da:senzasoste.it
Un
altro omicidio sul lavoro, solo a due giorni di distanza dalla morte
dell’operaio albanese nel cantiere Azimut all’altezza dei bacini di
riparazione. Sui quotidiani di questa mattina appare chiara la gravità
delle responsabilità di chi martedì scorso doveva vigilare sul cantiere e
sulla sicurezza: quell’operaio non doveva essere lì e la magistratura
aveva dissequestrato il bacino proprio a condizione che lì non si
lavorasse. Un fatto chiaro che dovrebbe far parlare di omicidio e non di
disgrazia.
leggere quegli articoli che in mattinata è morto un altro operaio nel
porto di Livorno, precisamente al Varco Galvani. Un camionista di 46
anni dipendente della Lorenzini è stato travolto da un tubo di 16 metri
mentre stavano scaricandolo dal suo camion.
Un’altra vittima del lavoro, un’altra
famiglia distrutta, un’altra serie di responsabilità che non verranno
punite abbastanza. Speriamo di non dover registrare anche un’altra
giornata di reazione blanda, se non d’indifferenza, da parte della città
e dei lavoratori a questo ennesimo omicidio.
Intanto il porto si è fermato per sciopero fino alle 19.30.
red. 17 giugno 2010