da: senzasoste.it
Nei giorni scorsi è apparso su QuiLivorno.it un articolo che riferiva di una riunione della commissione comunale sulla viabilità urbana che aveva all’ordine del giorno… il rigassificatore. Cosa ci incastra la commissione “viabilità urbana” con il rigassificatore non riusciamo a comprenderlo, ma lasciamo perdere. Dall’articolo veniamo informati che l’assessore Picchi è intervenuto presentando un documento in cui si chiede alla Regione Toscana di concludere l’iter del rapporto sulla sicurezza presentato dalla OLT, la società costruttrice del rigassificatore, in modo da poter dare inizio alle procedure di realizzazione dell’impianto. L’articolo prosegue con un paio di inesattezze. La prima riguarda il Comitato tecnico regionale, organo che deve dare il suo parere positivo al rapporto sulla sicurezza presentato da OLT: nell’articolo si sostiene che sarebbe un organo della Regione Toscana mentre il C.T.O è un apposito organismo, presieduto dal comandate del Corpo dei Vigili del Fuoco della Toscana, di cui la Regione Toscana è solo una dei componenti assieme ad altre istituzioni pubbliche, come ad esempio la Capitaneria di porto di Livorno. La seconda riguarda il porto dove si starebbe trasformando la ormai ex-gasiera Golar Frost in terminale di rigassificazione, denominato Toscana FSRU: non in Turchia come si sostiene nell’articolo ma a Dubai.
Quello che però colpisce è il fatto che l’assessore Picchi non si ponga alcun problema riguardo le questioni sulla sicurezza sollevate lo scorso autunno dalla commissione internazionale: 12 prescrizioni e 66 rilievi. Ci limitiamo ad elencare quelli più rilevanti:
la OLT non ha fornito alcuna prova del fatto che i bracci usati per il trasferimento del gas siano capaci di funzionare correttamente; vale la pena di osservare che il trasferimento del gas da nave a nave è la procedura più critica, punto cruciale di tutta l’operazione e che mai i bracci oggi disponibili sono stati usati per lo scambio di gas tra una nave e un rigassificatore pure galleggiante;
la OLT non ha fornito alcuna prova che il sistema di ormeggio tra le due navi, anche questo parte essenziale del sistema di trasferimento del gas tra le stesse, possa resistere alla rottura di uno dei cavi di ormeggio, possibile in caso di mare in tempesta, con il conseguente danneggiamento dei bracci di carico;
la OLT non ha preso in considerazione l’effetto che cattive condizioni meteo potrebbero avere sui bracci di scarico che collegano il terminale dalla gasiera durante le 12 ore durante le quali avverrebbe lo scarico del GNL. Vale la pena di osservare che nel 2001 proprio le non adatte condizioni metereologiche della zona costrinsero l’apposita commissione ministeriale a dare parere negativo alla realizzazione di un impianto offshore di GPL nelle stesse acque ;
la OLT non ha preso in considerazione gli effetti di una collisione fra il terminale e un’altra nave eppure quel tratto di mare è uno dei più transitati del Mediterraneo;
la OLT non ha fornito alcuna informazione sulla “nave guardiana”, quella che deve “assistere” il terminale 24 ore su 24, e soprattutto non ha dato nessuna garanzia sulla capacita di questa nave di impedire l’effettivo avvicinamento di un altro natante al terminale;
la OLT non ha neppure preso in considerazione la possibilità di attacchi terroristici;
la OLT non ha preso in considerazione il periodo in cui il terminale verrebbe messo in servizio, periodo in cui le probabilità di incidente sono maggiori;
la OLT ha ritenuto impossibile ciò che invece si è verificato con effetti devastanti (27 morti) all’impianto di liquefazione di Skikda, Algeria, nel 2004;
la OLT ha ripetutamente affermato erroneamente nel suo rapporto che il GNL versato in mare appena ritornato gas si alza e si dissolve rapidamente. E’ il caso di osservare che questo grossolano errore, evidenziato dalla Commissione internazionale, porta a sottostimare drasticamente la gravità degli effetti di un incidente;
la OLT ha fornito una spiegazione insufficiente delle misure prese per evitare il roll-over, cioè l’effetto della creazione di vapore all’interno dei serbatoi a seguito di una miscelazione di strati a differente densità e temperatura;
la OLT non ha fatto neppure cenno alla qualità del GNL che arriverebbe al terminale di Livorno, questione non secondaria perché il grado di pericolo presentato dal GNL dipende anche dalla sua “purezza”, cioè dalla percentuale di idrocarburi in esso contenuta.
Come si vede si tratta di questioni fondamentali, tanto più in una struttura che, finalmente, tutti ammettono essere la prima al mondo nel suo genere (dopo che per anni ci avevano riempito di bugie, su questo come su molti altri aspetti dell’affare rigassificatore)
La OLT ha risposto solo nel luglio scorso alle contestazioni della commissione internazionale ma queste “integrazioni” sono rimaste “segrete”: la Regione Toscana si è ben guardata dal pubblicarle sul proprio sito, come invece aveva fatto per la sintesi del rapporto di sicurezza e per il documento della commissione internazionale. Sulla questione sembra essere calato un silenzio tombale che non può che preoccupare. Come non può che preoccupare la indecente solerzia con la quale Comune e Confindustria cercano di affrettare i tempi per una risposta positiva che sblocchi l’iter autorizzativo.
Dobbiamo invece pretendere.
che la Regione Toscana pubblichi le integrazione presentate da OLT, in modo che tutti possano valutarle
che prima di ogni decisione il documento integrativo presentato dalla OLT venga analizzato dalla Commissione internazionale che ha sollevato i problemi.
Inviato a Senza Soste da M.Z.
11 agosto 2011
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L’articolo citato di QUILIVORNO.it
LIVORNO – Si è riunita il 27 luglio la sesta commissione sulla vivibilità urbana che aveva all’ordine del giorno il rigassificatore: alla seduta era presente anche l’assessore Bruno Picchi, intervenuto per presentare un documento in cui si chiede che la Regione concluda al più presto la redazione del rapporto di sicurezza per poter dare inizio alle procedure di realizzazione dell’impianto, di cui si parla ormai dal 2002. La Regione Toscana, tramite la commissione tecnica regionale, è il solo ente preposto a valutare i rapporti sulla sicurezza per dare l’ok sui lavori. Solo due settimane fa da parte della società OLT Offshore LNG Toscana S.p.A, promotrice del progetto, sono state depositate le integrazioni al rapporto di sicurezza definitivo, ribadendo che non vi è alcun rischio di pericolo, e che il sito in cui sorgerà il rigassificatore può essere ritenuto sicuro e che non creerà problemi per chi si trova sulla terraferma.
Quel che è sicuro, aspettando il pronunciamento della Regione, è che dal mese di settembre la società OLT trasferirà i suoi uffici da Milano a Livorno, dove è già stato reclutato il personale che da settembre occuperà quegli uffici e che a maggio 2012, la nave che è al momento in costruzione in Turchia, verrà ormeggiata in mare aperto davanti al litorale pisano e dopo due mesi di prova, a ottobre 2012, entrerà in funzione, facendo essere Livorno la prima città al mondo a possedere un impianto di rigassificazione di questo tipo.
27 luglio 2011