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CASO LONZI ARCHIVIATO – LO STATO UCCIDE E SI ASSOLVE

da senzasoste.it

 Caso Lonzi, la vergogna continua: la Procura annuncia l’archiviazione

Il caso Lonzi è archiviato. Questa è la vergognosa decisione della Procura di Livorno e del Pm Giaconi circa la morte di Marcello Lonzi nel carcere delle Sughere di Livorno nell’ormai lontano luglio 2003.

La notizia ha iniziato a circolare già da questa mattina quando i giornalisti hanno chiamato la madre, Maria Ciuffi, per annunciarle la triste notizia. Un fulmine a ciel sereno, visto che Maria stava raccogliendo soldi proprio per controbattere all’ultima perizia medico-legale dell’Università di Siena e attendeva la relazione del suo medico legale di fiducia che avrebbe smontato punto per punto quella della collega senese.

Invece la Procura ha deciso anche senza la seconda controperizia. Ma la cosa ancora più strana e grave è che la madre e gli avvocati erano stati convocati dal pm Giaconi il 25 marzo prossimo per la chiusura delle indagini, mentre i giornalisti sono venuti a saperlo già oggi rendendo inutile a questo punto l’incontro del 25.

Maria Ciuffi in questo momento è una donna distrutta, che vede sfumare 7 anni di battaglie, tuttavia ha annunciato che non si arrenderà e già dalle prossime ore potrebbe annunciare clamorose proteste.

Da parte nostra riteniamo scandaloso che questa morte non abbia trovato nemmeno un processo dove essere accertata e che in ogni caso non ci sia nemmeno un imputato non tanto per omicidio, ma nemmeno per omessa vigilanza o semplici lesioni. Insomma, se qualcuno temeva che si andasse ad un processo per reati minori tanto per far vedere che si cercava quantomeno un po’ di verità, è andasto anch’esso deluso. La linea scelta è stata quella dell’insabbiamento all’italiana, la stessa del Moby Prince e la stessa che probabilmente colpirà anche il caso Cucchi la cui morte è stata da poco derubricata a "disidratazione".

red. 18 marzo 2010

 

Posted in Generale.


[Firenze] PRESIDIO ANTIELETTORALE E CONTRO I C.I.E.

No
ai C.I.E No ai Lager

Continue violenze,
abusi, maltrattamenti. Questa è la quotidianità di chi è internato
in un Centro di Identificazione ed Espulsione (C.I.E.), in uno dei 12
campi di prigionia per migranti senza documenti che sono attivi in
Italia.
Sono ormai moltissime le testimonianze e frequenti sono le
notizie di scioperi della fame, proteste e rivolte all’interno di
queste strutture.

I C.I.E. nascono come Centri di Permanenza Temporanea (C.P.T.) nel
1998, con la legge Turco-Napolitano durante il governo D’Alema. Fin
da subito si caratterizzano per la funzione di lager per clandestini,
che negli anni resterà immutato. Dall’estate 2008 all’estate 2009,
l’attuale governo ha sfornato nuove norme sulla sicurezza,
trasformando, tra le altre cose, i C.P.T. in C.I.E., ed ha innalzato
fino a 180 giorni il limite massimo di detenzione. Con queste nuove
leggi inoltre, si istituisce il reato di clandestinità e si apre la
strada ad una vera e propria stretta repressiva che non colpisce solo
chi lotta, ma tutti gli sfruttati.

Strutture come i C.I.E.
sono proprio questo: hanno una chiara funzione repressiva come
strumenti per rendere ancora più ricattabile la massa di sfruttati
di origine straniera.
Uno di questi centri, ha dichiarato il
Ministro degli Interni Maroni, sarà costruito anche in Toscana entro
il 2010. Le decisioni vere e proprie saranno prese, pare, subito dopo
le elezioni regionali, con la nuova giunta. Intanto quello della
costruzione di un C.I.E in Toscana è divenuto uno dei temi della
campagna elettorale ed oltre alla ovvia posizione favorevole del PDL,
si è chiarita anche la posizione della sinistra istituzionale.
Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista, Verdi, Italia dei Valori
e coloro che appoggiano il candidato del PD Enrico Rossi, sostengono
infatti la costruzione di C.I.E. piccoli e volti all’integrazione.
Una posizione di pura facciata, visto che i C.I.E. devono seguire le
leggi nazionali e non possono avere una funzione diversa da quella
stabilita dal governo. Ma anche una posizione che chiarisce da che
parte stiano certe forze politiche. Non possono infatti esistere dei
C.I.E. "umani", sono strutture disumane, rispetto alla
quali si può solo prendere una posizione chiara e netta. Non ci sono
sfumature possibili.

Queste posizioni confermano l’importanza
dell’astensionismo, del rifiuto del voto e della delega. Solo
attraverso la lotta e l’azione diretta è possibile incidere sulla
realtà, solo con la lotta è possibile fermare la costruzione di un
C.I.E. In Toscana e chiudere tutti gli altri lager già
presenti
sul territorio.


Saremo in Piazza
Sant’Ambrogio a Firenze, venerdì 19 marzo, dalle ore 18.

Sono
invitate a partecipare tutte le realtà che lottano contro i C.I.E.
Senza compromessi.

Anarchici Toscani

 

Posted in Iniziative.


Convegno: quale ricerca/quale didattica sabato 13 ore 16:30, presso la FAL

Posted in Iniziative, Scuola/Università.


13/03 Convegno: Quale ricerca-Quale didattica

Il mito dell’autonomia della scienza e
della ricerca tra tagli e privatizzazioni: il rapporto con i governi
e gli interessi capitalistici.
Tagli a danno dei precari e delle
classi subalterne, sperperi a vantaggio dei baroni, dei monopoli
pubblici e privati, delle classi privilegiate.
Il contributo della scienza e della
ricerca alla guerra e al saccheggio del territorio: la ricerca
bellica e il caso di Livorno.


Quale ricerca / Quale didattica

La ricerca tra tagli e privatizzazioni,

il settore militare e la situazione
locale.


Sabato 13 marzo
ore 16:30
 presso la Federazione Anarchica
Livornese in V. degli Asili 33, Livorno


Interverranno:

Fulvio Lazzeri – Università di Pisa

Stefano Galatolo – Università di Pisa

Massimo Zucchetti – Politecnico di
Torino

Circolo Culturale “E. Malatesta”

Posted in Generale, Scuola/Università.


10 marzo presidio in solidarietà a Marco

Marco Tonarelli, compagno anarchico di Pistoia, mercoledì 10 marzo sarà sottoposto a processo.

L’11 ottobre scorso a Pistoia venne danneggiata una sede fascista.
La
questura scatenò una vera e propria rappresaglia, facendo irruzione in
una assemblea regionale contro le ronde, che si stava svolgendo a poche
centinaia di metri da dove era avvenuto il fatto. 7 compagni, pur in
mancanza di prove, hanno dovuto subire mesi di arresti.
Adesso si
stanno svolgendo i processi. Marco ha subito per tre mesi gli arresti
domiciliari, ed ora è ancora sotto forti restrizioni.

L’appuntamento per amici e compagni è per mercoledì alle ore 9,30 davanti al Tribunale di Pistoia – Piazza Duomo

 

 

il Testo del volantino che sarà distribuito:

 

MARCO
LIBERO! LIBERI TUTTI!

Molto è stato già detto e scritto a
proposito – e spesso a sproposito – dei fatti dell’11 ottobre
2009, quando ignoti devastarono la sede dei neofascisti di Casa Pound
Pistoia.

Molte cose sono già emerse dalla prima
fase del processo, in particolare le contraddizioni dei testimoni e
degli stessi “aggrediti”, il palese accanimento della Questura di
Pistoia verso gli antifascisti, la ridicolezza delle accuse fin qui
mosse agli accusati.

Oggi a Pistoia il tribunale è chiamato
a giudicare la posizione del nostro amico e compagno Marco,
pistoiese, coinvolto con gli altri antifascisti toscani nella
montatura poliziesco-giudiziaria ordita dalla locale questura.

Marco non può essere colpevole di ciò
di cui è accusato, per il semplice motivo che quel giorno, a
quell’ora, si trovava ad una riunione in cui si sarebbe parlato di
come opporsi al fenomeno delle ronde, argomento scottante in quei
giorni (forse per questo quella riunione è stato l’unico ambiente
su cui si sono soffermate le indagini? Mah!)


Perché, quindi, Marco deve sedersi di
fronte al giudice?

Perché antifascista, come tutti gli altri sotto processo,
in un’epoca in cui invece si assiste ad una riabilitazione di
quella cosa schifosa chiamata fascismo e che permea, a tutt’oggi,
talvolta in maniera subdola, altre volte palesemente, la nostra
società.

Perché impegnato nel campo
dell’antirazzismo, in un Paese in cui le parole d’ordine
sono clandestino, respingimento, irregolare.

Perché impegnato nella lotta contro
l’inceneritore di Montale
(quello sì irregolare) ed in tutte
le lotte contro le nocività figlie dello sciagurato modello di
sviluppo a cui ci siamo venduti.

Perché schieratosi apertamente, e
spesso fianco a fianco, con le comunità resistenti che, sparse per
l’Italia, continuano a rivendicare il diritto a scegliere sull’uso
del proprio territorio, delle proprie risorse, delle proprie
coscienze e dei propri corpi.

Ancor prima di essere giudicato, ha
subito oltre due mesi di arresti domiciliari, e solo da
un mese circa può uscire di casa, a patto di non uscire dalla
propria frazione (ma qualcuno l’aveva mai sentita questa?) e
vedere amici e conoscenti, che vengono seguiti fin sotto casa da
agenti in borghese. Alla faccia del principio della presunzione
d’innocenza!!!

MERCOLEDì
10 MARZO ore 9.00

PRESIDIO DAVANTI IL
TRIBUNALE DI PISTOIA

Anarchici Toscani

Certo bisogna farne di strada da una
ginnastica d’obbedienza,
fino ad un gesto molto più umano
che ti dia il senso della violenza,
però bisogna farne altrettanta
per diventare così coglioni,
da non riuscire più a
capire che non ci sono poteri buoni.

F.de André, “Nella mia ora di
libertà”

 

Posted in Repressione.


Un altro morto nel carcere Le Sughere

da senzasoste.it

 

Secondo morto al carcere Le Sughere dall’inizio dell’anno, il 14° in dieci anni.

livornosughere1.jpg


Il
cadavere del 30enne Snoussi Habib è stato trovato ieri pomeriggio
all’interno della cella dove era recluso. Stando alla ricostruzioni
ufficiale della direzione penitenziaria, il giovane sarebbe morto di
infarto dopo aver inalato una bomboletta del gas, una pratica molto in
voga tra i detenuti e molte volte al centro di episodi gravi (vedi il
caso di Marcello Lonzi), indicativa del livello di disperazione cui
sono costretti a convivere.

Habib era arrivato da poco al penitenziario livornese ed era ospite nel
sovraffollatissimo reparto transiti che al momento ospita 70 persone a
dispetto di una capienza massima di 40. Da quanto si è appreso, prima
di morire il giovane avrebbe avuto un colloquio con il responsabile del
settore chiedendo informazioni sui colloqui e altro.

Sebbene formalmente non si escludano altre ipotesi e siano in corso
indagini per stabilire le reali cause della morte, è chiaro che anche
questo omicidio-suicidio verrà archiviato come tutti gli altri (si è
voluto occultare l’omicidio di Marcello Lonzi di fronte a prove
schiaccianti facendolo passare per una disgrazia, figuriamoci che
volontà possa esserci di far emergere un’eventuale verità altra sulla
morte di un "clandestino").

Posted in Generale.


Volantino contro i C.I.E.

testo del volantino distribuito ieri al presidio contro i C.I.E.

 

 

NO AI LAGER

NO AI C.I.E.

Il
Governo ha intenzione di costruire, entro il 2010, un Centro di
Identificazione ed Espulsione (C.I.E.) anche in Toscana. La stampa
locale aveva riportato la notizia, assieme alla possibilità di
costruire una struttura di questo tipo nella zona di Biscottino, tra
Pisa e Livorno, nel comune di Collesalvetti.

Il ministro
dell’interno Maroni ha dichiarato che la struttura dovrà essere
distante dall’abitato, possibilmente in edifici statali dismessi,
sicuramente vicino ad un aeroporto per facilitare i rimpatri forzati.
Il ministro ha inoltre dichiarato che una decisione precisa sulla
località che ospiterà il centro, sarà presa solo dopo le elezioni
regionali, con la nuova giunta.

La questione è quindi divenuta
elettorale. Oltre alla posizione ovviamente favorevole del
centrodestra, si è chiarita anche la posizione della lista PD di Rossi,
che con il sostegno di Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista,
Comunisti Italiani e Verdi, appoggia la creazione di questi centri.

La
cosa non ci stupisce, come non stupisce la posizione favorevole del
sindaco di Livorno Cosimi. Dopotutto è stata la sua parte politica, nel
1998, a creare con la Turco-Napolitano i Centri di Permanenza
Temporanea, i CPT, successivamente trasformati in CIE dall’attuale
governo con il “Pacchetto Sicurezza”. Queste strutture, dal 1998 ad
oggi, nonostante le trasformazioni, hanno sempre mantenuto lo stesso
ruolo. Quello di veri e propri lager, campi di concentramento, nei
quali si viene rinchiusi per la sola colpa di non avere documenti in
regola. Luoghi di segregazione nei quali si viene per mesi privati di
ogni libertà, in condizioni disumane, subendo spesso abusi da parte
della polizia. Non devono essere aperti nuovi centri, né a Livorno, né
in Toscana, né in altre località. Tutte le strutture già esistenti
devono essere chiuse. Per questo è necessario l’impegno e la
mobilitazione di tutte e di tutti.

CSA GODZILLA
COLLETTIVO ANARCHICO LIBERTARIO 

Posted in Antirazzismo, Repressione.


IMMAGINI DAL CORTEO STUDENTESCO DEL 24/02

 

Posted in Scuola/Università.


SABATO 27 CENA PER MARCO ALLA F.A.L.

Posted in Iniziative, Repressione.


DOMANI CORTEO CONTO LA REPRESSIONE E CONTRO LA RIFORMA SCOLASTICA

Posted in Scuola/Università.