“Il Capitale” e gli anarchici
A centocinquant’anni dalla pubblicazione del primo libro de “Il Capitale”
ne parliamo con Tiziano Antonelli
Sabato 17 giugno
presso la sede della Federazione Anarchica Livornese
in Via degli Asili 33, Livorno
dalle ore 18
“Il proudhonismo è strocato alla radice” (Marx ad Engels – 1859)
Che cosa fa sì che gli operai salariati, i capitalisti ed i proprietari fondiari formino le tre principali classi sociali in cui la moderna società borghese si divide?
Marx ha il merito, innanzi tutto, di mostrare come il rapporto fra queste classi derivi dal loro ruolo rispetto al processo di produzione; ha il merito di dimostrare come questo ruolo determini la forma del loro redditi, come questi redditi, sotto qualsiasi forma siano distribuiti, trovino la loro origine nel lavoro, vivo od oggettivato. In altre parole, Marx dimostra che i redditi delle classi privilegiate non siano altro che estorsioni a danno dei lavoratori salariati.
Nel fare questo, Carlo Marx sviluppa la critica delle forme in cui il modo di produzione capitalistico appare ai suoi agenti, dei concetti e delle categorie che queste forme assumono, dell’ideologia che pretende di darne una giustificazione scientifica, l’economia politica. Non a caso il sottotitolo del “Capitale” è “Critica dell’economia politica”.
Nel fare questo, Marx esprime sul piano della riflessione teorica la critica che il nascente movimento operaio faceva del modo di produzione capitalistico; innanzi tutto con l’organizzazione, con la lotta per la riduzione dell’orario di lavoro, per salari decenti, per una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro e di vita.
Questo mantiene la sua validità, nonostante il fallimento del progetto politico elaborato da Marx, cui il “Capitale” doveva fornire la base scientifica, nonostante la disgregazione del “socialismo scientifico”.
Attraverso il “Capitale” Marx intendeva colpire l’anarchismo e dimostrarne l’inconsistenza teorica, l’incapacità di criticare radicalmente il capitalismo.
A centocinquant’anni di distanza, la storia ci dà il suo verdetto: i sistemi basati sulla concezione scientifica di Marx sono tornati al capitalismo, i partiti “operai” basati sulla centralizzazione e sulla partecipazione alle elezioni sono diventati succubi delle politiche di austerità.
“Il Capitale” continua a parlarci ancora oggi, e la critica dello sfruttamento capitalistico di 150 anni or sono ci aiuta nella critica dello sfruttamento capitalistico di oggi.
“se il capitalismo fosse distrutto e si lasciasse sussistere un governo, questo, mediante la concessione di ogni sorta di privilegi lo creerebbe di nuovo poiché non potendo accontentar tutti avrebbe bisogno di una classe economicamente potente che lo appoggi in cambio della protezione legale e materiale che ne riceve.” (Programma Anarchico).
Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese