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Livorno: interviene la celere per togliere uno striscione contro Minniti

 

Livorno: interviene la celere per togliere uno striscione contro Minniti

Squadre della celere, polizia, carabinieri e guardia di finanza con caschi e manganelli, DIGOS e funzionari della questura bloccano una strada per far rimuovere uno striscione. Sembrerebbe solo una scena grottesca se non si trattasse di una grave negazione della libertà di espressione.

Ogni anno a Livorno, a fine luglio, il Comune organizza “Effetto Venezia”, per alcuni giorni bancarelle, concerti e altre iniziative si tengono nel quartiere della Venezia, nelle piazze e lungo i fossi. Ogni anno contemporaneamente a questo evento, sugli Scali del Refugio, strada del quartiere su cui si affaccia Il Teatrofficina Refugio, spazio occupato dal 2006, le varie realtà di movimento organizzano “Effetto Refugio”. Dibattiti, performance teatrali, concerti e banchetti informativi animano un controfestival le cui entrate vanno tutte a sostegno della cassa di resistenza per le spese legali di movimento, e in cui hanno spazio le questioni sociali e politiche più calde a livello locale e nazionale. Ogni anno viene esposto da “Effetto Refugio” un grande striscione ben visibile sul muro dell’ex Carcere dei Domenicani, quello che fino a poco più di trenta anni fa era il carcere giudiziario cittadino, dove fu prigioniero Pietro Gori e dove furono costretti molti compagni, sia durante il fascismo sia nel il periodo repubblicano. In alcuni casi questi striscioni sono stati al centro dell’attenzione mediatica e politica per il loro contenuto di forte critica e denuncia, come nel caso dello striscione esposto nel 2014 in solidarietà alle vittime dei bombardamenti israeliani su Gaza.
Quest’anno lo striscione esposto, che intendeva esprimere una forte opposizione ai provvedimenti del Ministro dell’Interno su immigrazione e sicurezza urbana riportava “L’unica sicurezza è quella sociale… un lavoro e una casa dove stare! Attaccate poveri e migrati per coprire le vostre colpe – il vero nemico siete voi e non chi fugge dalla fame e dalle bombe! Minniti boia!”.

Nel pomeriggio di ieri, 26 luglio, prima giornata di “Effetto Refugio”, viene esposto lo striscione in alto, come sempre, sul muro dell’ex Carcere, in modo che sia ben visibile. Come già è accaduto in altre città nei mesi scorsi, le critiche al Ministro dell’Interno non sono però ben tollerate dalle autorità. Così a Livorno accade qualcosa di mai visto. Prima delle 20 attorno al Teatrofficina Refugio si erano fatti vedere numerosi agenti in borghese, alcuni già con casco e manganello, e si era radunata nella vicina Piazza dei Domenicani qualche decina di agenti in tenuta antisommossa, con mezzi, mentre nel fosso si era piazzato addirittura un gommone della polizia. Poco dopo le ore 20 da Piazza dei Domenicani polizia, carabinieri e guardia di finanza sono avanzati schierati, indossando l’attrezzatura antisommossa e con manganelli in pugno lungo gli Scali del Refugio, guidati dal Vicario del Questore, in giacca, cravatta, casco e manganello, tra le bancarelle di dolciumi e gli occhi increduli e preoccupati dei passanti.

Il grosso di questa truppa si è schierata a bloccare la strada, a pochi metri dall’ingresso di Via Santa Caterina, di fronte ad alcune famiglie con passeggini, mentre altri si pongono attorno al banchetto della stampa anarchica, che si trovava proprio di fronte al muro su cui era esposto lo striscione.
Sono in tanti e tante ad accorrere per dire alla truppa che se ne deve andare, decine di persone si ritrovano a fronteggiare gli scudi della polizia scandendo slogan, questo atto di arroganza non viene accettato.
Anche sugli Scali del Monte Pio, dall’altra parte del fosso, sono ormai tantissimi quelli che guardano ciò che sta succedendo. Anche chi era uscito per una passeggiata serale tra le bancarelle ora è fermo, alcuni solidarizzano e fischiano contro quell’assurdo schieramento.
Subito dietro gli scudi arriva un mezzo dei Vigili del Fuoco con la scala, la squadra di pompieri rimuove lo striscione che però cade proprio dalla parte di chi fronteggia la polizia, e questa non riesce a sequestrarlo. La tensione creata dalla prepotenza della polizia è alta ma nessuno reagisce alle provocazioni e al contempo non si arretra di un passo. Tra slogan, grida di protesta e applausi ironici lo schieramento arretra.

Dopo poche decine di minuti lo striscione viene esposto sul palco principale della kermesse istituzionale, in Piazza del Logo Pio, dove stava cominciando la presentazione della squadra del Livorno Calcio.
Alcuni si erano infatti diretti nella piazza per denunciare quanto era appena avvenuto, intervenendo dal palco principale. Anche qui in molti hanno solidarizzato con chi aveva subito l’intervento repressivo dell’antisommossa.

Il Questore ed il Prefetto hanno mostrato, più di uno striscione, la natura autoritaria della politica condotta dal governo. Hanno infatti dimostrato, alla faccia delle misure folli di sicurezza per questa edizione di “Effetto Venezia”, da quale parte sia il disordine e la violenza. Ancora una volta si è vista un’ampia solidarietà e una spontanea reazione di fronte ad un atto di arroganza del potere, in questo caso di fronte ad un atto con cui è stata impedita l’esposizione di uno striscione e ai modi militari con cui è stata condotta l’operazione di censura. Che serva a capire che le prepotenze non passano in silenzio e senza reazioni.

Uno che c’era

Da “Umanità Nova”

 

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In memoria di Filippo Filippetti anarchico livornese, antifascista, ucciso dai fascisti

In memoria di Filippo Filippetti anarchico livornese, antifascista, ucciso dai fascisti

Mercoledì 2 agosto 2017

ore 19 Commemorazione presso la lapide

Via Provinciale Pisana 354, Livorno (andando verso Via Firenze, alla ex-scuola di fronte al circolo ARCI “Tamberi”)

Filippo Filipetti, giovane anarchico, viene ucciso il 2 agosto 1922 dai fascisti mentre si oppone, assieme ad altri antifascisti, ad una spedizione punitiva contro Livorno.

Il 2 Agosto 1922 un gruppo di giovani antifascisti, tra i quali alcuni anarchici, ingaggia uno scontro armato nei pressi di Pontarcione con i camion dei fascisti. Muore nella sparatoria Filippo Filippetti, membro degli Arditi del Popolo, sindacalista dell’USI per il settore edile.

Nell’estate del 1922 si giocano le ultime carte per fermare la reazione antiproletaria: il paese è attraversato da un crescendo di aggressioni compiute dai fascisti nei confronti delle organizzazioni del movimento operaio e dei singoli militanti; si contano decine di morti fra gli antifascisti.

Da mesi l’Unione Anarchica Italiana e il giornale “Umanità Nova” si battono a sostegno del movimento degli Arditi del Popolo, per costituire un fronte unico proletario che organizzi la difesa.

Su iniziativa del Sindacato Ferrovieri Italiano è costituita l’Alleanza del Lavoro, a cui partecipano tutti i sindacati, con l’appoggio dell’Unione Anarchica, del Partito Repubblicano, del Partito Comunista e del Partito Socialista.

L’Alleanza del Lavoro indice uno sciopero generale ad oltranza per fermare le violenze fasciste a partire dalla mezzanotte del 31 luglio.

I fascisti finanziati da agrari e industriali, armati da Carabinieri ed Esercito, protetti dalla monarchia e dalla chiesa, aggrediscono le roccaforti operaie.

In molte città, fra cui Piombino, Ancona, Parma, Civitavecchia, Bari i fascisti vengono respinti anche grazie all’azione degli Arditi del Popolo. Nel momento in cui la resistenza operaia cresce, CGL e PSI, sperando in un ennesimo compromesso, si ritireranno dalla lotta, aprendo la strada alla rappresaglia armata del Governo.

Livorno è uno dei centri dello scontro. Tra il 1° e il 2 Agosto 1922 squadre fasciste provenienti da tutta la Toscana lanciano la caccia agli antifascisti livornesi, facendo irruzione nei quartieri popolari che resistono all’invasione.

Molti furono gli assassinati in quei giorni. Popolani, militanti comunisti, anarchici, repubblicani e socialisti, tra i quali Luigi Gemignani, Gilberto Catarsi, Pietro Gigli, Pilade Gigli, Oreste Romanacci, Bruno Giacomini e Genoveffa Pierozzi.

Negli scontri in periferia viene ucciso il giovane anarchico Filippo Filippetti.

Gli anarchici invitano tutti gli antifascisti a partecipare alla commemorazione.

 

Federazione Anarchica Livornese
cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org/

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Alemanno Livorno ti schifa!

Martedì 18 luglio il fascista ex sindaco di Roma Gianni Alemanno era a Livorno, alcuni antifascisti erano presenti per dare un piccolo benvenuto a questo personaggio. Di seguito il testo del volantino diffuso:

“Oggi il fascista Alemanno è presente all’Hotel Palazzo per presentare l’ennesimo cartello elettorale di destra.

Da sindaco di Roma questo personaggio è stato il simbolo dei legami dell’estrema destra con criminalità organizzata e speculatori, saccheggiando la città e facendo affari d’oro.

Oggi Alemanno si presenta assieme ai relitti della destra cittadina nel più grande albergo di lusso della città.

Questo basta a mostrare quanto queste formazioni, ed i personaggi che la animano, sostengano politiche antipopolari e padronali.

Quindi quando questi soggetti parlano di “sovranità nazionale” non vogliono che rafforzare le politiche di sfruttamento che hanno sempre sostenuto.

Questi partiti sono infatti gli stessi che hanno sostenuto le politiche di precarizzazione e di cancellazione dei diritti conquistati dai lavoratori, politiche che hanno portato alla grave situazione di disoccupazione e povertà che viviamo oggi anche a Livorno.

Antifascisti livornesi

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Tagli alla sanità e lotta per la salute – dibattito e aperitivo

UNA SANITÀ PUBBLICA, GRATUITA E DI QUALITÀ …
UN’ UTOPIA IN QUESTA SOCIETÀServizi e prestazioni sanitarie con tempi e costi inaccettabili.
Sempre più persone costrette a rinunciare a curarsi perchè non hanno i soldi per farlo.

NON È VERO che tutto questo dipende dal debito pubblico, dalla crisi, dalle risorse che non ci sono.
È UNA SCELTA POLITICA DEI GOVERNI, DI TUTTI I GOVERNI
I SOLDI CI SONO :
quando si devono salvare le banche (20 miliardi stanziati)
quando si devono sostenere le spese militari (80 milioni al giorno).

Da quando sono cominciati i tagli alla sanità pubblica, da circa 20 anni, sono aumentate progressivamente le cliniche private e ambulatori convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale. Questi sono in grado di offrire gran parte delle prestazioni in tempi brevi e a volte anche con costi minori rispetto al pubblico.

LA SALUTE SUBORDINATA AI PROFITTI DEI PRIVATI
Con questo sistema ci convincono sempre più che il pubblico è inefficiente e scadente e che il privato è bello e funzionale; vengono sempre più messi in risalto scandali e disservizi nella sanità pubblica e si dimenticano e tralasciano buona parte degli scandali sanitari che hanno visto coinvolte molte cliniche private che hanno aumentato i giri di affari a spese della fiscalità pubblica per mezzo di imbrogli, tangenti e corruzione, tutto con il beneplacito della politica.

È un luogo comune pensare che il taglio delle tasse alle imprese aumenti le possibilità di assunzione e alimenti la crescita; l’unica conseguenza certa di simili politiche è la soppressione dei servizi pubblici il cui finanziamento, non essendo più possibile attraverso la fiscalità generale, apre la strada proprio alla privatizzazione.

Non si tratta di proporre o riformare, si tratta di lottare per un servizio che serve a tutti e dovrebbe essere gratuito e accessibile.
Rompiamo l’isolamento in cui ci troviamo, spesso completamente abbandonati, di fronte a disservizi inconcepibili .
DIVISI NON SIAMO NULLA, UNITI POSSIAMO LOTTARE PER TUTTO QUELLO CHE CI SPETTA! SOLO LA LOTTA PAGA !

SABATO 24 GIUGNO
ore 18 presso la FAL
Via degli Asili 33, Livorno

DIBATTITO
Introducono Paola Sabatini e Marco Paganini della CUB Sanità di Firenze

a seguire, dalle 20:30, aperitivo

Federazione Anarchica Livornese – cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it
Colettivo Anarchico Libertario – collettivoanarchico@hotmail.it

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Ma di quale sicurezza parlano? presidio antifascista mercoledì 14 giugno

Ma di quale sicurezza parlano?

Contro chi alimenta odio e razzismo

Contro i fascisti, contro chi impone miseria, guerra e sfruttamento

Nel pomeriggio di mercoledì 14 uno dei tanti partitini che si richiamano al vecchio partito fascista MSI terrà presso la sala della Circoscrizione 1 nel quartiere di Corea un “convegno sulla sicurezza”.

Chi parla di sicurezza dovrebbe pensare a chi la sicurezza non ce l’ha più, la sicurezza della pensione, del reddito, della scuola, del sistema sanitario.

Ma questi personaggi di quale sicurezza parlano? La sicurezza necessaria per difendere gli interessi degli speculatori e dei padroni, per mantenere i privilegi della classe dirigente e dei militari. Sono gli stessi che quando erano in Alleanza Nazionale hanno sostenuto e promosso i provvedimenti legislativi come la Legge Biagi che hanno riportato indietro di mezzo secolo le condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone, causando maggiore precarietà, disoccupazione e salari più bassi. Sono gli stessi che hanno promosso le politiche di tagli e sfruttamento che hanno spianato la strada alle successive politiche di austerità e sacrifici, e alla macelleria sociale condotta dai governi del PD.

I livelli di povertà, di disoccupazione, di emigrazione dimostrano che l’unica sicurezza che abbiamo è che questo sistema sociale, il sistema basato sulla proprietà privata e il governo, non garantisce le condizioni di vita della maggior parte delle persone.

Chi dice “padroni a casa nostra” dovrebbe pensare prima a chi la casa non ce l’ha, agli sfrattati, ai senza casa, intervenendo contro gli speculatori immobiliari. Chi dice che gli immigrati ci rubano il lavoro, dovrebbe pensare ai miliardi regalati alle aziende perché delocalizzassero, alla cassa integrazione, alle speculazioni edilizie sulle aree industriali.

Per questo ci fanno la guerra. La lotta al degrado, la politica della sicurezza, servono solo a mascherare l’aumento delle diseguaglianze sociali. In questo contesto i fascisti provano a rialzare la testa, rinfrancati dai recenti decreti sulla sicurezza varati dal governo, che vogliono mettere a tacere ogni forma di dissenso, dai militari nelle strade, dai blindati, dai mitra spianati. Una militarizzazione della società che è il segno di un colpo di stato strisciante che vuole imporre nuovi tagli, nuovi sacrifici, nuove tasse sui consumi popolari.

I fascisti, i soliti cani da guardia delle classi dominanti, cercano di farsi strada sfruttando il disagio sociale e la sofferenza.

Noi diciamo che l’unica strada è la solidarietà e l’organizzazione di classe!

Contro la miseria e la guerra, contro lo sfruttamento e il fascismo.

Contro le politiche razziste, sessite e omofobe e chi le sostiene.

Per la casa, il reddito, la salute, la scuola, le pensioni.

MERCOLEDÌ 14 GIUGNO

PRESIDIO ORE 17 IN VIA GOBETTI

Antifascisti Livornesi

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“Il Capitale” e gli anarchici

“Il Capitale” e gli anarchici

A centocinquant’anni dalla pubblicazione del primo libro de “Il Capitale”
ne parliamo con Tiziano Antonelli

Sabato 17 giugno
presso la sede della Federazione Anarchica Livornese
in Via degli Asili 33, Livorno
dalle ore 18

“Il proudhonismo è strocato alla radice” (Marx ad Engels – 1859)

Che cosa fa sì che gli operai salariati, i capitalisti ed i proprietari fondiari formino le tre principali classi sociali in cui la moderna società borghese si divide?
Marx ha il merito, innanzi tutto, di mostrare come il rapporto fra queste classi derivi dal loro ruolo rispetto al processo di produzione; ha il merito di dimostrare come questo ruolo determini la forma del loro redditi, come questi redditi, sotto qualsiasi forma siano distribuiti, trovino la loro origine nel lavoro, vivo od oggettivato. In altre parole, Marx dimostra che i redditi delle classi privilegiate non siano altro che estorsioni a danno dei lavoratori salariati.

Nel fare questo, Carlo Marx sviluppa la critica delle forme in cui il modo di produzione capitalistico appare ai suoi agenti, dei concetti e delle categorie che queste forme assumono, dell’ideologia che pretende di darne una giustificazione scientifica, l’economia politica. Non a caso il sottotitolo del “Capitale” è “Critica dell’economia politica”.

Nel fare questo, Marx esprime sul piano della riflessione teorica la critica che il nascente movimento operaio faceva del modo di produzione capitalistico; innanzi tutto con l’organizzazione, con la lotta per la riduzione dell’orario di lavoro, per salari decenti, per una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro e di vita.

Questo mantiene la sua validità, nonostante il fallimento del progetto politico elaborato da Marx, cui il “Capitale” doveva fornire la base scientifica, nonostante la disgregazione del “socialismo scientifico”.

Attraverso il “Capitale” Marx intendeva colpire l’anarchismo e dimostrarne l’inconsistenza teorica, l’incapacità di criticare radicalmente il capitalismo.
A centocinquant’anni di distanza, la storia ci dà il suo verdetto: i sistemi basati sulla concezione scientifica di Marx sono tornati al capitalismo, i partiti “operai” basati sulla centralizzazione e sulla partecipazione alle elezioni sono diventati succubi delle politiche di austerità.
“Il Capitale” continua a parlarci ancora oggi, e la critica dello sfruttamento capitalistico di 150 anni or sono ci aiuta nella critica dello sfruttamento capitalistico di oggi.

“se il capitalismo fosse distrutto e si lasciasse sussistere un governo, questo, mediante la concessione di ogni sorta di privilegi lo creerebbe di nuovo poiché non potendo accontentar tutti avrebbe bisogno di una classe economicamente potente che lo appoggi in cambio della protezione legale e materiale che ne riceve.” (Programma Anarchico).

Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese

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Cena+Concerto: La fantasia abbatterà il potere, una risata lo seppellirà

Continua la rassegna “di Rivolta in Rivolta”

“La fantasia abbatterà il potere una cantata lo seppellirà”

con Marco Del Giudice voce e chitarre e Porto Franco
Giorgio Parasole voce e flauto, Mattia Damiani tastiere, Simone “Jerry” Loi basso, Dario Del Giudice batteria

musiche di Marco Del Giudice, Giorgio Parasole, Mattia Damiani, Fabrizio De André ed altri

ore 20:30 cena sociale (per prenotazioni 3339861219 – 3395041220)

ore 22 concerto

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Pisa: Repressione in divisa, vera faccia del 2 giugno.

Pisa: Repressione in divisa, vera faccia del 2 giugno.

La festa della repubblica, ormai divenuta festa delle forze armate, esibizione di retorica militarista e dell’ordine imposto, ha mostrato la sua violenza nella mattina del 2 giugno a Pisa. L’esposizione di due striscioni dalle finestre di abitazioni che affacciano su Piazza delle Vettovaglie, dove si teneva la parata istituzionale, ha determinato la brutale repressione delle forze dell’ordine. La polizia ha infatti abusato di cose e persone facendo irruzione in abitazioni private, operando perquisizioni non autorizzate e non motivate, sequestrando persone, operando fermi, facendo scattare denunce. Perché nessuna forma di protesta è ammessa quando si celebrano le istituzioni democratiche.

Uno degli striscioni esprimeva solidarietà con le donne che hanno nuovamente occupato la struttura in Via Gribaldi, sgomberata a forza giorni fa con un’operazione anch’essa caratterizzata da brutalità, violenza e insulti sessisti da parte delle forze dell’ordine. L’altro striscione criticava l’operazione antidegrado, che a Pisa sta assumendo caratteristiche di militarizzazione particolarmente aggressive e autoritarie. Espressioni di dissenso avvertite evidentemente come disturbanti in una giornata e in una piazza in cui la parata di regime non doveva subire alcun turbamento. E la parata di regime ha avuto modo di vivacizzarsi con l’esibizione di un intervento speciale, un vero e proprio blitz da regime dittatoriale che ha mostrato l’efficienza della repressione in divisa. Un ennesimo fatto che dimostra come sul territorio si concretizzino le politiche autoritarie condotte negli ultimi anni dai governi nazionali, che mostra quale sia il ruolo delle istituzioni.

Questa è la festa delle istituzioni repubblicane, questa è la sostanza delle campagne per il decoro, questa la funzione dell’operazione strade sicure, questo è il clima creato dai decreti Minniti e dalle politiche securitarie che li hanno preparati da tempo, questa è la sostanza della democrazia: militarizzazione delle città, clima di terrore, minaccia fisica delle persone, repressione di qualsiasi voce di dissenso.

Tutto questo è inaccettabile e va respinto con forza.

La Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico Libertario esprimono solidarietà a chi ha subito l’intervento violento delle forze dell’ordine e sostengono le iniziative che contrastano il clima repressivo, per affermare l’agibilità politica e gli spazi di vita di tutte e tutti.

Federazione Anarchica Livornese

Collettivo Anarchico Libertario

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2 giugno: festa della Guerra

volantino che sarà distribuito al presidio di oggi

2 giugno: festa della Guerra

Ribelliamoci alla guerra, alla repressione, al militarismo

Il 2 giugno, festa della Repubblica, diventa sempre più un’occasione di propaganda di politiche militariste e repressive, di esibizione di armi e strumenti di morte, espressione di una società sempre più militarizzata.
Ci raccontano la balla della crisi, ma l’economia di guerra non conosce crisi: nel 2017 le spese militari ammontano a 64 milioni al giorno. Gran parte di questi soldi sono spesi per nuovi armamenti, per finanziare missioni militari, per mantenere le truppe. E le spese militari sono destinate ad aumentare ancora, secondo quanto richiesto anche dal presidente Trump nell’ultimo incontro con Gentiloni e quanto stabilito nel recente incontro G7 a Taormina, dal momento che la spesa per la sicurezza vuol dire soprattutto aumento di spese militari.


Pensateci, quando aspettate 6 mesi per una visita specialistica, quando non avete il posto negli asili per i vostri figli, quando non si trova lavoro e casa. La brutale riduzione delle risorse destinate a sanità, scuola, welfare, lavoro serve proprio ad accumularne altre da destinare alle spese militari. Queste sono le scelte dei governi! Questa è la povertà che ci impongono!
Per imporre queste politiche antipopolari si ricorre all’apparato militare: con la scusa della sicurezza si riempiono di soldati armati le strade delle nostre città, ma soprattutto si vietano manifestazioni di piazza e si contrastano sempre di più con l’uso della violenza.

Aldilà di quello che ci raccontano sulla sicurezza, l’obiettivo da colpire, i nemici, sono tutti coloro che vogliono esprimere dissenso e protestare verso le politiche antipopolari. E insieme a questi, le odiose campagne sul decoro, mirano a colpire, anche attraverso l’uso dei militari, i poveri, gli immigrati, i senza casa e senza lavoro. I recenti decreti del ministro dell’Interno Minniti sulla sicurezza prevedono il daspo urbano, il divieto ai senza casa, senza lavoro, senza documenti di vivere in certi quartieri. Queste sono politiche discriminatorie, di apartheid, questa è una guerra dichiarata ai poveri, che saranno puniti perché dormono su una panchina o occupano una casa.


Rifiutiamo la retorica sulla sicurezza che vuole alimentare l’identificazione del nemico con chi vive in condizioni marginali o comunque di miseria, opponiamoci ai provvedimenti che vogliono eliminare i meccanismi di solidarietà con chi fugge da persecuzioni e bombe, che mirano a colpire e ridurre al silenzio ogni forma di dissenso.
Opponiamoci alla guerra, al militarismo, al nazionalismo, alla logica distruttiva e autoritaria che i governi vogliono imporre

FACCIAMO DEL 2 GIUGNO UN’ OCCASIONE PER DIRE
NO ALLA GUERRA, ALLE SPESE MILITARI E AL COMMERCIO DELLE ARMI
NO AI DECRETI MINNITI
NO AI MILITARI NELLE CITTÀ

Collettivo Anarchico Libertario, Communia Livorno, Federazione anarchica Livornese

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In piazza contro il militarismo

PRESIDIO ANTIMILITARISTA

Giovedì 1 giugno a Livorno
dalle h 18 in Piazza Cavour

Contro le spese militari, la guerra, le politiche razziste e repressive

Collettivo Anarchico Libertario, Communia Livorno, Federazione Anarchica Livornese

(a breve seguirà un testo più esteso)

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