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Repressione e lotta: cominicato del coordinamento studentesco livornese

Si è svolta ieri una assemblea del Coordinamento Studentesco Livornese
che ha visto la partcipazione di circa 60 studenti da tutte le scuole
della città. Durante l’assemblea è stata ribadita l’importanza del
corteo studentesco di lunedì 26, con concentramento in P.Cavour alle
ore 9. I Collettivi degli istituti ed i singoli studenti hanno deciso
di organizzare cortei dalle singole scuole per raggiungere il
concentramento. Il corteo di lunedì sarà importante per riportare la
lotta nelle strade, per portare di nuovo i contenuti della nostra lotta
all’attenzione della popolazione.
Negli interventi è anche stato
fatto un bilancio su questi giorni di assemblee, presidii ed iniziative
nelle scuole, che hanno seguito il corteo studentesco del 7 ottobre. Il
bilancio è certamente positivo dal punto di vista delle iniziative
svolte, dell’organizzazione, dei risultati che hanno suscitato tra gli
studenti e in generale nelle scuole. E’ stato però chiaro a tutti che
dirigenze scolastiche e forze dell’ordine stanno facendo di tutto per
ostacolare e reprimere le proteste studentesche. All’istituto Nautico
lunedì mattina gli studenti, soprattutto minorenni, sono stati
minacciati ed intimiditi dalla dirigenza che ha minacciato bocciature,
provvedimenti disciplinari ed esclusione dai servizi per gli studenti
che si mobilitano. Nella stessa mattina oltre 60 studenti, soprattutto
minorenni, sono stati identificati dalla DIGOS, che ha anche cercato di
provocare ed intimidire gli studenti con spintoni e minacce di
denuncia. Tutto questo perché gli studenti intendevano far salire il
livello della protesta occupando la loro scuola, una forma di lotta
legittima, diffusa e riconosciutadi riappropriazione . E’ un
comportamento inaccettabile, che riscontriamo anche in altri istituti,
anche se in modo meno eclatante. In quasi tutte le scuole infatti le
dirigenze scolastiche minacciano gli studenti, facendo leva sul fatto
che studenti e famiglie sono tenuti all’oscuro dei propri diritti
sanciti dalla legge e dai regolamenti d’istituto. In molte scuole sono
state minacciate ripercussioni sui voti, bocciature, cinque in
condotta, altri provvedimenti disciplinari. Oltre ad essere un
gravissimo attentato alla libertà di manifestare, ed un metodo
autoritario e paternalistico di concepire una protesta studentesca che
invece porta avanti contenuti seri e strutturati, ci troviamo davanti a
minacce a vuoto. Infatti le dirigenze scolastiche non hanno potere di
bocciare od incidere sul profitto scolastico degli studenti, esistono
organi di garanzia e procedure che non permettono ancora, per fortuna,
all’autorità scolastica di poter prendere unilateralmente tali
decisioni. Ancora più grave è quindi il comportamento delle dirigenze
scolastiche che, oltre a minacciare gli studenti lo fanno anche
scavalcando le norme e scavalcando gli organi preposti, in particolare
i consigli di classe. E’ chiaro che ci troviamo di fronte non ad
episodi isolati, ma a un’azione congiunta di tutte le dirigenze
orientata da linee di condotta date direttamente dalla Questura. E’
infatti la Questura ed in particolare la DIGOS ad indirizzare, anche
nella minima situazione di agitazione, la dirigenza scolastica di una
scuola. Il movimento studentesco è quindi trattato come un problema di
ordine pubblico, non come un fenomeno sociale, un movimento di massa
radicato e diffuso che porta avanti da oltre un anno una lotta dalle
rivendicazioni e dai contenuti ben precisi. Le dirigenze scolastiche
non possono parlare di dialogo, sono esse le prime a negarlo agli
studenti. Il dialogo non si fa con le minacce, le provocazioni, la
polizia.
Non si può accusare chi si mobilita di voler saltare le
lezioni, di ostacolare il servizio scolastico, di impedire lo
svolgimento delle lezioni quando è proprio il Governo che con tagli
mostruosi ai fondi, alle ore di lezione, ai posti di lavoro e con altri
provvedimenti impedisce di fatto alle scuole di svolgere la propria
funzione.
La stampa locale, ha spesso lasciato spazio a questa linea
repressiva. E’ chiara infatti una linea editoriale volta a banalizzare
la protesta, a creare "casi scandalo" su situazioni marginali
tralasciando i veri contenuti della mobilitazione e le suo espressioni,
lasciando largo spazio alle dichiarazioni delle dirigenze scolastiche.
Una nuova assemblea si svolgerà nei prossimi giorni, per definire l’organizzazione del corteo di lunedì 26.
Facciamo appello a tutti gli studenti a partecipare alla manifestazione!

Coordinamento Studentesco Livornese

Posted in Scuola/Università.