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15 ottobre: Contro la crisi? – Ma cos’è questa Crisi?

Contro la crisi? – Ma cos’è questa Crisi?

Nel corso della storia del capitalismo ci sono state tantissime crisi.
E’ proprio grazie alle crisi che il capitalismo perpetua se stesso consentendo a chi
ha soldi e poltrone di mantenere i propri privilegi , mentre per noi tutte e tutti
cambiano solo le forme dello sfruttamento

Eppure quotidianamente giornali e televisione, organi di regime, ci presentano la crisi come
qualcosa di straordinario e che bisogna affrontare tutti/e, insieme anche
a politici e padroni, insieme, secondo una logica dell’emergenza finalizzata a imporre sacrifici e impedire la radicalizzazione delle lotte

In tutti i paesi con la scusa della crisi e dell’emergenza economico sociale, si perpetrano politiche sempre più restrittive delle libertà individuali e di repressione verso ogni voce di dissenso
che dal basso si leva contro le decisioni della classe dirigente.

Come non pensare al continuo attacco ai salari e alle condizioni di vita dei lavoratori, alle politiche contro i migranti, lavoratori in cerca di occupazione o donne e uomini in fuga da guerra e
persecuzione… Una continua guerra interna a cui si aggiunge, sempre più pesantemente, la guerra esterna.
Le cosiddette potenze mondiali decidono le sorti di milioni di persone
e le guerre sono uno dei loro strumenti preferiti. Le guerre infatti
servono a far girare soldi e a controllare risorse naturali… si pensi
al petrolio o a quanto denaro costa far volare un aereo militare!

Ma poi quando si tratta di sostenere le garanzie sociali minime come il
diritto alla casa, alla sanità gratuita per tutti/e, all’istruzione
i governanti di turno ci dicono che si taglia perché c’è la crisi e
dobbiamo sacrificarci. Le guerre invece si fanno..

Nessun governo, nessun padrone nessuno Stato rinuncerebbe mai al profitto e alla sua stessa
esistenza per distribuire risorse in modo da soddisfare bisogni e garantire
diritti a tutti gli sfruttati/e.. Per questo la creazione di
lotte dal basso orizzontali, dove ogni individuo possa partecipare
attivamente, è la sola via perseguibile affinché si vada verso un altro sistema di gestione della vita sociale economica
e politica.

A che servono quindi le concertazioni dei sindacati che portano alla
firma di accordi come quello del 28 giugno scorso?

Accanto alla rivendicazione di diritti e bisogni dobbiamo batterci contro la proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio così da poter sperimentare
forme di autogestione del nostro quotidiano volte a sottrarre il potere
che su di noi esercitano stato e capitale.
Non paghiamo noi i debiti di lor signori, non paghiamo noi le crisi di
un sistema che non vogliamo!
imponiamo un cambiamento radicale sulla base di conquiste sociali per tutti e tutte senza alcuna fiducia nell’azione dell’attuale governo o di quelli che verranno.

ANARCHICI TOSCANI

Posted in Anarchismo, Iniziative, Lavoro.

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