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Livorno: interviene la celere per togliere uno striscione contro Minniti

 

Livorno: interviene la celere per togliere uno striscione contro Minniti

Squadre della celere, polizia, carabinieri e guardia di finanza con caschi e manganelli, DIGOS e funzionari della questura bloccano una strada per far rimuovere uno striscione. Sembrerebbe solo una scena grottesca se non si trattasse di una grave negazione della libertà di espressione.

Ogni anno a Livorno, a fine luglio, il Comune organizza “Effetto Venezia”, per alcuni giorni bancarelle, concerti e altre iniziative si tengono nel quartiere della Venezia, nelle piazze e lungo i fossi. Ogni anno contemporaneamente a questo evento, sugli Scali del Refugio, strada del quartiere su cui si affaccia Il Teatrofficina Refugio, spazio occupato dal 2006, le varie realtà di movimento organizzano “Effetto Refugio”. Dibattiti, performance teatrali, concerti e banchetti informativi animano un controfestival le cui entrate vanno tutte a sostegno della cassa di resistenza per le spese legali di movimento, e in cui hanno spazio le questioni sociali e politiche più calde a livello locale e nazionale. Ogni anno viene esposto da “Effetto Refugio” un grande striscione ben visibile sul muro dell’ex Carcere dei Domenicani, quello che fino a poco più di trenta anni fa era il carcere giudiziario cittadino, dove fu prigioniero Pietro Gori e dove furono costretti molti compagni, sia durante il fascismo sia nel il periodo repubblicano. In alcuni casi questi striscioni sono stati al centro dell’attenzione mediatica e politica per il loro contenuto di forte critica e denuncia, come nel caso dello striscione esposto nel 2014 in solidarietà alle vittime dei bombardamenti israeliani su Gaza.
Quest’anno lo striscione esposto, che intendeva esprimere una forte opposizione ai provvedimenti del Ministro dell’Interno su immigrazione e sicurezza urbana riportava “L’unica sicurezza è quella sociale… un lavoro e una casa dove stare! Attaccate poveri e migrati per coprire le vostre colpe – il vero nemico siete voi e non chi fugge dalla fame e dalle bombe! Minniti boia!”.

Nel pomeriggio di ieri, 26 luglio, prima giornata di “Effetto Refugio”, viene esposto lo striscione in alto, come sempre, sul muro dell’ex Carcere, in modo che sia ben visibile. Come già è accaduto in altre città nei mesi scorsi, le critiche al Ministro dell’Interno non sono però ben tollerate dalle autorità. Così a Livorno accade qualcosa di mai visto. Prima delle 20 attorno al Teatrofficina Refugio si erano fatti vedere numerosi agenti in borghese, alcuni già con casco e manganello, e si era radunata nella vicina Piazza dei Domenicani qualche decina di agenti in tenuta antisommossa, con mezzi, mentre nel fosso si era piazzato addirittura un gommone della polizia. Poco dopo le ore 20 da Piazza dei Domenicani polizia, carabinieri e guardia di finanza sono avanzati schierati, indossando l’attrezzatura antisommossa e con manganelli in pugno lungo gli Scali del Refugio, guidati dal Vicario del Questore, in giacca, cravatta, casco e manganello, tra le bancarelle di dolciumi e gli occhi increduli e preoccupati dei passanti.

Il grosso di questa truppa si è schierata a bloccare la strada, a pochi metri dall’ingresso di Via Santa Caterina, di fronte ad alcune famiglie con passeggini, mentre altri si pongono attorno al banchetto della stampa anarchica, che si trovava proprio di fronte al muro su cui era esposto lo striscione.
Sono in tanti e tante ad accorrere per dire alla truppa che se ne deve andare, decine di persone si ritrovano a fronteggiare gli scudi della polizia scandendo slogan, questo atto di arroganza non viene accettato.
Anche sugli Scali del Monte Pio, dall’altra parte del fosso, sono ormai tantissimi quelli che guardano ciò che sta succedendo. Anche chi era uscito per una passeggiata serale tra le bancarelle ora è fermo, alcuni solidarizzano e fischiano contro quell’assurdo schieramento.
Subito dietro gli scudi arriva un mezzo dei Vigili del Fuoco con la scala, la squadra di pompieri rimuove lo striscione che però cade proprio dalla parte di chi fronteggia la polizia, e questa non riesce a sequestrarlo. La tensione creata dalla prepotenza della polizia è alta ma nessuno reagisce alle provocazioni e al contempo non si arretra di un passo. Tra slogan, grida di protesta e applausi ironici lo schieramento arretra.

Dopo poche decine di minuti lo striscione viene esposto sul palco principale della kermesse istituzionale, in Piazza del Logo Pio, dove stava cominciando la presentazione della squadra del Livorno Calcio.
Alcuni si erano infatti diretti nella piazza per denunciare quanto era appena avvenuto, intervenendo dal palco principale. Anche qui in molti hanno solidarizzato con chi aveva subito l’intervento repressivo dell’antisommossa.

Il Questore ed il Prefetto hanno mostrato, più di uno striscione, la natura autoritaria della politica condotta dal governo. Hanno infatti dimostrato, alla faccia delle misure folli di sicurezza per questa edizione di “Effetto Venezia”, da quale parte sia il disordine e la violenza. Ancora una volta si è vista un’ampia solidarietà e una spontanea reazione di fronte ad un atto di arroganza del potere, in questo caso di fronte ad un atto con cui è stata impedita l’esposizione di uno striscione e ai modi militari con cui è stata condotta l’operazione di censura. Che serva a capire che le prepotenze non passano in silenzio e senza reazioni.

Uno che c’era

Da “Umanità Nova”

 

Posted in Antifascismo, Antimilitarismo, Generale, Iniziative, Repressione.

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