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Livorno: oggi alle 17:30 presidio in solidarietà dei compagni sgomberati a Firenze

Venerdì 20 Gennaio 2012
ore 17:30 – Piazza Grande, angolo Via Pieroni (Livorno)
PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI SGOMBERATI DALLA POLIZIA IERI A FIRENZE

Sono invitati a partecipare tutti coloro che vogliono esprimere solidarietà ai compagni fiorentini.

SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI DI VIA DEI CONCIATORI

Giovedì 19 gennaio 2012. A Firenze, in via dei Conciatori è stata sgomberata con la violenza dalla polizia la palazzina sede del Circolo Anarchico Fiorentino, dell’Unione Sindacale Italiana e del Progetto Conciatori.
Mentre le compagne ed i compagni erano saliti sul tetto, nella strada la polizia ed i carabinieri hanno caricato le decine di persone in presidio, accorse per opporsi allo sgombero.
Oltre 150 tra occupanti e solidali, hanno tentato fino all’ultimo di difendere lo stabile occupato di proprietà del Comune.
Il quartiere per l’occasione è stato militarizzato, via dei Conciatori è stata completamente blindata dalle camionette e dagli agenti in tenuta antisommossa.
Quanto è avvenuto è estremamente grave. Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi con la sua firma ha fatto sgomberare con la violenza una sede politica, una sede sindacale, uno spazio autogestito motore di attività culturali, politiche e aggregative.

Uno sgombero che il buon Renzi ha voluto nel nome del mattone e della repressione.
Quello stabile, a due passi dal centro della città vetrina, sarà infatti oggetto di una speculazione edilizia che renderà moltissimo a chi ci sfrutta e ci governa.
Profitti che non andranno mai nelle tasche degli sfruttati! Anzi, come sempre saranno lavoratori, precari, migranti, disoccupati, studenti a dover pagare il costo delle speculazioni, mentre allo stesso tempo saranno privati di uno spazio liberato e autogestito.

Con questo sgombero si è voluto chiudere un’importante esperienza di autogestione come quella del Progetto Conciatori, si è voluto chiudere la sede del Circolo Anarchico Fiorentino e dell’Unione Sindacale Italiana. Con questo sgombero si tenta ancora una volta di soffocare la voce degli anarchici. Si tenta di soffocare la voce di chi lotta, di chi si organizza dal basso. Si tenta di soffocare la voce di coloro che trovano nelle realtà di via de Conciatori un punto di riferimento.

Sostegno e Solidarietà
al Circolo Anarchico Fiorentino
all’Unione Sindacale Italiana (AIT)
al Progetto Conciatori

Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.
cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

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Comunicato dell’USI-AIT sullo sgombero dello stabile occupato a Firenze

da: http://www.usi-ait.org/

Sgombero!!!!!

Stamattina all’alba è cominciato, a Firenze, lo sgombero dello stabile occupato in via Conciatori n.4, sede tra l’altro dell’Unione Sindacale Italiana (USI-AIT),  del Circolo Anarchico Fiorentino e del “Progetto Conciatori” A questo sgombero è stata opposta resistenza, alcuni compagni sono saliti sul tetto cercando di resistere; mentre le cariche della polizia colpivano i compagni in strada che manifestano contro lo sgombero. L’Unione Sindacale Italiana condanna come fatto gravissimo l’attacco poliziesco alla sede di un sindacato di lavoratori e ne denuncia il livello di repressione che questo sgombero comporta, a maggior ragione quando ciò avviene ad opera del rappresentante di un partito che si dice dalla parte dei lavoratori. Il sindaco della città non ha mai voluto ascoltare la proposta di autorecupero dello stabile da parte del “Progetto Conciatori”, ma ha abdicato ai voleri della speculazione privata. Con lo sgombero di via dei Conciatori Firenze perde un’esperienza di autogestione che le ha dato importanti iniziative culturali e un progetto politico e sindacale unico per la difesa degli spazi sociali, del territorio e di tutti gli sfruttati. Ancora una volta come Unione Sindacale Italiana siamo colpiti dalla speculazione che attacca le nostre sedi, esattamente come avvenne nel 1925 quando il regima fascista requisì tutte le sedi dell’USI, sedi che mai lo stato democratico ha pensato di restituire.La Segreteria Nazionale e la Commissione Esecutiva dell’USI-AIT esprimono ai compagni fiorentini e toscani a nome di tutta l’USI-AIT la vicinanza e solidarietà e dichiarano il proprio sostegno a tutte le iniziative che i compagni fiorentini e toscani decideranno di mettere in atto. Analoga solidarietà e vicinanza va anche a tutte le altre realtà presenti oggi all’interno dello stabile in via dei conciatori.

Segreteria Nazionale e Commissione Esecutiva USI-AIT

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FIRENZE: CONCIATORI ORA SOTTO SGOMBERO! (IN AGGIORNAMENTO…)

E’ in queste ore sotto sgombero a Firenze lo stabile occupato in via dei Conciatori. Sede del Circolo Anarchico Fiorentino, dell’Unione Sindacale Italiana e del Progetto Conciatori. NO AGLI SGOMBERI!!

 

-IN VIA DEI CONCIATORI A FIRENZE I COMPAGNI E E COMPAGNE SONO SUL TETTO. E’ IN CORSO LO SGOMBERO ADESSO. FACCIAMO GIRARE LA NOTIZIA. PORTIAMO SOLIDARIETA’.

-PARE CI SANO STATE DELLE CARICHE

-LE COMPAGNE E I COMPAGNI SONO ANCORA SUL TETTO, PARE CHE ABBIANO CARICATO, C’E’ L’ANTISOMMOSSA. IN VIA DEI CONCIATORI C’E’ UN PRESIDIO CONTRO LO SGOMBERO. SOSTENIAMO I CONCIATORI, FACCIAMO GIRARE LA NOTIZIA, PORTIAMO SOLIDARIETA’ CONCRETA!

-VIA DEI CONCIATORI E’ STATA SGOMBERATALE COMPAGNE E I COMPAGNI STANNO FACENDO UN CORTEO NEL QUARTIERE
SOLIDARIETA!

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AUTOSPED Gavio SPA Livorno la lotta non si ferma. Mercoledì presidio dalle ore 8,00 davanti allo Stanic

da: senzasoste.it
lavoratori
La sospensione del lavoro degli impiegati e degli autisti che operano nel ramo container dellla filiale Autosped di Livorno è iniziata alla mezzanotte tra il 15 ed il 16 gennaio 2012 e durerà ad oltranza. La mattina di lunedì è avvenuta una manifestazione con occupazione degli uffici e del piazzale. Nei giorni scorsi, la società aveva comunicato alle organizzazioni sindacali l’avvio di un processo di ristrutturazione, che prevede anche la chiusura della filiale di Livorno ed il trasferimento di tutto il personale che opera nei container nella sede di Tortona. Resta escluso dal provvedimento il personale che opera nella distribuzione dei carburanti. Lo scorso dicembre, era stato siglato un accordo tra sindacati ed impresa per aumentare la professionalità ed il rendimento dei lavoratori dell’Autosped. Secondo i rappresentanti sindacali FILT, il lavoro a Livorno non mancherebbe, anzi sul porto toscano opererebbero anche automezzi delle altre filiali di Autosped.
Il lavoratori dell’ Autosped G Spa che stanno occupando la loro sede di Via Sacco E Vanzetti (angolo Via Aiaccia – dove c’ è il terminale del rigassificatore) a Stagno, stanno presidiando (occupando la sede stradale) le vie vicine e necessitano di un appoggio immediato.
Questi lavoratori sono tutti dipendenti autotrasportatori del Gruppo Gavio legato alla holding Aurelia S.p.A. di settori diversificati, implicata nella tangentopoli che ha visto implicato l’ esponente del PD Penati. Ora il Gruppo ha chiuso la sede di Livorno obbligando questi lavoratori ad accettare il trasferimento in una sede del Nord o licenziarsi (quindi un licenziamento mascherato).
Tutto questo perché il gruppo li vuole sostituire con padroncini non sindacalizzati in una realtà con forte richiesta di trasporti e non assolutamente in crisi.
Sono in trenta: hanno passato le prime notti di lotta occupando gli uffici e non demordono. L’ occupazione è a oltranza. Ieri c’ è stata molta tensione tra i lavoratori in lotta e gli autisti delle cisterne bloccati non coinvolti nei provvedimenti. Infatti la direzione aziendale ha cercato provocatoriamente lo scontro tra gli stessi lavoratori.
Questa è una lotta che necessita del massimo di solidarietà e sostegno. Domenica sera/notte mentre i lavoratori occupavano il piazzale della ditta e in un clima di forte tensione, le segreterie CGIL avevano tutte i telefoni spenti.
red. 17 gennaio 2011

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Assemblea cittadina aperta contro il disastro ambientale dei fusti tossici al cobalto

riceviamo e pubblichiamo

 

Assemblea cittadina aperta contro il disastro ambientale dei fusti tossici al cobalto

Il 17 dicembre l’Eurocargo “Venezia” perde due semirimorchi carichi di 45 tonnellate di cobalto e molibdeno durante una violenta tempesta. E’ incomprensibile perché una nave carica di materiale tossico abbia affrontato un viaggio così pericoloso, viste che tutte le previsioni meteo annunciavano da giorni tempesta nell’alto Tirreno: è chiaro che viste le condizioni proibitive del mare la nave sarebbe dovuta  stare in porto. Fatto sta che il carico tossico viene “perso” in mare al largo della isola di Gorgona e la cittadinanza viene per giorni tenuta all’oscuro senza allertare la protezione civile che comunque in casi come questi ci sembra non adeguatamente strutturata per far fronte a disastri ambientali di tale portata.

Se l’incidente avesse riguardato il futuro  rigassificatore con molta probabilità ci si sarebbe trovati nelle stesse condizioni d’impotenza che ci sono verificate con i bidoni tossici al cobalto. Capitaneria, Prefettura, Comune, Provincia e Regione hanno atteso ben 11 giorni prima di divulgare la notizia del disastro. Solo grazie alla controinformazione dei comitati e associazione ecologiste si è venuti a conoscenza del pericolo: il materiale contenuto nei bidoni “persi” al contatto con l’aria può infiammarsi sprigionando polveri e gas nocivi, è tossico per fauna  e flora marina e può entrare attraverso la catena alimentare con pericolose conseguenze per la salute umana. Si tratta di un disastro ambientale di cui non si riesce ancora a capire le dimensioni , le ricadute ambientali e quelle a livello economico-turististico. Occorre ricordare che sulla vicenda la Grimaldi ha tenuto un pesante silenzio che rimanda a forti responsabilità  dell’armatore napoletano per il disastro ambientale che ha colpito il nostro mare.

Pertanto riteniamo opportuno indire un assemblea cittadina aperta a tutti in vista di una manifestazione cittadina per chiedere :

  1. CHE SI METTANO IN AZIONE TUTTE LE MISURE PER INDIVIDUARE E RECUPERARE I BIDONI A SPESE DELLA GRIMALDI;
  2. CHE SI FACCIA LUCE SU COSA EFFETTIVAMENTE E’ ACCADUTO SUL CARGO VENEZIA LA NOTTE DEL 17 DICEMBRE E SUL MOTIVO DEI SILENZI E DEI RITARDI NELL’INFORMAZIONE ALLE POPOLAZIONI;
  3. CHE SI DIMETTANO I SINDACI DI LIVORNO E PISA ASSIEME AI LORO ASSESSORI ALL’AMBIENTE RESPONSABILI DI AVER TACIUTO ALLE POPOLAZIONI IL DISASTRO DI CUI ERANO VENUTI A CONOSCENZA FIN DAL 17 DICEMBRE;
  4. CHE COMANDANTE DELLA CAPITANERIA E PREFETTO SIANO IMMEDIATAMENTE RIMOSSI DAI LORO INCARICHI;
  5. CHE SIA APERTA UN INCHIESTA AMBIENTALE IN TEMPI BREVI CHE DETERMINI I POSSIBILI EFFETTI  E CONTROMISURE NECESSARIE AD EVITARE PERICOLOSI DANNI ALLA SALUTE DEI CITTADINI
  6. CHE SIANO DETERMINATE RESPOSABILITA POLITICHE E  RIVISTA L’ATTUALE STRUTTURA DELLA PROTEZIONE CIVILE CHE IN QUESTO CASO NON SI E’ DIMOSTRATA ALL’ALTEZZA DELLA SITUAZIONE

GIOVEDI’ 19 GENNAIO, ORE 21,15 ASSEMBLEA CITTADINA PRESSO SALONE DELLA CIRCOSCRIZIONE 4, VIA MENASCI – COLLINE

Vertenza Livorno , rete per la difesa dell’ambiente e della salute

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In 300 in presidio perché venga fatta luce sull’inabissamento dei fusti tossici

da: senzasoste.it

presidio_porto

 

Circa 300 persone hanno partecipato stamani al Porto Mediceo di Livorno al presidio organizzato per chiedere che venga fatta luce sull’inabissamento dalla nave Venezia della Grimaldi Lines di un numero imprecisato di fusti (si parla di oltre 200) contenenti sostanze pericolose avvenuto – sembra – il 17 dicembre scorso a nord dell’isola di Gorgona.  Alla protesta hanno aderito comitati, associazioni e partiti, preoccupati per un mare diventato una discarica e indignati per il modo con cui il grave episodio è stato prima nascosto e poi gestito dalle autorità.

“Sul sito internazionale che riporta tutte le rotte e dunque anche quella del cargo Venezia – dice Maurizio Zicanu del coordinamento di Vertenza Livorno uno dei comitati promotore dell’iniziativa – la nave della Grimaldi stranamente non segue la rotta annunciata e passa molto più vicino alla costa. Vorremmo sapere il motivo di questa decisione del comandante a nostro avviso molto pericolosa”.

Secondo la ricostruzione fornita dalla Grimaldi, la nave cargo Veneziasarebbe partita da Catania per Genova con mare forza 10 e onde alte più di otto metri. Ma invece di ripararsi in un porto avrebbe sfidato la tempesta nel luogo più delicato per l’ecosistema, quel Santuario dei cetacei tra l’isola di Gorgona e l’Elba che si trova a 22 miglia al largo dalle coste toscane già minacciato dall’ormai prossima costruzione del pericolosissimo e inutile rigassificatore offshore. Insomma, avrebbe rischiato di affondare perdendo incredibilmente due carichi con almeno due centinaia di fusti contenenti 40 tonnellate di cobalto e molibdeno, due metalli tossici altamente inquinanti. Che magicamente si sarebbero inabissati in uno dei punti più profondi dell’alto Tirreno, a 500 metri di profondità, dove guarda caso il fondale è fangoso e sabbioso (in poche parole in un punto dove è quasi impossibile recuperarli.

Tra gli intervenuti anche la consigliera comunale livornese del PD, Arianna Terreni, contestatissima dai manifestanti presenti. “Comandano Livorno e la Regione – questa l’accusa rivoltale – e si indigna promettendo di portare la protesta all’interno delle istituzioni? E cosa ha fatto finora il suo partito se non contribuire a trasformare il mare livornese in una discarica? Ci vuole veramente faccia tosta. Gli organismi istituzionali dovrebbero tutelare l’ambiente e in un’area che dovrebbe essere protetta come il Santuario dei cetacei, un accordo internazionale che è stato ratificato dall’Italia più di 10 anni fa, cos’hanno fatto i suoi compagni di partito? Hanno pianificato l’installazione di un rigassificatore e permesso la contaminazione dell’intera area marina.

Sul banco degli imputati anche la Capitaneria di porto, che incredibilmente non ha bloccato la navigazione del cargo.  “Abbiamo la sensazione che neppure le autorità marittime sappiano bene che cosa sia successo – ha detto Alessandro Gianni, direttore campagne di Greenpeace Italia -. E questa è una cosa gravissima, che ci preoccupa molto. Devono dirci ancora come intendono recuperare questi fusti. Che cosa contengono esattamente e che pericoli ci sono per il mare e la catena alimentare”.

I fusti inabissatisi sarebbero di proprietà di una società con sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo e conterrebero materiale altamente tossico proveniente dalla raffineria di Priolo Gargallo, vicino Siracusa. La magistratura ha aperto un’inchiesta indagando il comandante del cargo. L’ipotesi di reato, per ora, riguarda violazioni dei sistemi di sicurezza del carico, ma se la situazione dovesse precipitare si potrebbero ipotizzare reati ambientali anche gravissimi. (red.)

08 gennaio 2012

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RIFIUTI TOSSICI E VELENI NEL MARE DI LIVORNO: VOLANTINO

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MANIFESTAZIONE per sapere la verità sull’incidente della Nave Grimaldi avvenuto a sud dell’Isola della Gorgona

MANIFESTAZIONE

DOMENICA 8 GENNAIO 2012  ore 12 ,00

PORTO MEDICEO

Via del Molo Mediceo

·

MANIFESTAZIONE per sapere la verità sull’incidente della Nave Grimaldi avvenuto a sud dell’Isola della Gorgona.

Il 17 dicembre l’Eurocargo Venezia della compagnia Grimaldi Lines, ha perso nel tratto di mare tra Gorgona ed il Banco di Santa Lucia, alcuni semirimorchi carichi di merce pericolosa non meglio specificata. Si tratta di 224 bidoni metallici. Ognuno contiene 200 chili di monossido di cobalto e molibdeno.
Secondo una comunicazione ufficiale della Guardia Costiera di Livorno «Il prodotto è contenuto all’interno di sacchi di plastica nera racchiusi in fusti metallici di colore azzurro della capacità di 200 litri. Il materiale diventa pericoloso a contatto con l’aria scaldandosi fino ad alte temperature e producendo fiammate bluastre e liberando polveri e gas tossici».
Esperimenti su animali hanno indicato che troppo molibdeno causa deformità fetali.

Il 9 luglio scorso, a circa 10 miglia a nord del porto di Marciana Marina, all’isola d’Elba, l’equipaggio dell’imbarcazione tedesca MS Thales ha incrociato la nave portacontainer Toscana proveniente da Malta, ferma in mezzo al mare con segni inequivocabili di attività di scarico, in pieno Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos.
Ecco il resoconto testuale: “Il 9 Luglio 2009 la MS Thales era in navigazione dal porto (porto di provenienza) di Marina di Pisa all’Isola d’Elba. Alle 21,00 abbiamo osservato la nave porta-container “Toscana”, il cui (porto di provenienza) è La Valetta, nella posizione 43° 07,893’N, 10° 15,026’E (la posizione è stata presa con l’aiuto del GPS e del sistema radar di bordo). La nave “Toscana” era ferma. Non c’era segno di lavaggio della cisterna. Non c’era segno di ancoraggio o che fosse disabilitata. A una osservazione più vicina con l’aiuto di binocoli (8×40) abbiamo scoperto l’equipaggio della nave mentre lavorava sulle gru di bordo, gettando alcuni oggetti fuori bordo. Gli oggetti sembravano essere container da 16ft.
VOGLIAMO LA MASSIMA INFORMAZIONE
COLPIRE I COLPEVOLI
DIFENDERE L’AMBIENTE E LA SALUTE DELLE POPOLAZIONI

 

In queste sono arrivate molte altre adesioni ecco l’elenco aggiornato al 6 gennaio ore 23

 

 

ORGANIZZANO

Adesioni al 6 gennaio ore 23

 

Partito della Rifondazione Comunista Circoli Centro, Rosignano e Salviano, Sinistra critica, Sinistra Ecologia e Libertà, Unione Inquilini, Cittadini ecologisti – Movimenti civici – Unione Sindacale di Base, Unicobas, Cobas, Vertenza -Livorno, Comitato No al Rigassificatore offshore, Rifiuti Zero, Rifondazione Comunista Federazioni di Livorno, Pisa, Piombino – Elba, Arezzo, Partito Comunista dei Lavoratori, Gruppo Regione Federazione della Sinistra – Verdi, Rifondazione Comunista Toscana, www.sequenze.webnode.it,  LEGAMBIENTE Arcipelago Toscano, La lista civica Città Diversa, Movimento Popolare di Liberazione, www.messaggeridelmare.it Verdi Ambiente e Società, Italia dei valori, Forum ambientalista nazionale, Brigate di solidarietà attiva Toscana, Movimento Cinque Stelle, pagina facebook Lo sai Livorno, La Rete dei Comunisti di Pisa, AS.I.A/USB Grosseto, Federazione Verdi Rosignano, WWF Livorno, Italia Nostra  Livorno e di Firenze, Le liste civiche Insieme per Cambiare di Montescudaio e Riparbella, Partito dei CARC – sezione Cecina, occupanti dell’ex Caserma del Fante Livorno, Associazione nazionale Fairwatch, Collettivo Anarchico Libertario, Comitato Difesa Ambiente Livorno, Federazione Anarchica Livornese.…… aggiungeremo le nuove adesioni.

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VELENI CHE VOLANO…ISTITUZIONI CHE TACCIONO

Durante la violenta libecciata della notte di venerdì 17 dicembre il cargo “Venezia” della compagnia armatrice Grimaldi, “perde” al largo della Gorgona due semirimorchi con 189 fusti di rifiuti tossici (catalizzatori di monossido di cobalto e molibdeno) provenienti da un raffineria siciliana. Il comandante della nave sostiene di essersene accorto solo all’arrivo al porto di Genova, la mattina dopo. Capitaneria e Prefettura hanno atteso ben 11 giorni prima di divulgare la notizia del disastro, ma solo ai Comuni di Cecina e Bibbona. Soltanto grazie a fonti giornalistiche e alla controinformazione di comitati e associazioni ecologiste si è venuti a conoscenza del pericolo: il materiale contenuto nei bidoni “persi” al contatto con l’aria può infiammarsi, sprigionando polveri e gas nocivi, ed è tossico per la fauna marina.

E’ vergognoso il silenzio che si è cercato di tenere su tutta la vicenda. Mentre, ci si dice, aerei e motovedette cercavano i fusti, le popolazioni erano tenute all’oscuro del pericolo e non erano messe in condizione di gestire la situazione. E’ poi incomprensibile perché Capitaneria e Prefettura si siano limitati ad informare i sindaci dei Comuni di Cecina e Bibbona, quando solo un calcolo probabilistico poteva indicare in quelle due zone costiere i luoghi dove si potevano spiaggiare i fusti con il loro micidiale contenuto.

Come sempre le istituzioni (Capitaneria, enti locali, Prefettura) tutelano il profitto dell’armatore, del produttore e trasportatore delle sostanze tossiche, invece della salute delle popolazioni.

La storia si ripete, anche se con le dovute distinzioni.

Come in Val Susa, come a Napoli, come all’Aquila, come a Casale Monferrato, come nella Livorno rigassificata col consenso della stragrande maggioranza dei partiti politici: da parte delle istituzioni solo disinteresse, minimizzazioni, imposizione di nocività.

Il diritto alla salute dei singoli e della collettività può essere tutelato solo attraverso l’autorganizzazione e l’azione diretta.

La Grimaldi ha tenuto un pesante silenzio su tutta la vicenda eppure l’armatore napoletano è il maggiore responsabile del disastro ambientale.

Deve spiegare con dovizia di particolari l’accaduto e deve, soprattutto, fugare ogni ragionevole dubbio sul fatto che i semirimorchi non si siano staccati dalle loro catene per le intemperie, cosa comunque gravissima perché materiale così particolare come rifiuti tossici e nocivi dovrebbero essere ricoverati in modo da dare tutte le garanzie di sicurezza ma che sia stato il capitano della nave, nel pieno della tempesta, ad aver deciso, per motivi di opportunità, di scaricare in mare i due semirimorchi con il loro pericoloso contenuto.

La Grimaldi si deve attivare da subito per il recupero dei bidoni prima che accada l’irreparabile (ammesso che non sia già accaduto)

Il sindaco di Livorno e in generale i responsabili della sanità e dell’ambiente del Comune hanno la gravissima responsabilità di aver taciuto alla popolazione il rischio che stava correndo, rendendosi complici dei silenzi di Prefettura e Capitaneria.

Solo impegnandosi in prima persona e lottando fuori e contro le istituzioni si può imporre:

  1. CHE SI METTANO IN AZIONE TUTTE LE MISURE PER RECUPERARE I BIDONI,
  2. CHE SI FACCIA LUCE SU COSA EFFETTIVAMENTE E’ ACCADUTO SUL CARGO VENEZIA LA NOTTE DEL 17 DICEMBRE,
  3. CHE’ I RESPONSABILI DEI SILENZI E DELLE OMISSIONI SIANO MESSI DI FRONTE ALLE LORO RESPONSABILITA’

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

cdcfedanarchicalivornese@ virgilio.it

Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@ hotmail.it

http://collettivoanarchico.noblogs.org

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40 tonnellate di rifiuti tossici nel nostro mare: disastro ambientale

da: senzasoste.it

nave_grimaldiLa notizia è apparsa, anche se con scarso rilievo, sulla stampa cittadina e nelle cronache regionali di Repubblica. Vediamo, innanzitutto di ricostruire i fatti così come sono stati descritti dalla stampa.

Il 29 dicembre Il Tirreno, cronaca di Cecina, pubblica con grande risalto la notizia della “perdita” di un carico di sostanze tossiche. Il giornalista riprende il contenuto di un fax inviato il 28 dicembre dalla Guardia costiera ai sindaci dei comuni di Cecina e di Bibbona, in cui si cita un avviso ricevuto il giorno prima (27 dicembre, dunque) dalla Capitaneria di Porto di Livorno. Si apprende così che il 17 dicembre, durante la tempesta che aveva provocato venti fino a 120 km/h e onde alte fino a 8/9 metri, il cargo-traghetto “Venezia” della Compagnia Grimaldi, in navigazione da Catania a Genova, avrebbe “perso” due semirimorchi carichi di “sostanze solide inorganiche”. Il fax della Guardia costiera non precisa né la qualità né la quantità del materiale disperso in mare ma indica alcuni codici e sigle (codici UN 3191 e IMDG 4.2 e la sigla COMO). Secondo l’articolista si tratterebbe di sostanze infiammabili contenute in catalizzatori. La Grimaldi, a cui erano stati chiesti chiarimenti in merito, non aveva dato alcuna risposta. Il giornalista nota che l’allarme è stato dato ben 11 giorni dopo l’inabissamento dei fusti

Alle 14 del 29 dicembre l’ANSA rilancia la notizia in un breve dispaccio.

Il 30 dicembre Il Tirreno pubblica un breve trafiletto che contiene la richiesta di chiarimenti fatta dal circolo Centro di Rifondazione comunista mentre Greenreport pubblica un comunicato allarmato di Legambiente arcipelago toscano.

Il 31 dicembre i quotidiani locali pubblicano i risultati della conferenza stampa convocata, finalmente, dall’ammiraglio comandante della Capitaneria di Porto di Livorno, Ilarione Dell’Anna. Qualche notizia in più viene data: i fusti sarebbero 224 contenenti ciascuno 200 chili di catalizzatori di monossido di cobalto e molibdeno: “materiale che, al contatto con l’aria, può infiammarsi sprigionando polveri e gas nocivi”. In fondo al mare o in superficie in attesa di spiaggiarsi ci sono quindi 45 tonnellate di queste porcherie. Il “Venezia” avrebbe perso i due semirimorchi al largo della Gorgona ma l’equipaggio si sarebbe accorto della “scomparsa” solo all’arrivo al porto di Genova (ore 7,30 del 17 dicembre). Secondo la ricostruzione ufficiale i due semirimorchi avrebbero rotto le “rizzature” (catene) che li fermavano finendo in mare. Dell’Anna spiega, bontà sua, che l’ossido di cobalto è molto pericoloso se asciutto, visto che “si può incendiare a contatto con l’aria” mentre in acqua potrebbe provocare danni ingenti alla fauna ittica e ai fondali.

Il curioso di tutta questa vicenda è che le notizie che abbiamo riassunto sopra le abbiamo lette su Il Tirreno cronaca di Cecina e di Empoli ma non su quella di Livorno che invece si limita a riportare qualche stralcio del rassicurante comunicato emesso dalla Prefettura senza scendere nei particolari né quantitativi né qualitativi del disastro. Naturalmente anche La Nazione, che su questo tema non riesce a trovare il modo per parlar male di Comune e Provincia, riporta la notizia in termini per lo meno molto generici.

Interessante l’articolo che appare sulle pagine regionali di Repubblica nel quale si riferisce che secondo fonti di ISPRA e ARPAT i catalizzatori inabissatisi “sono effettivamente tossici per la fauna marina”. Ma va là! Repubblica scrive che “per tre giorni la Capitaneria ha organizzato ricognizioni con un aereo e le motovedette, ma nessuno dei fusti è stato rinvenuto”. Importanti anche alcune dichiarazioni di Dell’Anna: “Nelle prossime settimane i tecnici dell’istituto zootecnico dovranno svolgere continue analisi su tutto il pesce pescato davanti alle nostre coste, purtroppo i catalizzatori contengono metalli e dobbiamo capire se possono essere pericolosi per la salute dei cittadini .. ma per ora non è necessario un divieto di pesca”. Il nostro mare è situato nel santuario dei cetacei ma sembra che la cosa debba essere ricordata dalle istituzioni solo quando c’è da riempirsi la bocca nei convegni. E’ successo per il progetto di rigassificatore, sta succedendo per il disastro dei fusti tossici.

Per la Prefettura “nessun allarme particolare”, però il Prefetto aveva coordinato il 30 dicembre un vertice al quale hanno partecipato l’assessore alla salute della regione, Scaramuccia, quello all’ambiente della provincia, Nista, capitaneria, Arpat, ISPRA e Istituto zoo profilattico di Pisa, vigili del fuoco e ASL. E’ per lo meno strano che per una questione di scarsa importanza si sia mosso, la vigilia dell’ultimo dell’anno, il massimo responsabile della sanità toscana. Forse non aveva meglio da fare, o forse la situazione è veramente difficile.

Infine su Il Tirreno di oggi, 2 gennaio, si legge un intervento del consigliere Giannini, SEL, che chiede chiarimenti sull’accaduto e la convocazione di un consiglio comunale straordinario. Meno male.

Sempre oggi leggiamo su Qui Livorno che la Capitaneria ha emanato le regole guida per i pescatori e che il catalizzatore di cui sono pieni i fusti è “utilizzato nel settore petrolifero e in quello del trattamento del gas per l’abbattimento dello zolfo”. Oggi nuovo tavolo tecnico con l’assessore regionale alla salute e l’ARPAT.

Fin qui le notizie di stampa. Alcune considerazioni vengono spontanee.

1) Perché Capitaneria e Prefettura hanno atteso ben 11 giorni per informare la popolazione: è vergognoso il silenzio che si è cercato di tenere su tutta la vicenda. Mentre, ci si dice, aerei e motovedette cercavano i fusti, le popolazioni erano tenute all’oscuro del pericolo e non erano messe in condizione di gestire la situazione.

2) Perché si sono limitati ad informare i sindaci dei Comuni di Cecina e Bibbona, quando solo un calcolo probabilistico poteva indicare in quelle due zone costiere i luoghi dove si potevano spiaggiare i fusti con il loro micidiale contenuto

3) Perché la compagnia Grimaldi ha tenuto un pesante silenzio su tutta la vicenda. L’armatore napoletano è il maggiore responsabile del disastro ambientale. Deve spiegare con dovizia di particolari l’accaduto e deve, soprattutto, fugare ogni ragionevole dubbio sul fatto che i semirimorchi non si siano staccati dalle loro catene per le intemperie, cosa comunque gravissima perché materiale così particolare come rifiuti tossici e nocivi, perché di questo chiaramente si tratta, dovrebbero essere ricoverati in modo da dare tutte le garanzie di sicurezza. Chi ci dice che il capitano della nave, nel pieno della tempesta, non abbia deciso, per preservare l’incolumità dell’equipaggio se non addirittura la salvezza della nave, di scaricare in mare i due semirimorchi con il loro pericoloso contenuto?

4) Perché il sindaco di Livorno e in generale i responsabili della sanità e dell’ambiente del Comune hanno brillato per la loro assenza da tutta la vicenda, quasi la cosa non riguardasse la città. In questo sono stati sostenuti da Tirreno e Nazione che come sempre nei momenti decisivi sono i migliori “guardaspalle” delle istituzioni locali.

Noi attendiamo risposte. Precise. Facciamo appello a tutti livornesi, a tutti coloro che hanno a cuore la salvezza dell’ambiente perche uniscano le loro intelligenze al fine di rompere il muro di silenzio costruito attorno a questa oscura vicenda.

Inviato a Senza Soste da M. Z.

2 gennaio 2012

Gran parte del materiale che è servito a realizzare questo articolo è stato raccolto grazie a Vertenza Livorno, rete per la difesa dell’ambiente e della salute.

Nella foto tratta da Greenreport la nave Venezia della Grimaldi che ha “perso” i bidoni

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