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Elezioni Europee: NESSUN VOTO, RICONQUISTIAMO IL NOSTRO PRESENTE ED IL NOSTRO FUTURO!

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NESSUN VOTO, RICONQUISTIAMO IL NOSTRO PRESENTE ED IL NOSTRO FUTURO!

Documento antielettorale per le elezioni europee del 22-25 maggio 2014

Elezioni europee

Le elezioni europee stanno avendo luogo in un contesto di inasprimento delle politiche di austerità.

Viviamo quotidianamente sulla nostra pelle gli effetti della crisi creata dalla trasformazione del capitalismo globale. Governi, stati, e strutture sovranazionali come la Comunità Europea negano i diritti ed attaccano le condizioni di vita conquistati dalle classi subalterne in anni di lotta, al fine di sostenere il capitalismo e garantire che le imprese e le banche non paghino il prezzo della situazione che hanno essi stessi creato.

Alcuni dei problemi che dobbiamo affrontare sono:

  • La disoccupazione, legata in particolare alla delocalizzazione dei capitali.

  • La privatizzazione dei servizi pubblici essenziali, con la conseguenza di un’offerta garantita solo a quei pochi che possono permettersela, ed una bassa qualità dei servizi stessi.

  • L’atomizzazione sociale, per cui ciascuno è “imprenditore di se stesso”, e la competizione tra individui crea una lotta quotidiana per la sopravvivenza.

  • La precarizzazione del lavoro e di altri aspetti della vita; la negazione quotidiana dei diritti.

  • Il ritorno alla famiglia patriarcale, che impone alla donna un ruolo subalterno nella società e nei legami comunitari.

  • L’uso dell’immigrazione come bacino di forza lavoro da schiavizzare.

  • La devastazione delle nostre vite e dei territori dovuta ai metodi selvaggi di produzione.

  • Una società basata sul debito, in cui le nostre esistenze appartengono alle banche.

  • La burocratizzazione della società che garantisce la continuità delle istituzioni e degli interessi economici dei ricchi a spese degli sfruttati.

È in questo contesto che ci viene richiesto di partecipare con il voto alla farsa che si definisce democrazia. Le uniche scelte che ci vengono presentate continuano a garantire vantaggi alle imprese, alle istituzioni finanziarie e politiche. Uno dei principali dibattiti riguarda il ruolo dell’Unione Europea stessa. Alcuni guardano ad essa come ad un modo per risolvere la crisi e mantenere l’unità tra i popoli. Altri sostengono che abbiamo bisogno di ritirarci ciascuno nelle proprie frontiere, al fine di riprendere il controllo della nostra economia e delle nostre istituzioni politiche. Tuttavia queste soluzioni non faranno altro che rafforzare coloro che ci opprimono.

L’Unione Europea

Lo scopo principale dell’Unione Europea è soddisfare i bisogni delle multinazionali e delle istituzioni finanziarie ed è di conseguenza un ostacolo all’emancipazione della classe lavoratrice. La maggioranza delle leggi alle quali le persone sono ora sottoposte, giungono dal Parlamento Europeo piuttosto che dai singoli stati.

L’Unione Europea non ha bisogno di rispettare le condizioni locali, ed invece impone la propria visione di Europa basata sulle esigenze del capitale.

La stragrande maggioranza delle leggi esistono per rafforzare il potere del capitale sui lavoratori. Sono state condotte solo pochissime politiche dirette a migliorare le condizioni delle popolazioni europee.

Abbiamo visto il modo in cui l’Unione Europea ha presieduto l’attacco alla popolazione Greca ed il saccheggio da parte del capitalismo occidentale delle risorse dell’Europa dell’est. Ogni tentativo da parte dei lavoratori di resistere alle prevaricazioni di questo superstato sono state fermamente represse dai singoli stati.

Per esempio, lo stato può rifiutarsi di permettere alle persone di votare se vogliono o meno restare nella Unione Europea oppure, se le lasciano votare, impostano il quesito in modo che il paese resti nell’Unione. Questo è il caso dell’Irlanda, della Francia e dell’Olanda. Inoltre l’Unione Europea ha creato la fortezza Europa, chiudendo i suoi confini al resto del mondo, proprio come sta cercando di diventare uno dei tanti autoproclamati sceriffi del globo.

Uscire dalla UE ?

Come conseguenza di tutti i problemi creati dall’Unione Europea, si potrebbe pensare che la risposta sia uscirne. Tuttavia, l’idea che la classe lavoratrice starebbe meglio fuori dell’Unione Europea, in piccoli stati nazionali, è una pericolosa illusione. E’ la proposta che la destra europea sta facendo, la proposta di chi non è minimamente interessato a resistere al potere statale. Il vero obiettivo è quello di costruire forme di governo ancora più autoritarie, basate ancor di più sulla repressione.
In primo luogo, il capitalismo è globale. Il potere delle multinazionali e delle banche internazionali, la principale causa dei problemi che quotidianamente affrontiamo, non scomparirà se un paese esce dalla Unione Europea. I processi globali che stiamo subendo, i processi di produzione e i movimenti di denaro attraverso le frontiere sostenuti dalla sola ricerca di profitti, continueranno. Le istituzioni internazionali come il FMI (Fondo Monetario Internazionale) e la Banca Mondiale avranno ancora il potere di imporre misure di austerità e politiche contro gli interessi delle popolazioni locali. I bisogni umani saranno sempre messi al secondo posto; non importa se il paese è dentro o fuori dell’Unione Europea.
Inoltre, il rifugio dentro i confini nazionali, un cambiamento guidato dalla xenofobia, avrà gravi conseguenze per lo spirito di cooperazione e solidarietà tra la classe lavoratrice d’Europa. Gli sfruttati da sempre cercano di sostenersi a vicenda indipendentemente dalla loro origine nazionale. Il mutuo appoggio verrà smarrito per salvaguardare un piccolo interesse personale. Tutto ciò può anche non portare alla guerra vera e propria, ma ha già creato una mentalità di competizione e conflitto che minerà ulteriormente l’ efficacia dell’agire collettivo di una classe lavoratrice europea unita. Una classe lavoratrice divisa è un vantaggio per coloro che hanno causato i problemi che stiamo affrontando in prima persona, come le politiche di austerità e le misure repressive.
Molti di coloro che supportano l’uscita dalla Unione Europea sembrano pensare che possiamo tornare a una sorta di età dell’oro, della prosperità. Tuttavia, questa è un’altra illusione; questa età dell’oro non è mai esistita. Dimenticano infatti che lo Stato non è mai stato un amico; è sempre stato lo strumento per imporre gli interessi di una piccola minoranza sulla maggioranza. Tutti gli Stati operano espropriando il potere dal popolo. Non importa se lo Stato è a pochi chilometri o migliaia di chilometri di distanza; sarà ancora fuori dal nostro controllo, operando nel proprio interesse e garantendo gli interessi di pochi.

L’alternativa anarchica

Gli anarchici rifiutano entrambe le opzioni: il sostegno all’Unione Europea con il voto alle elezioni europee e la campagna per uscire dall’Unione Europea. Perché critichiamo ciò che lo Stato rappresenta. L’Unione Europea, come ogni Stato grande o piccolo, si basa sulla delega del potere ad una minoranza che usa questo potere nell’interesse dell’élite padronale, finanziaria e burocratica. Inoltre, un “internazionalismo” come quello rappresentato dall’Unione Europea non è altro che l’unità di questa élite contro la classe lavoratrice europea. Rispondiamo ad entrambe le opzioni con una visone sociale alternativa, un internazionalismo che si estende a tutti gli sfruttati del mondo.


Gli anarchici lottano contro le strutture organizzative verticali adottate da Stati e partiti, di destra e di sinistra. Viviamo e sperimentiamo quotidianamente forme non gerarchiche di organizzazione, metodi egualitari di relazione. La società che vogliamo nasce dal basso, si basa su gruppi tra loro federati e coordinati a livello internazionale, in modo indipendente da qualsiasi struttura statalista sia nazionale che europea. Coinvolge tutti i settori della vita economica e sociale, come la produzione, la distribuzione e il consumo di beni, la prestazione di servizi come la sanità e l’istruzione. Dobbiamo riappropriarci della nostra educazione, per promuovere l’emancipazione da ideologie autoritarie come la religione, il nazionalismo, e il culto del leader.
Per raggiungere questa completa trasformazione politica, economica, sociale e culturale, abbiamo bisogno di costruire e rafforzare le reti internazionali e i coordinamenti che già abbiamo. Dobbiamo continuare a lottare dove viviamo e lavoriamo, ed al contempo contribuire ad una strategia globale. Il compito dell’elaborazione di questa strategia contro le forze globali di oppressione e di sfruttamento non è facile. Tuttavia questa lotta può essere portata avanti da tutti coloro che vogliono creare una nuova società, non importa il paese in cui vivono, attraverso pratiche e azioni comuni da adattare alle condizioni locali:

  • Lottare contro tutte le frontiere, aperte per la sola circolazione di merci e capitali, barriere per le persone. La nostra proposta è di abbattere tutte le frontiere all’interno e tra i paesi, per la libera circolazione delle donne e degli uomini.

  • Lottare contro le banche per il rifiuto universale del pagamento del debito.

  • Disobbedire a tutte le leggi che limitano le nostre libertà e ledono i nostri diritti.

  • Rafforzare ed estendere le lotte contro la crescente precarietà delle condizioni di vita e di lavoro.

  • Resistere a tutti i tentativi di dividerci su base etnica, di genere o di età.

  • Coordinare su scala internazionale le lotte contro i padroni.

  • Resistere alla privatizzazione dei servizi pubblici.

  • Lottare contro un sistema di produzione che sfrutta le persone e devasta l’ambiente.

  • Promuovere reti alternative di produzione e distribuzione.

  • Estendere la rete di solidarietà internazionale per supportare chi viene criminalizzato nelle lotte sociali.

Le soluzioni all’austerità proposte dai politici, che siano sostenitori dell’Unione Europea o che siano contro l’Unione Europea, non funzioneranno. Porteranno al risultato opposto, causando un peggioramento delle nostre condizioni di vita. Ci vogliono far ratificare le loro scelte, per questo ci chiedono di votare, mettendo un segno su un pezzo di carta, dando loro il potere di agire per nostro conto. Sappiamo che continueranno a essere l’espressione delle ricche e potenti istituzioni economiche del capitalismo che ha creato questa situazione, e cercheranno di continuare a sfruttare le nostre esistenze. L’unico modo con cui possiamo resistere agli attacchi e riprendere in mano le nostre vite è quello di organizzarci e costruire movimenti e reti dal basso, che superino i confini e che ci permettano di vivere liberi, senza partiti né istituzioni statali.

CRIFA – Commissione di Relazioni dell’Internazionale delle Federazioni Anarchiche

riunita a Madrid il 29 e 30 marzo 2014

Posted in Anarchismo, Generale, Internazionale.

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