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Comunicato di un gruppo di detenuti del CIE di Ponte Galeria (Roma)

A tutte le persone che vivono in questo paese
A tutti coloro che credono ai giornali e alla televisione

Qui dentro ci danno da mangiare il cibo scaduto, le celle dove
dormiamo hanno materassi vecchi e quindi scegliamo di dormire per terra,
tanti tra di noi hanno la scabbia e la doccia e i bagni non funzionano.
La carta igenica viene distribuita solo 2 giorni a settimana, chi fa le
pulizie non fa nulla e lascia sporchi i posti dove ci costrigono a
vivere.

Il fiume vicino il parcheggio qui fuori è pieno di rane e zanzare
che danno molto fastidio tutto il giorno, ci promettono di risolvere
questo problema ma continua ogni giorno.

Ci sono detenuti che vengono dai CIE e anche dal carcere che sono
stati abituati a prendere la loro terapia ma qui ci danno sonniferi e
tranquillanti per farci dormire tutto il giorno.

Quando chiediamo di andare in infermeria perchè stiamo male,
l’Auxilium ci costringe ad aspettare e se insistiamo una banda di 8-9
poliziotti ci chiude in una stanza con le manette, s’infilano i guanti
per non lasciare traccia e ci picchiano forte.

Per fare la barba devi fare una domandina e devi aspettare, 1 giorno a
settimana la barba e 1 i capelli.
Non possiamo avere la lametta.

Ci chiamano ospiti ma siamo detenuti.

Quello che ci domandiamo è perchè dopo il carcere dobbiamo andare in
questi centri e dopo che abbiamo scontato una pena dobbiamo stare 6 mesi
in questi posti senza capire il perchè.
Non ci hanno identificato in carcere? Perchè un’altra condanna di 6
mesi?

Tutti noi non siamo daccordo per questa legge, 6 mesi sono tanti e
non siamo mica animali per questo hanno fatto lo sciopero della fame
tutti quelli che stanno dentro il centro e allora, la sera del 3 giugno,
è cominciata così:

ci hanno detto: “se non mangi non prendi terapie” ma qui ci sono
persone con malattie gravi come il diabete e se non mangiano e si curano
muoiono.

Uno di noi è andato a parlare con loro e l’hanno portato dentro una
stanza davanti l’infermeria dove non ci sono telecamere e l’hanno
picchiato.
Così la gente ha iniziato ad urlare di lasciarlo stare.
In quel momento sono entrati quasi 50 poliziotti con il loro materiale e
con un oggetto elettrico che quando tocca la gente, la gente cade per
terra.
Le guardie si sono tutte spostate sopra il tetto vicino la caserma dei
carabinieri qui dentro, dove sta il campo da calcio.
Dalla parte sinistra sono entrati altri 50 poliziotti.

Quando abbiamo visto poliziotti, militari, carabinieri, polizia,
finanza e squadra mobile ufficio stranieri (che sono i più infami) sui
tetti, uno di noi ha cercato di capire perchè stavano picchiando il
ragazzo nella stanza.
«Vattene via sporco » un poliziotto ha risposto così.
In quel momento siamo saliti tutti sopra le sbarre e qualcuno ha
bruciato un materasso e quindi i poliziotti si sono spavenati e sono
andati fuori le mura per prendere qualcuno che scappava.

Da quella notte non ci hanno fatto mangiare nè prendere medicine per
due giorni.

Abbiamo preso un rubinetto vecchio e abbiamo spaccato la porta per
uscire e quando la polizia ha visto che la porta era aperta hanno preso
caschi e manganelli e ha picchiato il più giovane del centro, uno
egiziano.
L’hanno fatto cadere per terra e ci hanno picchiati tutti anche con il
gas, hanno rotto la gamba di un algerino e hanno portato via un vecchio
che la sua famiglia e i sui figli sono cresciuti qui a Roma, hanno
lanciato lacrimogeni e hanno detto che noi abbiamo fatto quel fumo per
non far vedere niente alle telecamere. Così hanno scritto sui giornali.

Eravamo 25 persone e alcune uscivano dalla moschea lontano dal
casino, ma i giornali sabato hanno scritto che era stato organizzato
tutto dentro la moschea e ora vogliono chiuderla.
La moschea non si può chiudere perchè altrimenti succederebbe un altro
casino.

Veniamo da paesi poveri, paesi dove c’è la guerra e ad alcuni di noi
hanno ammazzato le famiglie davanti gli occhi.
Alcuni sono scappati per vedere il mondo e dimenticare tutto e hanno
visto solo sbarre e cancelli.

Vogliamo lavorare per aiutare le nostre famiglie solo che la legge è
un po’ dura e ci portano dentro questi centri.
Quando arriviamo per la prima volta non abbiamo neanche idea di come è
l’Europa.
Alcuni di noi dal mare sono stati portati direttamente qui e non hanno
mai visto l’Italia.

La peggiore cosa è uscire dal carcere e finire nei centri per altri 6
mesi.

Non siamo venuti per creare problemi, soltanto per lavorare e avere
una vita diversa, perchè non possiamo avere una vita come tutti?
Senza soldi non possiamo vivere e non abbiamo studiato perchè la povertà
è il primo grande problema.
Ci sono persone che hanno paura delle pene e dei problemi nel proprio
paese.
Per questi motivi veniamo in Europa.

La legge che hanno fatto non è giusta perchè sono queste cose che ti
fanno odiare veramente l’Italia.
Se uno non ha mai fatto la galera nel paese suo, ha fatto la galera qua
in Italia.
Vogliamo mettere apposto la nostra vita e aiutare le famiglie che ci
aspettano.

Speriamo che potete capire queste cose che sono veramente una
vergogna.

Un gruppo di detenuti del CIE di Ponte Galeria

Posted in Antirazzismo, Carcere, Generale.

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