NO LAGER – NO CPR
né qui né altrove
Proprio in questi giorni sulla stampa locale è stata data la notizia della possibile costruzione di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) a Coltano, tra Livorno e Pisa.
Anche se la località di Coltano non fosse confermata, il progetto di costruzione di questa struttura sarebbe comunque portato avanti in un’altra località. Il ministro dell’interno Salvini della Lega ha infatti già dichiarato che intende aprire in ogni regione un CPR, anche in Toscana.
Questi centri sono stati istituiti nel 1998, prima si chiamavano CPT, poi CIE, oggi CPR. Ma nella sostanza queste strutture non sono cambiate. Sono veri e propri lager, luoghi nei quali, per l’unica colpa di non avere i documenti in regola, si viene rinchiusi per mesi in condizioni disumane, subendo spesso abusi da parte della polizia.
L’attuale governo ha inasprito la politica razzista del governo precedente innalzando a 180 giorni (6 mesi) il tempo massimo di detenzione nei CPR. Ma era stato proprio Minniti, ministro dell’interno del PD a tentare il rilancio di queste strutture, cambiandone il nome e stabilendo che in ogni regione dovesse essercene uno. La legge sulla sicurezza recentemente approvata in parlamento ha dimostrato che l’attacco repressivo del governo viene condotto contro tutti gli sfruttati, migranti e non. Basti pensare che la nuova legge prevede l’aumento delle pene (anni di carcere) per chi occupa un terreno o un edificio, o per chi blocca la ferrovia o una strada, pratiche comuni durante delle proteste, come spesso fanno lavoratori durante uno sciopero o comitati ambientalisti che contestano un’opera nociva. Per chi non ha la cittadinanza italiana i rischi sono più alti però, ad esempio si può perdere il titolo di soggiorno e finire rinchiusi in un CPR. Una politica repressiva che mira a impedire la lotta per l’emancipazione e la liberazione con il ricatto dell’internamento, che punta a spezzare la solidarietà con la segregazione.
Già nel 2010 grazie a una mobilitazione a cui hanno partecipato molte realtà e con iniziative di lotta in tutta la regione il progetto di costruzione di un lager in toscana era stato fermato. Oggi è necessario ricostruire un’opposizione reale a questo progetto per impedire, ovunque, l’apertura di questi centri e per chiudere quelli già esistenti.
Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese