro già bocciato
da Maroni. Il resto del dibattito si è svolto all’insegna del
paradosso: promesse su promesse basate sull’apertura di innumerevoli
tavoli, su concessione di diritti di rappresentanza, su promesse di
assessorati fantasma e vagheggiamenti di rappresentanze politiche;
insomma un dibattito interno tra ceto politico migrante e ceto
politico istituzionale. Tra tante evanescenti questioni una sola,
certa , concreta e pesante come un macigno: la volontà di aprire un
CIE in Toscana.
L’Assemblea contro i Centri di
Espulsione, ottenuto uno spazio d’intervento, ha messo in rilievo le
contraddizioni dell’ amministrazione regionale toscana , denunciando
l’eccessiva subalternità alle scelte governative, la mancanza di
tentativi di resistenza o di dilazione ( come quelli fatti ad esempio
dalla regione Liguria, che comunque rappresentano segnali politici
significativi di contrarietà). Inoltre è stata messa in evidenza la
mancanza di volontà politica di sfruttare le divergenze del centro
destra toscano, in disaccordo sull’individuazione del luogo di
costruzione del CIE, al fine di accantonare la questione. Infine è
stata sottolineata l’impossibilità di gestire una struttura
repressiva in modo umanitario, definizione ambigua, che cela sotto il
tono moralistico solo la volontà di istituire gare di appalto tra
associazioni candidate alla gestione dei CIE. Analogamente sono state
denunciate politiche repressive messe in atto dai comuni con la
persecuzione fisica degli ambulanti e, più in generale, della
popolazione immigrata, politiche che stridono in modo evidente con i
proclamati intenti di integrazione.
L’iniziativa di contestazione degli
antirazzisti ha avuto il merito di portare allo scoperto ambiguità e
contraddizioni presenti nella politica delle amministrazioni
regionali e comunali e di imporre il tema dei centri di
identificazione e di espulsione in un dibattito che non si proponeva
di affrontare la questione. In un contesto rigorosamente
istituzionale sono state portate le esigenze dei migranti
clandestini e sfruttati, di coloro che non hanno nel loro orizzonte
la poltrona di una consulta, ma che hanno diritto a vivere senza
l’incubo della galera.
p.n.
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– Luglio 11, 2010
Trelleborg, il ricatto non passa. I lavoratori bocciano l’accordo
da senzasoste.it
64 pari e 7 astenuti al referendum sull’accordo siglato
dai sindacati
I lavoratori hanno deciso: l’accordo firmato dai sindacati
sugli esuberi è da rivedere. I lavoratori della multinazionale della
plastica hanno quindi messo un freno all’ennesima “ristrutturazione”
aziendale. La multinazionale svedese (ex Polypack) infatti aveva chiuso
appena un anno fa un accordo di ristrutturazione importante con
l‘esternalizzazione della produzione di gomma-tela alla GB di Guasticce e
la “cessione” di circa 40 operai. Un sacrificio enorme per la Rsu e gli operai stessi, un
salto nel buio coperto solo dalla garanzia che se la GB chiuderà la Trelleborg si sarebbe
impegnata a riassorbire gli operai. Ora vorrebbe chiudere il magazzino
con 13 lavoratori per “esternalizzarlo” ad altra azienda, senza
considerare che in questi anni qualche decina di operai è già uscita di
fabbrica fra pensione e mobilità.
Ma anche in questo caso la
multinazionale non si è accontentata ed ha inviato a presidente della
Provincia e sindacati una lettera firmata dal presidente Micheal
Andersen in persona così riassumibile: In questi anni abbiamo
puntato su Livorno trasferendo funzioni da Rio Saliceto (Carpi) e dalla
Germania e questo ha portato a cambiamenti organizzativi che hanno avuto
ricadute sui lavoratori. Ora servono ulteriori “ristrutturazioni” ma le
Rsu hanno proclamato lo stato di agitazione e la minaccia di sciopero.
Se queste azioni verranno confermate ce ne andiamo.
In risposta a questa minaccia i
sindacati hanno firmato un’accordo al cui interno ci sono garanzie di
investimenti per il futuro ma anche sacrifici per gli operai. Nei giorni
scorsi il referendum sull’accordo ha dato un clamoroso risultato (64
sì, 64 no e 7 astenuti) che ha fatto imbestialire la multinazionale che
ha rilanciato minacciando la delocalizzazione. Kutufà questa mattina ha
gridato allo scandalo: “Così facciamo fuggire le multinazionali”. Quindi
secondo il presidente della Provincia, ma anche i sindacati, non c’è
soluzione al ricatto. Se una multinazionale comanda i lavoratori devono
eseguire senza possibilità di giocarsi rapporti di forza o strategie
sindacali. E’ chiaro che ormai il metodo Marchionne abbia sfondato nella
mentalità di queste persone.
La situazione non è certo facile ma un
atteggiamento sempre e comunque di assecondamento delle richieste delle
aziende fa sorgere una domanda spontanea: se ogni volta che un’azienda
propone un diktat loro rispondono sempre sì, cosa lo prendono a fare lo
stipendio di politico e sindacalista? Quanti altri casi MTM dovremo
vedere a Livorno?
Per Senza Soste, Franco Marino
10 luglio 2010
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– Luglio 10, 2010
Milano: la polizia ferisce cinque operai
da:repubblica.it
Momenti di tensione nel centro di Milano, quando il corteo degli operai
della Mangiarotti nuclear a pochi passi dalla prefettura è stato
caricato dagli agenti in tenuta antisommossa e cinque lavoratori sono
rimasti feriti. A denunciare l’episodio è un delegato Fiom della Rsu
dello stabilimento milanese che rischia la chiusura per il trasferimento
della produzione a Udine. Ma fonti della questura smentiscono le
cariche facendo invece cenno ad “azioni di contenimento”: i manifestanti
non si sarebbero fermati nel punto prestabilito.
Milano, tensione al corteo degli operai
“Feriti in cinque per le
manganellate”
Scontri durante la protesta per
la Mangiarotti. La questura: “Non si sono fermati nel punto
prestabilito”
“Il percorso del corteo
era stato autorizzato – ha affermato Rosario Schiettini, delegato della
Fiom nell’azienda che produce componenti per l’industria nucleare – ma
all’imbocco di corso Monforte uno schieramento di forze dell’ordine ci
ha impedito di arrivare fino al portone della prefettura. Sono partite
le cariche e cinque operai sono stati colpiti dalle manganellate: uno di
loro è stato portato via in ambulanza”.
La giornata di
mobilitazione degli operai della Mangiarotti era iniziata davanti al
consolato francese per impedire che la committente Areva chiedesse il
trasferimento delle commesse dallo stabilimento di Milano. Dopo un
colloquio fra un gruppo di sindacalisti e il diplomatico francese, il
corteo a cui hanno partecipato anche una delegazione dei lavoratori
della Maflow di Trezzano sul Naviglio e alcuni esponenti dei centri
sociali, ha tentato di raggiungere la prefettura per chiedere al
rappresentante provinciale del governo il rispetto di una sentenza che
impone alla proprietà di mantenere la produzione nello stabilimento
milanese. Dopo gli scontri una delegazione di rappresentati sindacali è
riuscita a ottenere un’udienza in prefettura.
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– Luglio 8, 2010
Volantino: contestiamo Rossi al Meeting Antirazzista
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– Luglio 8, 2010
Gli aquilani a Roma, scontri e tensione: “Vergogna”
da:http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2010/07/07/aquilani_terremoto_roma_manifestazione.html
Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine al corteo in corso a Roma
oggi di sindaci e cittadini delle zone colpite dal terremoto
dell’Aquila del 2009, che chiedono al governo la sospensione delle
tasse e misure di sostegno all’economia. I tafferugli sono iniziati
quando i manifestanti, giunti a Piazza Venezia hanno cercato di forzare i
posti di blocco delle forze dell’ordine per entrare in Via del Corso.
Dopo una prima serie di scontri il blocco della polizia è stata fatto
arretrare in via del Corso. Qui hanno avuto luogo altri scontri tra
manifestanti e forze dell’ordine finchè il corteo è riuscito a
conquistare Piazza Colonna, dove si trova Palazzo Chigi. Da qui gli
aquilani hanno poi raggiunto via del Plebiscito, inscenando proteste
sotto Palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi. Il corteo
si è infine mosso verso il Senato. Nel primo pomeriggio un folto gruppo
di manifestanti, forzando il posto
di blocco a piazza Venezia, è arrivato a poche decine di metri da
Palazzo Grazioli, dove è in corso il vertice del Pdl col premier.
“Berlusconi hai sfruttato il nostro dolore; vieni qui se hai il
coraggio”. Sono questi gli slogan scanditi
dai partecipanti al corteo, i quali si sono poi diretti verso piazza
Navona, per raggiungere Palazzo Madama.
Le testimonianze dei manifestanti
– Un giovane presente
alla manifestazione dei terremotati aquilani è stato ferito alla testa.
Il ragazzo racconta di aver ricevuto due manganellate e presenta
lesioni sanguinanti. “Guardate il sangue di un aquilano – ha detto dopo
essersi rifugiato nella sede di una banca in via del Corso – La mia
unica colpa è essere un terremotato” (GUARDA
IL VIDEO CON LA TESTIMONIANZA)
Il sindaco Cialente: “Dopo il terremoto anche le botte”
– “Non
ci è bastato il terremoto abbiamo preso anche le botte”. Cosi’ il
sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente commenta gli scontri di oggi alla
manifestazione dei terremotati a Roma. “Sono stato calpestato nei
tafferugli a piazza Venezia mentre cercavo di calmare gli animi”, ha
rassicurato Cialente, dopo che si era sparsa la voce che fosse stato
colpito da una manganellata. Il sindaco dell’Aquila accusa dolore a una
caviglia e dice: “non mi aspettavo il blocco da parte delle Forse
dell’ordine, abbiamo fatto sempre manifestazioni pacifiche”, ma spiega
di non essere a conoscenza del percorso autorizzato per la
manifestazione (GUARDA
IL VIDEO). Al sindaco de L’Aquila ha risposto il sottosegretario
Giovanardi: “Pensi a lavorare”.
Bersani: “Per il Pd siete il problema numero uno”
–
Siamo pronti a sostenere un intervento di solidarietà fiscale. Si può
fare una
tassa di scopo e questa manovra può essere l’occasione per dare spazio a
queste
decisioni”. Lo ha detto ai manifestanti aquilani che hanno raggiunto
Piazza
Colonna a Roma, il
leader del Pd, Pierluigi Bersani (GUARDA IL VIDEO). “Sono qui per
far sapere al
popolo dell’Aquila che per il Pd la città abruzzese è il problema numero
uno”,
ha concluso tra gli applausi Bersani.
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– Luglio 7, 2010
SERATA CONTRO I CENTRI DI ESPULSIONE IN PIAZZA XX SETTEMBRE
ORE 18:30 DIBATTITO
interviene Antonio D’errico del Comitato
Antirazzista di Milano
ORE 20:30 CENA IN PIAZZA ORGANIZZATA DAL
C.S.A. Godzilla
Menù:
Antipasti misti
Pasta al pesto
Arista
e insalta caprese
Dolce
Vino e acqua
Tutto al prezzo di
10 euro.
ORE 22:30 MUSICA POPOLARE
Per prenotazioni
mandare un e-mail a:
csagodzilla@hotmail.it
O chiamare i numeri:
3338709583 o
3464024467
Sarà allestita in piazza una mostra
contro i C.I.E.
Assemblea contro i centri di espulsione.
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– Luglio 7, 2010
CONTESTIAMO ROSSI A LIVORNO – NO CIE! NO LAGER!
NO AI CENTRI DI IDENTIFICAZIONE E DI ESPULSIONE
NO AI NUOVI LAGER
Sabato
10 luglio alle ore 11, presso la Fortezza Vecchia, si svolge
l’assemblea regionale dei migranti, nell’ambito del Meeting
Internazionale Antirazzista che annualmente si tiene a Cecina .
All’assemblea
sarà presente il Presidente della regione Toscana Enrico Rossi ed il
sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, oltre ad altre personalità
istituzionali e delle associazioni.
SMASCHERIAMO LA POLITICA
RAZZISTA DELLA REGIONE TOSCANA
La Giunta regionale infatti ha
deciso di accogliere la richiesta del Governo di aprire un Centro di
Identificazione ed Espulsione per immigrati anche in Toscana.
Nei
Centri di Identificazione ed Espulsione (C.I.E.) i migranti possono
essere rinchiusi fino a sei mesi per la sola colpa di non avere i
documenti in regola. Queste strutture di vera e propria segregazione
nascono nel 1998, durante il governo di centrosinistra, con la
Turco-Napolitano come Centri di Permanenza Temporanea (CPT). Con il
“Pacchetto Sicurezza” varato dall’attuale governo, i C.I.E. assumono un
ruolo sempre più centrale come meccanismo di ricatto e di oppressione
per i migranti che vivono in condizioni di estremo sfruttamento e
povertà.
Nei C.I.E. ci sono continue rivolte, scioperi della
fame, proteste. In questi centri i migranti, oltre a vivere in
condizioni disumane, subiscono continui abusi, violenze, pestaggi. Chi
ritiene che si possa avere una “gestione umana” dei C.I.E., tenta solo
di mascherare le proprie politiche razziste. Non può esserci umanità in
un centro di detenzione e nelle espulsioni.
La scelta della
Regione Toscana, portata avanti da Enrico Rossi, ha provocato una
crescente opposizione antirazzista in tutta la Toscana, che si collega
alla generale campagna nazionale antirazzista per la chiusura dei CIE.
Anche
nella nostra città l’Assemblea contro i Centri di espulsione, nata per
iniziativa di diverse realtà antirazziste si mobilita
*contro
il tentativo di aprire un C.I.E. in Toscana;
*per esprimere la
propria solidarietà ai migranti che lottano dentro i CIE
SABATO
10 LUGLIO ALLE ORE 11 TUTTI ALLA FORTEZZA VECCHIA PER PROTESTARE CONTRO
LE POLITICHE RAZZISTE E CONTRO LA SCELTA DI APRIRE UN CIE IN TOSCANA
SABATO
17 LUGLIO A PARTIRE DALLE 18.30 IN PIAZZA XX SETTEMBRE SERATA DI
MOBILITAZIONE CONTRO I CENTRI DI ESPULSIONE : DIBATTITO – CENA IN PIAZZA
– SERATA CON MOSTRE MUSICA VIDEO
mettiamoci in mezzo –
fermiamo il razzismo
NO CIE – NO LAGER
Assemblea
contro i Centri di Espulsione
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– Luglio 7, 2010
martedì 6 riunione assemblea no cie
Martedì
6 luglio, alle ore 21:30, ci sarà la prossima riunione del percorso
locale di opposizione ai CIE. E’ richiesta la massima presenza da parte
degli interessati. Si parlerà della presenza di Rossi il 10 luglio a
Livorno e dell’iniziativa in piazza xx settembre del 17. La riunione si
terrà alla F.A.L. in Via degli Asili 33.
Posted in Antirazzismo, Carcere, Iniziative.
Commenti disabilitati su martedì 6 riunione assemblea no cie
– Luglio 4, 2010