Skip to content


Ucraina. Una posizione chiara.

73098_1665989532264_1653905_n

Una posizione chiara

Comprendere i fatti degli ultimi mesi in Ucraina non sembra facile. Soffermarsi sugli eventi in un momento come questo, in cui la situazione evolve di ora in ora, non servirebbe a chiarire il quadro.

Inoltre senza una chiave generale di lettura, senza un chiarimento politico e teorico, ogni tentativo di interpretazione dei fatti rischia di finire sommerso dalla confusione mediatica, perdendo così l’orientamento, finendo per approdare alle posizioni più disparate.

Allo stesso tempo va respinto ogni approccio che rappresenti la realtà come comprensibile solo a pochi eletti. Una visione settaria che impiega vecchi dogmi e schemi identitari totalmente inadeguati e devianti.

Tutto questo vale ovviamente non solo per quanto sta avvenendo in Ucraina, ma più in generale per ogni tentativo di leggere la realtà che ci circonda.

 

Lo specifico caso dell’Ucraina è molto utile però per capire dove può portare un approccio inadeguato alla realtà. Da una parte c’è una vera e propria propaganda portata avanti dai media ufficiali, che è molto forte anche in Italia. Questa propaganda rappresenta come liberatori quei gruppi nazisti e fascisti che hanno costituito la base militante della mobilitazione antigovernativa dei mesi scorsi, portando al potere il partito di Yulia Timoshenko, “Batkivshchyna” (Patria), perfetto esempio di corruzione, sostenuto da Unione Europea e Stati Uniti. Dall’altra c’è anche chi in Italia esalta il sedicente “antifascismo” interclassista di chi sfila con gli ultra ortodossi russi in Crimea, dimenticandosi che anche la nostalgia per il passato sovietico fa parte della nuova identità russa su cui si regge il potere di Putin. In entrambe i casi si finisce per sostenere semplicemente una delle potenze imperialiste in gioco.

 

In Ucraina la natura del conflitto in atto è giunta ad un’evidenza quasi estrema, probabilmente per la portata degli interessi che vi si scontrano, per la sovrapposizione delle tensioni locali con quelle internazionali, e per lo scontro ormai quasi diretto tra le grandi potenze in campo.

 

È evidente che questa situazione è solo l’ultima manifestazione dell’inasprimento di tensioni internazionali che negli ultimi anni sono emerse sempre più violentemente, dalla Georgia alla Siria.

Bisogna però evitare di focalizzarsi solo sul piano macroscopico. È importante infatti comprendere la complessità degli eventi anche sul piano locale, riconoscendone le contraddizioni e individuando gli spazi di autonomia in cui è possibile intervenire.

Tuttavia c’è una questione che non può essere elusa: la questione di classe. In tutti questi conflitti i lavoratori appaiono come dei grandi assenti. In realtà ci sono, ma sono divisi e schiacciati dall’oppressione, costretti a combattere gli uni contro gli altri, per una guerra che non è certo loro.

 

Questo breve testo intende dare solo alcuni spunti per favorire lo sviluppo di un dibattito reale sulla situazione internazionale, che possa servire a sviluppare un intervento concreto e a definire meglio le nostre posizioni. Il movimento anarchico ha sempre mantenuto una posizione coerente e chiara, con una prospettiva rivoluzionaria e di classe, in senso internazionalista ed antistatalista in base alla quale organizza la propria azione politica. Questo deve essere il punto di riferimento da cui partire, cercando di estendere il più possibile queste posizioni anche ben al di là del movimento anarchico.

 

È importante sostenere i compagni che in Ucraina lottano con coerenza. Infatti per quanto ci possa sembrare distante, l’Ucraina non è lontana. Quanto accade oggi in quel paese ci mostra chiaramente cosa può accadere in un paese in cui i lavoratori sono divisi e ridotti in ginocchio, in questo caso da decenni di capitalismo di stato e da venti anni di capitalismo post-sovietico. Quanto accade oggi in Ucraina ci dà ulteriore conferma del ruolo dei fascisti, da sempre al servizio della borghesia e delle classi dirigenti. Quanto accade oggi in Ucraina ci ricorda, se ancora ce ne fosse bisogno, il ruolo dello Stato e dei suoi apparati, pronti alla più sanguinosa repressione pur di mantenere i propri privilegi. Quanto accade oggi in Ucraina ci mette in guardia sul livello di scontro tra le potenze imperialiste raggiunto sul piano internazionale. Comunque si sviluppi la situazione in Ucraina, l’invasione della Crimea da parte della Russia è un primo atto di guerra che non resterà senza conseguenze. Bisogna aver chiaro che qualcosa è cambiato sul piano dei rapporti tra le potenze, e che, se anche in Ucraina non si arrivasse ad un conflitto di portata regionale, sarà necessario rilanciare un forte intervento antimilitarista, preparandosi a contrastare la partecipazione della NATO e dell’Italia a qualsiasi guerra futura. La prima guerra mondiale di cui i governanti macellai dei giorni nostri celebrano il centenario proprio quest’anno, non è che uno degli esempi del baratro che ci attende se non sapremo opporgli l’unione dei proletari, dei lavoratori, dall’Ucraina alla Russia, fino ai paesi occidentali.

 

Dario Antonelli

Questo articolo sarà pubblicato sul prossimo numero di Umanità Nova

Posted in Anarchismo, Antimilitarismo, Generale, Internazionale.

Tagged with , , , , , , , , , .