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Arriva la polizia anche in via Marsala. A Pisa, secondo sgombero in due giorni. Presidio e molta solidarietà in Largo Ciro Menotti.

da: http://www.autautpisa.it/

sgombero via marsala[GALLERIA FOTO] Via Marsala è sotto sgombero.
Stamattina alle 6.00 tre camionette dei carabinieri e una quarantina di
uomini della squadra mobile di Pisa si sono presentati alle famiglie
intimando lo sgombero immediato dello stabile del palazzinaro Pampana.
Le forze dell’ordine hanno bloccato subito il traffico, e l’azione di
sgombero, che non ha trovato alcuna forma di resistenza da parte delle
otto famiglie, tra cui, ricordiamolo, ci sono 17 bambini, sta avvenendo
in un silenzio surreale e carico di dolore.

Leggi gli AGGIORNAMENTI di seguito
(ultimo h12.30, conferenza stampa)

Intorno alle 7.00 il traffico è stato
riaperto.

(h 8.30)
Sono stati apposti i sigilli ai locali di Via Marsala. Le famiglie, con i
bambini, sono sulla strada. Si sta procedendo al monitoraggio della
salute fisica  di chi è in sciopero della fame.

La presenza delle forze dell’ordine è massiccia e
provocatoria. Il Comune è ancora latitante. Sono presenti invece Luca
Barbuti (PRC) e Salvatore Montano.

(h
10.00)
Occupanti e solidarizzanti accorsi in queste ore si
stanno spostando verso il centro città. L’appuntamento è previsto in Piazza
Garibaldi
. La città intanto è già fortemente militarizzata,
con camionette sia sotto il Comune che nei pressi della Mattonaia.

(h 11.00) Il presidio si
sposta da Piazza Garibaldi a Largo Ciro Menotti, dove sono state montate
delle tende. Ha luogo la conferenza stampa alla
presenza di molte realtà solidali: da Rebeldia, Antiproibizionisti e
Tijuana Project fino a Unione Inquilini, Sicet, Cobas e Rifondazione
Comunista.

***

La prima voce alla conferenza stampa è
quella di Alina, una donna
delle “famiglie di Via Marsala”
. Racconta come si è svolto lo
sgombero: tutto è avvenuto velocemente, alla presenza di molta polizia,
alla quale non è stata opposta alcuna resistenza, “proprio per far
vedere che non siamo quello che dicono, dei delinquenti”. Ogni famiglia
ha raccolto in fretta le sue cose e ha preso qualche cambio. Alina
sottolinea l’assurdità della gestione di problemi sociali con la
polizia, senza alcuna mediazione delle Istituzioni.

La parola passa al Collettivo PrendoCasa. “I
fatti più gravi” – viene evidenziato – “sono l’assenza della Politica
in tutta questa vicenda e le campagne diffamatorie degli ultimi giorni
sui quotidiani. Questa mattina il Comune non si è neanche preoccupato di
fare una proposta alle famiglie, che adesso sono per la strada. Quello
che è stato fatto è invece l’invio di ingenti forze dell’ordine a
presidiare le case sfitte in città, i luoghi delle speculazioni.” La
decisione del Collettivo e delle famiglie è perciò quella di restare in
presidio permanente in Largo Ciro Menotti, che già da qualche giorno era
il punto di raccolta per l’appello in sostegno dello sciopero della
fame e contro lo sgombero, e adesso vede anche le tende montate.
Inoltre, oggi un altro ex-occupante inizierà lo sciopero della fame.

Viene convocata un’assemblea
pubblica per venerdi 28 Maggio alle ore 18
, sempre in L.go Ciro
Menotti, “per parlare più ampiamente della questione abitativa in città
e del pesante clima che si è venuto a creare di fronte all’emergere di
istanze sociali”.

Virgilio Barachini (Unione Inquilini),
porta la solidarietà alle famiglie di Via Marsala e fa una proposta: il
Comune ha 17 appartamenti vuoti, che ha messo in vendita per portare
avanti i progetti del PIUSS; questa vendita potrebbe essere sospesa per
sistemarvi le famiglie, e non solo, visto che gli appartamenti sono 17.
In attesa della collocazione nella prossima graduatoria per
l’assegnazione delle case popolari questa potrebbe essere la
sistemazione, in “emergenza casa”, come viene fatto in molte altre
situazioni. Domani (27.05.10) alle 15h30, presso la sede della Regione,
avrà luogo un incontro delle associazioni sindacali con l’Assessore
regionale Allocca al quale verrà portata tale proposta.

Daniele
Cosci (SICET)
si unisce all’appello dell’Unione Inquilini e
rimarca lo scandalo del permettere a personaggi che possiedono
moltissimi alloggi di tenerli vuoti. Ricorda in merito l’art.41 della
Costituzione, che difende sì la proprietà, ma essa “non può svolgersi in
contrasto con l’utilità sociale” e deve essere coordinata verso tali
fini.

Interviene poi Luca Barbuti (PRC), che
comunica la richiesta di Rifondazione per una riunione dei capigruppo
consiliari e la volontà di adoperarsi anche a livello regionale. “Se il
Comune vuole, le forme per intervenire c’erano, ci sono e ci saranno”,
conclude Barbuti.

Intervento lungo e
applaudito quello di Salvatore
Montano
, ex Assessore alla Casa, Comunisti Italiani. Ribadisce
il livello di non democrazia che si respira in città.e fa appello a un
ritorno a fare politica delle Istituzioni. “Perché Politica significa
sporcarsi le mani, metterci la faccia”. Non fare gli impiegati del
Catasto. La proposta di Montano, rivolta a Assessore regionale alla casa
e Presidente della Regione, è quella provocatoria di fare l’elenco
delle case sfitte nella Regione per poi aprire un fascicolo anche su chi
le tiene vuote le case. Perché quello è un reato e si chiama
aggiotaggio (artifizi atti a cagionare un aumento o una diminuzione
del prezzo delle merci)
.

Infine,
portano la solidarietà Tijuana Project, sgomberato ieri il Laboratorio a Palazzo Mastiani,
Antiproibizionisti, alle prese con il combattutto appuntamento annuale di Canapisa, e
Rebeldia, sotto sfratto entro il 30 Giugno.

 

Posted in Casa, Generale, Repressione.

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Sgomberato Palazzo Mastiani. La protesta degli studenti davanti al rettorato

www.pisanotizie.it/

 

Sgomberato Palazzo Mastiani. La protesta degli studenti davanti al
rettorato

Questa mattina intorno alle 7 l’intervento delle
forze dell’ordine dopo la segnalazione da parte dell’Università alla
Procura. Gli studenti dopo un presidio davanti allo stabile in corteo
davanti ad un Rettorato blindatissimo. Qualche momento di tensione con
le forze dell’ordine. I manifestanti chiedono le dimissioni del Rettore.
Ora è in corso un incontro con ilProrettore, Angelo
Baggiani.Un’assemblea pubblica alle 16 in Piazza Dante. Segui gli
aggiornamenti

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Ore 11:55 Il Prorettore ai rapporti con gli
studenti, Angelo Baggiani, ha accolto la richiesta degli studenti del
Tijuana Project, uscendo dal Rettorato. E’ ora in corso sul Lungarno un
incontro tra le due parti.

Ore 11:25 La situazione si è momentaneamente
tranquillizzata dopo alcuni minuti di tensione tra polizia e
manifestanti. Prosegue così la protesta degli studenti del Tijuana
Project davanti al Rettorato. I manifestanti chiedono che il Rettore,
Marco Pasqualil, il prorettore ai rapporti con gli studenti, Angelo
Baggiani, ed il direttore amministrativo, Riccardo Grasso, escano dal
Rettorato per un incontro. Nel frattempo alcuni attivisti di Tijuana
hanno esposto uno striscione: ” Il vostro silenzio uccide una
generazione”

0re 11:10 Il corteo è arrivato davanti al Rettorato
dove è in corso la seduta del Consiglio di amministrazione
dell’Università di Pisa. I manifestanti hanno bloccato il traffico sul
Lungarno e chiedono di essere ricevuti dai membri del CdA. Palazzo alla
Giornata continua ad essere blindato dalla presenza di numerose forze
dell’ordine. Per riaprire la viabilità in questo momento i poliziotti
stanno spintonando i manifestanti che sono a mani alzate. I ragazzi del
Tijuana Project urlano al Rettore: “Dimissioni, dimissioni”

Ore 10:45 Gli studenti del Tijuana Project hanno
appeso davanti al portone un grande striscione con sopra scritto:
“Grazie a tutti voi che avete attraversato questo spazio. Grazie a tutti
voi che siete entrati a Tijuana. Uno sgombero quando nessuno può vedere
è l’immagine di un potere debole e vecchio. Ma noi non ci fermiamo. Ora
gli occupanti, una cinquantina, si stanno muovendo in corteo verso i
Lungarni in direzione del Rettorato dove si svolge la seduta del
Consiglio di Amministrazione. Qui circa 70 poliziotti  sono presenti
dentro e fuori Palazzo alla Giornata sono da questa mattina.
Diversi
blindati presenti anche in Logge di Banchi, mentre si svolge in Piazza
XX settembre la giornata degli “Orti” con i bambini delle scuole
elementari.

Ore 9:55 Due ingegneri dell’ufficio tecnico
dell’Università sono giunti alcuni minuti fa a Palazzo Mastiani per
effettuare un controllo dell’immobile, dal quale non risulta nessun
danno o problema. Al momento il portone del palazzo è stato chiuso a
chiave dai due dipendenti dell’Università ed è piantonato da alcuni
poliziotti.

Ore 9:30 Prosegue il presidio degli studenti, circa
una trentina, davanti a Palazzo Mastiani sotto il controllo delle forze
dell’ordine che piantano l’ingresso dell’immobile Da parte del Tijuana
Project c’è “l’invito agli studenti ed alla città a recarsi davanti
all’edificio sgomberato per denunciare questo ennesimo atto di chiusura
da parte dell’ateneo”. Nel pomeriggio si dovrebbe svolgere intorno alle
16:00 un’assemblea pubblica in Piazza Dante.

——-

Un scenario di militarizzazione del centro cittadino si presenta per
chi sta attraversando questa mattina Corso Italia per recarsi a lavoro o
a scuola. Infatti intorno alle 7 del mattino le forze dell’ordine hanno
proceduto allo sgombero di Palazzo Mastiani, un edificio di proprietà
dell’Università e da diversi anni inutilizzato, che era stato occupato
negli scorsi giorni dagli studenti del Tijuana Project per trasformarlo
in un laboratorio sociale, culturale e politico.

Polizia, carabinieri ed agenti della digos si trovano ora a
presidiare l’ingresso del Palazzo, mentre gli attivisti del Tijuana
stanno facendo un presidio sotto l’immobile per protestare contro questo
intervento, richiesto nei fatti dalla stessa università che negli
scorsi giorni aveva inviato una nota alla Procura.

Grande è la rabbia degli studenti che denunciano come ancora una
volta l’amministrazione dell’Università di Pisa “rifiuti qualsiasi forma
di confronto e deleghi alle forze dell’ordine questioni di carattere
sociale e politico. Abbiamo chiesto l’apertura di una trattativa ai
vertici dell’ateneo che ci è stata rifiutata, ed oggi ci troviamo
davanti ad un sgombero”.

Nel frattempo dal Tijuana Project  viene diffusa una nota
in merito a quanto sta avvenendo che pubblichiamo di seguito:

A tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno attraversato il
Laboratorio Occupato Tijuana…Stamattina, prima che le vostre
saracinesche fossero tirate su, prima che l’università aprisse, nel
buio, il Laboratorio Occupato Tijuana è stato sgomberato.

Oggi su questo spazio e sui suoi affreschi si spengono le luci.
Oggi si chiude la mostra permanente che avevamo installato. Si chiude
con i concerti jazz, con le assemblee, con le conferenze e i dibattiti.
Oggi si chiude uno spazio che voleva essere di produzione di arte e
cultura. Oggi hanno voluto tapparci la bocca.

Questa settimana avremmo dovuto parlare dei danni del
proibizionismo; dei modi in cui nella città si limitano i diritti e i
flussi della generazione precaria e studentesca; avremmo iniziato un
progetto di ricerca autonoma con i ricercatori che ogni giorno
mantengono in vita l’università, sostenendo gran parte del peso della
didattica e producendo conoscenze spesso a titolo gratuito. Avremmo
iniziato un’ inchiesta sul precariato e su quanto gli studenti incidano
sull’economia di Pisa.

Volevamo che questo spazio arricchisse la città e l’università.
Quest’ultima, proprietaria dell’immobile, ma incapace di sfruttarne le
potenzialità e per nulla interessata a riempirlo di cultura, arte,
musica e vita. Quell’istituzione, che dovrebbe essere uno dei centri
nevralgici per la promozione di cultura e di creatività, ha chiuso uno
spazio che accoglieva le voci, le preoccupazioni e i sogni della
generazione precaria. Ma tutte queste idee non cadranno nel vuoto,
troveranno altri spazi e contributi.

Davanti a Corso Italia n. 40 siete passati tutti, in molti siete
entrati, cominciando a creare uno spazio sociale, vivo aperto e
costruttivo. Abbiamo cercato di costruirlo con voi, non chiudendoci ma
cercando sempre il dialogo e il confronto. Da bravi vicini ci siamo
presentati al quartiere, cercando di conoscere chi ci vive, chi vi
lavora, chi lo attraversa. Abbiamo spiegato le nostre ragioni e cercato
di coinvolgervi alle iniziative. E in gran parte ci siamo riusciti.

Ma quanto studenti e lavoratori si sono interessati a noi, tanto
l’amministrazione dell’Università ci ha ignorati, chiudendosi in un muro
di silenzio che ha significato la negazione di un qualsiasi confronto
politico. Si è trincerata dietro questioni tecniche rivelatesi poi del
tutto inesistenti.

Siamo stati colti dallo stupore e dalla rabbia di fronte a ciò
che è successo.

Siamo amareggiati, ma non abbiamo dubbi: continueremo a portare
avanti il nostro progetto con le iniziative che avevamo in programma.
Continueremo a parlare, a discutere, a porre problemi e possibili
soluzioni, in modi e luoghi diversi forse, ma con la stessa anzi con
ancora maggiore determinazione.

La nostra generazione vuole essere costretta all’invisibilità
dentro la crisi, ma le nostre potenzialità sono infinite. Tijuana é uno
spazio di frontiera, Tijuana non si ferma davanti a
i confini.

Posted in Repressione, Scuola/Università.

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Contro i C.I.E. in Toscana e ovunque

Domenica 23 si è svolto a Prato un presidio contro i C.I.E organizzato
dal Collettivo Studentesco Autonomo di Prato e dagli Anarchici Toscani.
Il presidio ha visto la partecipazione di alcune decine di manifestanti,
sono stati affissi manifesti e striscioni nella centrale Piazza del
Comune, sono stati distribuiti volantini e si sono susseguiti numerosi
interventi. Questa iniziativa è stata importante perché Prato è una
delle località dove potrebbe sorgere il C.I.E. toscano che Maroni ha
promesso per il 2010. In questa città l’amministrazione comunale in mano
al centrodestra sostiene l’apertura di tale struttura. In particolare
lo zelante assessore alla sicurezza Milone è un gran sostenitore dei
nuovi lager, tanto da affermare “a noi i Cie servono per […] i
magrebini, gli algerini, quelli che spacciano, quelli che vengono
condannati a un anno e quattro mesi e poi vengono subito rimessi fuori”
(il Tirreno, 8/11/2009). Un’affermazione che non fa che confermare il
ruolo dei C.I.E. come vere e proprie strutture carcerarie, come luoghi
di repressione, come lager. Incompatibili con le strutture “dal volto
umano” e volte all’integrazione che il governo regionale di
centrosinistra ha dato a bere ai suoi elettori sostenendo la costruzione
del C.I.E. in Toscana.
La presenza di domenica a Prato si inserisce in un più ampio percorso
che ha visto in questo fine settimana altri due presidi anarchici contro
i nuovi lager, uno a Seravezza in provincia di Lucca ed uno a Volterra
in provincia di Pisa. Nelle prossime settimane ci saranno altri
interventi sul territorio, in diverse località, anche in vista di
un’iniziativa da tenersi a Firenze entro fine giugno e che possa far
pressione sulla Regione prima ancora che venga deciso il luogo di
costruzione del C.I.E. Toscano. Per costruire questa iniziativa nella
forma di una mobilitazione regionale, si è svolta la sera di lunedì 24
presso il Circolo Anarchico Fiorentino, una assemblea convocata dagli
Anarchici Toscani per coinvolgere tutte le forze che senza compromessi
si sono opposte e intendono opporsi ai C.I.E., qui ed ovunque.

Posted in Antirazzismo, Carcere, Iniziative.

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Milano. La polizia impedisce l’assemblea e porta via gli antirazzisti

da: http://piemonte.indymedia.org/article/8870

Il campo di via Triboniano è bloccato dalla polizia, che impedisce con
la forza l’accesso a chiunque.
Domenica 23 maggio. La polizia sta cercando di impedire l’assemblea al
campo rom di via Triboniano. Dopo le violente cariche
http://piemonte.indymedia. org/../article/8837 di giovedì 20 gli
abitanti della baraccopoli alle spalle del cimitero maggiore avevano
deciso di fare oggi un’assemblea. La polizia ha bloccato l’ingresso,
imprigionando gli abitanti all’interno dell’area del campo. Gli
antirazzisti sono stati tenuti lontani e poi portati via di peso dalla
polizia.
Uno dei loro ha cercato invano di resistere, gridando a chi lo
allontanava con la forza “fascisti!”.

Difficile trovare una definizione migliore per quanto sta accadendo.

Persino riunirsi in assemblea e discutere è vietato. Se sei rom, povero
devi tacere ed accettare in silenzio la deportazione.

Quella che stanno rubando ai rom di Triboniano è la dignità e la libertà
di noi tutti.

Seguiranno aggiornamenti.

Ore 16,40.
I compagni stanno provando a spostare l’assemblea al Torchiera, che si
trova a circa 500 metri dal campo, nel piazzale del cimitero maggiore.
Pare che la polizia conceda ai rom di uscire.
Al momento però la situazione è ferma. Gli antirazzisti tenuti fuori dal
campo e i rom ancora dentro.

Cronaca a cura della

Federazione Anarchica – Torino

Corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21338 6594361 – fai_to@inrete.it

 

 

info anche: http://lombardia.indymedia.org/node/29464

 

Posted in Antirazzismo, Repressione.

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25 maggio ASSEMBLEA CONTRO I C.I.E. a Livorno

Le realtà che si sono confrontate
all’assemblea contro i Centri di Identificazione Espulsione di
mercoledì 19 maggio, hanno deciso di costruire un percorso per dare una
continuità alle iniziative di opposizione ai nuovi lager che si sono
svolte in città negli ultimi mesi. Si ritiene importante mobilitarsi fin
da subito contro la costruzione di un C.I.E. in Toscana, in modo da
esercitare pressione sulla Regione prima che sia deciso il luogo di
costruzione di questa struttura.
E’ stato quindi deciso di
organizzare per giovedì 3 giugno un presidio contro i C.I.E. e altre
iniziative per le settimane successive. Per allargare le adesioni a
questo percorso, e per definire meglio le iniziative, è convocata una
assemblea per martedì 25 maggio alle 21:30 presso la F.A.L. in Via
degli Asili 33.
Sono invitate a partecipare tutte le realtà e tutti i
singoli che intendono portare avanti un percorso di opposizione alla
costruzione di un C.I.E. in Toscana.
 

Collettivo Anarchico
Libertario
Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.
C.S.A.
Godzilla
Centro Politico 1921
Comitato di lotta per il diritto al
lavoro

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Storie di ordinaria disperazione nei Cie

da: noinonsiamocomplici.noblogs.org  –  21 Maggio, 2010
Riportiamo, così com’è, un lancio di agenzia e rileviamo la
crescente tendenza a dissimulare, psichiatrizzandola, la disperazione di
donne e uomini rinchiuse/i nei lager.

IMMIGRAZIONE:
DONNA SI CUCE LABBRA PER RIFIUTO ASILO POLITICO
(ANSA)
– BOLOGNA, 21 MAG – Una immigrata del Centro di identificazione ed
espulsione di Bologna, ieri sera si e’ cucita
le
labbra con ago e filo per protestare contro il rigetto della sua
richiesta di asilo politico. La donna – ha reso noto la direzione del
Cie – e’ stata subito soccorsa e trasportata in ospedale dove e’ anche
stata sottoposta a valutazione psichiatrica. Ma e’ risultato che la
donna e’ nelle piene capacita’ di intendere e di volere e quindi non e’
stata accettata in regime di ricovero. Cosi’ e’ stata ricondotta nel Cie
dove e’ assistita da personale medico e dal servizio di sostegno
psicologico interno. La donna chiede di parlare con il magistrato e la
sua richiesta e’ stata sottoposta all’Ufficio immigrazione di Bologna.
Oggi,
un altro ospite del Cie bolognese sottoposto nei giorni scorsi a visita
psichiatrica, mentre si trovava in una struttura ospedaliera per essere
valutato da una equipe medica, si e’ gettato dal piano ammezzato. L’
uomo e’ stato ricoverato per una
sospetta frattura
alle gambe.
Aggiornamento:
(ANSA)
– BOLOGNA, 21 MAG – La donna – magrebina sui 30 anni – e’ sempre con la
bocca cucita e rifiuta ogni cura fino a quando
non
riuscira’ a parlare con il magistrato. La cucitura consiste comunque in
qualche punto e la donna e’ in grado di parlare e di
bere.
Ieri
sera l’ immigrata e’ stata trasportata al pronto soccorso dell’
ospedale sant’Orsola ed e’ stata visitata dai
medici e
dal servizio psichiatrico. Ma, dato che e’ stata dichiarata capace di
intendere e di volere e ha continuato a
rifiutare
ogni cura, i medici non hanno potuto toglierle il filo dalle labbra,
perche’ si sarebbe trattato di una violazione
della
sua volonta’. Cosi’ la donna e’ stata ricondotta al Cie.
”Tutti
sono liberi di protestare – ha detto la direttrice del Cie di Bologna,
Annamaria Lombardo – ma stiamo cercando di
convincerla
a intraprendere altre strade, come ad esempio il ricorso rispetto al
rigetto della sua domanda di asilo
politico”.
Attualmente l’ immigrata e’ assistita da personale medico,
infermieristico e da mediatori culturali.

Posted in Antirazzismo.

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Agliana/Montale 22 MAGGIO MANIFESTAZIONE PER LA CHIUSURA DEGLI INCENERITORI!!

 

Domani
alle 15.00 ad Agliana in Pzz. del comune x dire no all’incenerimento
della vita  dal profitto e dall’istituzione!!

RADIOSONAR.NET – FUSORADIO.NET IWANETWORK.ORG IN
COLLABORAZIONE CON RADIOSSINA.INFO PARTECIPERANNO CON LA DIRETTA AUDIO
DELLA MANIFESTAZIONE  REGIONALE di  SABATO 22 MAGGIO A MONTALE- AGLIANA
:  PER LA CHIUSURA DEGLI INCENERITORI IN ESERCIZIO –  STOP AL PROGAMMA
REGIONALE DI NUOVI INCENERITORI – NO ALL’ IMPIANTO DI CDR PREVISTO A
BADIA A PACCIANA. PER LE ALTERNATIVE   SENZA COMBUSTIONE, BASATE   SUL
RISPARMIO DI MATERIA, LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI, IL
RIUTILIZZO E IL RICICLAGGIO

ALTERNATIVE CHE PERMETTONO
GRANDE RISPARMIO DEI DENARI DEI CITTADINI E TOGLIERE TERRENO COME
SAPPIAMO ALL’ INSOSTENIBILE E CRIMINALE CORRUZIONE CHE CI HA PORTATI
ALLA BANCAROTTA FINANZIARIA, DI CUI LA POLITICA INCENERITORISTA E’
COERENTE RAPPRESENTANTE, PER CUI CHIEDERANNO A NOI CITTADINI
“INCOLPEVOLI” ANCORA E’ DI PIU’ LACRIME E SANGUE DEVASTANDO IL GIA’
DEPAUPERATO WELFARE

COME CITTADINI E COMITATI
CONTINUEREMO LE INDAGINI E FARE E CHIEDERE ANALISI NON SOLO IN QUESTO
TERRITORIO A COMINCIARE DALLE ANALISI ULTERIORI DEL LATTE MATERNO, DEL
SANGUE , SUI TESSUTI UMANI CON L’AUSILIO DEI CONIUGI MONTANARI, SUGLI
ALIMENTI QUI PRODOTTI  COME ORTAGGI, FRUTTA E OLIO, DEGLI ANIMALI
ALLEVATI E DEI TERRENI PER PREPARARE INFORMAZIONE E VERTENZE PREPARARE
IN MODO CHE I RESPONSABILI PAGHINO PER I DANNI ALLA SALUTE DEI CITTADINI
E ALL’ECONOMIA DEL TERRITORIO


PER LA  DIFESA DEI BENI E DEI LUOGHI COMUNI : SALUTE, ACQUA, TERRA,
ENERGIA, RIFIUTI, BIODIVERSITA’.


RIPRENDIAMOCI  LA  SALUTE


RIPRENDIAMOCI  IL TERRITORIO


RIPRENDIAMOCI IL FUTURO

BASTA
Immettere nuove nocività e  nuove tossicità nella piana e nei territori
già più che saturi


NO  ALLA STRATEGIA  INTEGRATA DELLA GIUNTA ROSSI
BASATA SULL’ INCENERIMENTO


BONIFICHE    SANITARIE E TERRITORIALI SUBITO


ALTERNATIVE NO COMBUSTIONE CHE PORTANO POSTI DI LAVORO
E REDDITO PULITO


Tutte e tutti a Montale  per difendere la nostra salute, il nostro
territorio,  i nostri risparmi, le nostre case.   Per riprenderci  il
diritto a decidere sulla nostra vita, per dire a nuove nocività che
vogliono continuare a imporci per esempio con la localizzazione di un
impianto di CDR a Badia a Pacciana.


PERCHE’ LE DECISIONI SIANO PRESE COLLETTIVAMENTE e non delegate a
politici spesso incapaci, qualche volta collusi con le lobbies
inceneritoriste e i comitati d’ affari,  quasi sempre estranei  ai
bisogni e ai desideri degli abitanti.  No alla privatizzazione dei
sevizi locali. NO alla riduzione a merce dell’ acqua, dei rifiuti, delle
fonti energetiche rinnovabili.


No agli incentivi agli inceneritori un imbroglio e uno sperpero di
denaro pubblico e quindi dei nostri soldi, un drenaggio di risorse
finanziarie che al pari dei finanziamenti agli armamenti e alle grandi
opere, portano  ai  disastri economici  e ambientali che  stanno
devastando intere comunità.


Nella Conferenza stampa sarà presentato il programma e comunicate le
adesioni da tutta la regione e da altre parti del paese.


La manifestazione regionale è promossa:


dal Coordinamento dei comitati della piana  e dal Coordinamento
regionale rifiuti zero


maggiori info su://\  http://presidiopermanentemontale.indivia.net
//\
www.noinceneritori.org
//\

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Presidio NO C.I.E. a Volterra SABATO 22

ORE 11 PIAZZETTA SAN MICHELE

NO CIE NO LAGER


A tutti coloro che individualmente e collettivamente si oppongono al
disumano progetto CIE in Toscana e a tutti i lager per immigrati.
Con la campagna elettorale per le regionali di marzo è divenuto ben
chiaro che la costruzione di un lager per migranti – il famigerato CIE (
Centro di Identificazione ed Espulsione) – anche in Toscana è ormai
all’ordine del giorno. La coalizione vincente di Enrico Rossi è già
pronta a tale opzione, sia pure con l’ipocrita paravento dell’
“umanizzazione”. Del resto le politiche ultra-autoritarie, razziste e da
apartheid dell’attuale governo delle destre berlusconiana e leghista,
sono state preparate nel tempo anche da quella “sinistra” istituzionale
che si è caratterizzata per la Turco-Napolitano con l’invenzione dei CPT
– da cui derivano i CIE – e per i blitz polizieschi contro gli ultimi
della scala sociale (vedi le gesta “eroiche” degli Sceriffi “Rossi” da
Cofferati, a Cioni, a Zanonato, ecc.). I CIE sono delle carceri in cui
vengono rinchiusi per mesi uomini e donne colpevoli di non avere un
permesso di soggiorno in quanto vittime del ricatto del lavoro nero o
colpevoli di scappare da guerre e miseria. In questi moderni lager gli
immigrati subiscono sistematicamente soprusi e violenze e giustamente si
ribellano a tutto ciò in nome della libertà e della dignità umana.
Questi campi di concentramento statali sono un ulteriore elemento di
ricatto ed aggressione verso i migranti considerati mera forza lavoro da
ridurre in schiavitù, un ulteriore tassello verso la militarizzazione
delle città e sono completamente inaccettabili, non possono essere
“riformati o migliorati”, vanno chiusi e smantellati. Denunciamo con
forza in questo senso la complicità e la collaborazione nella gestione
di queste strutture concentrazionarie da parte di organizzazioni come
Misericordia, Lega Coop o Croce Rossa Italiana che, con la scusa di
“umanizzare” questi luoghi disumani, traggono profitto dalla repressione
dei migranti fornendone tra l’altro una facciata di “presentabilità”.
Inoltre se oggi a pagare con la reclusione nei CIE sono i migranti alla
ricerca disperata di un futuro, sulla base di un crescente autoritarismo
fascistoide – in una crisi sistemica da lacrime e sangue per l’insieme
delle classi lavoratrici – la stessa modalità e le stesse strutture
verranno utilizzate anche verso altri settori dell’opposizione sociale e
politica.
Dunque per tutti coloro che si sentono vicini alle donne e agli uomini
di tutte le varie etnie che sono in Italia, per tutti coloro che sentono
una forte solidarietà umana e di classe con il popolo migrante, per
tutti coloro che assistono con angoscia al dilagare delle politiche
securitarie e antisociali, per tutti coloro che considerano i CIE
nient’altro che lager e come tali non “umanizzabili”, s’ impone la
necessità di organizzare la mobilitazione diretta e autorganizzata la
più estesa possibile, per impedire la costruzione di un lager in Toscana
e per la chiusura di tutti gli altri. Nei mesi scorsi qualcosa ha
cominciato a muoversi contro la costruzione del CIE in Toscana. Varie
forze, di varia natura, hanno cominciato a dare dei segnali importanti,
seguendo ciascuno il proprio percorso rispondente a legittime
sensibilità politico-sociali.
Noi crediamo che questi percorsi pur restando distinti possono
incontrarsi per la costruzione di alcuni momenti cruciali di
mobilitazione, i quali senza ambiguità abbiano l’obbiettivo di battere
lo scellerato progetto CIE in Toscana e di allargare la lotta contro
tutti i lager.

E’ ormai maturata  la necessità di lanciare per il mese di giugno una
manifestazione regionale
che abbia come obbiettivo diretto la Regione Toscana.
Per costruire insieme questo appuntamento di mobilitazione e di lotta il
Coordinamento Anarchici Toscani chiama tutte le forze disponibili ad
una assemblea di confronto lunedì
24 maggio alle ore 21.00 presso il Circolo Anarchico di Via dei
Conciatori 2/R a Firenze.

A Volterra sabato 22 ore 11 presidio NO CIE NO LAGER in piazzetta S.
Michele.

Kronstadt Anarchico Volterra
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Milano: cariche della polizia al campo rom di Triboniano

da indy lombardia:
Comitato Antirazzista
Milanese
Triboniano Rulez

Scriviamo questo comunicato sull’onda degli avvenimenti accaduti in
via Triboniano nelle ultime ore

per fornire l’esatta descrizione dei fatti dopo che un’autentica
ridda di falsità alimentata da mass media e forze politiche ha
cominciato a circolare.

Iniziamo col dire che i rom di via triboniano sono usciti dal campo
poco dopo le 16 per raggiungere i mezzi pubblici e andare al presidio di
Piazza della Scala di fronte a Palazzo Marino, sede del consiglio
comunale.

Il presidio, deciso nell’assemblea pubblica tenutasi domenica 16
maggio, era stato comunicato alle autorità competenti (Questura di
Milano) già lunedì mattina, prima via telefonica, avendone un riscontro
positivo, di seguito via fax.

Dopo circa 500 metri di via barzaghi , che collega il campo rom al
piazzale del cimitero maggiore, uno sbarramento di polizia e carabinieri
ha fattivamente impedito ai rom di andare a prendere il tram 14, unico
mezzo di comunicazione per raggiungere il centro città.

L’intento di ps e carabinieri, evidentemente istruiti dalle forze
politiche che alimentano da tempo la SOLUZIONE FINALE per i rom di
Triboniano, era quella di impedire in tutti i modi di raggiungere il
presidio: era soprattutto di impedire di rendere pubblica la proposta
politica che questi avevano formulato.

Fuori dai luoghi comuni sui rom parassiti e approfittatori, la
richiesta era e resta molto chiara: tramite i fondi europei stanziati
per le comunità rom e gestiti dal Comune ( fino ad ora utilizzati solo
per funzione di controllo dei rom e per ingrassare la miserabile
gestione caritatevole di alcune associazioni cattoliche) si chiede la
concessione di aree abbandonate dentro il territorio del comune di
Milano, autorecuperabili a costo zero, e garantendo la continuità
scolastica ai bambini.

Una proposta troppo intelligente (e in fin dei conti persino
moderata) per i razzisti che stanno nel consiglio comunale di milano e
che si annidano anche tra tante associazioni, cattoliche e/o
democratiche: tutti pronti ad alimentare la parossistica immagine dei
rom disadattati, criminali e stupidi, manovrati da un gruppo di
sobillatori di professione, cioè i compagni e le compagne del comitato
antirazzista di milano.

Dopo l’opposizione agli sgomberi di giovedì scorso, tutti i mezzi di
comunicazione hanno pompato a dismisura questa immagine, creando le
condizioni per giustificare la rappresaglia di Polizia e Carabinieri,
che oggi ha potuto scatenarsi con una gragnuola di colpi mirati a chi
voleva andare a prendere un tram.

A tale violenza è stata opposta una resistenza straordinaria:
all’attacco razzista e annientatore si è risposto con l’attacco a mani
nude, pietre, bombole, barricate; per ben tre volte la polizia ha dovuto
arretrare scomposta, e solo dopo aver lanciato decine di lacrimogeni e
aver scagliato un blindato contro i rom, è riuscita a sfondare e a farsi
largo.

Nel frattempo l’intera zona veniva isolata : i pochi, (troppo pochi)
solidali accorsi che hanno avuto la dignità di non voltarsi dall’altra
parte mentre veniva consumato l’ennesimo pogrom razzista, sono stati
tenuti a più di un chilometro di distanza, mentre arrivavano ambulanze e
decine di altri blindati, e già cominciava a girare la versione
ufficiale: “una manifestazione non autorizzata è stata dispersa dai
celerini che sono stati proditoriamente attaccati dai rom”.

Credono di fermare la lotta con manganellate e menzogne? Pare proprio
di no.

I rom rilanciano. La lotta va avanti:

Domenica ore 15:00 assemblea cittadina al campo rom di via Tiboniano.

Comitato Antirazzista Milanese – 20 maggio 2010

http://www.c6.tv/archivio?task=view&id=9323

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Caso Lonzi, il gip archivia il caso, ma non finisce qui

da senzasoste.it

 

 

lonzimarcello-lamadre

 

Il giudice per le indagini preliminari del
tribunale di Livorno, Rinaldo Merani, ha archiviato stamani l’inchiesta
sulla morte di Marcello Lonzi, detenuto morto nel carcere delle Sughere
l’11 luglio 2003. Lo stesso pm Antonio Giaconi aveva chiesto
l’archiviazione della posizione dei tre indagati, un compagno di cella
di Lonzi accusato di omicidio preterintenzionale, e due agenti della
polizia penitenziaria per omessa vigilanza. Ma la madre di Lonzi, Maria
Ciuffi, che si è sempre opposta all’assurda ricostruzione della morte
del figlio, aveva fatto opposizione. Secondo il gip, Lonzi morì a causa
di un malore e ha ritenuto che l’inchiesta sia stata esaustiva
nell’escludere responsabilità dolose o colpose. Già nel 2004 lo stesso
Merani aveva archiviato una prima inchiesta su questo decesso in
carcere.
Fuori del tribunale, durante
l’udienza, una quarantina di persone ha manifestato con striscioni
contro la decisione della procura livornese di chiudere l’inchiesta
senza individuare il responsabile di un presunto pestaggio in cella.
Quando Maria Ciuffi, la madre di Lonzi, piangendo, ha annunciato ai
presenti l’esito dell’udienza si sono levate grida all’indirizzo del
tribunale come ”vergogna” e ”assassini’.
”Me l’aspettavo – ha
amaramente commentato Maria Ciuffi fuori dal tribunale – ma la speranza
di una mamma non finisce mai. Con la procura di Livorno ho chiuso.
Ringrazio chi mi ha aiutato a combattere in questi sette anni. Purtroppo
ho perso, ma non finisce qui. Presenteremo ricorso in Cassazione”.

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