da: Umanità Nova, n. 24 del 24 luglio 2011 – http://www.umanitanova.org/
Il movimento anarchico ad Atene
Quindici giorni ad Atene, tra i due grandi scioperi generali (11 maggio e 15 giugno) a cui è seguita una violenta repressione da parte della polizia, non sono sicuramente sufficienti per avere un quadro preciso di quello che è il movimento anarchico greco, considerando inoltre la particolare situazione che il paese sta attraversando.
Quello che si può dire con certezza è che si tratta di un movimento in fermento e pieno di energia, consistente e giovane. Se le scritte sui muri di una città possono considerarsi espressione di ciò che di più vero e vivo accade nel ventre pulsante di una società, ebbene, Atene è tappezzata dal centro alle periferie di graffiti firmati con una “A cerchiata”. Nella capitale si trovano, per ovvie questioni demografiche – qui vivono 4 degli 11 milioni di persone che abitano il paese – tutte le varie espressioni dell’anarchismo greco.
Nel periodo che abbiamo passato nel paese abbiamo incontrato alcuni compagni del Gruppo dei Comunisti Libertari (eleftheriakoi-it.blogspot.com), che stanno portando avanti una delle esperienze più interessanti: le Comunità Locali di Lotta. Dal 2004 organizzano assemblee aperte con cadenza settimanale, in dieci delle municipalità in cui è suddivisa amministrativamente la metropoli, assemblee a cui sono invitati tutti i cittadini per discutere e cercare soluzioni ai problemi del quartiere.
Le assemblee seguono un metodo libertario e le proposte vanno nella stessa direzione. Tra le altre, abbiamo preso parte alla riunione nella municipalità di Agia Paraskevi, nella periferia nord-ovest di Atene.
L’incontro è molto partecipato, soprattutto da giovani; ci raccontano che qualche anno fa sono riusciti ad impedire la realizzazione di una strada nella parte collinare del quartiere, voluta dall’amministrazione per scopi meramente speculativi, riuscendo a convogliare su questo problema l’attenzione di tutti gli abitanti del luogo; all’ordine del giorno dell’assemblea a cui abbiamo partecipato c’era invece l’imminente chiusura degli asili materni per mancanza di fondi statali e il problema delle ronde organizzate dai neofascisti a caccia di immigrati.
Il lavoro sul territorio e l’apertura verso tutte le realtà che sono radicate sul territorio sono una priorità per gli anarchici greci e sotto questo punto di vista l’assenza di un passato e di una tradizione consolidati pare essere un vantaggio, poiché permette loro una libertà e flessibilità di organizzazione che forse non sarebbe possibile altrimenti. Le attività che svolgono sono diverse, dalla creazione di centri libertari, in cui prendono vita piccole biblioteche e archivi, all’occupazione di luoghi di proprietà statale, lasciati in abbandono, che vengono sistemati e resi pubblici nel senso pieno della parola, recuperando spazi per l’incontro o per dare vita a realtà alternative risolutrici di problemi concreti.
Nella municipalità di Agios Dimitrios, periferia sud di Atene, il parco Asyrmatos (asyrmatos.espivblogs.net) è stato creato occupando il sito, ormai in disuso, in cui erano collocate le antenne radio per l’aeroporto, trasformato nel tempo in una discarica e parcheggio per i camion della nettezza urbana.
Oggi è il centro di aggregazione del quartiere, dove si svolgono eventi culturali e ricreativi, si coltivano ortaggi e frutta, e in cui i bambini possono giocare. Il parco di Agros (eleftherosagros.blogspot.com), alla periferia ovest, occupa invece la porzione di un immenso parco cittadino lasciato al degrado, e porta avanti un progetto legato alla coltura di vegetali con semenze non transgeniche e attraverso metodi di coltivazione tradizionale.
La parte numericamente più consistente del movimento è quella cosiddetta insurrezionalista, che raggruppa la maggior parte dei giovani al di sotto dei 25 anni; l’episodio fondamentale che ha segnato un aumento di partecipazione giovanile al movimento è stato l’assassinio di Alexandros Grigoropoulos nel 2008: da quel momento si sono susseguite azioni dimostrative forti e risposte anche violente alla violenza dei fascisti e della polizia.
Ci sembra importante sottolineare che l’unica forza politica extraparlamentare che ha degli effetti positivi e tangibili nella realtà in cui opera è quella anarchica, in cui confluiscono le esperienze più diversificate. Oltre ai gruppi politici propriamente detti, ci sono ad esempio gli squats, che rivestono un ruolo molto importante per contrastare l’azione dei fascisti e il dilagare di sentimenti xenofobi; qui si organizzano inoltre le tipografie per la stampa di manifesti e volantini politici.
Tutte le realtà, pur avendo approcci e metodi differenti, sono in contatto tra loro, hanno un luogo comune in cui posso ritrovarsi: ogni mercoledì c’è un’assemblea al Politecnico in Exarcheia (l’università gode di un regime legislativo particolare, per cui gli edifici universitari costituiscono uno spazio che non potrebbe essere violato, nemmeno dalla polizia). La rete che formano appare come una sorta di federazione, non istituzionalizzata, non dichiarata, ma che di fatto si comporta come tale, cosciente del fatto che ogni contributo è fondamentale per il cammino dell’anarchia.
Ica
Intanto cercheremo anche noi di divulgare questo resoconto molto puntuale, magari tra qualche ora, nel blog. In secondo luogo, penso sia auspicabile scrivere a chiarissime lettere che il ‘metodo anarchico’ non contempla capi o leader. Noi lo diamo per scontato e voi, per lo stesso motivo, non lo avete scritto nell’articolo; ma siccome ho avuto modo di leggere in un blog (evidentemente con intento denigratorio) che l’anarchia ha una gerarchia al suo interno, che non è dissimile dal fascismo e panzane del genere, credo sia giusto puntualizzare anche in questo sito (come già facciamo nel nostro, ogni volta che se ne presenta l’occasione). Ciao.