Domenica 23 si è svolto a Prato un presidio contro i C.I.E organizzato
dal Collettivo Studentesco Autonomo di Prato e dagli Anarchici Toscani.
Il presidio ha visto la partecipazione di alcune decine di manifestanti,
sono stati affissi manifesti e striscioni nella centrale Piazza del
Comune, sono stati distribuiti volantini e si sono susseguiti numerosi
interventi. Questa iniziativa è stata importante perché Prato è una
delle località dove potrebbe sorgere il C.I.E. toscano che Maroni ha
promesso per il 2010. In questa città l’amministrazione comunale in mano
al centrodestra sostiene l’apertura di tale struttura. In particolare
lo zelante assessore alla sicurezza Milone è un gran sostenitore dei
nuovi lager, tanto da affermare “a noi i Cie servono per […] i
magrebini, gli algerini, quelli che spacciano, quelli che vengono
condannati a un anno e quattro mesi e poi vengono subito rimessi fuori”
(il Tirreno, 8/11/2009). Un’affermazione che non fa che confermare il
ruolo dei C.I.E. come vere e proprie strutture carcerarie, come luoghi
di repressione, come lager. Incompatibili con le strutture “dal volto
umano” e volte all’integrazione che il governo regionale di
centrosinistra ha dato a bere ai suoi elettori sostenendo la costruzione
del C.I.E. in Toscana.
La presenza di domenica a Prato si inserisce in un più ampio percorso
che ha visto in questo fine settimana altri due presidi anarchici contro
i nuovi lager, uno a Seravezza in provincia di Lucca ed uno a Volterra
in provincia di Pisa. Nelle prossime settimane ci saranno altri
interventi sul territorio, in diverse località, anche in vista di
un’iniziativa da tenersi a Firenze entro fine giugno e che possa far
pressione sulla Regione prima ancora che venga deciso il luogo di
costruzione del C.I.E. Toscano. Per costruire questa iniziativa nella
forma di una mobilitazione regionale, si è svolta la sera di lunedì 24
presso il Circolo Anarchico Fiorentino, una assemblea convocata dagli
Anarchici Toscani per coinvolgere tutte le forze che senza compromessi
si sono opposte e intendono opporsi ai C.I.E., qui ed ovunque.
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