Gli appelli alla “coesione nazionale” e la favola dei “sacrifici” condiscono una ormai collaudata retorica della crisi, che da semplice propaganda si fa sempre più ideologia dominante che cerca di mascherare la realtà a chi già vive di sfruttamento ed oppressione. Si dice che è necessario pagare il debito, che “siamo tutti sulla stessa barca”, si dice che bisogna accettare la macelleria sociale, perché è l’unico modo per superare la crisi e ritornare a “livelli di crescita”. Certo, la “crescita” dei profitti per chi da sempre ci sfrutta.
Dietro questo velo di propaganda, ben diversa è la realtà che viviamo.
La libertà, i salari, le pensioni, le condizioni di vita della maggior parte della popolazione sono quotidianamente sotto attacco, mentre governanti, capitalisti e banchieri cercano di difendere e aumentare i propri profitti ed i propri privilegi.
Non esistono “governi tecnici”.
Il neonato governo Monti sarà anzi un governo estremamente “politico”.
Esso avrà infatti il ruolo tutto politico di difendere gli interessi di capitalisti e banchieri, portando avanti le misure di macelleria sociale, affondando ancora di più le mani nelle tasche dei lavoratori e dei ceti popolari, cercando con la violenza e con il ricatto di disinnescare ogni tipo di malcontento, protesta, reazione popolare.
Non può esistere “equità” in queste scelte politiche, i “sacrifici” in ogni caso serviranno sempre a finanziare le spese militari, le guerre, le grandi opere, gli apparati repressivi, ad affermare ancora il profitto e lo sfruttamento.
Non si può quindi pensare al governo italiano, a quello spagnolo, a quello greco o portoghese, come a tutti gli altri governi europei, come a dei governi impotenti, in mano al potere bancario. Le direttive di macelleria sociale infatti vengono da quella Commissione Europea che è formata da membri nominati dagli stessi governi europei.
E’ chiaro allora che il ruolo dello Stato, dei governi, per difendere gli interessi di pochi capitalisti e banchieri, sarà quello di mettere in campo tutta la propria struttura di potere, controllo e violenza per attuare queste politiche.
Di fronte alla necessità di respingere questi attacchi, diventa importante organizzarsi, dal basso, con un metodo orizzontale e rilanciare dei percorsi di lotta che vadano al di là delle singole scadenze acquisendo una prospettiva più ampia.
Sono i lavoratori, gli studenti, i precari, i disoccupati, i pensionati e i migranti che possono farlo, riprendendo nelle proprie mani la lotta, preparandosi a prendere nelle proprie mani l’organizzazione di una società libera dallo sfruttamento e dall’oppressione.
Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it – http://collettivoanarchico@noblogs.org