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40 tonnellate di rifiuti tossici nel nostro mare: disastro ambientale

da: senzasoste.it

nave_grimaldiLa notizia è apparsa, anche se con scarso rilievo, sulla stampa cittadina e nelle cronache regionali di Repubblica. Vediamo, innanzitutto di ricostruire i fatti così come sono stati descritti dalla stampa.

Il 29 dicembre Il Tirreno, cronaca di Cecina, pubblica con grande risalto la notizia della “perdita” di un carico di sostanze tossiche. Il giornalista riprende il contenuto di un fax inviato il 28 dicembre dalla Guardia costiera ai sindaci dei comuni di Cecina e di Bibbona, in cui si cita un avviso ricevuto il giorno prima (27 dicembre, dunque) dalla Capitaneria di Porto di Livorno. Si apprende così che il 17 dicembre, durante la tempesta che aveva provocato venti fino a 120 km/h e onde alte fino a 8/9 metri, il cargo-traghetto “Venezia” della Compagnia Grimaldi, in navigazione da Catania a Genova, avrebbe “perso” due semirimorchi carichi di “sostanze solide inorganiche”. Il fax della Guardia costiera non precisa né la qualità né la quantità del materiale disperso in mare ma indica alcuni codici e sigle (codici UN 3191 e IMDG 4.2 e la sigla COMO). Secondo l’articolista si tratterebbe di sostanze infiammabili contenute in catalizzatori. La Grimaldi, a cui erano stati chiesti chiarimenti in merito, non aveva dato alcuna risposta. Il giornalista nota che l’allarme è stato dato ben 11 giorni dopo l’inabissamento dei fusti

Alle 14 del 29 dicembre l’ANSA rilancia la notizia in un breve dispaccio.

Il 30 dicembre Il Tirreno pubblica un breve trafiletto che contiene la richiesta di chiarimenti fatta dal circolo Centro di Rifondazione comunista mentre Greenreport pubblica un comunicato allarmato di Legambiente arcipelago toscano.

Il 31 dicembre i quotidiani locali pubblicano i risultati della conferenza stampa convocata, finalmente, dall’ammiraglio comandante della Capitaneria di Porto di Livorno, Ilarione Dell’Anna. Qualche notizia in più viene data: i fusti sarebbero 224 contenenti ciascuno 200 chili di catalizzatori di monossido di cobalto e molibdeno: “materiale che, al contatto con l’aria, può infiammarsi sprigionando polveri e gas nocivi”. In fondo al mare o in superficie in attesa di spiaggiarsi ci sono quindi 45 tonnellate di queste porcherie. Il “Venezia” avrebbe perso i due semirimorchi al largo della Gorgona ma l’equipaggio si sarebbe accorto della “scomparsa” solo all’arrivo al porto di Genova (ore 7,30 del 17 dicembre). Secondo la ricostruzione ufficiale i due semirimorchi avrebbero rotto le “rizzature” (catene) che li fermavano finendo in mare. Dell’Anna spiega, bontà sua, che l’ossido di cobalto è molto pericoloso se asciutto, visto che “si può incendiare a contatto con l’aria” mentre in acqua potrebbe provocare danni ingenti alla fauna ittica e ai fondali.

Il curioso di tutta questa vicenda è che le notizie che abbiamo riassunto sopra le abbiamo lette su Il Tirreno cronaca di Cecina e di Empoli ma non su quella di Livorno che invece si limita a riportare qualche stralcio del rassicurante comunicato emesso dalla Prefettura senza scendere nei particolari né quantitativi né qualitativi del disastro. Naturalmente anche La Nazione, che su questo tema non riesce a trovare il modo per parlar male di Comune e Provincia, riporta la notizia in termini per lo meno molto generici.

Interessante l’articolo che appare sulle pagine regionali di Repubblica nel quale si riferisce che secondo fonti di ISPRA e ARPAT i catalizzatori inabissatisi “sono effettivamente tossici per la fauna marina”. Ma va là! Repubblica scrive che “per tre giorni la Capitaneria ha organizzato ricognizioni con un aereo e le motovedette, ma nessuno dei fusti è stato rinvenuto”. Importanti anche alcune dichiarazioni di Dell’Anna: “Nelle prossime settimane i tecnici dell’istituto zootecnico dovranno svolgere continue analisi su tutto il pesce pescato davanti alle nostre coste, purtroppo i catalizzatori contengono metalli e dobbiamo capire se possono essere pericolosi per la salute dei cittadini .. ma per ora non è necessario un divieto di pesca”. Il nostro mare è situato nel santuario dei cetacei ma sembra che la cosa debba essere ricordata dalle istituzioni solo quando c’è da riempirsi la bocca nei convegni. E’ successo per il progetto di rigassificatore, sta succedendo per il disastro dei fusti tossici.

Per la Prefettura “nessun allarme particolare”, però il Prefetto aveva coordinato il 30 dicembre un vertice al quale hanno partecipato l’assessore alla salute della regione, Scaramuccia, quello all’ambiente della provincia, Nista, capitaneria, Arpat, ISPRA e Istituto zoo profilattico di Pisa, vigili del fuoco e ASL. E’ per lo meno strano che per una questione di scarsa importanza si sia mosso, la vigilia dell’ultimo dell’anno, il massimo responsabile della sanità toscana. Forse non aveva meglio da fare, o forse la situazione è veramente difficile.

Infine su Il Tirreno di oggi, 2 gennaio, si legge un intervento del consigliere Giannini, SEL, che chiede chiarimenti sull’accaduto e la convocazione di un consiglio comunale straordinario. Meno male.

Sempre oggi leggiamo su Qui Livorno che la Capitaneria ha emanato le regole guida per i pescatori e che il catalizzatore di cui sono pieni i fusti è “utilizzato nel settore petrolifero e in quello del trattamento del gas per l’abbattimento dello zolfo”. Oggi nuovo tavolo tecnico con l’assessore regionale alla salute e l’ARPAT.

Fin qui le notizie di stampa. Alcune considerazioni vengono spontanee.

1) Perché Capitaneria e Prefettura hanno atteso ben 11 giorni per informare la popolazione: è vergognoso il silenzio che si è cercato di tenere su tutta la vicenda. Mentre, ci si dice, aerei e motovedette cercavano i fusti, le popolazioni erano tenute all’oscuro del pericolo e non erano messe in condizione di gestire la situazione.

2) Perché si sono limitati ad informare i sindaci dei Comuni di Cecina e Bibbona, quando solo un calcolo probabilistico poteva indicare in quelle due zone costiere i luoghi dove si potevano spiaggiare i fusti con il loro micidiale contenuto

3) Perché la compagnia Grimaldi ha tenuto un pesante silenzio su tutta la vicenda. L’armatore napoletano è il maggiore responsabile del disastro ambientale. Deve spiegare con dovizia di particolari l’accaduto e deve, soprattutto, fugare ogni ragionevole dubbio sul fatto che i semirimorchi non si siano staccati dalle loro catene per le intemperie, cosa comunque gravissima perché materiale così particolare come rifiuti tossici e nocivi, perché di questo chiaramente si tratta, dovrebbero essere ricoverati in modo da dare tutte le garanzie di sicurezza. Chi ci dice che il capitano della nave, nel pieno della tempesta, non abbia deciso, per preservare l’incolumità dell’equipaggio se non addirittura la salvezza della nave, di scaricare in mare i due semirimorchi con il loro pericoloso contenuto?

4) Perché il sindaco di Livorno e in generale i responsabili della sanità e dell’ambiente del Comune hanno brillato per la loro assenza da tutta la vicenda, quasi la cosa non riguardasse la città. In questo sono stati sostenuti da Tirreno e Nazione che come sempre nei momenti decisivi sono i migliori “guardaspalle” delle istituzioni locali.

Noi attendiamo risposte. Precise. Facciamo appello a tutti livornesi, a tutti coloro che hanno a cuore la salvezza dell’ambiente perche uniscano le loro intelligenze al fine di rompere il muro di silenzio costruito attorno a questa oscura vicenda.

Inviato a Senza Soste da M. Z.

2 gennaio 2012

Gran parte del materiale che è servito a realizzare questo articolo è stato raccolto grazie a Vertenza Livorno, rete per la difesa dell’ambiente e della salute.

Nella foto tratta da Greenreport la nave Venezia della Grimaldi che ha “perso” i bidoni

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Torino corteo antirazzista

da: http://senzafrontiere.noblogs.org/post/2011/12/21/torino-contro-pogrom-razzisti-e-stragi-fasciste/

Torino 17 dicembre. Siamo alle Vallette, il quartiere popolare, che ha i suoi emblemi in quella discarica sociale che è carcere e nel nuovo stadio della Juve, dove le tensioni sociali si stemperano tra tifo e ginnastica ultrà. In questo quartiere il 10 dicembre si è consumato un pogrom. Una ragazzina racconta un bugia, uno stupro mai avvenuto, punta il dito su due rom, i rom che vivono in baracche fatiscenti tra le rovine della cascina della Continassa. In pochi giorni nel quartiere cominciano a girare i soliti volantini anonimi dei “cittadini indignati” che invitano a “ripulire la Continassa”. Il corteo, in prima fila la segretaria cittadina del PD, Bragantini si dirige al campo. I rom fuggono, la polizia sta a guardare. Partono le molotov che si mangiano tutto. Sabato 17 al mercato di piazza Montale, e in quello di corso Cincinnato, c’è un volantinaggio di solidarietà con le vittime della barbarie razzista. Tanti si fermano, prendono il volantino, dichiarano solidarietà. Nel pomeriggio l’appuntamento, organizzato da numerose associazioni antirazziste e gruppi politici, è in piazza Castello per un presidio di solidarietà con i rom della Continassa e con i due africani ammazzati da un fascista due giorni prima a Firenze. Il presidio si trasforma in corteo spontaneo: alla testa un folto gruppo di senegalesi con due striscioni con i nomi dei due ambulanti uccisi. Tra slogan e musica il corteo si dipana per il centro. Sul pogrom di Torino ascolta l’intervista a Karim Metref su radio Blackout Sulle persecuzioni contro i rom, dal “porraimos nazista ai pogrom democratici” ascolta l’intervista a Marco Rossi su radio Blackout Di seguito il volantino diffuso in piazza dalla FAI torinese: Provate ad immaginare. Siete a casa vostra dopo una giornata di lavoro. La paga è bassa, gli straordinari sono diventati un obbligo, la cassa integrazione una routine, la sicurezza un miraggio. È il lavoro ai tempi della crisi, la crisi che governo e padroni sono decisi a far pagare alla povera gente. State preparandovi alla cena o state giocando con i vostri figli. All’improvviso sentite il rombo rabbioso di una folla che urla minacciosa. Ce l’hanno con tutti quelli che vivono nel vostro stesso isolato, vogliono fare “pulizia”. Dicono che qualcuno in zona ha stuprato una ragazza. Fate fatica a capire perché tutta quella gente ce l’abbia con voi, che vivete la vostra vita e non avete mai fatto male a nessuno. Non potete crederci. Poi vedete le molotov, udite il fragore delle bombe carta. Il sapore della paura vi sale alla gola: afferrate i vostri bambini e andate via di corsa senza prendere niente. Quando la furia si placa la vostra casa non c’è più. Solo macerie. Vi sembra impossibile? Eppure è successo, è successo in questa vostra città. Poi si è scoperto che lo stupro era la bugia di una ragazzina che ha paura di una famiglia che le nega la libertà di amare il suo ragazzo Un pogrom razzista si è consumato a due passi da casa vostra. Lo striscione con scritto “no al razzismo, sì alla giustizia” non assolve nessuno, tantomeno la presidente della Circoscrizione e segretaria dei Democratici torinesi, Bragantini, che ha preso le distanze ma quella sera era in prima fila. Con lei tanta “brava gente” accecata dall’odio razzista. Se foste nati in una baracca di lamiera dentro una cascina diroccata il sapore della paura lo avreste sentito già nel latte di vostra madre. È il destino dei poveri. Quando si punta il dito su un intero popolo, quando tutti sono colpevoli perché due sono sospettati di aver stuprato una ragazza, il passo successivo sono le deportazioni, i lager, le camere a gas. La pulizia etnica. Se sei diverso e povero la tua vita diventa sempre più difficile. Fassino, dopo le doglianze di facciata, non trova niente di meglio puntare il dito contro i rom, promettendo sgomberi e controlli. Dopo i razzisti con le molotov, è il turno del Comune. A Firenze due ambulanti senegalesi sono uccisi, altri tre feriti, mentre facevano il loro lavoro. Dicono che l’assassino era un uomo triste, solo, depresso. Il solito matto. Peccato che il “matto” fosse un fascista dichiarato, un antisemita che negava i lager e le camere a gas. La polizia di Stato, tanto per non sbagliare, ha caricato un corteo di immigrati e antirazzisti che protestava contro la strage fascista. Da anni i pogrom incendiano l’Italia. Bruciano le baracche dei rom e corrodono la coscienza civile di tanti. Qualcuno agisce, tanti, troppi, plaudono silenti e rancorosi, convinti che saranno più sicuri. Al riparo dalla povertà degli ultimi, di quelli che non si lavano perché non hanno acqua neppure per bere, di quelli che di rado lavorano, perché nessuno li vuole, di quelli che vanno a scuola pochi mesi, tra uno sgombero di polizia ed un rogo razzista. Forse pensate che a voi non capiterà mai. Provate ad immaginare. Un giorno il padrone vi licenzia, la banca si prende la casa, la strada inghiotte voi e i vostri figli. Sarà il vostro turno. Ma allora non ci sarà più nessuno capace di indignazione, capace di rivolta. Provate a ricordare. Torino ha saputo in altri tempi rovesciare il fronte della guerra tra poveri, del razzismo verso gli immigrati meridionali. Nelle lotte per la case e per le scuole, per i trasporti e per i servizi, per il salario e la riduzione di orario, la gente, quella nata qua e quella nata altrove, si è riconosciuta parte della stessa razza, la razza di chi lotta per un mondo di libertà e uguaglianza. Padroni e governo hanno condotto una guerra feroce per piegare e disciplinare le nostre periferie. Libertà e tutele sono andate in fumo. Oggi il lavoro che ricatta la vita di tutti è una catena di schiavitù per gli stranieri, obbligati dalle leggi razziste ad accettare paghe da fame, orari impossibili per non rischiare di perdere il permesso di soggiorno. Se i lavoratori italiani e quelli stranieri troveranno il ritmo di una lotta comune contro chi si fa ricco lucrando sulle loro vite, la paura cambierà finalmente di campo. Il nemico, quello vero, è il padrone che sfrutta, è il politico che decide per noi, che punta sulla guerra tra poveri per garantirsi la pace sociale. Cerchiamo insieme di costruire un futuro diverso da questo presente di incubo.

Per info e contatti: Federazione Anarchica Torino

Corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21

338 6594361

fai…@inrete.it

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No al razzismo della democrazia, per una resistenza popolare antirazzista

da: http://senzafrontiere.noblogs.org/post/2011/12/20/no-al-razzismo-della-democrazia-per-una-resistenza-popolare-antirazzista/#more-2830

L’assalto al campo Rom di Torino, una lucida azione razzista, è l’ultimo episodio di un esclation di violenza. Le leggi ed i provvedimenti razziali hanno dati i loro frutti. L’odio profondo verso i migranti, creato ad hoc da governi e partiti, ha prodotto un nemico ben delineato: la comunità Rom, in passato sterminata dai nazisti e oggi aggredita con le leggi e con il fuoco dai meccanismi della democrazia. Nel 2008 a Ponticelli, vicino a Napoli, l’aggressione ai Ron di via Malibrand fu scatenata dalla falsa accusa ad una ragazza rom. Nel 2007 ad Opera la marcia razzista guidata dai politici della Lega Nord e di An diede fuoco alle baracche e costrinse gli abitanti ad andarsene. Il progrom di Torino è la conseguenza degli appelli delle istituzioni democratiche contro i migranti, i lavoratori schiavi dei campi del Sud e quelli dei cantieri del Nord e delle cooperative dell’hinterland milanese, uomini e donne ricattati dallo Stato per la loro provenienza geografica. E’ bastata la bugia di una ragazza, generata da un costesto autoritario che la obbligava a giustificare i suoi comportamenti, a scatenare la violenza contro coloro che vengono presentati ogni giorno come soggetti di cui disfarsi, sacrificabili per qualsiasi pretesto.
Pochi giorni dopo a Firenze un membro Casa Pound ha sparato contro sei uomini senegalesi che esponevano la propria merce. Due sono morti, Modou Samb e Mor Diop, gli altri quattro gravemente feriti.

Un simile orrore non è futto di una follia individuale. Un giorno dopo l’altro la canea razzista continua a causare vittime. I C.i.e. e il meccanismo delle deportazioni, l’infame ricatto che vede il permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro, obbligando i lavoratori migranti ad accettare condizioni schiavistiche pur di non perdere un pezzo di carta, ricordano molto da vicino i meccanismi di segregazione razziale nazisti e fascisti In diverse occasioni esponenti della Lega Nord, tra cui l’ex ministro dell’interno Roberto Maroni hanno affermato pubblicamente che sui migranti si sarebbe dovuto sparare.

La Commissione Antirazzista della Federazione Anarchica Italiana punta il dito contro chi ha armato le mani di chi ha compiuto la stragi di Torino e di Firenze. Dal grande corteo di Firenze in solidarietà alla comunità senegalese alle rivolte nei campi degli schiavi del Sud, ai cancelli delle cooperative dei caporali, mentre dentro i Cie i migranti bruciano le loro gabbie come a Lampedusa, esiste una resistenza antirazzista sempre più cosciente.
Solidarietà alla comunità Rom, a quella senegalese e alla resistenza popolare di migrant* e antirazzist* che ogni giorno lottano insieme per estirpare il cancro del razzismo.

Commissione Antirazzista della FAI

 

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Strage fascista a Firenze: in piazza anche a Livorno – Giovedì 15/12 h 10 P.zza della Repubblica

da: senzasoste.it

senegalesi

 

La comunità senegalese ha indetto per domani (giovedì 15 dicembre) una manifestazione con partenza da P.zza della Repubblica e arrivo in Prefettura dove avranno un incontro col prefetto.

La strage fascista di Firenze ha molto scosso la comunità, infatti questa mattina in via Buontalenti si sono succedute molte riunioni e molti capannelli dei ragazzi che lavorano al mercato.

Questo attacco alla comunità senegalese è stata anche un’occasione per parlare nuovamente tutte le vicissitudini che i ragazzi stanno affrontando in piazza Cavallotti dove l’intervento e la repressione dei vigili urbani sta diventando persecutoria.

In piazza questa mattina si respirava un’aria di grande solidarietà sia da parte dei commercianti che dei cittadini verso i senegalesi che si sono presentati con un nastrino rosso intorno al braccio in segno di lutto, imitati poi da altri lavoratori della piazza.

La comunità invita tutta la cittadinanza e tutte le comunità straniere a partecipare alla manifestazione di giovedì in piazza della Repubblica.

Sabato poi ci sarà una grossa manifestazione a Firenze e da Livorno partirà l’intera comunità oltre che a tutte le persone che vorranno esserci in segno di solidarietà. Il corteo partirà alle 15 da Piazza Dalmazia.

In ricordo di Samb Modou e Diop Mor, senza scordarsi che Moustapha Dieng, 34 anni, è ricoverato in prognosi riservata a Careggi, mentre Sougou Mor 32 anni, e Mbenghe Cheike, 42 anni, sono gli altri due feriti

red. 14 dicembre 2011

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La polizia carica chi protesta contro la strage di Firenze

video:

La polizia carica chi protesta contro la strage di Firenze

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PISTOIA-INIZIATIVE ANTIFASCISTE DOPO I FATTI DI OGGI A FIRENZE

da: http://anarchicipistoiesi.noblogs.org/

Domani mercoledì 14 ore 17.00
Piazza Duomo davanti alla Prefettura
PRESIDIO ANTIFASCISTA

Solidarietà alla comunità senegalese

———————

Giovedì 15 ore 21.30

ASSEMBLEA CITTADINA ANTIFASCISTA

Luogo da definire

FUORI I FASCISTI DAL SISTEMA SOLARE!!

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Senza Soste: Il killer dei senegalesi? Era a tutte le udienze del processo di Pistoia

da: senzasoste.it

casseri_casa_pound

Statene certi, ciò che è successo quest’oggi a Firenze sarà presto ricondotto da media, politici e questure all’atto di un folle. Così come era stato derubricato a atto di follia quello del naziattentatore norvegese Breivik. Lo ha già scritto Casa Pound in un suo comunicato e lo hanno già traghettato le varie trasmissioni di intrattenimento politico.

Ma quello che è successo oggi a Firenze, così come sabato scorso a Torino con l’incendio del campo rom, rappresenta un’Italia che cova i germi del fascismo e razzismo dentro di sè e mostra la pericolosità di soggetti e ideologie cresciute fino ad oggi col sostegno fattivo del partito che ha governato fino a poche settimane fa (il PdL che li ha foraggiati e fatti montare sul carro elettorale), con la tolleranza partecipativa del Pd e con gli intrighi con varie questure d’Italia. Senza considerare l’onda razzista e di paura che certi media e la Lega Nord hanno cavalcato negli ultimi 10 anni. Un’Italia dunque alla ricerca di un capro espiatorio di fronte alla crisi, all’impoverimento e all’incapacità di reagire e che spesso lo trova nel fantasma dello straniero che gli ruba il lavoro, gli stupra le donne e lo fa vivere nella paura. Basta leggere qualche forum filofascista sul web per rendersi conto delle erbacce che crescono in certi giardini. Ma i forum lasciano il tempo che trovano, i fatti che leggiamo ogni giorno, prontamente sminuiti dai media, sono realtà.

E noi ci sentiamo di dire questo perchè abbiamo sempre seguito le vicende di Casa Pound e conosciamo da vicino il contesto di Casa Pound Pistoia che Gianluca Casseri, l’omicida fascista, frequentava. Non solo frequentava, ma all’interno del sito di Casa Pound c’è anche una pagina a lui riservata che è stata prontamente cancellata oggi pomeriggio (http://www.ideodromocasapound.org/?author=17).Vedi foto.

E Casa Pound Pistoia (Circolo Agogè) non ha potuto fare a meno di riconoscere la frequentazione dei propri spazi da parte di Casseri, anche perchè era andato più volte proprio in quegli spazi a presentare il suo libro “Le chiavi del chaos”.

casa_pound_fuori_dalla_cittMa non finisce qui. Non appena uscite le foto del fascista killer in questione, a Livorno molti compagni lo hanno subito riconosciuto in quanto ha partecipato da uditore a quasi tutte le udienze del famoso processo di Pistoia ai danni di 7 compagni rei di aver devastato il circolo di Casa Pound (Link: gli articoli che ripercorrono la vicenda). A quelle udienze di fascisti non se ne vedevano, eccetto che quando erano chiamati per testimoniare, mentre il Casseri era sempre lì, quasi fosse il delegato a seguire il processo da parte del circolo pistoiese.

Alla luce dei fatti di oggi, è con ancora più rabbia che analizziamo ciò che successe dopo quei fatti dell’11 ottobre 2009 a Pistoia: la superficialità colpevole con cui molte forze politiche, soprattutto di sinistra, espressero la loro solidarietà a Casa Pound ma sopratuttto i fitti legami che ci sono stati fra questura di Pistoia e fascisti sia prima che durante il processo (scarica il dossier).

I fatti di oggi a Firenze non sono quindi riconducibili alla sola follia, ma sono parte integrante di un sistema che tollera i fascisti, li foraggia, gli concede spazi e anche poltrone nelle istituzioni. Casa Pound è fra quelle organizzazioni che ha cercato di ripulirsi nella forma e nel linguaggio per essere accettabile e presentabile, ma appena si va più in profondità rispetto all’immagine che si vogliono creare (i fascisti del terzo millennio oltre la destra e oltre la sinistra…) rimangono i soliti fascisti di sempre.

red. 13 dicembre 2011

 

http://www.senzasoste.it/locale/il-killer-dei-senegalesi-era-a-tutte-le-udienze-del-processo-di-pistoia

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Incontro nazionale delle studentesse e degli studenti anarchici e libertari

Incontro nazionale delle studentesse e degli studenti anarchici e libertari

17 -18 dicembre 2011 – Bologna, Circolo Anarchico Berneri, piazza di Porta Santo Stefano, 1

Dalle ore 10 di sabato 17 dicembreSiamo anarchiche e anarchici di varie località, impegnati nei movimenti studenteschi che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Questi periodi di intensa mobilitazione nelle scuole e nelle università, hanno infatti visto anche lo sviluppo di un intervento libertario nel movimento, da parte di singoli compagni e compagne come da parte di collettivi o gruppi.
E’ da alcuni di questi che nasce l’esigenza di stabilire contatti, creare solidarietà, aprire un dibattito comune, cercare momenti di coordinazione, ma innanzitutto conoscersi.Da qui nasce l’incontro nazionale delle studentesse e degli studenti anarchici a Bologna.
L’incontro sarà un’occasione per i collettivi ed i gruppi, come per i singoli compagni, di presentare la propria realtà ed iniziare a costruire dei contatti più solidi a livello nazionale. In particolare l’intenzione è quella di creare un momento di dibattito specifico sulle prospettive di un intervento anarchico e libertario nella scuola e nell’università. Per questo riteniamo importante anche confrontare letture e riflessioni sulle mobilitazioni studentesche degli ultimi anni. Mobilitazioni intense e di grande partecipazione, che però si sono sempre mantenute sul piano della semplice opposizione studentesca a singoli decreti o riforme, senza peraltro riuscire ad ottenere alcun risultato.

Questo appuntamento vuole essere un momento di confronto reale sulle rispettive esperienze locali, sul movimento studentesco, su possibili prospettive comuni.

Dopo le mobilitazioni studentesche degli ultimi anni, di fronte agli attacchi sempre più duri da parte dei governi e dei padroni agli studenti, ai lavoratori, ai precari, ai migranti, ai disoccupati, pensiamo che ora più che mai sia necessario costruire questi spazi di dibattito.

Invitiamo a partecipare tutte le compagne ed i compagni, tutti i collettivi ed i gruppi interessati.

potete contattarci scrivendoci a studentianarchici @ autistici.org

Student* anarchic*

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Sciopero generale!

volantino del Comitato per il diritto al lavoro, diffuso alla manifestazione dello sciopero di lunedì 12 dicembre

 

Sciopero generale!

Dopo le manifestazioni e le iniziative di lotta delle scorse settimane, dopo gli scioperi spontanei degli ultimi giorni, anche CGIL, CISL e UIL hanno indetto quattro ore di sciopero nel settore privato.

La manovra Monti è l’ennesima manovra antipopolare. Evidentemente le precedenti manovre sono fallite, se c’è bisogno di farne un’altra, ma anche questa, come le altre, si muove sulla stessa falsariga: aumento dell’IVA, tagli alle pensioni, stanziamenti per i militari, le banche e la Chiesa. E’ una strada che non porta da nessuna parte: le manovre precedenti sono fallite, ma Monti e il suo governo insistono. Eppure sarebbe tanto facile trovare i soldi se si cambiasse direzione: nell’ICI e nell’8 per mille troppo generosamente elargito alla chiesa, nelle spese militari. Basti pensare che il governo italiano è impegnato nell’acquisto di cacciabombardieri F35 per 29 miliardi, l’equivalente della manovra!

E’ importante che proseguano e si estendano le mobilitazioni fino ad un vero sciopero generale, non basta però lottare per avere un tavolo di trattativa col governo: l’IVA deve diminuire, le pensioni non devono essere toccate, i salari devono aumentare.

Aumenta l’IVA, aumentano i prezzi!

La manovra del Governo prevede l’aumento dell’IVA nel 2012 di due punti percentuali sia per l’aliquota ordinaria che su quella ridotta; in pratica l’IVA cresce di quasi il 10% per l’aliquota ordinaria (21%) e del 20% di quella ridotta (10%).

Secondo l’ISTAT l’inflazione a ottobre è pari al 3,4%, dato più alto da ottobre 2008. Sul rialzo mensile (0,6%) pesano anche gli effetti dell’incremento dell’IVA (dal 20% al 21% dell’aliquota ordinaria) , deciso con la manovra di agosto. Il nuovo aumento dell’IVA si ripercuoterà sui redditi di lavoratori e pensionati.

Le pensioni sono le prime a pagare

Il governo interviene sulle pensioni in quattro modi:

  • abolizione dell’indicizzazione per le pensioni superiori due volte al minimo;
  • superamento dei 40 anni di contribuzione per poter andare in pensione;
  • prolungamento dell’età lavorativa per le donne fino a 70 anni d’età (come per gli uomini);
  • abolizione delle pensioni d’anzianità.

E’ indubbiamente la parte centrale della manovra, e quella che più interessa al governo, ai “mercati” e all’Europa.

Dobbiamo ricordare che per ogni anno che viene lavorato in più da un anziano, un giovane ritarda di un anno le possibilità di occupazione: questo è il vero scontro generazionale!

Inoltre con le manovre precedenti, concordate con CGIL, CISL e UIL, l’INPS ha risparmiato sulle pensioni 141 miliardi di euro nei primi 10 anni del 2000, Dove sono andati a finire i soldi dei pensionati, i nostri soldi?

Salario o pensione, non basta più!

Non c’è stato bisogno della crisi né delle manovre dei governi per veder peggiorare i salari. Secondo studi sindacali, negli ultimi 10 anni le retribuzioni contrattuali hanno perso potere d’acquisto per più di 5.000 euro l’anno, per colpa della concertazione salariale e del mancato recupero del fiscal drag.

Non basta combattere la manovra Monti, bisogna rilanciare la lotta per il recupero salariale, al di là delle ridicole piattaforme contrattuali.

I lavoratori hanno prodotto tutta la ricchezza di questa società, ma nelle loro mani non ci rimane che una piccola parte, nonostante siano la maggioranza della popolazione. Il loro destino è nelle loro mani, non in quelle del Governo, dei politici o dei burocrati sindacali. Sperare nella benevolenza dei governanti, accettare i sacrifici con la speranza che siano gli ultimi, stimola solo la voracità dei nostri sfruttatori. Solo la lotta paga

Per un vero sciopero generale

Per battere la manovra Monti

Per la solidarietà fra gli sfruttati, per la solidarietà fra le generazioni

Uniti si vince

 

Comitato per il Diritto al Lavoro

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Milano e Roma – 12 dicembre 1969 – La strage di Stato voluta dai padroni

Chi dimentica la strage, chi dimentica
che dei compagni innocenti sono in galera
da anni, chi vuole uno «stato forte»,
chi – per paura o menefreghismo – preferisce
«allinearsi» con le tesi ufficiali,
«è di fatto complice dei veri assassini».
da Umanità Nova, anno 51 n.35

 

 

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