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Cremaschi su contestazione operaia a confindustria e cisl

da “Il Tirreno”

DOMENICA, 03 OTTOBRE 2010

Pagina 3 – Livorno
Lo storico leader Fiom è fuori dal coro
Cremaschi replica «Reazioni ipocrite Io sto coi lavoratori»

LIVORNO. I toni sono subito chiari. «Lo scriva pure: solidarizzo con i lavoratori di Livorno e Treviglio». Dopo il lancio di uova alla Cisl, lo storico leader nazionale della Cgil più movimentista, Giorgio Cremaschi, si schiera con i manifestanti. E tira le orecchie a colleghi e politici.
Cremaschi, lei è una voce fuori dal coro…
«Senta, l’indignazione sbandierata per due uova è il segno del decadimento del Paese. La sproporzione tra il gesto compiuto dai lavoratori e le reazioni del mondo che li circonda puzza di ipocrisia lontano un miglio. L’attacco, quello vero, viene da chi firma certi accordi dettati da Confindustria e dalla Fiat. Non dagli operai. E poi stiamo parlando di due uova non di molotov».
Anche la Fiom livornese ha espresso “totale solidarietà e condanna”
«Una reazione dettata dalla paura. Hanno sbagliato: in questi casi bisogna stare con il popolo. Comunque ho sentito Gabrielli: gli ho espresso solidarietà per la vergognosa campagna che è stata montata contro la Fiom livornese».
Ma la guerra tra sindacati non rischia di fare danni?
«Certo, restare uniti sarebbe molto meglio. Ma sono state Cisl e Uil a provocare lo scontro. La rabbia della Fiom è sacrosanta. I due sindacati hanno dato via libera a un accordo che dà carta bianca agli imprenditori. In pratica alle aziende in crisi si dice: non preoccupatevi, da qualche parte recupererete i soldi. Come? Sulle spalle dei lavoratori. Quel contratto provocherà un danno all’occupazione, specie in realtà come Livorno che vivono buona parte sull’indotto auto. La politica non fa niente: Obama ha messo 8 miliardi sull’auto, il governo italiano neppure un centesimo».
Pochi giorni fa Inalfa ha annunciato la chiusura: lascerà a casa decine di operai livornesi. Molte altre aziende, nella provincia, ricorrono agli ammortizzatori sociali da mesi. Cosa si sente di dire ai lavoratori?
«Ai lavoratori bisogna dare lavoro. In generale c’è una sordità della politica coperta con manifestazioni di ipocrisia comune. Come nel caso del lancio di uova. Qui servono investimenti pubblici, idee, piani concreti: non chiacchiere. E’ necessario costruire una vertenza intorno a situazioni delicate come quella di Livorno».

Posted in Generale, Lavoro, Repressione.

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