da Umanità Nova, settimanale anarchico
In un periodo come questo, in cui la miseria e l’insicurezza sociale del proletariato sono crescenti, ed il governo ricorre sempre più alla violenza per impedire possibili ribellioni, l’ideologia dominante del razzismo, del sessismo e del fascismo, alimentata dai mezzi d’informazione, si fa strada anche tra i ceti popolari.
Questo avviene perché, ormai da anni, i governi che si sono succeduti, hanno portato avanti una politica di criminalizzazione degli stranieri, allo scopo di dividere gli sfruttati e deviare il malcontento popolare.
E’ in questo contesto che si sviluppano fatti come quello avvenuto mercoledì primo settembre a Livorno. Non intendo qui ricostruire i fatti, ma presentare la situazione in modo da darne una lettura in base a quanto appena affermato.
Una lite tra due famiglie, una livornese ed una rumena, in un quartiere popolare del centro, una lite tra vicini, è degenerata in una rissa in strada. Quando poi sono spuntati i bastoni e padre e figlio livornesi sono rimasti feriti, la famiglia rumena si è barricata in casa per sfuggire ai parenti ed agli amici dei due livornesi, che intanto erano accorsi in strada. Sotto le finestre della palazzina dove abita la famiglia rumena, nella stessa strada dove si trova il C.S.A. Godzilla, si forma una folla di curiosi e di gente del quartiere. I commenti, le grida e gli insulti si fanno sempre più pesanti, soprattutto in senso razzista. Le forze dell’ordine, giunte intanto sul luogo, lasciano che la situazione si esasperi. Non vogliamo certo chiedere legalità, ma è importante notare che, nonostante la presenza di polizia, carabinieri e vigli urbani, di diverse volanti, nonché di due funzionari della questura, della DIGOS e di altri agenti in borghese, questa situazione si è protratta per quasi sei ore.
Ciò non ha che alimentato una situazione già carica di tensione, e dato modo di costruire da una rissa un caso mediatico nazionale. Solo verso le 23:30, dopo l’arrivo sul posto di esponenti politici locali e del sindaco di Livorno, che da bravo sceriffo PD ha promesso più pattuglie e telecamere, la vicenda si è conclusa con l’arresto dei due migranti coinvolti nella rissa.
Questi adesso sono in carcere ed il Questore ha annunciato che la prefettura sta preparando i decreti di espulsione per i due cittadini comunitari.
La vicenda è divenuta subito caso nazionale, montata della stampa locale e nazionale, trasmessa da tutti i telegiornali, è divenuta essa stessa strumento dei media per alimentare la deriva razzista, portata a dimostrazione di come ovunque, anche nella rossa Livorno, dei rumeni e di tutti gli immigrati non se ne possa proprio più. Ma la maggiore speculazione sulla vicenda, come è ovvio, è avvenuta a livello locale. Da una parte lo stato di polizia proposto dal PD: più pattuglie e telecamere in zona, significa maggior controllo su una delle ultime zone proletarie del centro cittadino, nonché sul centro sociale autogestito situato in quelle strade. Dall’altra il PDL ha indetto per mercoledì 8 settembre una fiaccolata contro insicurezza e degrado.
Nei giorni immediatamente successivi ai fatti il C.S.A. Godzilla, sostenuto dalle varie componenti antirazziste locali, ha iniziato un intervento nella zona per rispondere alla grave situazione che si è venuta a creare.
Intanto il quartiere sembra non gradire lo sciacallaggio del PDL, e sicuramente Piazza XX Settembre, da dove alle 21 di mercoledì dovrebbe partire la fiaccolata dei razzisti, sarà occupata sin dal pomeriggio.
Aldilà della cronaca e delle iniziative locali, in ogni caso, la vicenda evidenzia un dato generale.
La costruzione di una nuova socialità può avvenire solo all’interno di una ricostruita solidarietà fra sfruttati locali e migranti, il miglioramento delle condizioni di vita si avrà con l’abolizione del monopolio dei mezzi di produzione e di scambio in mano ai capitalisti, la libertà e la sicurezza si avranno ritorcendo contro il governo quella violenza che fa subire ai ceti popolari.
D. A.