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“Processo Prefettura”: il resoconto della quarta udienza

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da: senzasoste.it

Lo scorso 24 aprile si è tenuta la quarta udienza del processo che vede imputate 21 tra compagne e compagni per i fatti avvenuti il trenta novembre, primo e due dicembre 2012 a Livorno.

Quei giorni furono segnati dalle cariche della polizia contro i manifestanti e dalla risposta della città contro le violenze poliziesche, dal corteo di oltre mille persone che attraversò le strade del centro contro l’attacco alla libertà di manifestazione condotto con violenza dalla Questura livornese.

A carico degli imputati vi sono accuse per manifestazione non autorizzata, oltraggio e minacce a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamento, adunata sediziosa, tutti reati relativi alle manifestazioni organizzate in quei giorni dalla Ex Caserma Occupata.

Il nuovo Collegio Giudicante, nominato in seguito al trasferimento del giudice Dal Forno, è presieduto dal giudice Angelo Perrone. Proprio in conseguenza della nomina del nuovo collegio, nella scorsa udienza del 3 aprile, la Pubblica Accusa aveva richiesto che fossero nuovamente interrogati tutti e tre i testimoni che erano stati ascoltati nell’udienza del 9 gennaio, azzerando di fatto il processo. Durante l’udienza di giovedì 24 aprile però il banco dei testimoni è rimasto vuoto, infatti come si poteva immaginare la seduta è stata interamente dedicata a questioni procedurali.

Le mancanze procedurali sono state segnalate dai difensori che hanno presentato anche una memoria scritta firmata da tutti gli avvocati della difesa. Tra questi difetti procedurali c’è la mancata notifica di nuove contestazioni di reato a carico di alcuni degli imputati.

Altra questione è stata quella relativa alla richiesta della Pubblica Accusa di effettuare videoriprese delle udienze. Le riprese riguarderebbero in particolare le testimonianze, il materiale registrato andrebbe poi successivamente montato in modo da far apparire nel video due diversi riquadri, uno in basso ed uno in alto: in alto sarebbero rappresentate le immagini prodotte comeprove, mentre in basso sarebbero inserite le riprese delle relative testimonianze.

In merito a tali questioni il Tribunale ha emesso due ordinanze. C on la prima si dispone e si autorizza la videoregistrazione delle udienze. La ripresa ed il montaggio saranno affidati non al Pubblico Ministero come richiesto dal PM stesso, ma alla Polizia Scientifica. Non è quindi stata accettata la richiesta della difesa che, dopo avere espresso contrarietà all’effettuazione delle riprese, aveva chiesto, in subordine, di incaricare il Tribunale della riproduzione video delle udienze.

Con la seconda ordinanza venivano rinviati al 30 aprile i termini per le notifiche delle nuove contestazioni di reato.

La seduta si è conclusa con la richiesta di revoca delle misure di restrizione della libertà per i tre compagni che dopo più di un anno sono ancorra sottoposti all’obbligo di firma, e con la definizione del prossimo calendario delle udienze.

Oltre a quella già fissata per l’intera giornata del 22 maggio, sono state calendarizzate altre due udienze per il 3 luglio alle ore 15 e per il 15 ottobre alle ore 9.

Pur avendo avuto carattere principalmente tecnico, l’udienza del 24 aprile scorso ha ancora una volta chiarito la fragilità del teorema accusatorio. Quello che doveva essere un rapido processo esemplare si sta pian piano sgonfiando, mentre il Pubblico Ministero Masini dopo aver affastellato testimonianze contradditorie e prove manipolate si è trovato costretto a far marcia indietro per non veder crollare l’intero castello accusatorio. Allo stesso tempo il Tribunale ha accontentato il Pubblico Ministero, autorizzando la riproduzione audiovisiva delle udienze che la pubblica accusa aveva richiesto.

Dalla prossima udienza, a meno che non ci siano nuovi difetti procedurali, dovrebbe di fatto ricominciare da capo il processo. È quindi adesso ancora più importante denunciare il teorema accusatorio messo a punto dalla pubblica accusa, secondo il quale ci sarebbe un gruppo criminale dedito alla violenza che avrebbe organizzato in maniera premeditata il cosiddetto “assalto alla Prefettura” e gli incidenti dei giorni precedenti. Una ricostruzione dei fatti volta ad oscurare le gravi responsabilità della Questura e dei funzionari di polizia.

Rinnoviamo quindi l’appello a sostenere i 21 imputati, a sottoscrivere, ad aderire alla raccolta firme organizzata dal Comitato di solidarietà “Livorno non si piega!”.

La prossima udienza si terrà il 22 maggio dalle ore 9 presso il Tribunale di Livorno.

Comitato di solidarietà “Livorno non si piega!”

7 maggio 2014

vedi anche

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