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Alcoa/ Alta tensione a Portovesme “sequestrata” la fabbrica

da: http://www.apcom.net/newscronaca/20091120_214800_3d845f8_76746.html

21:48 – CRONACA- 20 NOV 2009

Alcoa/ Alta tensione a Portovesme "sequestrata" la fabbrica
 
video di reivendicazione da cui è tratta l’immagine:

http://www.youtube.com/watch?v=_ZVFEjNHqjQ&feature=player_embedded


Rivendicazione video: presi i manager, ma Cgil frena:sono con noi


Milano, 20 nov. (Apcom) –
Una giornata di alta
tensione alla Alcoa di Portovesme, in provincia di Carbonia Iglesias,
dopo che la multinazionale dell’alluminio ha deciso di sospendere la
produzione nei due stabilimenti italiani, quello in Sardegna e quello
di Fusina in Veneto. L’azienda di Pittsburgh ha reagito così alla
decisione della Commissione europea che ha chiesto di restituire gli
aiuti ricevuti sul prezzo dell’elettricità. La notizia, ha fatto sapere
la Cgil Sarda, è arrivata improvvisa e inattesa e, come ha spiegato il
segretario regionale Enzo Costa, "Con una notizia come quella la
fabbrica si ferma".
Gli operai si sono subito riuniti in assemblea e la tensione è salita
al massimo quando i lavoratori hanno deciso di "sequestrare" lo
stabilimento e quindi è stato diffuso un video nel quale due uomini con
il volto coperto hanno rivendicato l’azione. "Abbiamo sequestrato lo
stabilimento con tutti i dirigenti dentro – hanno detto – la
dichiarazione dell’Alcoa che chiude gli stabilimenti non può essere
messa in atto. Togliamo il sequestro solamente dopo che l’Alcoa toglie
la dichiarazione". Con il passare delle ore la situazione è andata
tranquillizandosi e la Cgil ha ribadito che "non c’è nessun sequestro,
i dirigenti sono rimasti di loro iniziativa, è una decisione che
riguarda tutti e che ha sorpreso tutti. Domani mattina alle 9 – ha
spiegato Costa – ci sarà un’assemblea aperta a tutte le associazioni
del territorio e ci sarà un’analisi della situazione meno a caldo. La
decisione di chiudere lo stabilimento sindacalmente è da respingere".
Il problema, oltre che i lavoratori della Alcoa, riguarda l’intera
regione sarda del Sulcis dove, hanno sottolineato dalla Cisl, la
situazione "è disperata". "A Portovesme – ha spiegato il sindacalista
Rino Barca – lavorano circa 1000 unità, circa 2mila con l’indotto,
senza considerare la situazione di un territorio marcato dalla
disoccupazione, per noi l’Alcoa è come la Fiat a Torino. Le fabbriche
avevano dato un impulso a questo territorio dopo la chiusura delle
miniere. Che la fabbrica chiuda è un disastro".
Anche il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, è
intervenuto sulla vicenda: "Questo è il momento della fermezza, ma
anche del massimo senso di responsabilità da parte di tutti. Fare ora
qualcosa di diverso potrebbe mettere a rischio qualche migliaio di
posti di lavoro". Per il governatore "l’unico obiettivo che tutti
perseguiamo è la piena operatività dell’impianto e il mantenimento dei
livelli occupazionali, precondizione per un rilancio dell’intero polo
dell’alluminio". In attesa degli sviluppi, a partire dall’assemblea di
domani, la Alcoa avrebbe deciso di non fare nulla per 15 giorni. Ma la
mobilitazione dei lavoratori non si ferma.

 

Posted in Lavoro.


One Response

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  1. ! says

    finalmente c’è chi lotta!!