“Lo sciopero armato” presentazione del terzo volume delle Opere Complete di Errico Malatesta
Venerdì 5 giugno, alle ore 18,00
presso la Federazione Anarchica Livornese, Via degli Asili 33
Presentazione del terzo volume delle Opere Complete di Errico Malatesta
“LO SCIOPERO ARMATO”
parteciperà il curatore Davide Turcato
L’alba del ventesimo secolo, dopo che si era chiuso quello precedente con l’atto di Gaetano Bresci, l’eliminazione del re d’Italia Umberto I responsabile dei massacri e degli stati d’assedio, segna l’inizio del più lungo periodo di ininterrotta assenza di Malatesta dal suolo italiano. Sulle colonne della “Rivoluzione Sociale” così come in tante altre pubblicazioni e nei discorsi, egli riafferma e sviluppa con coerenza in questi anni i due pilastri fondamentali della sua tattica: il movimento operaio come base irrinunciabile dell’anarchismo; e l’insurrezione come ineludibile passo, a cui è necessario prepararsi, verso l’emancipazione. Mentre nel decennio precedente era stato sul primo punto che Malatesta aveva dovuto insistere, in contrapposizione all’anarchismo amorfo e confusionario, l’ascesa del sindacalismo rivoluzionario, con la sua affermazione dell’autosufficienza del movimento operaio, rende ora necessario accentuare il secondo punto. In contrapposizione al concetto dello sciopero generale come arma rivoluzionaria, Malatesta compendia efficacemente la sua tattica nel concetto di “sciopero armato”. In questa fase di estraniamento dal movimento anarchico in patria, da una parte Malatesta elabora le idee-guida che informeranno i suoi successivi ritorni in Italia, e dall’altra si afferma indiscutibilmente come la figura di maggior spicco del movimento anarchico internazionale, sia, suo malgrado, agli occhi della stampa mondiale, che lo bersaglia di interviste ad ogni evento di cronaca che abbia a che fare con l’anarchismo, sia soprattutto all’interno del movimento, con lo storico congresso internazionale anarchico di Amsterdam del 1907.
A seguire aperitivo, buffet e musica
Durante l’iniziativa
LIVE PAINTING
con asta benefit
per i compagni sotto processo
COLLETTIVO ANARCHICO LIBERTARIO
FEDERAZIONE ANARCHICA LIVORNESE
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– Maggio 31, 2015
Turchia: aumenta la violenza del governo contro ogni forma di opposizione Aggrediti e fermati dalla polizia anche i compagni del DAF
questo articolo sara pubblicato sul prossimo numero di Umanità Nova
Turchia: aumenta la violenza del governo contro ogni forma di opposizione
Aggrediti e fermati dalla polizia anche i compagni del DAF
Domenica 24 maggio ad Istanbul si è tenuta una manifestazione per l’apertura di un corridoio umanitario per Kobanê. La polizia utilizzando le nuove leggi sulla sicurezza in occasione di manifestazioni pubbliche ha utilizzato quanta più violenza ha potuto contro i manfestanti.
Infatti non appena la manifestazione è iniziata, la polizia ha cominciato a intervenire contro chi provava ad unirsi al corteo. Di fronte al tentativo della polizia di bloccarli, alcuni manifestanti hanno provato ad andare avanti, la polizia è intervenuta colpendo i manifestanti, ci sono stati degli scontri e sono stati arrestati due compagni del gruppo anarchico DAF (Azione Anarchica Rivoluzionaria) che partecipa al corteo con i lavoratori del sindacato İnşaat İşçileri Sendikası, altri sono rimasti contusi. I due compagni del gruppo DAF sono stati rilasciati nel pomeriggio di lunedì 25 dopo che il tribunale non ha confermato il loro arresto.
La richiesta di apertura di un corridoio umanitario viene portata avanti sin dallo scorso ottobre dal movimento curdo e da chi lo sostiene, permetterebbe l’arrivo di aiuti a Kobanê e porrebbe fine all’isolamento della città, attorno alla quale continuano i combattimenti. Il governo turco in questi mesi, nonostante le promesse mai rispettate, ha sempre risposto nello stesso modo: carri armati, blindati e decine di migliaia di soldati dislocati sul confine per isolare ulteriormente la città di Kobanê. La violenza dello Stato turco che con arresti, torture ed assassinii colpisce coloro che provano ad attraversare illegalmente il confine e che ha fatto negli ultimi mesi numerosi morti, ha portato anche all’arresto nelle scorse settimane di due torinesi che stavano portando aiuti umanitari a Kobanê. Questa politica del governo turco ha portato di fatto ad un punto di rottura il processo di pace in atto dal 2013 tra il PKK e la Repubblica di Turchia.
La manifestazione di domenica 24 maggio si è svolta in un contesto particolare. Infatti se la violenza della polizia e dei fascisti aveva già registrato nei mesi scorsi un forte aumento ai danni di tutte le forze d’opposizione, dai partiti parlamentari ai gruppi rivoluzionari, nell’ultimo mese, con l’approssimarsi della scadenza del voto per le elezioni parlamentari del prossimo 7 giugno, si sono intensificate la azioni violente da parte di membri del partito di governo AKP contro sedi e membri del partito HDP che sostiene i diritti dei curdi. Una situazione di alta tesione politica e sociale esasperata da un governo che tenta di soffocare ogni opposizione, che dopo le elezioni potrebbe inasprirsi ulteriormente.
Quindi la manifestazione è stata anche una risposta ai fatti delle ultime settimane, in solidarietà al movimento curdo e contro la repressione dello Stato, sia essa esercitata attraverso la polizia o attraverso gli sgherri di alcuni partiti. Una manifestazione che ha cercato di mostrare l’unità tra forze che seppur molto diverse tra loro e divise sulla questione elettorale, visto che gli anarchici e altri rivoluzionari rifiutano la via parlamentare, sono però parte dello stesso movimento di cambiamento sociale.
Dario Antonelli
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– Maggio 25, 2015
“Gli ammutinati delle trincee” – Presentazione libro e proiezione video
“Gli ammutinati delle trincee” – Presentazione libro e proiezione video
SABATO 30 MAGGIO
Presso la Federazione Anarchica Livornese, Via degli Asili 33
h 18 presentazione del libro con l’autore Marco Rossi
“Gli Ammutinati delle trincee”
dalla guerra in Libia al primo conflitto mondiale 1911-1918 (BFS, 2014)
h 20.30 aperitivo/buffet
h 21.30 proiezione del fi lmato “Non c’è solo la vittoria”, regia ed edizione Federico Cataldi, regia episodio Giovanna Massimetti (durata 51 min.)
La Prima guerra mondiale, spesso defi nita il tragico atto di nascita del Ventesimo secolo, rimane l’evento storico che ha determinato i traumi, i confl itti, le trasformazioni non solo nella società, ma nella coscienza collettiva e nell’esperienza umana di milioni di persone e, in particolare, dei ceti popolari e delle classi subalterne di ogni paese. Furono infatti queste ultime a pagare maggiormente gli effetti laceranti di quella guerra, voluta dal potere economico, dai governi e dai rispettivi nazionalismi, per affermare un’egemonia imperialista, conquistare territori e incrementare i profi tti dell’industria bellica. La Grande guerra rappresenta il naufragio della civiltà moderna, nella quale è coinvolta pienamente l’Italia liberale che già con la spedizione in Libia (1911-12) aveva anticipato eventi, strategie e temi che troveranno un’altra conferma negli anni 1914-18. Non tutti i contadini e gli operai travolti dalla guerra accettarono passivamente di morire – da Tripoli a Caporetto – per interessi e logiche non loro. Prigionieri delle trincee, questi non-sottomessi combatterono una loro guerra dentro la guerra, ammutinandosi agli ordini criminosi dei generali, disertando, dandosi alla macchia, animando rivolte per difendersi da una patria che li mandava al massacro e li voleva assassini di altri sfruttati. Questa ricerca al rovescio vuole dare voce al loro coraggio di restare umani, anche a rischio della fucilazione per disfattismo.
Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario
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– Maggio 24, 2015
1915-2015: “Guerra alla guerra!”
riceviamo e volentieri pubblichiamo
1915-2015: “Guerra alla guerra!”
“Né gulasch né amatriciana, né birra né vino per questo centenario di disgrazia. O banchetto con tutti e quattro. Qui si viaggia in terra di nessuno. E chi se ne frega delle nazioni”.
Paolo Rumiz, Come cavalli che dormono in piedi.
Il 24 maggio la retorica nazionalista “festeggia” l’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale.
Le fanfare patriottarde dei media e dei politici celebrano l’inizio di quella carneficina mondiale, proprio mentre si inneggia all’uso della forza e dell’esercito per fermare l’arrivo dal sud del mediterraneo di profughi e di migranti, di povera gente in fuga dalla guerra, dalla miseria e dallo sfruttamento, e destinata a trovare una morte anonima in mare, la segregazione in campi di internamento o un futuro di nuove schiavitù e razzismo.
Povera gente come lo furono le vittime della Prima guerra mondiale: lavoratori, operai e contadini di ogni paese, strappati alle proprie famiglie e alle proprie case per essere gettati in un insensato carnaio per gli interessi dei fabbricanti di armi, delle monarchie e dei governi, costretti – sotto la minaccia della fucilazione – ad uccidere altri operai e contadini solo perché nati al di là di un confine.
Noi vorremo ricordare proprio questi milioni di giovani, contadini e operai vittime del militarismo ed anche quanti si rivoltarono e disertarono la guerra. Intendiamo così rinnovare le ragioni dell’opposizione attiva ai nazionalismi e all’imperialismo, rivendicando le esperienze internazionaliste e antimilitariste che hanno attraversato tutti i conflitti.
Per questo, domenica 24 maggio, nel centenario dell’entrata in guerra dello Stato italiano, vogliamo rendere omaggio al “nemico” di allora, portando un ricordo floreale ai 94 soldati austro-ungheresi, morti in prigionia nel campo di Coltano, sepolti presso il Cimitero monumentale dei Lupi (vicino al Quadrato dei Francesi).
L’appuntamento, per quanti continuano a rifiutare la logica della guerra, è alle ore 11 all’entrata del cimitero.
ANTIMILITARISTE E ANTIMILITARISTI CONTRO OGNI FRONTIERA
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– Maggio 24, 2015
Comunicato FAI: Solidarietà a Luca e Silvano! Basta con i razzisti e il governo che li protegge!
Solidarietà a Luca e Silvano! Basta con i razzisti e il governo che li protegge!
Il Convegno Nazionale della Federazione Anarchica Italiana, riunito a Livorno il 16 e 17 maggio 2015, esprime la propria solidarietà a Luca e Silvano, e agli altri compagni feriti a freddo dopo una violenta carica di polizia e carabinieri, schierati per impedire le contestazioni popolari in occasione di un comizio del leader razzista e fascista Matteo Salvini a Massa sabato 16 maggio, come nei giorni precedenti ad Ancona, come a Foggia, come in tante altre località.
Salvini è l’esponente di un’alleanza elettorale di estrema destra che comprende forze che hanno come portavoce esponenti neofascisti; in Toscana e nelle Marche attorno alla lega si è coalizzato il museo degli orrori neofascisti; in Toscana in particolare la Lega ha riciclato vecchi missini e ha avuto un’impostazione marcatamente fascista. I comizi di Salvini sono l’occasione per i fascisti di tornare in piazza.
Un governo violento, che si rifiuta di restituire il maltolto ai pensionati e di assumere i precari della scuola, protegge il razzista Salvini che esprime, in forme brutali e provocatorie, il razzismo che fa parte integrante della politica sociale ed estera del governo Renzi.
La storia ci insegna che i governi della repubblica non hanno esitato ad usare i fascisti, uccidere i compagni nelle piazze, fare le stragi di Stato, ricorrere insomma alla guerra civile strisciante per imporre la politica antipopolare. Questo governo non è da meno, e l’esibizione di Salvini nelle piazze è un’occasione per cariche, pestaggi e denunce contro gli elementi più attivi. Il governo spera così di indebolire la reazione popolare alla politica di miseria e di guerra che porta avanti.
Gli anarchici sono a fianco di Luca e Silvano, gli anarchici continueranno a mettersi di traverso alle iniziative dei razzisti e dei fascisti, assieme a tanti altri che in questi giorni sono scesi in piazza dovunque, convinti che il fascismo sarà definitivamente sconfitto quando saranno eliminati dalla società le sue principali fonti: l’apparato militare, la gerarchia ecclesiastica, l’intreccio fra grande capitale ed aristocrazia finanziaria.
Il Convegno Nazionale della Federazione Anarchica Italiana
16 maggio 2015
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– Maggio 17, 2015
Primo Maggio in Turchia: sfida alla repressione statale
questo articolo comparirà sul numero 16 di Umanità Nova, in diffusione da domani.
Primo Maggio in Turchia: sfida alla repressione statale
Anche in Turchia le manifestazioni del Primo Maggio quest’anno avranno un’importanza particolare.
Infatti la giornata internazionale dei lavoratori, che già in Turchia vede ogni anno grandi manifestazioni sfidare la repressione e i divieti imposti dallo Stato, acquisisce nell’attuale contesto politico e sociale del paese un significato ancora più forte. Ad oggi (27 aprile) non vi sono notizie chiare su come si svolgeranno le manifestazioni ad Istanbul e nelle altre città e sulle misure repressive che saranno messe in atto dal governo, possiamo però provare a delineare il complesso contesto in cui si terrà quest’anno il Primo Maggio in Turchia.
Lo Stato turco continua a fare la guerra, fuori ma soprattutto dentro i propri confini.
La forte militarizzazione del confine tra il territorio statale turco e quello siriano, in atto dallo scorso settembre per isolare la Rojava e sostenere lo Stato Islamico contro il processo rivoluzionario in corso nella Rojava, continua a fare strage. L’esercito turco ha ucciso nelle ultime settimane 4 persone che tentavano di attraversare il confine, gli arrestati sono invece 32. Alcuni episodi delle ultime settimane ci mostrano la brutalità dell’esercito turco, lo scorso 20 aprile ad esempio 5 giovani di origine araba sono stati torturati dopo essere stati arrestati mentre tentavano di entrare in territorio turco dalla zona di Cezire, nella Rojava – il kurdistan occidentale in territorio statale siriano. Un altro caso grave è quello avvenuto a Uludere, distretto della provincia di Şirnak, dove le truppe hanno aperto il fuoco su un gruppo di persone che svolgono attività di commercio transfrontaliero, ferendone 4.
La lotta contro le centrali nucleari in Turchia ha conosciuto nell’ultimo mese un certo sviluppo. Lo scorso 14 aprile durante la cerimonia di inaugurazione dei lavori per la costruzione della prima centrale nucleare turca ad Akkuyu, nel distretto di Mersin, un folto gruppo di contestatori ha bloccato i cancelli del sito di costruzione per impedire la cerimonia. La polizia è intervenuta con gli idranti per disperdere i manifestanti e aprire i cancelli. Il 25 aprile a Sinop, sul Mar Nero, dove è in programma la costruzione di un’altra centrale nucleare, si è tenuta una manifestazione alla quale ha partecipato, con uno striscione che riportava “Il nucleare è morte, il capitalismo è disastro”, anche Patika Ekoloji Kolektifi, collettivo anarchico ecologista legato al gruppo anarchico DAF (Azione Anarchica Rivoluzionaria) di Istanbul.
Tra il 24 e il 25 aprile, mentre la Repubblica Turca ha celebrato il centenario della battaglia di Gallipoli, la polizia ha represso molte delle manifestazioni che negli stessi giorni si tenevano per commemorare il centenario del genocidio degli armeni, perpetrato proprio nel 1915 dall’Impero ottomano. Ad Istanbul la polizia ha disperso una manifestazione di studenti all’interno dell’Università Tecnica ITU, ed ha attaccato la manifestazione che si è tenuta a Kadikoy, sulla sponda asiatica, arrestando sette persone.
Il 25 aprile scorso a Istanbul di fronte al consolato francese in Istiklal Caddesi, a poche decine di metri da Piazza Taksim, si è tenuta una conferenza stampa nella quale un ampio cartello di forze politiche e sindacali hanno dichiarato “Il Primo Maggio saremo in piazza Taksim”. Dichiarazione molto significativa se pensiamo che Piazza Taksim, oltre ad essere teatro della dura lotta contro la distuzione di Gezi Park nel 2013, è la piazza in cui il Primo Maggio del 1977 furono uccisi 34 lavoratori che partecipavano alla manifestazione, in una strage di stato che aprì la strado alla dittatura militare. Da allora, con l’unica eccezione di una parziale apertura della piazza ai manifestanti tra il 2010 ed il 2012, il Primo Maggio in Piazza Taksim è proibito e la polizia ogni anno scioglie con ogni mezzo i cortei che provano ad entrare nella piazza. La conferenza stampa era stata convocata da organizzazioni sindacali come DISK e KESK, dall’Ordine degli ingegneri e degli architetti, dall’ordine dei medici, da alcuni dei principali partiti d’opposizione, tra cui CHP e HDP, dai gruppi anarchici DAF e İstanbul Anarşİ İnİsİyatİfİ, e dagli altri gruppi della sinistra rivoluzionaria.
L’organizzazione studentesca LAF (Lise Anarşist Faaliyet) legata al gruppo anarchico DAF ha lanciato un appello agli studenti in vista del Primo Maggio, ricordando i giovani uccisi dallo Stato durante scontri e manifestazioni negli ultimi anni, e ricordando Ceylan Ozalp, combattente curda. Ecco il documento del LAF:
“C’è una lotta il Primo Maggio!
Questa lotta è la lotta di Ali Ismail che è stato picchiato ed ucciso, è la lotta di Berkin che fu colpito in testa da un candelotto lacrimogeno sparato dalla polizia, è la lotta di Ceylan che fu colpita dalle bombe di mortaio, è la lotta di Uğur a cui ha sparato l’esercito, è la lotta dei nostri fratelli che sono stati assassinati dagli stati.
Questa lotta è la lotta del Primo Maggio vietato nel sangue.
Questa lotta è la lotta della gente che ciononostante per anni è scesa in piazza per il Primo Maggio vietato.
Questa lotta è la lotta degli studenti delle scuole superiori, che rifiutano ogni autorità e scendono in strada.
Questa lotta è la lotta degli oppressi contro gli oppressori in ogni ambito della vita.
Il Primo Maggio saremo nelle strade per rifiutare ogni tipo di autorità, contro lo Stato e contro gli omicidi di stato e chiamiamo tutti gli studenti delle scuole superiori a “la lotta”.
C’è una lotta il Primo Maggio. Partecipa anche tu alla lotta!
Lise Anarşist Faaliyet
(Azione Anarchica delle scuole superiori)”
Ma sul Primo Maggio di quest’anno pesano in Turchia anche le prossime elezioni legislative, per il rinnovo del parlamento e dell’esecutivo, che si terranno ad inizio giugno. Dopo la vittoria alle presidenziali Erdoğan e il suo partito islamista-conservatore AKP (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo), anche se sembrano perdere un po’ di consenso, puntano ad una conferma del loro ruolo alla guida del paese, in modo da procedere con la revisione della costituzione. Ma chi sembra puntare di più su queste elezioni è l’HDP (Partito Democratico dei Popoli) il partito di opposizione che sostiene i diritti dei curdi, e che punta a superare la soglia di sbarramento – altissima – del 10% per entrare in parlamento. Sono già presenti in parlamento 29 deputati eletti nel 2011 come indipendenti e che costituiscono ora il gruppo parlamentare dell’HDP che è stato fondato nel 2013. Con le prossime elezioni l’HDP punta quindi a essere presente in parlamento come partito, per questo ha ottenuto il sostegno per le elezioni anche da altri partiti di sinistra. Anche il partito di opposizione CHP (Partito Repubblicano del Popolo) della sinistra autoritaria, laica e nazionalista di tradizione kemalista tende a vedere favorevolmente l’elezione di deputati HDP.
La tensione politica in Turchia sta crescendo con l’approssimarsi delle elezioni, i cui risultati potrebbero inasprire i conflitti in corso nella regione o aprirne di nuovi anche all’interno della Turchia.
Certo per molti questo Primo Maggio in Turchia sarà una partita da giocare sul piano della contesa elettorale, per gli anarchici invece il Primo Maggio sarà una giornata di lotta e di azione diretta, contro lo Stato e il Capitale, fuori e contro ogni inganno elettorale. Nella giornata del Primo Maggio gli Anarchici ad Istanbul come a Milano ed in centinaia di altre città del mondo saranno nelle strade con gli oppressi e gli sfruttati, per una società di liberi e di eguali.
Dario Antonelli
Posted in Anarchismo, Internazionale, Lavoro, Repressione.
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– Aprile 30, 2015
Federazione Anarchica Livornese, comunicato per la scomparsa di Garibaldo Benifei
La Federazione Anarchica Livornese è vicina all’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti in lutto per la scomparsa di Garibaldo Benifei. Ricorda la comune battaglia contro il regime fascista, che riunì persone di diverse tendenze politiche, e la tenace e lucida opera di testimonianza e divulgazione delle ragioni dell’antifascismo che lo ha visto impegnato fino all’ultimo. Esprime le proprie condoglianze alla moglie Osmana e alla famiglia tutta.
La Commissione di Corrispondenza
della Federazione Anarchica Livornese
Livorno, 25 aprile 2015
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– Aprile 26, 2015
Salvini, fascista! Livorno non ti vuole!
Salvini, fascista! Livorno non ti vuole!
Dopo la provocatoria presenza del nazileghista Borghezio, a Livorno mercoledì 22 aprile è arrivato anche Salvini, per una tappa del suo tour elettorale in vista delle elezioni regionali.
Stando alle notizie date nei giorni precedenti dalla stampa locale, il leader leghista sarebbe dovuto arrivare alle 9:30 al gazebo della Lega Nord in Via Grande, vicino alla zona del mercato, per poi passeggiare tra le strade del centro, tra i negozi e i banchi degli ambulanti.
La mattina di mercoledì 22 però, tra i banchi del mercato la tensione è alta, nessuno vuole essere strumentalizzato dalla Lega e i commenti della gente sono tutti contro Salvini. Le camionette di polizia e carabinieri presidiano tutti gli accessi alle strade del mercato e gli agenti in borghese controllano in forze la zona.
Già venti minuti prima dell’orario previsto per il suo arrivo, un centinaio persone si raccolgono dove la Lega avrebbe dovuto montare il proprio gazebo.
Ci sono donne e uomini, giovani e meno giovani, operai, facchini e muratori, ambulanti del mercato, pensionati, studenti e disoccupati, facce di ogni paese, tutti livornesi. Tutti là per impedire a Salvini di venire al mercato di piazza Cavallotti per il suo solito spot razzista.
La Lega non ha montato nessun gazebo, è riuscita solo ad aprire un banchino dall’altra parte della strada, protetta su ogni lato da cordoni di agenti in assetto antisommossa.
Quando da dietro i caschi blu si alzano una bandiera leghista ed una bandiera del Granducato di toscana con i colori degli Asburgo-Lorena, parte la contestazione vera e propria, viene aperto uno striscione e tutti cantano Bella Ciao, da una finestra qualcuno sventola una bandiera rossa. La folla dei contestatori cresce, i passanti si uniscono alla manifestazione spontanea e partono i primi slogan: “Salvini, fascista! Livorno non ti vuole!”, “siamo tutti clandestini!”, “Se ci sono i disoccupati, la colpa è dei padroni e non degli immigrati!”.
Quando, in ritardo, arriva Salvini passando da una strada laterale per evitare le contestazioni, i manifestanti sono ormai più di 200. Allora la protesta si fa più intensa e molti riescono, aggirando il primo cordone di polizia in borghese, ad arrivare di fronte agli scudi dell’antisommossa, a pochi metri dal gruppetto di leghisti che si fanno selfie con il proprio capo. Gli slogan e i cori coprono completamente le parole di Salvini, che quando sale in piedi su una panchina per parlare al microfono, da bravo collezionista di felpe, indossa una maglia con su scritto “Livorno” che accende ancora di più la contestazione. A quel punto una fitta pioggia di pomodori e uova lo costringe a scendere dalla panchina e a passare la parola ad un altro leghista. È ormai chiaro che Salvini non farà nessuna passeggiata per il mercato.
Dopo pochi minuti, i leghisti concludono il breve comizio, e Salvini per rispondere alle domande dei giornalisti senza essere sovrastato dagli slogan dei dimostranti deve allontanarsi di circa un centinaio di metri, in una Via della Madonna deserta e blindata. La visita dello showman padano dura poco più di mezzora, un corteo di mezzi della polizia lo scorta verso la prossima tappa del suo tour elettorale.
Lo sparuto gruppo di leghisti, protetto dai cordoni delle forze del disordine, resta per una ventina di minuti circondato dai manifestanti, che continuano a scandire slogan e bruciano una bandiera della Lega che qualche timido padano aveva probabilmente abbandonato a terra allontanandosi. Quando alla fine i sostenitori di Salvini se ne vanno via in macchina scortati dalla polizia, la folla dei contestatori si dirada e la manifestazione si scioglie.
Il fascista Salvini non è riuscito a fare un passo nel centro di Livorno e non ha neanche visto il mercato, di cui ha potuto però apprezzare “al volo” alcuni prodotti ortofrutticoli. La mattina del 22 aprile a Livorno è stato dimostrato che la propaganda della Lega può essere spezzata. La foto del giorno di Salvini non è quella di un “capitano” che dispensa strette di mano tra la gente, ma quella di un politico che mostra uno dei pomodori che la gente gli ha lanciato contro. Lo spot non è riuscito, il pubblico stavolta ha fatto irruzione sulla scena, senza preoccuparsi delle conseguenze mediatiche della contestazione.
La risposta della città, di chi a Livorno rifiuta il razzismo e il fascismo, di chi respinge la propaganda della Lega, è stata un segnale importante, che si intreccia con le contestazioni che ci sono state anche in altre città Toscane in questi giorni, con il grande corteo contro il comizio di Salvini a Roma il 28 febbraio scorso, con la contestazione a Torino di un mese fa, e con tutte le altre manifestazioni di protesta contro la propaganda della Lega. Ma la contestazione di Salvini a Livorno si salda anche con la manifestazione dei lavoratori di sabato 18 aprile, che ha portato in piazza anche la lotta contro le politiche del governo che cercano di spezzare la solidarietà tra gli sfruttati.
Salvini ha promesso che tornerà a Livorno, speriamo che da bravo politico non mantenga le promesse, ma nel caso dovesse tornare speriamo che torni in estate, in modo che possa assaggiare gli ottimi cocomeri del mercato.
Un* che c’era
Segue il volantino unitario diffuso nel corso mattinata al mercato:
Fuori Salvini!
Abbiamo appreso che la mattina di mercoledi 22 dalle ore 9:30, in via Grande, all’angolo con via del Giglio nella zona del mercato, sarà presente il razzista Matteo Salvini per un tour elettorale (da noi pagato).
Riteniamo che tale presenza sia una chiara e forte provocazione (iniziata con la presenza di Borghezio sabato 18) verso l’intera città di Livorno. Riteniamo indispensabile far capire in modo determinato che tale presenza è da ripudiare senza se e senza ma, soprattutto in questo tragico momento in cui, cercando la libertà, si muore a causa di politiche migratorie assassine, che Salvini vorrebbe ancora più restrittive. La propaganda vile e bugiarda della Lega prova in questi giorni anche a strumentalizzare l’ennesima strage in mare dello scorso 19 aprile. Centinaia di persone che cercavano di raggiungere le coste italiane sono state uccise dalle politiche migratorie dell’UE e dell’Italia di cui la stessa Lega è protagonista. Salvini in questa occasione torna a parlare di “invasione”, sciacallando sulla morte dei profughi e negando di fatto la realtà, perché il numero di italiani emigrati all’estero per lavoro ormai supera il numero di immigrati.
Cosa cerca Salvini? Sappiamo bene che la disoccupazione, così come gli sfratti, che raggiungono a Livorno livelli altissimi, sono causate dalle politiche dei governi, di cui anche la Lega Nord nel corso degli anni si è resa complice. Ma Salvini cerca tramite spot populisti di strumentalizzare l’impoverimento della gente gettando ogni responsabilità sui migranti, accusandoli di “rubare” case e lavoro.
Inoltre la Lega di Salvini si posta sempre più verso la destra fascista, creando alleanze con gruppi e partitini razzisti, xefonobi e fascisti, come casapound e alba dorata.
La giornata di sabato 18 Aprile ha lasciato un impronta chiara per quello che e legato alla questione del lavoro; tutte le nuove leggi sul lavoro (ad es. jobs act) hanno l’obiettivo di dividere i lavoratori, peggiorare tutte le condizioni lavorative e creare conflitti, all’interno della stessa classe sociale, tra i soggetti più deboli e ricattabili.
Noi sappiamo che la ricchezza nel nostro paese c’è ma è detenuta da soggetti speculativi come banche, capitalisti, e soggetti appartenenti alla casta politica. Mafia capitale ne è l’esempio più evidente: nella “Roma ladrona” i fascisti e i razzisti fanno affari gestendo l’emergenza immigrati, così come gli imprenditori della Lega fanno soldi a palate sfruttando i lavoratori immigrati.
Il futuro dei lavoratori nella regione governata dalla Lega è: lavoro gratis all’EXPO, la nuova frontiera della schiavitù.
I soldi necessari per avere garantite tutte le esigenze della popolazione, istruzione, sanità e servizi pubblici, ci sono. Lo dimostrano i miliardi destinati alle spese militari, all’EXPO, o a fallimentari investimenti in inutili grandi opere come la Tav.
Chiudiamo facendo un appello a tutte le realtà che ripudiano soggetti che minano alle libertà e propagano odio razziale a essere presenti in piazza per far capire che a Livorno non c’è spazio per loro.
“Salvini Livorno non ti vuole”
questo resoconto uscirà sul prossimo numero di Umanità Nova
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– Aprile 23, 2015
CONTRO PADRONI, GOVERNANTI E SPECULATORI RESPINGERE IL RICATTO OCCUPAZIONALE ORGANIZZARSI PER LOTTARE
(foto di Giacomo Bazzi)
Pubblichiamo il testo del volantino diffuso durante il corteo di sabato 18 aprile organizzato da Coordinamento Lavoratori Livornesi
CONTRO PADRONI, GOVERNANTI E SPECULATORI
RESPINGERE IL RICATTO OCCUPAZIONALE
ORGANIZZARSI PER LOTTARE
Gli Anarchici Livornesi partecipano alla manifestazione del 18 Aprile indetta dal Coordinamento dei Lavoratori e delle Lavoratrici Livornesi ribadendo che la crisi economica è stata l’occasione per un gigantesco sabotaggio della produzione e della distribuzione, sabotaggio operato dai capitalisti con l’appoggio del governo e delle banche, allo scopo di distruggere il movimento operaio e 50 anni di conquiste e i miglioramenti delle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari.
Livorno è un esempio di questa catastrofe: la disoccupazione giovanile è altissima, la cassaintegrazione è aumentata vertiginosamente. Il risultato è che tanti livornesi fuggono all’estero.
Anche nella nostra città, come altrove, vengono proposte “Grandi Opere”, vedi il Nuovo Ospedale e la Darsena Europa (come se non bastasse l’esperienza dell’inutile e dannoso Rigassificatore), che richiedono investimenti di miliardi di euro. Questi progetti sono presentati come soluzione per risolvere il problema della disoccupazione, in realtà sono solo l’ennesima occasione per fare affari sulla pelle dei lavoratori. Infatti queste opere invece di rispondere ai nostri bisogni, sono destinate a creare solo gigantesche speculazioni, favorire gruppi economici e di potere, a creare consensi elettorali attorno ai partiti che promuovono politiche contrarie agli interessi dei lavoratori.
Alla politica del degrado ambientale, del saccheggio dei territori, della speculazione edilizia e finanziaria, della estorsione di risorse e reddito ai danni dei lavoratori si devono opporre scelte che vengono dal basso e che devono essere controllate dal basso.
Un esempio lo dà “Vertenza Livorno”, rete per la difesa dell’ambiente e della salute, che ha individuato alcune proposte concrete (polo per la gestione dei rifiuti urbani e per le energie rinnovabili, bonifica delle aree dismesse a carico dei proprietari) per uscire dalla crisi senza l’uso delle grandi opere.
I lavoratori organizzati, anche in collegamento con lavoratori di altre località, devono vigilare per la difesa dell’occupazione fuori da ogni ricatto, per il rispetto dei regolamenti, contro lo straordinario, il lavoro nero e le nuove forme di precarizzazione, con la volontà di superare il modo di produzione capitalistico.
Per questo è importante sostenere tutte le lotte che si svolgono a livello locale. Altrettanto importante è agganciarsi ad una dimensione più vasta e sostenere le mobilitazioni che sono in atto nel paese, a partire dallo sciopero indetto nella scuola contro il piano Renzi e dalle manifestazioni previste a Milano (30 aprile, 1,2,3 maggio) contro l’Expo, evento che si configura come occasione di speculazione, corruzione e sfruttamento massiccio dei lavoratori addetti, nei confronti dei quali sono sospese le più elementari tutele e garanzie.
AZIONE DIRETTA
AUTOGESTIONE
Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario
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– Aprile 20, 2015